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Una Donna, io lo incominciai [...] 1902, quando dal litorale adriatico [...] trasferita a Roma. Esattamente mezzo secolo fa. Fu il poeta Giovanni Cena, [...] incitò a non disperdere la mia forza [...] a [...] invece di [...] nel racconto della prima [...] esistenza. Ma le « paginette [...] vi ho parlato, egli non le conosceva, [...] avevo mai rilette, tuttavia [...] parte del romanzo, al [...] seconda o terza stesura, non ricordo bene, [...] per attestare meglio a me stessa lo [...] aveva condotto [...] protagonista del libro a [...] coniugale e il figlioletto. Fu da Torino, che [...] riconoscimento autorevole a quel primo libro della [...] ignota. Fu Arturo [...] che gli dedicò, nel [...] articolo nella Nuova Antologia. Arturo [...] che alcuni di voi [...] e ch'io vidi solo una volta, ma [...] ho mai dimenticato [...] e nobile immagine. Il libro mi valse [...] un altro eletto spirito della nostra terra, [...] Annibale Pastore, tuttora mirabile di attività e fervore. E quelle di Pellizza [...] Volpedo [...] di Leonardo Bistolfi e di Anton Maria Mucchi. [...] tutti presenti, salvo Pellizza purtroppo [...] scomparso, alla conferenza che nel 1909 tenni [...] mi pare al Circolo della Stampa, sulle scuole [...] romano. Una delle [...] più recenti poesie rievoca [...] a piedi da Aosta al Gran San Bernardo, [...] padre, quando avevo dieci anni. Ma singolare è il fatto [...] il richiamo, a tanta distanza, di quella mia infantile [...] io [...] avuto, del tutto imprevedibile, per [...] che se dovessi ritornare oggi ad Aosta« sarebbe con [...] sguardo limpido della [...] balda viveva la prima [...] sera [...] ormai fisa ho [...] giorni in cui per tutti [...] per sempre giusta di opere [...] innumeri fratelli su la vasta [...] rocciosa volontà [...] e la volontà ci salda [...] solleva ci alimenta [...] tu, Aosta cara, nel cerchio [...] mura auguste e delle [...] fiera mi vedresti e [...] mia [...] nella sera di mia vita [...] allora ». Ed ecco, con [...] balzo inatteso nel passato, [...] fatto di rievocare per voi una delle [...] della mia vita. Avevo allora terminato il [...] però uscì soltanto due anni dopo. Non portavo ancora nemmeno [...] di poi ho assunto. Vivevo con Giovanni Cena. E un giorno, [...] nel 1904, fui tratta da Anna Celli, una giovane tedesca moglie del grande scienziato malariologo, [...] fare con lei e col professore una corsa nella Campagna romana. Permettete che di quella [...] legga il racconto che feci la sera [...] Giovanni Cena e che [...] dopo riferii nel volume Dal [...] Diario:« M'hanno condotta a Lunghezza, presso Tivoli. La Celli m'ha detto: [...] lei veda". Sai, è già un [...] ne aveva parlato, a quella seduta [...] femminile: forse aveva capito [...] più interesse delle altre. Bisogna che anche tu [...] Giovanni, [...] anche tu veda. A due passi da Roma [...]. In capanne vivono, senza [...] loro di fango, guardano attoniti, bimbi, vecchi, [...] di ogni strada, vi [...] un sentiero, a piedi, è una specie [...] quattrocento persone, e dicono i Celli che [...] tanti altri sparsi così nella campagna, tutti [...] Roma, e più giù, sino alle Paludi pontine, [...] abbandonati, senza medico, senza [...] guardavano come se veramente fossi capitata in Africa, [...] Sabina, dalla [...] e dagli Abruzzi, tornano [...] soltanto da luglio a settembre, quando [...] infierisce più acuta. Il terreno appartiene a [...]. Li chiamano guitti. /// [...] /// Ma quando piove, come [...] come ? ». Cena mi guardava tremando. /// [...] /// Da quel pianto nacquero le Scuole [...] romano. Le lunghe esplorazioni per [...] Campagna, [...] a piedi, inverno, estate, [...] fango nero, e qualche alberello di rose [...] nel deserto, e rovi e macchie, poi [...] e sempre [...] di qualche divinità, la [...] Colli Albani o la linea incandescente del mare, [...] o [...] o la rocca [...] oppure la stessa Roma, [...] nel mezzo del gran piano ondulato e [...]. Caput mundi, mormorava amaramente Cena. Ad un tratto, dietro [...] terreno, un gruppo di capanne si profilava: [...]. Bimbi e donne si [...] aperture, attoniti, con gli occhi cisposi, ci [...]. Nessuno giungeva mai sin là. Nessuno, salvo [...] «il caporale », e [...] delle tasse. Neanche il prete, neanche [...] che venivano portati a spalla al cimitero [...] dieci, dodici chilometri. Né medici né levatrice. E [...] tutti malarici, e tutti analfabeti. Ad ogni villaggio che scoprivamo [...] decideva [...] una scuola, festiva o serale, [...] seconda della distanza. [...] gruppo di socie [...] femminile aveva nominato noi [...] Comitato èsecutivo », ci aveva dato pieni poteri [...] dei fondi, per la ricerca dei maestri, [...] e per la propaganda e [...]. Cinque, sei anni della [...] indissolubili dal ricordo di quei guitti, di [...] ragazzi e di vecchi intenti a compitare [...] lavagna con tremore religioso. Tutte queste cose ed altre [...] altre devo [...] detto nella conferenza che tenni [...] 1909, dopo che a Torino, [...] popolare di Milano, per iniziativa [...] una grande donna, forse la più grande ch'io abbia [...] conosciuto, Alessandrina Ravizza, slava [...] milanese [...] fondatrice appunto [...] popolare, della Società umanitaria, e [...] innumerevoli altre opere di solidarietà sociale. Poi, nel 1911, dovetti [...] Roma, e abbandonare le scuole, che erano in [...] che Giovanni Cena invece potè patrocinare sino [...] nobile vita, nel 1917. Scomparso lui, e per [...] le scuole via via cessarono di funzionare. Ma la cosa più [...] oggi, marzo 1952, le condizioni [...] romano, sono [...] quelle che vi ho [...] del secolo. Mentre ve lo affermo, pare [...] a me di star narrando una fola incredibile. Gi son sempre i [...] i guitti che scendono in autunno e [...] paesi inerpicati sui monti sabini o della [...] o quasi, abbandono di [...]. A pochi chilometri da Roma. E se faccio questa [...] denuncia a voi, è perchè il problema [...] alla Capitale e nelle borgate stesse della Città [...] assoluta da parte del [...] che deve interessare tutta Italia; come quello [...] Mezzogiorno. Mi trovavo il mese [...] Napoli al Convegno degli Intellettuali appunto per il Mezzogiorno, [...] sentito, io settentrionale, quale responsabilità noi tutti [...] inaudite condizioni -in cui la scuola e [...] trovano laggiù. Tornando ai « ricordi [...] penso che forse vi sarete chiesti se [...] di apostolato [...] io trovassi [...] di scrivere. In realtà dopo [...] di Una Donna quasi [...] passare tredici anni prima che il secondo [...]. Qualche articolo di giornale, [...]. Prendevo note per me [...] a centinaia. /// [...] /// Prendevo note per me [...] a centinaia. (0)
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