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Eppure furono contemporanei. Eppure i loro destini [...]. Ep-pure entrarono entrambi nel [...]. Il primo [...] con sei anni di [...] «Che», ma per [...] subito, e rientrare [...]. [...] per [...] (forse) per sempre. Molto diversi erano i [...]. /// [...] /// Nato a [...] (distretto di [...] il 2 luglio 1925, [...] tribù dal pas-sato glorioso: quella dei [...] protagonisti di due epiche [...] e nel 1897) contro i mercenari di [...] Leopoldo. Fece le elementari con [...] le medie con i protestanti. [...] a [...] riuscì a conquistarsi un [...] ma rispettato: impiegato delle poste. In mezzo a una [...] di contadini anal-fabeti e di sottoproletari turbo-lenti [...] ap-parteneva a una «felice» [...] più di centomila persone. Come membro del circolo libera-le [...] a [...] con re Baldovino. Non possedeva, certo, la [...] Senghor, di un [...] di un [...]. Ma la [...] poesia [...] sarà libera («Pian-gi, amato mio [...] negro. Tu, che non hai mai [...] piramidi. Ben lontano dalla cultura [...] non credeva più nel pote-re magico degli [...]. Sensibi-le al fascino della civiltà [...] non cercava una ragione [...] nella «negritudine» e neanche [...] africana», tanto cara a mistificatori [...] a fantocci [...]. Non risulta affatto che [...] il marxismo, per il comunismo; né che [...] affrontare, una volta conqui-stata [...] i problemi sociali congolesi, [...] embrionali in un paese dove il colonialismo [...] o aveva ritardato e deforma-to, la nascita [...] sociali nel senso moderno della parola. Ammiratore dei valori ricevuti [...] missionaria, le avide lettu-re e le accese [...] amici «bianchi»), non sembrava neanche consapevole del [...] colonialismo bu-rocratico e militare, il vecchio colonialismo [...] morente, avesse come so-lida retrovia un colonialismo [...] sotto forma di neocolo-nialismo. [...] rivendicava sempli-cemente per sé [...] gli altri africani «evoluti» il diritto di [...] proprio destino, e di dirigere le masse [...] cioè [...] di quei valori e [...] spirituali che [...] aveva creato con tanta [...] con tanta sagacia. Era, insomma, anche lui, [...] protagonisti della de-colonizzazione in Africa, un «ne-gro [...] prodotto dolo-roso di [...] che ha sconvolto e [...] le vecchie strutture sociali senza ancora produrre [...] spaventosi. Anche [...] era, culturalmente, un «mostro», [...] euro-peo (nuovo dottor [...] ha aborrito e rinnegato [...] in cui gli ha dato la vita. Perché? Nella risposta [...] la chiave di tutta la [...]. Perché il «mostro» voleva [...] propria, perché si rifiutava di es-sere un [...]. Perché, in nome dei [...] chie-deva la libertà, per gli africani. E non una libertà, [...] fittizie, formali, bensì vere, concrete [...] complete. Questo patriota non dissimile [...] europei di un secolo prima, che aveva [...] sui banchi di scuola, e poi deciso [...] adulto era tanto moderato ne-gli obiettivi (non [...] «normale» un ruolo di [...] della deco-lonizzazione?) quanto rigoroso, [...] nel [...]. Questo «dettaglio», questa «sfumatura» [...] fra [...] e tanti altri falsi [...]. Mentre il tribalismo, il [...] di uomi-ni come [...] e [...] (tanto più «africani» nei [...] con le masse arretrate, nella loro dema-gogia [...] estremi-smo parolaio) non facevano pau-ra alle centrali [...] unitaria di [...] moderna, illuminata, «euro-pea», anche [...] an-che se [...] irritava e spaventava, perché [...] il germe di un Congo forte, evoluto [...] sue ricchezze. Il para-dosso è insomma, [...] questo: che [...] si rive-lò un pericolo [...] fosse «più negro» degli altri esponenti politici [...] era «più bianco», «più eu-ropeo». Proprio per questo era [...] con il qua-le non si poteva arrivare [...] bisognava annien-tare al più presto. Il principio della fine [...] un paradosso) con il principio stesso della [...] politica. Il discorso che [...] pronunciò il primo luglio [...] del Congo, in risposta a re Baldovino, [...] sgomento, collera i colonialisti vecchi e [...]. [...] respingere [...] offerta come un dono regale, [...] e la rivendicò come un diritto e un frutto [...] lotte sanguinose, rievo-cando con passione i torti patiti, rinfacciando [...] durezza ai «bianchi» [...] lo sfruttamento. In quel momento stesso [...] fu segnato. Perché fu sconfitto? Si [...] meschini e mio-pi, volgari [...] soltanto di rafforzare i pro-pri privilegi senza [...] avere gradi più alti, mili-tari e civili, [...] tasca stipendi più cospicui; insomma di occupare [...] bian-chi», e di vivere «come i bianchi» [...] altri negri. Nel confuso periodo in [...] ministro e ministro della difesa [...] a detta dei testimoni, [...] grande energia, e anche di duttilità. Ma la [...] personale in-corruttibilità (che indusse Sartre [...] a Robespierre) contraddiceva e smentiva, [...] così si può dire, la [...] moderazione. [...] non era un estremi-sta, non [...] il compromes-so. Ma erano i suoi [...]. Coloni, generali e amministratori [...] Cia, servizi se-greti di mezza Europa, non [...] un «eguale», ma con dei servi. A [...] la mor-te ci pensarono [...] che aspiravano a mantene-re il potere. Destituito dal presi-dente [...] il 5 settembre, «protetto», [...] ostag-gio, da [...] ancora docile alla volontà [...] avvolto in una fitta rete di intrighi, [...] dicembre durante un ultimo, disperato tentativo di [...] rurali del [...] fu consegnato a [...] affin-ché lo uccidesse. Durante il tra-sporto in [...] a sangue. Il boia fu [...] al-lora ministro degli Interni [...] Stato katanghese, che lo uccise il 17 gennaio [...] mai chiarite. Le ver-sioni variano: strangolamento, [...]. I dettagli (veri, falsi?) [...] tagliata e offerta a [...] come trofeo, cuore e [...]. Quanto è rimasto [...] di [...] Forse nulla, in un Congo [...] chiama di nuovo così) dove tutto è [...] tutto resti come pri-ma; in [...] disperata e in-sanguinata proprio [...] tribali che [...] giu-stamente aborriva. O forse il suo [...] consola i cuori dolenti dei superstiti, dei [...] nipoti. Forse (chi può [...] di [...] so-pravvive, [...] nelle «cata-combe della coscienza», e [...] trasmessa, almeno [...] Nera, da una generazione [...]. Forse, senza che noi [...] conto, la piccola e bre-ve fiamma accesa [...] alimenta [...] la luce abbagliante che Guevara, [...] «immortale», continua a proiettare sul mondo. Tutto fuorché un uomo. Con i suoi onori [...] errori». Lo spiega senza risenti-mento, [...] solo una bambina quando il Che venne [...]. /// [...] /// Mi hanno avvertito: «Laggiù, [...] sem-pre fascisti». Allevatori, lati-fondisti, colonnelli in [...] libertà vigi-lata. [...] e della co-ca li [...] tutti e loro sono rimasti ad invecchiare [...] con il clima secco e fresco della Sicilia. La piazza princi-pale di Santa Cruz [...] un largo quadrato di panchine di ferro [...] palme brevi e magre. È sabato sera e [...] è una lenta proces-sione di fuoristrada giappo-nesi, [...] costo-si, tutti bardati da cromature e mangianastri. In un angolo, in [...] una recita scolastica, mezza dozzina di mocciosi [...] lu-cido in mano i signori a cui [...]. Una vetrina mi spiega che [...] una gip costa cento dollari al giorno. Entro in una pizze-ria, ordino [...] margherita e una limonata che a Santa Cruz si [...] de lemon. Uno scugnizzo mi agi-ta [...] spazzoli-na: sta aspettando che [...] a spasso i miei mo-cassini. Chissà [...] que-sta città [...] fa, quan-do dalla montagna telegrafa-rono [...] Ernesto Che Gueva-ra non avrebbe più comanda-to nessuna rivoluzione. Claudio Fava Nelle foto, [...] alto a sinistra [...] in basso a destra: [...] con una bici a motore in Argentina; [...] Fidel Castro nella Sierra Maestra [...] della campagna a Cuba; [...] un mulo durante la marcia nella Sierra Maestra; [...] di Cuba; 1959, il giorno del matrimonio [...] un discorso agli studenti; [...] Mao a Pechino; [...] foto da vivo dopo [...] Bolivia. Ma è una satu-razione [...] in modo serio sul corpo del Che. Il Che sopravvissuto ai militari [...] a questo sfruttamen-to. Ne parlavo pochi giorni [...] a un incontro a [...] Ben Bella, [...] presidente [...]. Gli dicevo: no, neanche [...]. [...] caso la comunicazione sul Che [...] necessaria. Un adolescente oggi ha [...] per decidere se [...]. Sono in corso di [...]. [...] del regista argentino Luis [...] basato sul diario giovanile [...] Alberto [...] a quello del [...]. Ernesto è un personaggio [...]. Mi sembra difficile [...] rac-contare in uno schema riduttivo [...] quello cinematografico [...] diventare solo un personaggio [...]. La biografia di Jorge Castañeda [...] rispetto a alcuni aspetti della vita di Guevara. [...] possibile teorizzare un [...] cattivo [...] «Non vorrei discutere della bio-grafia [...] Castaneda, che ha fatto un lavoro egregio. Il problema però re-sta: [...] ti opponi al Che? ogni polemica della [...] nel vuoto, al punto che la destra [...]. Era stato detto che [...] Che [...] un eroe effimero. /// [...] /// Si sono persi nella [...] tentativi di [...] nefandezze di ogni tipo. Il Che è un [...] sincerità. In lui [...] una passione della verità che [...] chiunque. [...] uno specchio. Ogni imbroglio su di lui [...]. /// [...] /// Ogni imbroglio su di lui [...]. (0)
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