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Somiglia molto al pa-dre, con [...] corporatura robusta e il portamento eretto, il volto [...] i grandi occhi un [...] a mandorla, [...] intensa e il sorriso pronto. Bernice King è la più [...] dei [...] King, e [...] a [...] i passi. Con [...] Emory University, è assistente [...] Star Baptist [...] di Atlanta, dove si [...] e donne. Ma i suoi sermoni [...] e sono rac-colti in un libro, «Hard [...] dedicato al padre: del [...] o niente, ha imparato a [...] dai suoi scritti e [...]. La incontriamo a New York, [...] Trinity [...] a [...] e le parliamo più [...] set-timana dopo per telefono, dal suo [...]. Se Martin Luther King [...] celebrerebbe il suo [...] compleanno. E invece è [...] pae-se che lo ricorda con [...] festa nazio-nale lunedì 19: [...] per la [...] di [...]. È una festa che per [...] è stata contrastata. Può sembrare strano, ma [...] Martin Luther King non trova riconoscimento una-nime. Proprio in queste settimane, [...] California [...] sud associazioni di genitori si sono opposte [...] scuola con il suo nome per-chè [...] per due terzi frequenta-to [...] sarebbe stata preso per [...] nera, e [...]. [...] dunque [...] per il com-pleanno di Martin Luther King? A 35 anni, Bernice King ha ancora un [...]. Quan-do le chiediamo se [...] «so-gno» di cui parlò suo padre nel [...] Washington si sia avve-rato, la [...] risposta è un attacco: [...] chiarire la questione del [...] per tutte. La maggioranza della gente non [...] mai sentito quel discorso nella [...] interezza. Mio pa-dre ne parlava [...] preso il discorso fuori del suo con-testo, [...] la parte sul sogno, ma non le [...]. Aveva detto che ai [...] mittente per man-canza di fondi -e che [...] Washington per [...] in banca. Questa era la realtà. Il sogno arrivò alla fine [...] discorso per dare una [...]. [...] anche sei problemi sembrano enormi, [...] bi-sogna perdere di vista la meta. /// [...] /// Capiva [...] di vin-cere la lotta, [...] che la vittoria finale è quella di Dio. Era un [...] mai il suo sermone con [...] no-ta di disperazione, alla fine [...] sem-pre un riferimento alla venuta [...] non si sia realizzato. Ma non voglio più che [...] padre sia rappresentato [...]. Bernice King non ha mai [...] un [...] il [...] figura del [...] «diluita, resa asettica. È vissuto per altri [...] quel famoso discorso, ma tutti parlano [...] so-gno». Trova singolare che non si [...] più la [...] campagna contro la guerra nel Vietnam, e soprattutto la [...] politica progressista. È delusa dal fatto [...] tanto tempo a parlare di cosa Martin Luther King [...] detto, ma non a seguire il suo [...] un amore incondizionato per gli altri es-seri [...] campagne po-litiche per la giustizia sociale. Mio pa-dre fu ucciso mentre [...] di [...]. Non costa niente [...] la società ed eleggere [...]. Per correggere le iniquità commesse [...] i neri durante i se-coli, bisogna fare qualcosa specifica-mente [...] i neri: [...] positiva è un esempio, e [...] è sotto attacco perchè [...]. A [...] parlare, sembra che Ber-nice King [...] alla scuola del padre. E invece aveva solo [...] fu ucciso: «Uno dei miei più [...]. Ho un paio di [...] io e lui che giocavamo a baciarci. Ma per il resto [...] che mi rac-contano in famiglia. Nei primi anni della [...] che scappavo quando tornava a casa, perché [...] raramente che non lo rico-noscevo». La vocazione al lavoro [...] è arrivata tardi per lei. Ero piena di rabbia [...] che mi aveva ab-bandonata, contro la società, [...] Dio. Per [...] mi [...] poi sono stata salvata da Dio e dalla mia vocazione. Ma sono stata anche [...] madre, dalle conversazioni attorno al tavolo della [...] esempio. Adesso con il mio [...] giovani e le donne sono impegnata a [...] che è dentro di noi per farne [...]. Che rapporto ha questa [...] la questione più politica dei rapporti razziali? «La [...] la parola [...]. Abbiamo a che fare [...] tra persone che si sentono estraniate, [...] e neri non vuol [...] molto di-versa da quella tra padre e [...] e marito. Quando i problemi diventano [...] che le due parti si siedano e [...] emozioni, fino a quando non possono [...] in modo responsa-bile. Non sappiamo nulla [...]. Magari ci piace qualcosa [...] ma non la capiamo. Sono si-cura che tanti [...] perché noi abbiamo un [...]. [...] guarigione prima della riconciliazio-ne. [...] ferita che ho dentro da [...] da quando mio padre mi ha lasciato. I bianchi dicono, noi non [...] società, non [...] se i neri sono stati [...]. È ve-ro, ma ne [...]. Adesso tutti sono vittime, [...] passate di generazio-ne in generazione senza mai [...]. Negli ultimi 15 anni le [...] hanno cominciato a [...]. /// [...] /// E cosa pensa della [...] da Clinton per av-viare un dibattito sui [...] «Non basta, è un inizio positivo, ed è [...] Clinton non sia rimasto fermo, che abbia aperto [...]. Ma bisogna andare oltre, [...]. Nel mio lavoro mi [...] entrare gli individui più a contatto con [...]. Come diceva mio padre [...] guerra in Vietnam, voglio pro-testare contro la [...] e delle coscienze. In un mondo nel quale [...] barriere sono [...] come un modello, mi sento [...] come mio padre a pronunciare un sermone sul tema [...]. Per anni, Bernice non ha [...] studiare troppo i sermoni del padre, alla ricerca di [...] voce originale. /// [...] /// [...] di Martin Luther King è [...] ma anche molto pesante. Re-centemente, con tutta la [...] fami-glia, è stata accusata di [...] troppo preziosa, di insistere [...] la proprietà intellettuale del reve-rendo King a scopi di lucro, un [...] il suo messaggio cristiano. Lei non vuole commentare, [...] prioritario della famiglia è [...] patri-monio del padre, uno scopo meglio ottenuto [...] fondi suffi-cienti. Le polemiche non sono [...]. [...] King ha sposato [...] James Earl Ray, [...] credendo [...] di un complot-to politico più [...]. Uno dei figli, Dexter, [...] Ray, un vecchio detenuto con una malat-tia [...] detto pubblica-mente di credere alla [...] innocenza. Anche Bernice è convinta [...] Ray ci siano state altre forze: «Quan-do conosci [...] e sai che tipo di piccolo criminale [...] credere che sia stato capace di com-piere [...]. Ci [...] tiratore scelto per uccidere mio [...]. James non lo [...]. [...] che sapeva bene cosa faceva. [...] armi e certamente era coinvolto [...] ma [...] digitale sul suo fucile [...] messa dopo. La vera arma non è [...] stata trovata. Tutte le prove attorno [...] puntano in una direzione diversa. Ma [...] un altro motivo perché credo [...] sia innocente. Ho una certa [...]. [...] che [...] visto non [...] in lui. Anche Dexter dice lo stesso, [...] e capire. E poi se James [...] guadagna? Morirà lo stesso, [...]. Anna Di [...] Parla Bernice King «Così [...] mio padre» Ucciso a [...] a 39 anni Martin Luther King [...] nato ad Atlanta il 15 gennaio 1929. Suo padre era un [...] si laureò in filosofia prima di diventare [...] della lotta per i diritti civili. Fu ucciso a 39 [...] il 4 aprile del [...] tre anni dopo Malcolm X, lo stesso [...] Bob Kennedy. Nel 1964 aveva ricevuto [...] Nobel per la pace. VENTI LUSTRI [...] un gran-de americano, nella [...] tutti troviamo riparo, firmò il Proclama di Emanci-pazione. [...] docu-mento rappresentò una grande lu-ce [...] speranza per milioni di schiavi neri marchiati a fuoco [...] fiaccati [...]. Rappresentò [...] festosa che poneva fine alla [...] notte della schiavitù. Ma a cento anni [...] prende-re atto di una tragica realtà: i [...]. [...] di distanza la vita [...] ancora mutilata dai lacci della segregazio-ne e [...] discrimina-zione. A cento anni di [...] vivono su uno sterminato oceano di benessere [...]. A cento anni di [...] sono ancora di-menticati ai margini della società [...]. Oggi siamo venuti [...] a testimo-niare in tutta la [...] drammaticità la nostra condizione. In un certo sen-so [...] capitale della nostra nazione per esigere un [...]. Quando gli architetti della [...] parole della Costituzione e [...] Dichiarazione [...] Indipendenza, firmarono una cambiale che impe-gnava tutte [...] di americani. Questa cambiale pro-metteva [...] tutti [...] stati garantiti gli inviolabili di-ritti [...] vita, alla libertà e al perse-guimento della felicità. Oggi è ov-vio a tutti [...] non ha [...] di colore. Invece di onorare que-sto [...] ha da-to al [...] nero un assegno [...] assegno tornato indietro con la causale «fondi [...]. [...] banca della giustizia versi in [...] fallimentare. Ci rifiutiamo di [...] insufficienti. Siamo quindi venu-ti a [...] che ci garantirà le ricchezze della libertà [...]. Siamo venuti in questo [...] per ricordare [...] la irrinunciabile urgenza [...]. Non è questo il [...] alla tentazione di prende-re tempo o di [...] del gradualismo. Ora è il momen-to [...] promesse della democrazia. Ora è il momento [...] buia e desolata valle della segregazione verso [...] giustizia razziale il-luminato dal sole. Ora è il mo-mento [...] porte [...] a tutti i figli [...] Dio. Ora è il momento di [...] la nazione dalle sabbie mobili [...] razziale [...] sulle solide fondamenta della fra-tellanza. Sarebbe fatale per il [...] del momento e sottovalutare [...] neri. Questa sof-focante estate del [...] neri potrà passare solo con il fresco [...] autunno di libertà e uguaglianza. Il 1963 non è [...] un inizio. Se il paese farà [...] avranno un brusco risveglio tutti coloro che [...] neri si accontenteranno di [...] dato sfo-go al loro [...]. [...] non conoscerà requie né [...] che non verranno ri-conosciuti i diritti di [...]. Il vortice della rivolta [...] le fonda-menta della nostra nazione fin quando [...] luminoso giorno della giustizia. Ma [...] qualcosa che debbo di-re [...] che se ne sta in attesa sulla [...] conduce al palazzo della giustizia. In attesa di conquistare [...] ci spetta di diritto, non dob-biamo macchiarci [...]. Che la nostra sete [...] venga placata bevendo dalla coppa [...] e [...]. La nostra lotta deve [...] alti valori della dignità e della correttezza. Il nostro non può [...] solitario. E mentre cammi-niamo dobbiamo [...] impegno di guardare di-nanzi a noi. Non possiamo torna-re indietro. [...] CHI CHIEDE a quanti [...] i diritti civili «quando sarete soddisfat-ti?». Non potremo mai essere [...] i neri saranno vittime degli inenarrabili orrori [...] forze di polizia. Non potremo mai essere [...] i neri del Mississippi non potranno votare [...] New York crederanno di non avere nulla [...]. No, no, non siamo soddisfatti [...] mai lo [...] giustizia scorrere limpida e [...]. Non dimentico che alcuni [...] subito processi e patimenti. Alcuni di voi sono appena [...] dal-la cella di una prigione. Alcuni di voi vengono da [...] in cui reclamare [...] dalla tempesta della [...] flagellati dal vento della brutalità [...] polizia. Siete stati i veterani [...]. Continua-te ad operare con [...] la sof-ferenza immeritata porta alla re-denzione. Tornate nel Mississippi, tornate [...] Alabama, [...] nella Carolina del Sud, tornate in Geor-gia, [...] Louisiana, tornate nei sobborghi poveri e nei ghetti [...] Nord sapendo che in qualche modo questa [...] deve essere cambiata. È un sogno profondamente [...]. Ho un sogno: che [...] nazione possa sollevarsi e vivere autenticamente in [...] suo credo «riteniamo queste verità ovvie: che [...] sono stati [...]. Ho un sogno: che [...] rosse colline della Georgia i figli de-gli [...] figli di coloro che furo-no padroni di [...] accanto agli altri al [...]. Ho un sogno: che un [...] per-sino lo Stato del Mississippi, uno Stato desolato e [...] e [...] possa trasformarsi in [...] di libertà e di giustizia. Ho un sogno: che [...] figlioletti possano vivere in una nazione che [...] per il coloro della pelle ma per [...]. /// [...] /// Ho un sogno: che [...] Stato [...] cui governatore sentiamo pronun-ciare [...] contrap-posizione e di scontro, si trasformi in [...] cui i bambini neri e le bambine [...] per mano i bambini bianchi e le [...] camminare [...]. /// [...] /// Ho un sogno: che un [...] ogni vallata [...] mon-tagna [...] ogni lembo di terra accidentata [...] ogni [...] diventi [...]. Questa è la nostra [...]. Ed è con questa [...] ritorno nel Sud. Con questa fede sapremo [...] della di-sperazione una pietra di speranza. Con questa fede sapremo [...] discordie della no-stra nazione in una stupenda [...]. Con questa fede sapremo [...] insieme, lottare insieme, andare in prigione insieme, [...] li-bertà insieme, nella certezza che un giorno [...]. Quel giorno tutti i [...] Dio potranno cantare «paese mio, dolce terra della [...]. [...] i miei padri, terra [...] dei Pellegrini [...] che dal fianco di [...]. E se [...] vuole essere una grande nazione [...] sogno deve diventare realtà. Che la libertà ri-suoni [...] del New Hampshire! Che la libertà ri-suoni [...] di New York! Che la libertà risuoni [...]. Che la libertà risuo-ni [...] della California! Ma non solo: che [...] da Stone [...] in Georgia! Che la libertà risuoni [...] nel Tennessee! Che dal fianco di [...]. Quando risuonerà la libertà [...]. Finalmente liberi! Grazie Dio onnipotente, [...]. /// [...] /// Grazie Dio onnipotente, [...]. (0)
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