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Gli scacchi, la musica, [...] Mitteleuropa: [...] Paolo Maurensig RIVELAZIONI [...] uccise E. Allan Poe [...] incontrammo al [...] Mu-seum a Vienna, Maurizio Chierici, Paolo Maurensig ed io, in una gior-nata di [...] di due anni fa. La sala Gibson, spogliata [...] biliardo e i disegni [...] americano che un tempo [...] scomparsi. Solo pochi tavoli dove [...] giocare a scacchi resistevano. A tarda sera Maurensig [...] soli dopo una giornata im-pegnata a schivare [...] di [...] ci inoltrammo nel-le stradelle [...]. Cercavamo una vecchia osteria, [...] sapevamo [...] respirare [...] di quel mondo «dietro [...] lo definiva dalla vicina Praga, Johan-nes [...]. Ci eravamo solo illusi. Non trovammo nulla e [...] nostra irrequieta nostalgia. Ma quel violinista [...]. A quel tempo non [...] lasciai perdere. Dopo la rinuncia giovanile [...] si ripresentò sotto un altro aspetto. Quali legami ne nacque-ro, [...] La passione per la musica mi prese verso [...]. Fu così travolgente che [...] al flauto dolce e al flauto traverso [...]. La passione per quegli [...] indusse addirittura a [...]. Iniziai così una vera [...] e divenni costruttore di flauti. Andavo per i musei, dal Belgio [...] a [...] le caratteristiche. [...] pensavo fosse semplice. Dopotutto si trattava di [...] di legno con dei fori. Con il tem-po però [...] dei buoni flauti che sono stati acquistati [...] suonare nei concerti. Imparai a suonare il [...] provare quelli che costruivo. [...] che durò circa tre anni, [...] deluso da una partita di [...] che si piegava con [...] del fiato, lasciai perdere. Anche per il mestiere [...] fu improvviso, fulmineo come [...] Ricordo chiaramente quando verso i 15 anni [...] primi racconti, sotto [...] degli scrittori ameri-cani come Steinbeck, Faulkner, He-mingway. Ero affascinato dalla Beat [...] dai romanzi di [...] di Burroughs. Volevo fare una vita in [...] assoluta, [...] e fa-re lo scrittore. Un sogno, forse una [...] talmente forte che tutto passava in [...]. Vo-levo girare il mondo, [...] che capitavano e mantenermi con quelli per [...] di scrivere. Lavorai anche come archi-vista alla Mondadori, ma resistetti so-lo una settimana. Volevo mantenere viva la [...] scrittura e tenermi svincolato dalle regole so-ciali [...] lavoro fis-so. /// [...] /// Lei è nato proprio in [...] città di confine, an-zi, in una città divisa da [...] confi-ne: Gorizia. Nello stesso tempo città Mitteleuropea. I miei genitori sono [...] slove-ni. Mia madre si chiamava [...] mia nonna [...]. Gorizia pe-rò era in Italia [...] casa si parlava ita-liano. Il confine è rimasto [...] che vedevo da bambino; un reticolato. Frequentavo un collegio che [...] pochi metri dal confine, e la palla [...] andava molte volte oltre cortina. Non sempre le sentinelle [...] di [...]. Che cosa sia poi [...] Mitteleuropa, [...] si sa bene, e la [...] accezione culturale non ha [...]. Se-condo me è uno stato [...] uno spleen, una nostalgia. La sensazione di [...] a un confine, come [...] crescono al limite del loro territorio di [...] dove il sole non scalda e le [...] ad essere profonde. Ma proprio per questo [...] un sapore del tutto particolare. I suoi personaggi sono [...] sorta di casualità che trasforma la vita [...] il racconto in realtà. Come i maestri cassidici. Direi che [...] quasi una casualità a posteriori. Ti rendi conto di [...] nomi, delle situazioni e che in un [...] alla memoria, a una memoria universa-le. Ad esempio nel mio primo [...] il nome di [...] preso un [...] a caso, in ungherese significa [...] del campo, [...] del lager. Ci sono molte altre [...]. In Germania, quando uscì «La [...] uscito prima in italiano, [...] che io fossi solo un paravento, un [...] nascondeva la vera identità dello scrittore. Un critico avanzò [...] che il libro fosse stato [...] in Germania, e che [...] solo dopo [...] fatto uscire in tedesco. Il mio cognome in tedesco, [...] come viene pronun-ciato, Maurensig, significa vittoria dei mori [...]. Il protagonista del libro, [...] scacchi conducendo i pezzi neri. Tutto sembrava costruito a [...] le analogie con. /// [...] /// [...] di Gorizia, vicino Trieste; [...] di com-mercio come Svevo, e il nome [...]. [...] uno scacchi-sta appassionato. Lo scacchista, il musicista. Storie inventate o anche [...] Quale [...] I personaggi di un romanziere cre-scono in [...] complicità con chi li inventa. Ne sono parte. Ragio-nano ed agiscono almeno [...] io stesso. Mi sento parte dei [...]. Nel mio ultimo libro [...] che in realtà sono io, e gli [...] proiezioni dello stesso, il loro «doppio», o [...]. In «Canone Inver-so» non [...] termine musicale che conta, il canone in [...] sempre una regola, la forma più po-polare [...] quanto i suggerimenti evocativi che può stimolare. E una regola in-versa può [...] molte altre situa-zioni. Le note si specchiano, [...] note si specchiano, e così facendo danno [...] note, ad altre melodie che sono in [...] il tema principa-le. Il punto è questo. Se ci specchia-mo, la [...] diventa quella sinistra e viceversa. Crediamo di vedere quello [...] realtà, mentre vediamo esattamente [...]. Ma il canone può [...] molte maniere, fino alla com-plessità della fuga, [...] è strutturato proprio come una fuga. /// [...] /// Del possibile fallimento. Più il talento si [...] si scopre disarmati, arresi al nulla, prigionieri [...]. Con [...] del nazismo, ad esempio, [...] della civiltà, e quella trage-dia immane inspiegabile [...]. Sento ancora [...] di quella tragedia e, [...] si possa vivere tranquilli senza sentire dei [...]. Ambientando le [...] storie tra le due [...] sem-pre presente [...]. E poi il ricordo [...] che io vedevo proprio alla mia altez-za, [...] venivano in casa nostra a cercare partigiani. Penso di scrivere ancora una [...] sugli anni 30. [...] degli anni 80, il rientro [...] Friuli, a Udine. A 40 anni mi [...]. Il sogno della scrittura [...]. A [...] non è facile trovare una [...]. Dovetti ritornare al lavoro [...] tempo, e mi misi a vendere polizze [...]. Ho tentato la strada [...] inventan-do piccoli oggetti di plastica [...] che chiamai tirabaci. Poi progettai un lettino [...] chiamai «il lettino che si autodistrug-ge» perché [...] con la crescita, diventando ad esem-pio [...]. Per ultima co-sa rilevazioni [...] in-dustrie, cantieri, prese [...]. Poi di nuovo di [...] a proporre le fotografie ingrandite. Ma poi arrivò il [...]. Se non avessi avuto [...] il mio passato sarebbe stato un fallimento, [...] a delle buone occasioni per mantenere vivo [...] stato di libertà ideale, per seguire quella [...]. Sono stato [...] alla rinuncia, al fallimento. Sono molto contento della [...] avu-to con il primo libro, però passato [...] tutto si normaliz-za. E non è proprio una [...] cosa. Se prima [...] il sogno e [...] lavorava, ora mi rendo con-to [...] tutta [...] per quel mondo letterario, ora [...] ne faccio parte, non corrisponde alla realtà. Non è come pensavo. Si dice che ci [...] nella vita: quella di non realizzare i [...] quella di [...]. La scoperta [...] fatta un medico che [...] lungo e minuziosamente la documentazione del ricovero [...] Poe [...] ospedale. Le ricerche del dottor Michael [...] di Baltimo-ra, sono pubblicate [...] Maryland [...] Journal di questo mese. Edgar Allan Poe morì [...] Baltimora il 7 ottobre 1849, [...] di 39 anni. Vi era giunto il [...] treno dalla Virgi-nia, diretto a New York, [...]. Secondo la versione dei [...] stata tramandata fino ad oggi, lo scrittore [...] fradicio per strada, da-vanti a una taverna [...] Baltimora, e quattro giorni dopo morì in [...]. Il dottor [...] ha studiato le lettere dei [...] che visitarono Poe [...] e gli appunti dei medici [...] lo curarono. Nella [...] rela-zione, pubblicata sul giornale [...] Baltimora, [...] i sintomi e ar-riva alla conclusione che [...] con quelli [...]. La difficoltà nel be-re, [...] di lu-cidità e di confusione mentale, il [...] pulsazioni sembrano invece indicare che Poe era [...] un ani-male idrofobo. Il grande scrittore, celebre per [...] sue novelle, racconti e poemi, aveva condotto notoriamente una [...] sregolata ed era dedito [...] ma aveva smesso di bere [...] mesi prima della morte. Lo scrittore Paolo Maurensig Danilo De Marco Scrittura, arte della fuga A Vienna, al [...] Museum, sulle tracce di Elias Canetti. Sto-ria di una vocazione [...] un incontro manca-to con la musica. Dalla costruzione di strumenti [...] mille mestieri per salvare la vocazione dello [...]. E alla fine il [...] «La [...] di [...] «Canone Inver-so». E [...] ben precisa della letteratura, come [...] che [...] ogni confine. /// [...] /// DANILO DE MARCO FOTOGRAFIA Un [...] italiano a San Paolo [...] 16 settembre alle ore 18. [...] è promossa dal [...] Club di Roma, [...] interna-zionale femminile fondata nel 1903 [...] giornalista inglese [...]. Giovannetti, giornalista e fotografo [...] origine lucchese, è [...] stampa del consolato italiano [...] San Paolo, una delle più grandi «colonie» italiane in Brasile. La mostra raccoglie una settantina [...] fotografie, a colori e in bianco e nero: monumenti, [...] di emi-grati italiani, nei settori [...] e [...] dagli edifici ci-vili e religiosi [...] nel Parà, ai ricchi addobbi, [...] vetrate, sculture delle ville in Amazzonia [...] del caucciù. /// [...] /// A cento anni dalla [...] surrealista eretico francese Antonin [...] ovvero il teatro come [...] fa, il 4 settembre 1996, nasceva a Marsiglia Antonin [...]. Un anniversario che ha [...] perchè [...] si poneva, e di [...] là dal tem-po. Se Appia e Craig [...] del teatro del Novecento, [...] ne fu [...] profeta. Del profeta aveva infatti [...] lo sguardo, al tempo stesso, lucido e [...] pagò in termini di reale sof-ferenza la [...] la [...] non comune sensibilità. Più volte ricoverato in [...] nervose, la morte lo colse in una [...] a [...] il 4 marzo 1948. Il 15 aprile 1925 [...] de La [...] surréaliste la rivista di André Breton, [...] una lette-ra aperta, indirizzata da [...] ai medici degli [...] de [...] gli ospedali psichiatrici, o [...] si voglia, che è al tempo stesso [...] denuncia e ap-pello disperato. Per quanti di voi, [...] le visioni di cui [...] preda non sono che [...] di parole»? Pensando [...] al suo caso personale, [...] diritto di una so-cietà di internare, in [...] e sfruttamento, parago-nabili alle caserme, alle prigioni, [...] quanti la scienza definisce malati psichici mentre [...] «Non ammettiamo -diceva -che si im-pedisca il [...] un delirio, altrettanto legittimo, al-trettanto logico di [...] di idee o di azioni uma-ne». [...] reclama pieno diritto di [...] che egli definisce «forzati della sensibili-tà», e [...] legittimi-tà della loro concezione della realtà. La frase finale, suona [...] commovente per la traccia di personale esperienza [...] orgoglioso, per quel senso di non domata [...] «Possiate [...] domattina, [...] della visita, quando tenterete [...] conversare con que-sti uomini sui quali, [...] non avete che il [...]. Nella limpida determinazione di [...] contenuto il senso della testimonianza di vita [...] la [...] rivendicazione del diritto alla [...] rispetto ai rigidi schemi della società civile, [...] percorrere sino in fondo il proprio individuale [...]. Sicché il suo è [...] grido del ribelle e della vittima della [...] suoi libri è dedicato a Van Gogh [...] società, mentre Il paese dei [...] nasce dal suo viaggio [...] Messico [...] delle sue esperienze con gli al-lucinogeni). Per quanto gli fu [...] fu attore e regista [...] cinematografico (alcuni, forse, lo ricorderanno come il [...] Passione di Giovanna [...] poeta e scrittore. Con [...] e altri surrealisti, fu [...] del [...] Alfred Jarry, finchè Breton [...] dal movimento surrealista; recitò con [...] e [...] e Barrault consi-derava Il [...] suo doppio (raccolta dei suoi scritti teatrali) [...] titoli fondamenta-li per il teatro di tutti [...] la rappresentazione della [...] tra-gedia i Cenci si [...] fia-sco; scrisse il testo per una tra-smissione [...] Per [...] fi-nita con il giudizio di Dio, che, [...] audacia, non fu mai [...] francese. La [...] vita fu, come po-che, costellata [...] sconfitte. Non tanto per ciò [...] fare, dunque, merita di essere ri-cordato, quanto [...] disse e profetò, esponendosi (accade spesso ai [...] delle interpretazioni, al proliferare del-le esegesi, al [...]. E circa la fortu-na [...] presso tanta parte del [...] degli anni Sessanta, Jacques [...] commentava malignamente che esso [...] crudeltà come il carnevale di Niz-za sta [...] Eleusi». La visione del teatro balinese [...] coloniale di Parigi nel 1931, con la [...] forte carica simbolica, contribuì a [...] la [...] avversione al teatro bor-ghese, colpevole [...] perduto sia il senso della [...] sia quel-lo del ridicolo. Ma [...] non in-tese impartire istruzioni [...] quanto incarnò un modo estremo quanto si [...] di vivere il teatro e di [...]. Parlando di teatro [...] ado-però parole come «crudeltà» [...] la prima, senza ne-cessariamente significare violen-za, vuol [...] vita, mentre la seconda allude alla co-municazione [...] con-tagio, si deve instaurare tra spet-tatori e [...]. Quanto al suo Tea-tro [...] «Se il teatro co-me i sogni è [...] -ha scritto [...] -, lo è di [...] più, per manifestare e imprimere indelebilmente in [...] un perpetuo conflitto e di uno spasimo [...] vita viene troncata in ogni minuto, in [...] della creazio-ne si erge e si contrappone [...] di esseri defini-ti». Nella trasmissione radiofonica, che non [...] in onda, un anno prima di morire [...] osservava: [...] non ha che una ben [...] idea del mondo / e vuole [...] in eterno. /// [...] /// Nella trasmissione radiofonica, che non [...] in onda, un anno prima di morire [...] osservava: [...] non ha che una ben [...] idea del mondo / e vuole [...] in eterno. (0)
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