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Pagina da Preview Biblioteca Digitale--Pagina de «l'Unità-Unità 2-Nazionale del 1997»--Id 3337437930.

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[...] che pensa», [...] che pensa in contrapposizione [...] che agisce, [...] il politico. Sono testi scritti in [...] coerenti intanto nello stile [...] e altrettanti percorsi, dialoghi [...] lettore, e poi nello sguar-do estraneo che [...] una distanza tra sé e la società, [...] e a [...] critica-mente, reagendo al magma [...] classe media che costruisce tutto a [...] immagine: «Quella che fu [...] oggi un gruppo sociale che [...] di se stesso. Le domande riguardano [...] oggi, la persistenza di un [...]. Caro Berardinelli, mi pare che [...] saggi che compongono il tuo li-bro siano segnati da [...] di de-lusione, come se una tradizione ormai si fosse [...] e non resti [...]. Non [...] un proleta-riato o un [...] interpretare e da aiutare: nei nostri paesi domina una [...] che penetra [...] privilegi. Gli intellettuali ne fanno [...] se ne accorgono, non sanno più guardare [...] del-la cultura, la classe, [...] vita, la società a cui appartengono. Una volta per [...] per [...] criti-camente, ci si riferiva alle [...] op-presse, ad altre culture, magari eso-tiche. ///
[...] ///
Tut-te cose oggi impossibili. Le grandi culture extraeuropee [...] da se stesse, disprezzano se stesse, vanno [...] con la cultura dei paesi svilup-pati. In Occidente non [...] più una classe operaia che [...] a quella descritta dai marxisti e dagli anar-chici. E legarsi a un [...] schieramento politico, mettersi al suo servizio è [...]. Fino a un paio [...] poi la co-siddetta «alta [...] gli intellettuali dal loro am-biente e permetteva [...] presente dal punto di vista di valori [...] tradizionali. Oggi per un professore di [...] greca o medioevale [...] ridurre tutto in briciole, sem-bra [...] un onore, una promozio-ne. ///
[...] ///
[...] ha esaurito la [...] funzione di orien-tamento». Forse [...] moderno di smarrire tutti i [...]. Ma non si può [...] le idee nelle azioni, la [...] nella prassi, la cultura nella politica. La storia dei rapporti fra [...] e politica è una storia di malintesi, di astuzie: [...] reci-proche. [...] che non cre-de che [...] per sé abbiano forza (forse perché non [...] voca-zione intellettuale o non ha delle vere [...] forza nei partiti, nella politica. Cerca un podio, un [...] di garanzie. Il fatto è che [...] pen-siero e dalla cultura alla vita sociale, [...] il mare della realtà, che è indomabile. Non solo i marxisti ma [...] i positivisti e ogni tipo di progressisti hanno creduto [...] la storia fosse un [...] che ubbidiva [...] leggi, [...] se ne potevano prevedere e [...]. ///
[...] ///
[...] umane sono governate da una [...] quantità di imprevisti molecolari o macroscopici che non si [...] mai prevedere quale sarà il destino, [...] pratico, sociale, politico di [...] di un libro, di [...]. Per un momento sembra [...] nulla. [...] recuperi, ritorni. Dopo anni, in una [...] non è più del [...] era, le intenzioni con cui venne elaborata [...] che se ne fa [...] imprevisto, impro-prio o distorto. Per questo [...] di [...] sia politici che concettuali: non [...] una teoria della storia, né partiti che credano di [...] il corso. [...] di una teoria che va [...] in pratica [...]. ///
[...] ///
La pratica è sem-pre una [...] diversa dalla teoria: [...] dominare con la teoria è [...]. Per fortuna la realtà [...] ammazzare, anche se or-mai ci stiamo riuscendo [...]. La realtà [...]. Le idee che diventano [...]. Se si percorre il [...] lasciato alle spalle i casi di im-pegno [...] azione sono stati [...] anoi,a Che [...]. [...] magari nel secolo scorso, [...] episodio sempre più isola-to, [...] di destra evitava confusioni [...] politica mentre quello di sinistra voleva che [...] travasasse in azione po-litica. Nel Novecento però [...] ha contagiato sia la [...] sinistra. Ne sono rimasti fuori [...] gli isolati, i misan-tropi. Ma [...] di Marx secondo cui il [...] non si doveva più [...] ma [...] è diventata presto [...] anche di destra. Basti pen-sare ai futuristi, a [...] alla [...]. Ferdinando Camon sulla «Stampa» [...] maltrattare i giornali. Non mi pare sia così. Con licenza scriveremmo che [...] un rapporto [...]. Tanto più che sui [...] anche se non hai di certo il [...]. Nel tuo saggio su [...] citi alcuni maestri, come Dickens, [...] da una analisi di Victor Sklo-vskij [...] immagina il feuilleton come una leva letteraria [...] giornalismo, rimontan-do i suoi materiali e dando [...] un nuovo racconto. Citi ancora Orwell, il [...] Erich Kuby, Carlos [...] e, per quanto ci [...] Leonardo Sciascia e Pier Paolo Pa-solini. Però mi pare che la [...] più efficace del lavoro oggi dei giornalisti italiani stia [...] bravi professionisti che ogni giorno [...] a sapere non quello che [...] che [...]. Basti pensare al «Pais», più [...] attento [...] interna-zionale. Se critico i giornali [...]. Credo se mai che [...] bisogno di una scrittura più umile, più [...] con qualche mo-venza stilistica non convenzionale e [...] giornalismo si realizzi viaggiando e ascoltando la [...] il giornalista debba quasi [...]. Con sobrietà decreti la [...]. Irrecuperabile? [...] come Garboli, Colletti, Raboni, [...] sollevato normali obie-zioni e subito si è [...]. Devo dedurre che non [...] più posto per la critica [...] come sono [...]. Come scriveva Steiner non [...] ripetizione, il silenzio, [...]. Altrimenti tutti [...]. I primi temevamo o desideravano [...] trasformazione radicale, una rivoluzione, [...] rasa, una catastrofe. Che peraltro [...] già stata. Anzi ce ne sono [...]. Non uno, ma molti [...] trasformati, o sono spariti. ///
[...] ///
[...] non è in sé né [...] (come credo-no i tecnocrati progressisti, i sacer-doti dello sviluppo [...] e [...] catastrofisti). Non bisogna neppure credere [...] acquisti [...] compensino le perdite. Certe cose si possono [...] per esempio non esistono più né la [...] quella contadina, non [...] più una vera e [...] non esistono più i giochi infantili nelle [...] più una cultura operaia, il rapporto fra [...] il rapporto fra cit-tà e campagna. Gli integrati però non [...] essersi messi in una botte di ferro [...] dentro i [...] perché tutto può cambiare, [...] la botte di ferro dello svi-luppo illimitato [...] un vaso di coccio e allora un [...] verranno li-cenziati o tagliati [...]. Si tratta di capire che [...] figure [...] il critico letterario, il critico [...] cultura, seppure esistono, non somigliano [...] quello che [...] gli strumenti, il contesto del [...] lavoro. E [...] ridotti a ombre anacronistiche. Vestono ancora i panni [...] e invece si ritrovano seduti sulle poltroncine [...]. Chi dice che constatare [...] dire essere apoca-littico non capisce che le [...] fino a non essere più somiglianti a [...] e le parole, i concetti con cui [...] sono inservibili. Certo che la critica, [...] teatro, la pittura, la musica esistono ancora: [...] anche dire che sono finite. Questo non mi spa-venta [...]. [...] alle attività [...] arcaiche, anacronistiche, inutili, trascurate. Forse oggi impegnarsi vuol dire [...] il [...]. Viene meno [...] però non viene meno [...] alcu-ni di schierarsi o di proporre schieramenti. Mi sembra che stia [...] tendenza [...] riviste come [...] e «Liberal» a trasfor-marsi [...] intellet-tuali, scrittori, politologi, artisti, ma sempre più [...] dello scontro politico dei prossimi sei o [...]. Riviste [...] riviste del polo. Vengo da sinistra e non [...] che la [...] politica ha distrutto il meglio [...] trasformato in retori-ca e politica [...]. Sono convinto invece che [...] e sui fenomeni sociali in atto non [...] Italia ma nel mondo, in Europa, nel Mediterraneo, [...]. Oggi se co-me [...] un linguaggio derivato dalla no-stra [...] nazionale finiamo per usare un dialetto culturale [...]. Mi pare che si tenda [...] unire ciò che tu vedi diviso, [...] e il [...]. Concludi scrivendo di Amleto, [...] del dubbio, il vero re [...] non sarà mai re, il potere che [...]. ///
[...] ///
Nella [...] storia ci sono già tutti [...] problemi del rapporto [...] che [...] o cortigiani. Il rapporto di Amle-to [...] è anzitutto ango-scia, poi senso del dovere, [...] desiderio di evadere e infine autodistruzione. [...] rassegnarsi ai suoi compiti e [...] politici. Il potere non gli [...]. E così è attratto [...]. Vuole uscire di scena. È esa-sperato dal contagio [...] viene subìto per esempio dalle don-ne che [...]. Sì il potere e [...] fanno marcire tutto. È in-teressante che [...] discutendo con i suoi [...] e Herzen abbia detto [...] punto che bisognava liberarsi da Amleto. [...] questa la [...] in politico, diventare duro [...] dei dubbi, e non pensare ma agire, [...]. ///
[...] ///
Oreste Pivetta [...] 5. E una divertente coincidenza di [...] con [...] Alberto Sordi. È [...] magnifica, quella di far uscire [...] cadenze regolari un libro co-me Il lavoro culturale di Luciano Bianciardi. Ed è magnifico che Fel-trinelli [...] oggi nella stessa collana dove uscì per [...] 40 anni fa (nel 1957): [...] Economica. ///
[...] ///
[...] in questa pagina dedicata [...] tema del «rapporto intellettuali/ impegno», è anche [...] tentativo di lanciare un messaggio nella bottiglia [...] che fanno «lavoro cultura-le» oggi. Questo libro di Bianciardi [...] tempo stesso, il vademe-cum e [...] delle genera-zioni uscite giovani [...] dal fascismo. Chi scrive, invece, ha [...] del libro: classe 1957, e senza alcuna [...] aveva mai letto Il lavoro cultu-rale fino [...]. Il primo dato è il [...] di lettura: [...] tre ore nette, [...] di un pomeriggio. Bevuto come un [...]. Il secondo dato è [...] attualità e, al tempo stesso, la struggente [...] testo. Da un lato, il [...] andati, in cui le ideologie marcavano in [...] politica e la cultura; [...] la carica e la [...] che Bianciardi comunica sono fre-schissime, e molte [...] scritte oggi: si veda, per tutte, [...] del capitolo 6, dove [...] culturale partendo da una [...] oggi popola i nostri dibattiti e i [...] parola «problema». Luciano Bianciardi (1922-1971) era [...] Grosseto, [...] è quella la citta-dina che racconta nel [...] mai [...]. Laureato in filosofia, si [...] Milano dove lavorò come redattore, gior-nalista e [...]. Probabilmente il suo capolavoro [...] La [...] agra, ma Il lavoro culturale rimane un [...] percorso intellettuale di un giovane dal fa-scismo, [...] agli anni [...]. Le pagine che racconta-no [...] il cinema, [...] dei cineclub, i dibat-titi [...] sovietici e ce-coslovacchi provenienti dal festi-val di [...] sono, ad esempio, commoventi [...] noi) abbia fat-to proprio del cine-ma, e [...] il pro-prio terreno, appun-to, di «lavoro cultura-le». Ma ciò che colpi-sce [...] resta, della scrittura di Bian-ciardi è la [...] che la percorre. È folgorante, ad esempio, [...] Bian-ciardi [...] soci il «mito metropolita-no» [...] Roma, né Milano, né Londra né New York, [...] Kansas City! Una sorta di «internazionalismo [...] ancora di quello proletario, perché la periferia [...] Grosseto [...] uscita da un rac-conto di Hemingway o [...] Saroyan [...] «la pro-vincia doveva essere un [...] tutta così, fosse America, Russia, [...] nostra città. La pro-vincia, culturalmente, era la [...] da tentare». [...] una coincidenza folgorante e [...] Kansas City, anzi [...] Kansas City», era il [...] Alberto Sordi e del suo alter ego Nando Moriconi [...] Un ameri-cano a Roma. Il personaggio di Nando Moriconi [...] tutti ricorderanno, in un episodio di Un [...] uscito nel 1954, tre anni prima del [...] è impensabile che il [...] Bianciardi non [...] visto, in-tercalato ai film [...]. È [...] magari del tutto secondaria, [...] certo senso la forza di Bianciardi potreb-be [...] capito, già 40 anni [...] scom-messa intellettuale si vince solo af-frontando in [...] ironica il dilemma cultura [...] bassa; quindi, «sporcandosi» le [...] materiali della cultu-ra popolare, vivendo in maniera [...] fra arte e mercato, intuendo i sogni [...] della gente nel momento stes-so in cui [...] i gusti. In questo un libro [...] ancora incredibilmente utile. A pa-gina 67, Bianciardi [...] lucida, geniale, at-tualissima: «Ogni anno in Italia [...] alle stampe le loro opere, e se [...] che un solo libro viene stampato, su [...] manoscritti sul tavolo di un edito-re, ne [...] in Ita-lia un numero altissimo di scritto-ri, [...] inediti: circa un mi-lione, o anche di [...]. Forse il nu-mero degli [...] a quello degli analfabeti, e [...] il problema [...] si po-trebbe risolvere imponendo [...] di insegnare a leggere a un analfabeta, [...] libro inedito come di un sillaba-rio». Il paradosso di Bianciardi [...] oggi ancor più drammatica, al punto da [...] che lettori e scrittori, in Italia, coincidano [...]. Ma sarebbe bello rilanciare: [...] Il lavoro culturale non come sillabario per insegnare [...] come «breviario» per insegnare a diffondere la [...]. Forse, fra qualche anno, [...] lettore in più e qualche scritto-re fallito [...]. Alberto Crespi Il lavoro [...] Luciano Bianciardi Feltrinelli Universale Economica pagine 112, lire [...]. ///
[...] ///
Alberto Crespi Il lavoro [...] Luciano Bianciardi Feltrinelli Universale Economica pagine 112, lire [...].

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Il sistema condivide già oltre settecentomila Entità Multimediali, di cui gran parte afferenti alla Biblioteca digitale.

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La digitalizzazione/elaborazione dal cartaceo alla Biblioteca Digitale, relativamente all'emeroteca riguarda (in parentesi quadra consistenza detenuta ed altre annotazioni; * ove lavorazione tuttora in corso):

Periodicità non quotidiana


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Cinema Nuovo [serie quindicinale 1952-1958]

(192)

Città & Regione [1975-1976*]

(190)

Civiltà cattolica [1850-2000*]

(144)


(198)

Interstampa [1981-1984*]

(198)

Marxismo Oggi [1988-1991*]

(197)

Nuovi Argomenti [1953-1965]

(183)

L'Orto [1937]

(161)

Paragone. Arte [le serie dirette da Roberto Longhi, 1950-1970]

(190)


(185)


(203)

Rinascita [1944-1962 mensile, 1962-1989* settimanale, marzo 1989 numero 0 direttore Franco Ottolenghi, 1990-1991* Nuova serie direttore Asor Rosa]

(86)

Teatro in Europa [1987-1997*]

(203)

Vita cecoslovacca [1978-1984*]


(203)

Quotidiani

Avanti! Quotidiano del Partito Socialista Italiano [1943-1990* edizioni di Milano e Roma]

(203)

Brescia Libera [1943-1945]

(159)

Granma. Organo oficial del Comite Central del Partido Comunista de Cuba [1965-1971*, 1966-1992 riduzione del Resumen Semanal]

(192)


(205)

Ordine Nuovo [1919-1925]

(63)

Corriere della Sera [1948* annata completa «Nuovo Corriere della Sera»]

(195)

Umanità Nova [1919-1945]

(169)



(98)


Eventuali segnalazioni dei propri interessi potranno influire sulle priorità di lavorazione. Per un elenco di tipologie differenti (monografie, enciclopedie, materiale discografico e non book material) o delle consistenze minori, oppure per informazioni sul prestito bibliotecario/interbibliotecario: .