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Dalle periferie urbane [...] del «boom» economico Nel [...] Corrado Alvaro, uno avvezzo a dialogare con le ani-me [...] che Roma era un mistero, una città [...] nel farsi odia-re come la rappresentante della [...] più ostile, una mummia rimasta come eredità [...] eternità era sinoni-mo di immutabilità. Roma, diceva Alvaro, era una [...] domenica nel-la provincia italiana. Alle soglie del duemila [...] ormai preistoria. I [...] amministratori stanno [...] della città superando difficoltà che forse [...] capitale moderna presenta, date [...] di una popolazione incallita più che vi-ziata [...] di una categoria di commercianti pigra e [...] a ogni novità. [...] da dire che lo [...] loro carattere aiuta i romani a abituarsi [...] cambiamenti. Speria-mo che continuino così, [...] di riorganizzazione della città [...] impedimenti. Roma cantiere eterno ci [...] se ci migliora, della città eterna che [...] ha appassiti. Ma bisogna distinguere: la [...] strade, i paesaggi vengo-no invece rivoluzionati dalla [...] di eventi in cui non solo le [...] più o meno efficienti vanno a incide-re, [...] singole parole, le speculazioni, le prepotenze, le [...] le voglie e le speranze di ogni [...]. Così se Alvaro nel [...] Moravia e Pasolini ancora venti anni dopo, potevano [...] Roma città esteriore, in cui non esi-steva intimità [...] una città la cui vita era una [...] e merci di [...] che si metteva in [...] marcia-piedi e nei cortili, il cronista di [...] sul suo taccuino se-gnali opposti, soprattutto nelle [...] che hanno già da un pezzo superato [...] dal Grande Raccordo Anulare e sempre più [...] verso il mare, o verso le pendici [...] Tiburtini e [...]. Si tratta per lo [...] ve-nuti su durante gli anni Ottanta, frut-to [...] speculazione e altre della cooperazione edilizia: palazzi [...] alti, quattro piani al massimo, strade larghe [...]. Una concezione [...] della cit-tà, che prevede [...] spazio sottostante le abitazioni, negli stessi luoghi [...] leggi ur-banistiche prevedevano i negozi. Gesso, cemento e alluminio [...]. Sono quartieri interi, intera-mente [...] mente quadrata di qualche geome-tra (si tratta [...] di costruzio-ni fatte a cubo) più che [...] architetto, uguali in tutte le parti [...] senza nessuna caratterizza-zione regionale. Non [...] nessuna concessione [...] è come se gli uomini [...] smesso di curare il proprio [...] e se ne [...] rotolando in una quotidianità acida, [...] più precaria quanto più incancrenita. [...] inutile cercare in questi [...] bar vaporosi, odorosi di [...] calde e segatura, o [...] barbiere piene di giornali vecchi e di [...]. I negozi sono tutti [...] cemento e alluminio anodizzato, a chiusura stagna, [...] le voci restano soffocati, non si diffondono [...] marciapiedi. Persino i bar sono [...] sempre più asettica e dozzinale, le pubblicità [...] dolciumi hanno preso il posto che sulle [...] calendari, i gagliardetti, i poster della squadra [...] ritratti di fa-miliari, le foto di trofei [...] pe-sca. Vi abita [...] culturalmen-te spiantata e dunque [...] non necessariamente povera, fa-cilmente soggetta al fascino [...] e di religioni apocalittiche. [...] una ramificazione sempre più capillare [...] sette religio-se che prevedono imminenti giudizi universali e punizioni [...]. [...] vero che in ognuno di [...] quartieri [...] sempre una parrocchia affidata a [...] giovani e ricchi di spirito di iniziativa, ma vi [...] respira ugualmen-te [...] di assedio, e si fa [...] più frequente incontrare coppie di donnette anziane che vogliono [...] la copia della Torre di guardia. Sulle porte delle case e [...] negozi compaiono piccoli cartelli stampa-ti con la scritta: [...] i Testimoni di Geova: Siamo [...] oppure: [...] pregano i Testimoni di Geova [...] non [...]. Questi cubi bianchi o [...] (sempre un colore molto chiaro, comunque, come [...] compaiono [...] interrompendo senza avverti-mento la [...] un rudere medioevale e un pezzo [...] antico, come se una [...] avesse appoggiati lì per caso e debba [...] da un momento [...]. E tra [...] e [...] cubo, stra-de grandi, troppo [...] di cane, o di un asfalto ne-ro [...] dove il sole scende giù a secchiate, [...] vetri e gli allumini brucia tutto. Lì vanno a abitare [...] profughi dalla tra-sformazione del centro storico or-mai [...] grandi finanzia-rie, e io mi chiedo come [...] loro che provengo-no dagli scuri caravaggeschi dei [...] Ponte o [...] a tutta quella luce. Come potranno abituarsi, loro [...] vec-chi nel frastuono infernale dei marciapiedi e [...] a quei suoni sempre lontani, a tut-ta [...] rimbomba co-me un boato passato. I cortili, nei quali [...] è svolta la vita romana, nella [...] selvaggia pro-miscuità e generosa [...] ovunque sostituiti da giardinetti condominiali solita-mente molto [...] protetti da cancellate con sistema elettro-nico di [...]. E i mercatini, che [...] garanzie igieniche, sono spari-ti a vantaggio di [...] coperti. Di nuovo [...] e il vetro si [...] ferro e al legno dei vecchi chioschi [...] sistemate a ca-saccio tra i muri delle [...]. Ma il centro commerciale, [...] il quartiere, ne resta isolato sia perché [...] spes-so circondato da un grande piaz-zale adibito [...] i clienti. [...] un tempio cui si deve [...] posto in mezzo al quartiere, non più [...] della stra-da, messo a un [...]. Non saprei dire, al [...] facili nostalgie e di patetiche prese di [...] città sono meglio o peggio delle antiche. Mi limito soltanto a [...] uomini, non più protetti dalla storia fra [...] nuove, sembrano infinitamente più picco-li e quasi [...]. Come se do-vessero ancora [...] una città, o abbiano appena [...] di [...]. ROMA Sandro Onofri: [...] agli Usa per «Colpa [...] Sandro Onofri, scrittore, ha 40 anni. [...] nato a Roma, dove [...] lettere in un istituto tecnico. Il suo primo romanzo [...] «Luce del nord» (con il quale ha vinto [...] Giuseppe Berto) a cui ha fatto seguito [...] racconti e reportage dalle riserve indiane degli Stati Uniti [...] editi dalla casa editrice Theoria). Un libro, [...] che è stato inserito [...] della narrativa reportage (Onofri cammina e racconta [...] cronista). Suoi racconti sono apparsi [...] e un suo contributo è stato pubblicato [...] «Patria», nella collana Geografie della casa editrice Theoria. Onofri con molti reportage [...] racconti sulla periferia romana ai commenti sullo [...] quattro anni assiduamente alle pagine [...]. [...] scorso è uscito, sempre [...] Theoria, [...] suo secondo romanzo «Colpa di nessuno», che [...] ottimo successo di critica Cubi bianchi, lì [...] Gesso, cemento e alluminio Quartieri interamente prefabbricati, uguali [...] parti [...]. È come se [...] avesse smesso di curare il [...] ambiente SANDRO ONOFRI [...]. [...] FONTANELLE Marco Santagata: inedito prof [...] «vizio» del Leopardi Papà aveva la Lambretta. Non ancora di quelle carenate, [...] tipo di vecchio model-lo, quello [...] le ruote grandi e [...] a pedale. La [...] era più stabile della Vespa, [...] dal lato del motore. In montagna, poi, andava [...] si fermava mai. Il Galletto della Guzzi, [...] surriscaldava e ogni due chilometri bisognava [...] per [...]. In cima a Montacuto, [...] sentiero degli alpini, con la Lambretta siamo [...] invece il Galletto giallo [...] di papà si è [...] strada. Sulla Lambretta salivamo in [...] dietro, [...] alla ca-vallerizza, papà al [...] in pie-di sul predellino, fra le sue [...]. Restava ancora spazio per [...] spesa e per la cartella di papà. Sempre papà si è [...] car-tella, anche quando era in vacanza. La Seicento [...] acquistata che abitavamo già a Modena. Con la macchina andavamo [...] ogni domenica. [...] al ritorno faceva buio. Io, mio fratello e [...] stavamo seduti dietro. Arrivati sui tornanti della [...] ogni curva appariva un serpen-tone di luci [...] percor-so della strada fin giù in pianura. An-che alle nostre spalle [...] allungava sino a scomparire dietro alla prima [...]. A ogni curva qual-cuno [...] «Guarda, guarda, ce ne sono an-cora! Si procedeva a passo [...] una macchina dietro [...]. Nessu-no suonava o tentava [...]. Sono convinto che dentro [...] tutti dicendo quello che dicevamo noi. Fare la coda per [...] a quei tempi, faceva parte dello spettacolo, [...]. Mamma e papà cantavano. /// [...] /// Noi, dietro, li ascoltavamo [...]. Bisognava [...] vissuti gli anni del miracolo [...] capire. La mia, non più [...] adolescente, era proprio [...] giu-sta. Il mondo cambiava sotto [...]. Dal cortile delle Fonta-nelle [...] muli e i so-mari, solo il biroccio [...] zia ha resistito fino alla morte del [...] Cesco. Quan-do gli amici della [...] a discutere per uno o due giorni, [...] così pieno che le macchine venivano parcheggia-te [...] posteggiate) anche su per il viottolo della Mise-ricordia. Le prime a cambiare [...]. [...] della pro-vinciale per Modena, [...] alla [...] arriva al Crocia-le; ancora [...] strada è asfal-tata fino alla pianura. Poi asfaltano quella per Montebonello. Nel frat-tempo, la provinciale [...]. Ogni anno si allarga [...] che erano lì da sempre scompaiono, il [...] come se fosse animato. Ai bordi spuntano i [...] per-dono [...] la loro immobilità e [...] periferie di villette e di seconde case, [...] di alberghi e di ristoranti. Gli specchi azzurri delle [...] rettangoli rossi dei campi da tennis arrivano [...] sono i pri-mi a suggerire per davvero [...] di classe. Me ne sono accorto [...] quando per poco con la macchina non [...] che, ormai mi-nuscola, trascinava per mano suo [...] piegato e bianco di capelli, in mezzo [...] cimitero, sulla statale per Modena. La [...] è ancora là, al suo [...] ma subito attaccato [...] il di-stributore [...] e perciò nessu-no la nota. Pochissimi ricordano che [...] di legno, rivolto dal [...] verso il Santuario di [...] era uno dei totem [...] piazza-le, il [...] la pesa, la [...]. Quando io ero piccolo la [...] segnava il limite ovest della promenade des [...]. Così la mamma, che [...] Nizza, chiamava quel tratto di provinciale ombreggiato [...] sì, pini veri, marittimi). Il confine a est [...] campo sportivo. Nessuno diceva niente, ma le [...] o i gruppi, arrivati a quelle co-lonne [...] si giravano e ritor-navano sui [...] passi. Secondo me, era un [...]. Co-me spiegare altrimenti che [...] nessuno, mai si sia spin-to a passeggiare [...] Con la [...] dello zio ho fatto [...] non dimenti-co. Il primo, ero piccolissimo, [...]. Al paese erano pochi [...] al mare. An-che noi ci siamo [...]. Comunque, tutti parlavano del [...] non ci andava. La discussione verteva su [...] se fosse meglio andare [...] o sul [...] di qua o di [...]. Quando uno tornava, o [...] la domanda era sempre quella. Di qua [...] Rimini, di là Viareggio. La mamma e [...] era-no capaci di passare [...] seduti sul divano, ad analizzare i vantaggi [...] dei due mari. [...] lavo rava in banca e [...] era sposa-to. Parlava con la erre moscia [...] mai in dialetto. Faceva molti viag-gi, persino [...] sempre da solo. Vestiva con eleganza. Era uno dei tre [...] paese. Solo le persone eleganti, [...] il partito liberale. Con la mamma faceva [...] conversazioni. [...] le dava consigli sui vestiti [...] proponeva solu-zioni per [...] alla ricerca di mobili anti-chi. In casa dicevano che [...] era la migliore amica [...]. /// [...] /// [...] era un uomo! Mi diedi una spiegazione lin-guistica: [...] pensai che in ita-liano se una persona, maschio o [...] che fosse, era amica di una donna, veniva detta, [...] «amica», se invece lo era [...] un uomo era detta «amico». Ma la faccenda non [...]. Poi capii, e fu [...] di colombo: si chiamava Maria, e perciò [...] che amica. Anche il dottore lo [...]. La vera dif-ferenza, tuttavia, [...] che i benestanti andavano al [...] gli altri, [...]. Con lo zio, naturalmente, [...] a Fiumetto. Sulla Ci-sa [...] un tempo da lupi e [...] vo-mitavo. Lo zio cantava o [...]. Sul valico la nebbia [...] che non si ve-devano nemmeno i cippi [...] strada. E poi accentuando la [...] «Che bel campanile hanno fatto sulla Cisa! Nato a Zocca, [...] modenese nel 1947, Marco Santagata [...] alla Scuola normale Superiore di Pisa. Allievo di due grandi [...] Mario Fubini e Francesco Orlando, insegna Letteratura italiana [...] Lettere [...] di Pisa. Si occupa della poesia [...] e di Leopardi. Ha pubblicato molti saggi [...]. Tra quelli più recenti [...] «I [...]. Storia e racconto del Canzoniere [...] Petrarca» (Il Mulino) con il quale ha vinto [...] della critica letteraria nel [...] «Quella celeste naturalezza. Le canzoni e gli [...] Leopardi», sempre edito da Il Mulino nel [...]. Intanto, sempre a [...] cura sta per uscire [...] Meridiani Mondadori «Tutto Petrarca volgare». Il brano che pubblichiamo [...] è frutto della [...] attività di narratore: infatti [...] romanzo «Papà non era comunista», che uscirà [...] Guanda, già vincitore del Premio inedito 1996. La [...] di confine Si procedeva a [...] una macchina dietro [...]. Nessuno suonava o tentava [...]. /// [...] /// Nessuno suonava o tentava [...]. (0)
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