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La penisola è [...] il tesoro, quello che [...] e soci hanno accumulato [...] permanenza al potere nel Bel Paese. Il nome [...] leader del socialismo italiano [...] pronunciato per esteso. [...] di [...] umoristicamente la statura intellettuale e [...] politica, Brioschi ne riduce anche il cognome. /// [...] /// Una consonante, un punto: [...] C. Ormai vecchio, stanco, malato [...] da doppia ernia al disco, costui trascorre [...] ansiosamente tra le stanze della [...] di [...]. Ad esclusione dei pochi [...] non ha più nessuno: le masse gli [...] spalle. [...] di riposare accresce peraltro le [...] sofferenze. Non fa in tempo [...] in effetti che un incubo viene a [...]. Sempre lo stesso: arrestato [...] viene condotto in carcere, e poi torturato, [...] processato sulla pubblica piazza. /// [...] /// Tuttavia le risorse del [...] C. Né egli si dà [...]. Ancora operoso, spinto [...] orgoglio, eccolo allora che [...] nuovo [...]. Il primo passo è [...] dei denari raccolti [...] di un decennio che [...] due metri sotto terra, in un posto [...]. Alla faccia degli inquirenti [...] Milano [...] si ostinano a credere che tanta ricchezza [...] nel gelido «caveau» di qualche banca straniera. Il secondo passo è [...] in Italia compiuto, si capisce, in nome [...] sacrosanta causa: liberare il Paese dalle «forze [...] Nazione» affinché possa tornare a essere quello che [...] la terra delle Vacche Grasse. Siamo sul terreno della [...] No. [...] avventurosa ha difatti una presenza [...] sommato marginale [...] del racconto che più spazio [...] invece alle situazioni comiche. Diremmo allora che ci [...] fronte alla ripresa in chiave parodistica dei [...] illustre, utilizzati per mettere [...] difetti del personaggio anziché per [...] le qualità. [...] analoga a quella compiuta [...] Gino [...] Michele nel fortunato «Antenna [...] questo libro si affianca spontaneamente. Quasi a [...] una sorta di inevitabile pendant. Se [...] oggetto di satira è [...] lì infatti lo era niente [...] che [...] di sempre Silvio Berlusconi. /// [...] /// Un [...] come [...] de [...] suo illustre compa-triota creato dalla [...] di [...] Salgari che Antonio Lobo [...] cita tra i [...] au-tori preferiti. [...] schivo portoghese di 53 [...] candidato al Nobel, è difficile da avvicinare. E anche quando si riesce [...] resta [...] che il vero Anto-nio Lobo [...] non si sia mai rivelato. Pur parlando di sè, [...] a un ineffabile gioco di specchi, lo [...] nei suoi libri barocchi e visionari, traboccanti [...] scenari surreali e umane debolezze. Lobo [...] confonde, destabilizza e to-glie [...] le sue frasi a volte intermina-bili, intessute [...] metafore e humour: veri e propri monologhi [...] alcuni aspetti ricordano quelli di james Joyce [...] Virginia Woolf a cui è stato spesso paragonato [...]. Con la stampa straniera, [...] generoso. Anzi, racconta sensazioni ed [...] stessa intensità che si trova nei suoi [...]. Passa dal ri-cordo della [...] a Padova, nella chiesa del santo di [...] nome, alla casa [...] a [...] alla nascita della pri-ma [...] figlie quando era in Angola, a fare [...] guerra. Ma era una scioc-chezza, ero [...] giovane». Aveva 28 anni e, [...] padre, si era laureato in medici-na, pur [...] di fare lo scrit-tore. Che cosa ha significato [...] il medico avendo la passione per la [...] A [...] fatti, posso dire che mio padre ha [...] farmi studiare medicina, materia che mi ha [...] concretezza. Se avessi stu-diato lettere [...] sarei un critico letterario, magari con barba [...] capace di usare solo la testa. Io invece ragiono con [...] con i brividi, quelli che mi ven-gono [...] Mozart. Co-munque il coinvolgimento nel [...] è stato totale: re-stavo in ospedale fino [...] se-ra. Nel 1974 ho anche [...] Franco Basaglia, [...] moglie Fran-ca, Laing e Cooper. Nei primi anni Ottanta [...] allontanar-mi [...] perché [...] del mio primo libro, Memoria [...] mi aveva fatto capire che forse potevo [...]. Era stato una amico [...] manoscritto da un editore: io, di solito, [...]. Credeva molto in quello [...] ha avuto ragione. In pochi mesi ho [...]. A quel punto non [...] di scrivere, ma era molto faticoso perché [...] soltanto la notte. Lei ha smesso di [...] fa, con sei romanzi tradotti in varie [...]. Oggi ne ha pub-blicati [...]. [...] la [...] vita di scrit-tore a tempo [...] Molto intensa. Un romanzo è un [...] lavoro e basta. È una questione di tenacia. Scrivere non mi ha [...] grande piace-re, se non lo faccio, però, [...]. Non condivido Steinbeck che [...] del creare, la mia sensazione è diversa, [...] non scrivo mi sento come se mi [...] lavarmi, infastidito, a di-sagio. Questo è un lavoro [...] molto infantile. Io, per esempio, scrivo [...] perché ho bisogno del contatto fisico con [...] quasi animale. Poi, quando vedo tutto [...] di [...] persona e questo distacco [...] permette di fare correzioni che altrimen-ti non [...]. E ne faccio molte. Co-munque, la clinica psichiatrica San Josè non [...] abbandonata del tutto. Ogni mercoledì mattina prendo [...] attraverso tutta Lisbona per [...]. Non [...] nessuno che mi aspetta, non [...] più pazienti. Ci vado per vedere [...] diventare pazzo io. [...] chi va al caffè, [...] discoteca, io va-do lì. Che cosa è stata [...] guerra in Angola? Uno choc. Dopo [...] e [...] molto protette, trascorse in una [...] dieci fa-miglie più importanti del Portogallo, mi sono trovato [...] fronte a una realtà durissima che mi ha improvvisamente [...] gli occhi. Sono an-dato laggiù perché [...] alternati-ve per sfuggire alla dittatura che sembrava [...] eterna. O si andava esuli [...] Pa-rigi [...] fare le barricate, o si andava in Angola [...] invece, se si era abbastanza fortunati da [...] tornare a casa. Ero gio-vane, ma per [...] è sempre troppo gio-vani. Poi il tempo addolcisce [...] le più orribili. La gente [...] subito dopo la rivolu-zione, [...] la prigione, la [...] (la polizia politica di Salazar), [...]. Io non so se [...] difficile [...]. Al-la fine si è [...] di ciò che si è vis-suto. Ha parlato della rivoluzione di [...] colpo di stato dei militari [...] ha ro-vesciato una dittatura durata [...]. Che cosa ricorda di [...] A differenza dei miei fratelli, alcuni dei quali [...] in carcere, non ho mai milita-to contro [...]. Ricordo che quando i [...] le manifestazioni ri-schiando duri scontri con la [...] ne stavo a casa, a giocare a [...]. Sono sempre stato molto [...] e poi, forse, avevo paura. La rivoluzione, per me, [...] un cambiamento di attitudine nella gente. Mi viene in mente [...] La Fontai-ne: «Il cane può alzare lo [...] ve-scovo». Ecco, era successo qualcosa [...] poteva di nuovo alzare lo sguardo. E final-mente abbaiare. Ma sulla maggiore libertà [...]. Si può essere liberi [...] libro in carcere. /// [...] /// È sempre nel nome [...] astratti che si fanno le cose più [...]. È vero, ora pos-siamo [...] pensiamo, ma questo non basta per renderci [...]. La libertà è una parola [...] grossa per essere pronun-ciata. Lei viene da una [...] libri di tutte le letterature europee. Quali sono gli au-tori [...] di più? Emilio Salgari mi ha folgorato, [...] letto da ragazzo quando i libri colpiscono [...]. Lo ricordo come un [...]. Ma poi mi piacciono [...] Di-ckens, Tolstoj, Emily Bronte, Jane Austen. Ora sto rileggendo Voltaire. Sono sempre stato un [...]. [...] cosa che è cambia-ta, [...] la voglia di iniziare a corregge-re, cambiare [...] libri degli altri. È una deformazione professionale: [...] dei problemi della costruzione di una storia, [...] possano perdere i fili che la tengo-no [...]. Un buon libro è [...] è perfetto. Penso ai quadri di [...] ecco, lì [...] davvero tutto. Da lui ho imparato [...] colore del tempo, la resa dello spa-zio. Ma quando si vuole [...] trovare la propria voce. Fare come se ogni [...] prima donna, ogni uomo il pri-mo uomo. Insomma inventare il proprio [...]. Nei suoi libri esplora [...] psiche umana per combattere quella che definisce [...]. Lei è così inesorabile [...] Io scrivo soprattutto per liberarmi delle [...] os-sessioni, che ho tanto [...]. In questo senso la [...]. Ma per il resto, [...] che ha la capacità di stupirsi sempre, [...] età. È un vizio, o forse [...] dote. Non penso mai che le [...] siano già scritte. Sono convinto che ci [...] margine di imprevedibilità. Che cosa la lega [...] Portogallo, considera-to un paese di frontiera, ancora [...] Ho vissuto a Berlino, a Parigi e New York [...] tutti e tre i posti sono riuscito [...] dei libri. Non sono facilmente vittima [...] luoghi. Ma dopo un [...] di tempo che sono [...] Lisbona, mi manca il pia-cere di parlare la [...]. Avendo sempre viaggiato molto, [...] non è lonta-na, ma per i portoghesi [...]. Non a caso i [...] della rivoluzione avevano pensato di creare una [...] nord Africa e i paesi africani di [...] ci sono sicuramente più affini della Francia [...] Germania. I [...] sono gente strana: a [...] a volte si pensa a [...] schiavi, altre volte a dei re. Ricordo ancora, [...] fa, quanto mi aveva [...] con-nazionali in un mucchio di emigranti carichi [...] di valigie, ammassati sul marciapiede della Gare [...] Parigi. Oggi [...] è molto diminuita, ma [...] un [...] di navigatori si sia trasformato [...] di concierge. Certo, è la povertà [...] spinti a partire, ma non [...] solo quello. Sulle caravelle portoghesi campeggiava [...] «Navigare è necessario, vivere no». Si impiega molto tempo [...] invece, la vera av-ventura è quella di [...]. Si aspetta sempre che [...] e non pensiamo di cam-biare noi stessi. La pecora nera della famiglia [...] addio alla psichiatria [...] evento per la cultura italiana [...] oggi disporre di [...] attendibile [...] senza qualità (a cura di A. Frisé, Einaudi, Torino 1996). È noto, in-fatti, che Musil [...] a termine la [...] opera. Così abbiamo avuto nel 1952 [...] prima edizione di A. Frisé, che aveva mescolato [...] inediti, conta-minando tra loro testi di diverse [...] una [...] conclusione del romanzo. Dieci anni dopo, nel [...] italiano [...] di [...] e Kaiser, che proponeva [...] in ordine cronologico, ma con pesanti interventi [...] portare il roman-zo a conclusione. Finalmente, nel 1978, Frisé [...] edizione (che è sostanzialmente quella proposta anche [...] in cui, dopo la parte edita del [...] i venti capitoli in bozze, che Musil [...] non consegnato [...] poi una serie di [...] stessi capitoli, e ancora varie ipotesi di [...]. E, infine, in ordine [...] testi più prossimi alla fine ai testi [...] parte del materiale inedito. La nuova edizione ci [...] non solo la grandezza [...] ma anche la grandezza [...] paradossal-mente contribuisce a [...] immensa. [...] senza qualità è diviso in [...] parti. La prima, «Una specie [...] proietta nel mondo del moderno: in mezzo [...] in un grovi-glio metallico» da cui sporgono [...] «punti acuminati e spigoli taglienti». Irregolarità, intermittenze, collisioni di [...] eventi, e silenzi abissali. E in mez-zo a questo Ulrich, [...] senza qualità», nato con una [...] «per la quale al giorno [...] non [...] me-ta», nato con la vocazione [...] misurare il reale e il possi-bile, la verità e [...] sentimento, o, come in una formula-zione divenuta famosa, «anima [...] esattezza». La seconda parte, «Le [...] è domi-nata dal tentativo [...] parallela», che vede tutti [...] del tempo impegnati a trovare un valore, [...] che dia un senso unitario al mon-do. In realtà il comitato [...] un im-menso meccanismo narrativo attraverso il quale Musil [...] scontro e [...] tutte le idee del [...] conflitto che le annulla reciprocamente o che [...] ridicole. Ulrich ne ha una pre-cisa [...]. Mantiene nella realtà, che [...] davanti agli occhi «un desiderio di irrealtà» [...] parte del romanzo nella clausura volon-taria con [...] Agathe. Sente che questi grandi [...] su trampoli giganteschi che «tocca-no [...] solo con minuscole suole», [...] perciò qualcosa di indecente, qualcosa di malato, [...] «dipsomania della verità», che porta a percepire [...] una fluttuazione inarrestabile, infinita. Una «vita sospesa», una vita [...] senso. La terza parte, «Verso il Regno Millenario», segna, con [...] tra Ulrich e la sorella Agathe, una svolta radi-cale. Un [...] che fa-ceva pensare talvolta «alla [...] con la quale la mate-matica si serve [...] per giungere alla verità». Non [...] che Musil aveva previsto nelle [...] pre-paratorie [...]. [...] il tentativo, con [...] «ge-mella» e «complice», di [...] millenario, un «misticismo bianco»: vale a dire [...] termini terreni quel mondo di affinità e [...] mistici avevano descritto come [...] ultramon-dana. Ed è [...] che il romanzo cessa di [...] tale. Le inter-minabili conversazioni tra [...] i fogli di dia-rio, o gli appunti [...] portano ad una erme-neutica interminabile. Agathe e Ulrich sanno, come [...] sa Musil, che così, attraverso [...] conversazione sui loro sentimenti, si [...] di [...]. In loro comincia a [...] della natura morta» (in tedesco [...] «Vita arresta-ta»). Una sorta di «eterea [...]. I capitoli in bozze, [...] aggrovigliano come le immagini del moderno su [...] aperto il roman-zo. [...] conclusione che vedo possibile [...] sempre più magmatico e immoto è in [...] tentativi di prosecuzione dei capitoli in bozze [...] 1938. Ulrich vede una nuvola. Come fare perché questa [...] Agathe e Ulrich, sia [...] nuvola per entrambi? Come [...] del mondo sia comunicabile? Dopo [...] lambiccate» Ulrich sembra esse-re giunto alla soluzione. Prendere le vicende che [...] come una metafora (un [...] che ci permette di [...] figura la duplicità senza che questa sia [...] e indifferente uguaglianza [...]. Il Regno millenario, la [...] dunque il regno e la morale del [...]. Al termine della [...] opera Musil giunge agli [...] Romanticismo e di Novalis. Giunge a ciò che Baudelaire, [...] ave-va cercato una comunione perversa con una [...] (in A colei che è troppo gaia [...] Fiori [...] ma-le) aveva scoperto e detto in un [...] testo di prodigiosa concentrazione: nelle Corrispondenze. Psichiatra fino a dieci [...] ora scrittore a tempo pieno, Antonio Lobo [...] è nato a Lisbona [...]. Quasi sconosciuto in Italia, [...] Germania, Stati Uniti, Paesi scandinavi mentre i [...] dato da poco il premio France Culture. Discendente di un ricco [...] caucciù in Amazzonia, è la pecora nera [...] i suoi cinque fratelli hanno tenuto alto [...] Lobo [...] diventando architetti, medici, diplomatici, [...] la psichiatria per realizzare il suo sogno: [...] ai suoi libri, un privilegio riservato a [...] Portogallo, paese senza lettori. Dal 1979 ad oggi [...] romanzi suddivisi in cicli. Nel primo ha esplorato la [...] e [...] come condizioni esistenziali («Memoria de [...] dos [...] «Fado [...] poi si è soffermato sulla [...] coloniale in Africa negli anni 70 [...] de [...] di prossima uscita da Einaudi [...] traduzione di Antonio Tabucchi e Maria José de [...] con il titolo «Nel culo [...] mondo»), il trauma che ha segnato lui e tutta [...] generazione. Un analogo intreccio di [...] atrocità [...] nel successivo [...] do inferno», romanzo sulla [...] maniconi. A metà degli anni [...] è poi concentrato sulla fine [...] coloniale portoghese e tutto [...] significato per la memoria storica del paese. In seguito ha scritto una [...] di fronte alla morte e [...] sta uscendo in Portogallo [...] dos [...] il primo volume di [...] trilogia, questa volta sul potere. /// [...] /// In seguito ha scritto una [...] di fronte alla morte e [...] sta uscendo in Portogallo [...] dos [...] il primo volume di [...] trilogia, questa volta sul potere. (0)
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