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[...] fa centro col film sulla [...] gioventù di rivoluzionario [...] 4. Si tratta di Slaughter [...] di Andreas [...] pre-sentato in concorso a Locarno; [...] di Antonio Rezza annunciato [...] Venezia [...] «Finestra sulle imma-gini» e Le acrobate di Silvio Soldini. /// [...] /// Un paese dove fastidio [...] che ti rapisce ma ti lascia dentro [...] disagio. Perché gli americani sono [...] come al cinema». [...] senza apostrofo è comunque [...] Valeria Goli-no un posto dove tornare. Per [...] talento cinemato-grafico che [...]. Ma anche con la [...] ta-lento viene a volte disperso». [...] senza [...] anche come viag-gio con un [...] di ritorno sempre pronto, perché al di qua [...] sempre [...] una certezza, un porto tranquillo [...] quale lasciarsi rassicurare perfino dalle contraddizioni. La carriera di Valeria Golino [...] così: un [...] di [...] e un [...] di là: da un lato [...] i film dei registi indipendenti [...]. Come Antonio Rezza, con [...] girato [...] (passerà nella «Finestra sulle [...] 7 settembre); come Le acrobate di Silvio Soldi-ni. O ancora, come Slaughter [...] the [...] di Andreas [...] in con-corso a Locarno. Una serenità che dura proprio [...] de un [...] perché [...] passato attra-verso un continuo intrecciarsi [...] sciogliersi di avventure a base di torbi-de relazioni sessuali, [...] ucciso. Più interessata ai progetti, [...]. Ma a livello di [...] il minimo comune denominatore tra il film [...] Rezza [...] quello di Sol-dini? Il malessere. Un certo malessere esistenziale, [...] in maniera opposta. In [...] sono una donna un [...] ottusa, contenta del piccolo mondo [...] la circonda. Una donna senza interessi, [...] dare un significa-to alla vita soltanto con [...] in una casa piena di pentole e [...] muovono, con le piante che sbucano da [...]. Un personaggio divertente ma [...]. Di Rezza mi ha colpito [...] anarchia, la mancanza di qualunque [...] cine-matografica: non [...] campo né controcampo. Il mio è uno [...] che compongono il film, ed è ambientato [...] dalle ar-chitetture rigide un [...] littorie. Insieme al secondo episodio [...] il più agghiacciante. Un bel salto dai [...] forme compiute di Silvio Soldini? In effetti [...] delle donne rappresentate nel suo cinema. Cre-do che abbia anche [...] per non [...]. Poi sul set mi [...] come se volesse rimpicciolire la mia presunta [...]. /// [...] /// Ne Le acrobate sono [...] 30 anni, costretta a lavorare come cassiera [...]. Ma si capisce che [...] e altri desideri. È sposata con un [...] di lei e ha una figlia di [...]. Il film la racconta [...] particolare della [...] vita, quando le contraddizioni [...] represse esplodono. E lei cerca di [...] compiendo un viaggio, nel quale [...] una donna del Nord, proveniente da una classe sociale [...] ma con le sue stesse con-traddizioni. Durante il viaggio non [...] particolare. Spesso sono i silenzi [...] sopravvento. Come spiegava Soldini sul [...] Le [...] è un film fatto di cose piccolissime [...] voce. Nei sui pensieri esiste [...] femminile che le piacerebbe inter-pretare? Forse quello [...]. Una donna incapace di [...] là dei suoi piccoli orizzonti; incapace di [...] e [...]. E proprio per questo capace, [...] un certo momento della [...] vita, di diventa-re una criminale. Ma è difficile trovare [...] che siano anche interessati. Quello che viene proposto [...] il classico schema della donna fatale. Esattamente ciò che a me [...] interessa. [...] iraniano [...] Alato Valeria Golino [...] e il poliziotto, [...] Un [...] senza memoria [...] senza futuro. Lo sa bene [...] che con Un istante [...] messo in scena un episodio drammatico della [...]. Un film molto bello, [...] tempo stesso «rivo-luzionario». Sicuramente il migliore passato [...]. Sempre in competizione è stato [...] propo-sto il [...] Slaughter [...] the [...] di Andreas [...] con Valeria Golino, che abbiamo [...]. /// [...] /// Con la vita e [...] farci i conti. [...] arbitrio che ci viene [...] scegliere il tempo, il luogo e il [...]. [...] ha scelto il cinema. A diciassette anni, il [...] iraniano, il più amato dal pubblico di Teheran, [...] inviso alle autorità, era un ri-voluzionario. E in nome della [...] un poli-ziotto. Deposto lo Scià, e [...] cinque anni in carcere, aveva lasciato la [...] macchina da presa. [...] do-po, [...] ha deciso di tornare dentro [...] storia. Con un film, [...] va [...] -Un istan-te di innocenza [...] concorso), che nella personale classifica del vostro [...] Locarno si è guadagnato di diritto il posto [...]. È arrivato al festival, [...] momento. Per pro-blemi di visto [...]. E anche se nessuno [...] spiegazioni, qualcosa deve essere successo con le [...] Teheran. Tanto è vero che [...] la società che distribuisce [...] Francia, ha perfino cam-biato il titolo della [...] in un primo momento doveva essere Pane [...]. Lo stesso giornale che [...] regista, rac-colta da un suo collaboratore, nella [...] spiega la genesi di [...] va [...]. Tra le mi-gliaia di [...] erano presentati, [...] anche il poliziot-to che [...] avevo ac-coltellato. Io ormai ero deluso [...] non avevo più bi-sogno della [...] arma. Lui, per contro, aveva [...] il cinema. Che non serve né [...] né a ferire nuovamen-te. È stato grazie al [...] cercato finalmente di capirci, per evitare di [...]. E proprio da que-sto [...] utilizzando la finzione scenica, nasce [...] di raccontare le vicende [...] un film. Già perché in apparenza, [...] va [...] è la ricostruzione di [...] violenza e dolo-re. E inizia con [...] e il poliziotto che [...] di ragazzi per scegliere i due protagonisti, [...] schermo la loro storia. Du-rante il casting, però, [...] pri-mi problemi: al poliziotto, il ra-gazzo scelto [...] non va bene: «Non [...]. Ve-di, non abbiamo nemmeno [...]. Poi il poliziotto ce-de. E insieme al regista [...] di training dei due «allie-vi». Un lavoro che per [...] «maestri» consiste nello spie-gare ai giovani attori [...] degli avvenimenti. Cosi si scopre che [...] era in-namorato di una bella passante e [...] perché si era di-stratto parlando con lei; [...] che quella ragazza era in realtà [...] complice e che ogni [...] al poli-ziotto proprio per [...]. Ma qualcosa durante la [...] per il verso giu-sto. Ai gesti ordinati della [...] quelli disordinati della vita dei due gio-vani [...]. È la loro storia, [...] prende il so-pravvento, «costringendo» la mac-china da [...] i sogni e i desideri di due [...] Novanta. Il [...] sembra più che altro inte-ressato [...] curare una piantina di rose mentre [...] ego del regista, che vorrebbe [...] non se la sente di [...] il «rivale». Quanto alla ragazza, sor-ride [...] si sente compli-ce soltanto delle sue scelte. Nel gioco di rifrazione [...] presente, [...] fini-sce, volutamente, per mettere [...] e sen-za [...] il ritratto di due [...] quaran-tenni, che hanno guardato nei lo-ro ricordi [...] debiti con il passato, serenamente (come nel [...] dolorosamente (il poliziotto non accetta la veri-tà); [...] che [...] dopo rivendicano il diritto [...] gli stessi errori. Nemmeno nella finzione scenica. Adesso è tempo di [...] se si vuole. Ma per scri-vere una nuova [...]. [...] idea, come dire, rivoluzionaria. E non solo in Iran. FESTIVAL DI EDIMBURGO Sean Connery «Il [...] inglese è da buttare» [...]. [...] debutta con «Spaghetti Slow», [...] Montreal Vacanze a Dublino, in salsa punk RADIO La [...] Truffaut [...] inedita a «Hollywood Party» GOFFREDO DE PASCALE [...]. Vorrebbe scoprire [...] in compagnia di un amico [...] invece si ritroverà catapultato dentro una famiglia straniera che [...] co-nosce e che, probabilmente, non avrebbe mai conosciuto. Ha 16 anni Simone, [...] Spaghetti Slow (il film [...] di Valerio [...] in concorso al festival [...] Montreal). Appartiene alla buona borghesia [...] lui è giun-to il momento di allontanarsi, [...] casa. Dovrà imparare [...]. Non im-porta se il [...] premuro-samente organizzato da papà e se lui, [...] abituato a tutti i comfort, dovrà sistemarsi [...] proletario; ciò che gli sta a cuore [...] lasciato libero di decidere finalmente della [...] vita. Ci proverà il giovane [...] quando si troverà di fronte una fanciulla [...] che lo avvicinerà al mondo punk. [...] è nata da [...] autobiogra-fica: io stesso infatti [...] Bri-stol a convivere, in un clima fami-liare, [...] di sconosciu-ti. Fu [...] unica». Come mai ha ambientato [...] Irlanda? Ho lavorato per quattro anni alla [...] ho capito che sarebbe stato difficile trovare [...] ho deci-so di cambiare scenario. [...] conoscevo bene anche Dublino e [...] che mi interessava era ambienta-re la storia nella periferia [...] una gros-sa metropoli. Ho vissuto a [...] per un lungo periodo [...] come in queste zone si rimanga marchiati. Se ti senti male è [...] chiamare [...] non arriverà se non scortata [...] polizia. La droga la fa [...] le perso-ne che vivono onestamente sono molto [...]. A peggiorare la situazione [...] che gli uomini, quando giungono sui quaranta, [...] ritrovano a spas-so: le aziende li licenziano [...] posto assumono i giovani, perché più produttivi. È una realtà dura [...] bisogna misurarsi ed anche i ragazzi del [...] cini-ci e disincantati rispetto a quelli della [...] a trovare una propria identità. Sul piano produttivo come [...] problemi del film? In Irlanda la situazione [...] vivace; ci sono molti giovani produttori indipendenti [...] incentiva [...] privata. La professionalità è alta [...] girare lì an-che gli americani. Spaghetti slow è una coproduzione [...] che vede coinvolti anche Rai e Clesi Cinematografica. Il bu-dget è di [...] ho avuto il sostegno di [...] e [...] Script [...]. Ha avuto difficoltà, come [...] Le prime due settimane sono state da [...]. La mia era una troupe [...] principalmente di esordienti. I due protagonisti sono [...] e i tecnici, irlandesi, erano pronti a [...] ad ogni perples-sità. Ma i momenti più [...] vissuti con Brendan [...] il brac-cio destro di Mel Gibson [...]. In Spaghetti slow fa [...] un metronotte che assieme alla moglie decide [...] gio-vane studente italiano. Il letto della figlia Alison, [...] Londra, è libero e [...] in cam-bio di qualche [...] è conveniente. Ebbene, dicevo, [...] è un attore carismatico [...] Irlanda [...] sul set ci teneva ad espri-mere chiaramente [...]. A parte alcuni scontri [...] è alto due metri e largo quasi [...] stata una col-laborazione proficua anche per-ché è [...] sensibile ed i suoi consigli, alla fine, [...]. È guerra di parole tra [...] ministro dei beni culturali britannico Virginia [...] e [...] Sean Connery secondo il quale [...] cinemato-grafica nazionale [...] in mano a incapaci che [...] la san-no gestire. A Edimburgo per [...] del festival cul-turale della [...] la prima mondiale del film [...] nel quale [...] James Bond doppia un [...] Connery [...] infierito contro i politici del paese che [...] di cosa sia il cinema». Quello britannico, ha sottolineato, [...] a suffi-cienza e non è organizzato come [...] a differenza di Hollywood. Virginia [...] non ha tardato a [...]. Anche lei a Edimburgo [...] ha lanciato una sfida a Connery: Smetta [...] detto, e se non è contento della [...] di concreto. Secondo il mini-stro, le lamentele [...] scozzese sono infonda-te. /// [...] /// Accanto a una madre difficile. La solitudine, i libri [...] e lon-tano dalla scuola. E poi la scoperta [...] «pas-saggio» quasi, dagli amori letterari a quelli [...]. E i primi lavori, giovanissimo, [...] e alla rivista [...] dove approdò grazie [...] di André [...] scrivendo articoli che gli [...] del cinema francese ufficiale. Fatti per lo più [...] vita di François Truffaut, accan-to ad altri [...] di una nutrita bibliografia [...] del regista medesimo. Una lunga intervi-sta, inedita [...] Italia, [...] il programma radiofonico Hollywood Party (in onda [...] 19. Proposti da David Grieco, [...] trasmessi in francese senza [...] per con-sentire la migliore [...] voce del regista: il contenuto [...] è invece anticipa-to, in [...] conduttore. [...] attraverso la radio, per [...] e le opere del grande regista francese [...] anni fa. /// [...] /// [...] attraverso la radio, per [...] e le opere del grande regista francese [...] anni fa. (0)
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