Inutile avvertire le altre, in [...] il tempo che sono stata li né una monaca, [...] una ragazza si sono mai accorte del mondo che [...] poteva vedere con gli occhi fuori del sacro recinto (Prato 1987; 143-4). La polarità [...] si riproduce a livello [...]. Alla lingua aulica e [...] fanno riscontro il dialetto del paese e [...] sentiti entrambi come lingue [...] Alcune parole che in paese correvano usuali [...] che avessero la faccia di quello che [...] perdetti completamente di vista perché là dentro [...] loro corrispondente nobile » (Prato 1988, 131). Questi due codici sono [...] varianti bassa e alta della lingua [...]. In casa degli [...] Dolores ha modo di sviluppare [...] precoce attenzione ai fenomeni linguistici, sperimentando [...] che colpisce talune parole. Ad esempio dindarolo per [...] « Quante volte era stato dindarolo per [...] lo scuotevo vicino [...]. Però non dissi mai [...] casa era chiusa alle parole popolane, li [...] e io col dindarolo facevo come con [...] non la chiamavo in nessun modo » (Prato [...]. La differenza linguistica le [...] presto come differenza [...] i signori era don Domenico; [...] gente comune era don Domè (Prato 1980, [...]. [...] ci tenevano la biancheria [...] la chiamavano già cassa come il ceto [...] contadini continuavano a dire arca (Prato 1980, [...]. [...] si chiamavano [...] e [...] i ragazzi [...] e [...]. In casa nostra queste [...] con le donne di servizio (Prato 1980, [...]. Pende si diceva noi, [...] diceva « penne » (Prato 1988, 108). È evidente che il [...] Dolores batte per il vernacolo di Treia, [...] intrecciato a quella struggente [...] epica dalla carica di nostalgia della reclusa [...] collegio: « In paese si chiamava il [...] più che altro per [...] in pinzimonio, sale pepe [...]. In collegio niente pinzimonio perché [...] era oro colato, il sedano appariva [...] durante la [...] crescita, dove poi andasse a [...] mistero dei monasteri. E dicevano sedano invece [...] pareva più odoroso il sellerò, ma forse [...] » (Prato 1987, 166). ///
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E dicevano sedano invece [...] pareva più odoroso il sellerò, ma forse [...] » (Prato 1987, 166).