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Il modo per fermare una [...] che supera di molto quella della guerra [...] è la democrazia, insiste. Come indicava [...] «Sì, purché si negozi [...] Arafat [...] fecero ad Oslo, non [...] risponde. DAL NOSTRO CORRISPONDENTE SI EGMUND [...] delegazione del Parlamento italiano [...] il quartier generale della Nato, in Belgio, [...] di migliorare la per-cezione dei [...] compiti [...]. Per giudizio unanime dei [...] trattato di una missione positiva, della massima [...]. Certo, non si può [...] dalla «rapidità» e dalla «determi-nazione» con le [...] Nato ha preso atto della nuova realtà internazio-nale [...] sé stessa e i suoi uomini a [...] generalizzato processo di ridefinizione. La mutazione è avvenuta [...] costitutivo stesso [...] nel suo obiettivo principale; si [...] passati dallo scontro della guerra fredda, [...] comune per il [...]. La esisten-za sul territorio [...] struttura militare preposta al manteni-mento della pace [...] valido apporto al processo di forma-zione della Unione [...] e allo sviluppo del processo di costituzione [...] politica di difesa europea. È chiaro che una [...] della Nato non poteva non portare con [...] di [...] problemi. Su alcuni di essi, [...] relativi ai [...] equilibri delle forze «interne» [...] Alleanza, [...] intervenuta su questo gior-nale con intelligenza e [...] Marta [...]. Vorrei soffermarmi, in par-ticolare, [...] connesse con la decisione di procedere ad [...] paesi membri [...]. A cominciare da alcuni paesi [...] europeo, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca. Gli obiettivi di questa [...] espressi con chiarezza da Clinton in una [...] «Crediamo che la Nato possa fare [...] ciò che ha fatto [...] per [...] occidentale; impedire un ritorno [...] rafforzare la democrazia contro ogni futura minaccia; [...] perché fioriscano le economie di mercato ancora [...]. Sono le stesse posizioni [...] Madeleine [...] alla commissio-ne Esteri del Senato [...]. I vantaggi della scelta [...] sono abbastanza chiari. Si tratta di avere una [...] altrettanto chia-ra [...] dei problemi che ne conseguono. In primo luogo il [...] «accompagna» il parallelo processo [...] Unione europea, ma non coincide con esso [...] geografici, né nelle sue coordinate temporali. Quali nuove divisio-ni potranno [...] appartenenza alla Nato o dalla esclu-sione in [...] difficile, come quelle dei paesi della ex Jugoslavia, [...] Paesi baltici? Quali potranno essere le conseguenze [...] «nuove separazioni» su teatri politici quali la Romania [...] Bulgaria? Quali contraccolpi saranno provo-cati [...] di alcuni paesi [...] centro orientale in una [...] nella Unione economica e [...] Tuttavia, [...] inutile [...] il gruppo di problemi [...] concentrato sulla questione Russia e Repubbliche [...]. Nella decisione [...] della Nato per [...] alcuni paesi euro-pei [...] sarebbe illogico [...] un evidente aspetto di rafforzamento [...] che porta ad una modifica dei precedenti equilibri ed [...] i confini [...] a Mosca. Non per caso Mosca [...] la nuo-va Carta, un documento formale che [...] cooperazione con la Russia, preceda ogni allargamento [...] Nato. Il rapporto della Russia [...] immenso territorio è sempre stato ed è [...]. La storia di questo [...] insegnato che non bi-sogna [...] e che nulla di più pericoloso può [...] in un grande paese il senso [...] o della amputazione della [...]. Non ha torto Ian [...] quando [...] 22 gennaio) obietta che [...] obiettivi [...] della Nato sono impropri: [...] sviluppo economico e la integrazione di nuove [...] essere un compito della organizzazio-ne atlantica, quanto [...] Unione Europea. E quando nota che, [...] difesa, una cosa sono i poteri «consultivi» [...] deliberazioni, [...] sono i poteri di [...] Nato non può e non vuole of-frire [...] Mosca. Il dibattito, così impostato, [...] irto di difficoltà. Destinato a favorire [...] e le tendenze nazionalistiche, [...] quel complesso [...] che tanta parte ha [...] ad avere nel sistema di potere russo. Sarebbe poi un gra-ve [...] esplicite o implicite, tra il piano della [...] con quello degli aiuti economici. Il [...] che ne deriverebbe non avrebbe [...] valore, e durerebbe poco. Si av-verte invece il [...] tavoli, di discutere con i russi [...] nuovo, di usare anche altri strumenti, oltre [...]. Mi domando, ad esempio, [...] svolgere in tutta questa delicata fase di [...] una organizzazione come la [...] che la parte russa [...] meno segnata dal passato della Alleanza atlantica. Così facendo, si contribuirebbe [...] equivoci e le paure, e la Nato [...] assieme ai suoi [...] partner. Non è un caso [...] ha recentemente chiesto di [...] giudicando [...] «non buono, perché ricordo [...] e perché la gente ad esso reagisce [...]. Tutti gli sfor-zi debbono [...] di evitare che il nuovo Stato russo [...] una nuova stagione di confronto militare e [...]. La Commissione Esteri della Camera [...] di prosegui-re nel percorso iniziato, e di [...] a Mosca. Credo che il Parlamento italiano [...] dare il suo contributo a quel [...] di kantiana memoria per il [...] noi europei vogliamo lavorare. Lei in Algeria [...] nato. Intellettuale ebreo e francese, [...] Battaglia [...] quella alla quale la [...] era appassionata vedendo il film di Gillo Pontecorvo, [...] Camus, Sartre e gli altri, a fianco [...] per [...]. Conosce a menadito, ha [...] dove oggi si massacra e tortura da [...] sgozzano vecchi, donne, bambini [...]. Ci si interroga ora [...] relativo silenzio de-gli intellettuali e della politica [...] orrori. Parlano di tutto, ma non [...] si di-ce. Viltà? Imbarazzo? Impotenza di [...] che lei ha defini-to una «maledizione»? Che [...] Non è questione di silenzio. È che non sopportiamo [...]. Il nostro è un [...]. /// [...] /// Precisi, faziosi se necessario. /// [...] /// Con gli [...] o con gli altri. Noi giornalisti una volta [...] come i romanzieri e gli storici. Oggi somigliamo piut-tosto ai [...] del colpevole. La complessità la sopportiamo male [...] non la sopportiamo affat-to. Ma proprio [...] sta la difficoltà. Ho scritto che in [...] scelta è tra qualcosa che è pres-soché [...] qualcosa che è il colera senza mezzi [...]. Tra due catastrofi. Un governo che non [...] ha sperpe-rato la legittimità che sembrava essersi [...] elezioni presidenziali di un anno fa, e [...] paradossalmente partivano anche loro da una certa [...] contro [...] delle elezioni che ave-vano [...] ma [...] persa macchiandosi di orrori [...]. Ma è stato lei [...] in fin dei conti gli orrori, le [...] «seconda» guerra [...] si equivalgono a quelli [...] 1952 e 1954, che sfociò [...] in un periodo pari [...] numero di morti e fe-riti. /// [...] /// I parà di [...] torturavano. [...] e [...] francesi bombardavano i villaggi massa-crando [...] metteva bombe nei caffè. /// [...] /// Allora i civili, non [...] sono oggi, [...] dichiarato, premeditato, mirato. Ora ammaz-zano [...] gli intellet-tuali, gli scrittori, [...] reli-giosi, gli stranieri, e soprattutto le famiglie [...] mogli, le sorelle, i bambini dei miliziani [...]. Mi ricordo che mai, nemmeno [...] momenti più duri della guerra [...] il ter-rorismo era stato indiscriminato. Quando fu fatto saltare [...] Casinò [...] Corniche, furono ammazzati giovani di 17-20 anni [...] a ballare, [...] ci fu una violenta [...]. Il nemico erano i [...]. Ora invece sono dichiarata-mente [...]. Che si sgozzi-no i [...] naturale. Persino nella stampa oc-cidentale [...] alle re-gressioni di civiltà, in un certo [...] collettiva è am-messa. Si dice: sì è [...] perché il governo dal canto suo ha [...]. Nella scrittura si è finito [...] dare per scontato, in modo incon-scio, una certa «normalità» [...] quel che sta avvenendo. Così sulla nostra stampa [...] capisce più chi ammazza chi in Algeria. Si fanno tutti i [...] e basta. Ed è questo che [...]. [...] sistematica, eretta a normalità non [...] nuova. Si è vista in Bosnia, [...] Cecenia, in Ruanda, in Afghanistan, nel Vietnam degli [...]. Da cosa nasce in Algeria, [...] e splendido, ric-co di petrolio, [...] da Marsiglia? Direi essenzialmente per [...] ra-gioni. La prima è la [...] esasperazione ed insicu-rezza diffusi. Guardi che a diffe-renza della [...] i massacri si concentrano in [...] sola regione, Algeri e dintorni. Ho ancora molti amici in Algeria, ci sono stato [...] volta un paio [...] fa. A Costantina, ad Orano, [...] tranquillamente ad andare nei caffè, il sabato [...] spiaggia; ci sono donne velate, ma anche [...]. [...] tutta una parte [...] che malgrado tutto continua a [...] una vita normale. E accanto una grande [...] i più poveri, per i quali non [...] si trovino o meno [...] del ciclone. La seconda ragione sono [...] che il governo ha istallato nei villaggi. Per rappresaglia ster-minano loro [...]. E allora? Se non [...] tra peste e colera, non [...] che star zitti? Niente [...] Possibile? «Capisco che il quadro che le sto facendo [...]. Sono molto pessimista. Noi giornalisti non sia-mo [...] Stato, quindi abbiamo il diritto di essere pessimisti. Solu-zioni? Se ne intravvede [...] si parla poco o per niente, ma [...]. Una parte degli estre-misti [...] diffi-coltà di quel che si può ritenere [...] con [...] e con [...] che è la vera [...] nel paese. E una delle cose [...] che il governo sta già attuando ri-forme [...] gli integra-listi. Cose che non si [...] giornali occidentali. [...] è [...] la decisione di reintrodurre [...] classico, quello delle scuole Coraniche, [...] due algerini su tre non com-prendono. La difficoltà a questa [...] è più unito sulla [...] con-tro il terrorismo, che ne perpetua la [...] sulla pace e il dialogo con una [...]. Ho [...] che mi sta dicen-do che [...] quel che lei definisce quasi la peste (la dittatura [...] e il colera puro (il fanatismo islamico), una possibile [...] sarebbe [...] tra i due, cioè [...] Esattamente. [...] altra solu-zione, quella che [...] democratica, convincere le autorità militari che la [...] funziona, come non sono riusciti a mobilitare [...] pure è stufa dei mas-sacri, nella via [...] della necessità cioè di un dialogo con [...] demo-cratiche, la via di una governo di [...] al servizio di una società aperta e [...]. Era [...] scaturita dal convegno promosso [...] dalla comu-nità di [...] a Roma. Ma molti [...] dileggiata, hanno detto di [...] islamici, a ha detto di no [...] che ora accusa addirittura [...] complotto ai danni [...] in combutta con interessi [...]. [...] di [...] aveva un limite molto forte. Una man-na per i [...]. Era stata mol-to pubblicizzata, [...] nei media. Se si vuole avere [...] successo lo si fa come si è [...] Oslo, di nascosto dai riflettori, per il Medio [...]. Se il negoziato è [...] non porta da nessu-na parte. Io dico che la violenza [...] si può [...] di botto. Di-co che il terrorismo [...] mi assumo tutta la respon-sabilità di questa [...]. Ma per [...] bisogna che si sia credibili. E perciò sostengo che la [...] contro [...] islamico passa per una go-verno [...] pulito, credibile ca-pace di mobilitare i giovani. [...] partita da [...] di [...] sui silenzi e gli imba-razzi [...] intellettuali e della poli-tica francese ha pure avuto conse-guenze. È intervenuto ad esempio [...] sostenendo che è ora [...] silenzio e sostenere le forze democratiche. [...] non si è pronunciato [...] ha nemmeno detto no. Sempre [...] osserva che è essenziale [...] la Francia perchè possa [...] anche il resto [...]. Su questo non [...] il minimo dubbio. Alcuni ragazzi osservano il [...] stato ucciso il leader [...] Ansa Direttore responsabile: Giuseppe Caldarola Condirettore: Piero Sansonetti Vicedirettore: Marco Demarco (vicario) Giancarlo Bosetti Redattore [...] Pietro Spataro [...] Società Editrice de [...] S. /// [...] /// Così co-me le testimonianze [...] valere solo se suffragate dai ri-scontri, così [...] pentiti va dato caso per caso: ci [...] hanno davvero iniziato una nuova, anche clandestina, [...] che invece, come Contorno, non hanno smesso [...] di comportarsi da criminali. La domanda che dobbiamo [...] quindi quella sulla utilità dei collaboranti e [...] quanto costano. Per la prima questione [...] che i pentiti hanno aiutato a smontare [...] mafio-sa e a catturare i boss più [...]. Per quel che riguarda [...] bisogna sapere che assicurare [...] e la possibilità di [...] ha aiutato -per qualun-que finalità personale -la [...] dovere se si decide di combatte-re potenti [...]. Non si sfugge tuttavia ad [...] dupli-ce impressione. La prima è che in [...] paese molte procure della repubblica hanno affibbiato [...] di pentito a qualunque de-linquente [...] di collaborare creando una difficoltà insostenibile per [...] sistema di protezione. [...] impressione è che non [...] sui pentiti sono stati efficaci e che [...] chiuso un occhio, si sono accettate situazioni [...] legalità e comporta-menti che andavano immediata-mente repressi [...]. Ora si sta voltando [...] giusta severità si sta facendo strada. Il problema di fondo [...] una legislazione sui pentiti che defini-sca i [...] la collaborazio-ne è processualmente rilevante, di avere [...] che pretendano comportamenti inattaccabili da parte dei [...] che si affermi la convinzione che anche [...] afflitto dalla mafia come [...] non si può accettare [...] un nume-ro così elevato di pentiti. Ci sono al-tre strade [...] collabo-ra con la giustizia, ma pochi posso-no [...] grandi pentiti, cioè quelli che ti aiutano [...] Cosa nostra. In ogni caso non [...] un fascio, ci so-no [...] possiamo di-re che hanno reso un grande [...] e che hanno mantenu-to un comportamento personale [...] e ci sono collaboratori verso cui nel [...] chiuso un occhio. Severità dunque, riforma della [...] cadiamo nella trappola di pensare che si [...] mafia senza che [...] venga un contributo che [...] il potere dei boss. Ogni mattina, dopo la [...] e la ginnastica (30 minuti), si ri-tira [...] dove, verso le 6,-30, fa colazione e [...] dei giornali. Li scorre uno per [...]. È uno dei lettori [...]. [...] è percorsa da una [...] locali: tante città di pro-vincia hanno la [...] è il primo foglio che il vescovo [...] un episodio di razzismo in una città, [...] vescovo sa tutto prima ancora della questura [...]. Mai come oggi la Chiesa [...] in contatto col [...]. Il che vuol dire [...] Chiesa non è mai stata Chiesa co-me oggi, [...] Chiesa [...] dire assem-blea, comunità. Non [...] dubbio che quella posizione [...] morte creava un distacco, per non dire [...] Chie-sa come vertice (chi ha material-mente scritto [...] lo ha ap-provato, e lo ha pubblicato) [...] Chiesa [...] base (chi lo legge, e lo applica, [...]. Attraverso le critiche dei [...] giornali, la Chiesa ha sentito questo distacco, [...] eliminato. Si è sta-bilito un [...]. Per quel ponte altre [...] un nuovo concetto di peccato (più importan-za [...] meno a quelli sessuali), di virtù (più [...] di natura (è di tut-ti: chi la [...] di matrimonio, di morte, di sal-vezza, di [...] eccetera. La rapida risposta alle [...] «Catechismo» conferma che la Chiesa sta cambiando. Più della stampa. Ci tiene [...]. Chi scri-ve sulla stampa [...] sentirsi letto da colleghi, industriali, diri-genti, ministri, [...] Con-siglio, presidente della Repubblica. Non ha mai pensato [...] dai cardinali o dal Papa. È giunto il momento [...]. /// [...] /// È giunto il momento [...]. (0)
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