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A cosa tendeva in [...] di Franco lan-ciata da Sergio Romano? Ormai [...] di [...]. Senza paura di fare [...] intenzio-ni: assolvere le rivoluzio-ni conservatrici del 900, [...] al comunismo, e al cosmopoli-tismo. La prova? Le ultime [...] Romano a «Pinocchio», dove le colpe della seconda [...] alla politica post-bellica della coalizione vittoriosa sugli Imperi [...]. Lo sgra-vio di colpe [...] fascismo arri-va al punto che Romano riesumava [...] Lerner [...] «difesa [...] nazionale» svolta dai volontari [...]. Contro la Resistenza, inquinata [...] resistenti comunisti fedeli [...]. Be-ne, ecco chiarito il [...] di Romano. /// [...] /// Ma inti-mamente «ultràs», e [...] o «problematica». Che spiazza a destra persino [...] anticomunista di Sogno. /// [...] /// Piccolo svarione, non rilevato, [...] presidente, [...] a Franchi sul «Corriere» del [...] «Grande merito di Bobbio [...] individua-to nella Resistenza una guerra [...] una guerra civile, e una guerra di clas-se. E [...] sarà pure una tesi che Bob-bio condivide. Ma il «grande merito» [...] Pavone. O no? Niente fiori [...]. Ed ecco una noti-zia, vera, [...] da tutti. È tratta da «Le Monde» [...] settimana: «Il mare-sciallo [...] resta senza crisantemi [...] della vittoria del 1918». Si-gnifica che la Francia, finalmente, [...] di Verdun. Che, secondo quanto dichiarano [...] e [...] ha il torto di [...] Vichy filonazi-sta, e che perciò non merita [...] nazionali. Questi francesi, che insopporta-bili [...]. Al «Giornale» hanno lan-ciato [...] di leggere i quoti-diani: lettura emisferica, con [...]. È Renato Farina a [...]. Con un pistolotto contro Manacorda, [...] di [...] criticato su [...] la parità scola-stica, e di [...] «vendere» i suoi «carmi-na» pedagogici nella scuola pubblica co-me [...] e [...]. Grossolanità del-la «citazione» a [...] Farina [...] ai suoi lettori che, [...] a Manacorda, campeggiava un [...] Scop-pola. E che dunque [...] non aveva consultato un «oracolo». /// [...] /// La annuncia a «La Stampa», [...] Marsilio, Cesare de [...]. Che dichiara a Mirella [...] di [...] già «constatato il suicidio [...]. E annuncia a riguardo new [...] in catalogo: [...] Don Ruggero Iorio, e «un [...] interessante con racconti sulla musica». /// [...] /// I ricer-catori e gli [...] sono migliaia e migliaia. Solo il settore matematico [...] poco meglio è sud-diviso ufficialmente in un [...]. La questione delle risorse [...] importanza. Tutti sanno che la [...] ri-cerca è al di sotto di quella [...] con cui vo-gliamo competere. [...] annosa questione è quella della [...] delle ricerche che vengono fi-nanziate: «Introdurre ade-guati meccanismi di [...] degli inve-stimenti». Chi vive [...] e negli enti di [...] molto spesso i finanzia-menti sono stati dati [...] a pioggia, a tutti [...] senza un reale controllo [...] e soprattutto sul valore dei risultati ottenuti. La premessa serve solo [...] piccolo fatto (emblematico?) dello stato della ricerca [...] Italia. Come ogni anno a [...] o meno) i ricercatori e i docenti [...] moduli che servono per avere fondi per [...]. Il Cnr attraversa una grossa [...]. [...] del 1998 sembrava che [...] Cnr [...] potesse più finanziare alcun tipo di ricerca; [...] saputo che la situazione migliorava e che, [...] i finan-ziamenti sarebbero arrivati. I comitati, ancora in [...] preso le loro de-cisioni e i ricercatori [...] universitari hanno rice-vuto una prima comunicazio-ne informale [...] avrebbero ricevuto. E si sono organizzati [...] fidando [...] di questi fondi. Finalmente in questi giorni [...] lettere uffi-ciali; tutti sapevano che i pro-blemi [...] Cnr per-manevano e quindi tutti aspettavano titubanti [...]. Queste ultime contengo-no le [...] negli anni scorsi, con due righe su [...] parte: «Si tenga conto che il versamento [...] effettuato in rela-zione alla disponibilità di cassa [...] Consiglio». Tenendo conto che siamo [...] che le attività che si dovevano finanziare [...]. Pa-rola (non ufficiale) del Cnr. Non vi preoccupate: la [...] ben viva e conti-nuerà ad un ottimo [...]. Berlino, il salto di uno [...] di fronte alla Porta di Brandeburgo e al [...] durante una competizione organizzata con [...] artificiale [...] CORNELIUS [...] «Ecco la repubblica di Berlino» [...] PAOLO SOLDINI BERLINO [...] 78. Chissà se è per [...] ragion ve-duta che la Camera degli architet-ti [...] Berlino [...] è trasferita, dopo [...] proprio [...]. Gli edifici staliniani del [...] se continuasse come comin-cia dalla [...] finireb-be dritto dritto a Mosca, [...] loro fascino, sono un pezzo di scomodo [...] pro-prio gli architetti hanno contri-buito, e non [...] dalle fregole [...] dei primissimi anni di [...]. Cornelius [...] il presidente della [...] siede al capo di [...] una stanza ovale sulle pareti della quale [...] nicchie vuote. Ci dovevano essere, un [...]. Ma di chi? Lenin? Stalin? [...] An-che dei piccoli spazi [...] città, diventano metafore del-la Grande Trasformazione. Berlino cambia in modo [...]. Ma chi decide come? Voi [...] I politici? Gli [...]. Guar-di, io sono molto critico [...] il mio [...] istituzionale è pur sempre il [...] che [...] avuto. [...] potrebbe [...] dire poco perché ne abbiamo [...] sempre di pessimi. Ma, insomma: funziona, e [...] di Berlino [...] questo [...]. Dopo [...] iniziativa [...] stesso tavolo architetti, ammini-stratori pubblici, [...]. Il problema era: [...] colpo è caduto il Muro, [...] sono [...] ha la minima idea di [...] procede-re. Perciò mettiamoci insieme e [...]. Ogni due settimane, per due [...] giornate, ci siamo riu-niti per affrontare tutti i temi [...] in-teressano la città: [...] concet-to filosofico di una nuova [...] a do-ve le fogne porteranno le acque di [...] il traffico, la costruzione di [...]. Su ogni tema si [...] i mas-simi specialisti. Tutti quelli che avevano [...] erano benvenuti: anche i poeti, i professori [...]. [...] si confrontava e si for-mavano [...] opinio-ni». E sono quelle che hanno [...] le [...] «Direi di sì. È stata una [...] di come in democrazia funzioni [...] cultura del dialogo. Certo, i proble-mi che [...] erano enormi e lavoravamo in una situa-zione [...]. Non dimenti-chi che le [...] città erano completamente separate. Anzi, non [...] due mondi. Non [...] nulla che fosse comune alle [...] parti divise: pianificazione territoriale, utilizzo delle aree, rete [...]. /// [...] /// [...] anche una opportunità unica. [...] se lavorassimo [...] città che non [...] cultura della pianifica-zione. Le faccio un esempio: Berli-no, [...] altre metropoli europee al centro [...] in [...] aveva una rete ferroviaria con [...] sistema [...] dalle [...]. [...] che si incroceranno in una [...] centrale (la [...]. Sarà possibile venire da Napoli [...] che proseguire per Stoccolma, scendere [...] e [...]. Con la generazio-ne dei [...] a ridurre il traffico aereo, che è [...]. Anche in questo [...]. /// [...] /// Una me-tropoli così domi-nante non [...] un peri-colo per il [...] «No, piuttosto è una buona [...]. La Germania [...] emerge da due parti distinte [...] una delle quali, [...] Berli-no è il centro naturale. Questa divi-sione [...] sempre stata storicamente: una parte [...] più [...] e orientata verso la Francia [...] una parte orientale più agricola. Questo dualismo ha trovato [...] di prima [...] il che ha accentuato [...] spese [...]. Anche per questo ritengo [...] Berlino sia la città giusta. Per quanto la collocazione marginale [...] Bonn possa [...] lati piacevoli. Ma [...] cui viviamo. [...] del nostro tempo è [...] nella eccitazione, nelle lacerazioni di [...] città che si sta fa-cendo nuova, della quale nessuno [...] veramente, come andrà a finire. Ecco, io [...] chela Repub-blica di Berlino [...] Re-pubblica di Bonn, contro la quale, per [...] nulla da dire. La Repubblica di Bonn [...] restaurazione della democrazia in Germania, [...] di stabilità e di [...]. La Repubblica di Berlino sarà [...] idilliaca, corri-sponderà di più ai tempi difficili che il [...] sta vivendo, pur se [...] dio non [...] più il conflitto [...]. Sarà una Repubblica più vera. I ne-mici di Berlino, e [...] tanti, dicono che di questa città non ci si [...] perché [...] il Kaiser, poi Hi-tler che [...] distrutto [...] e poi i comunisti. Da un posto così, [...] venire la democrazia. [...] capro espiatorio mentre nel resto [...] Germania sarebbero stati tutti pacifici e democratici. E invece Hi-tler veniva [...] da [...] in Baviera, [...] era renano. È per opporci a queste [...] ribellati [...] di abbattere gli edifici [...] nazista. [...] una ministra liberale che avrebbe [...] tutto giù, come se ci potesse libe-rare dalla storia [...] le ruspe. Come se a Roma [...] che resta del tempo di Nerone, quel [...] che ha fatto costruire Mussolini». Del Muro, però, non [...] più trac-cia. Non si capisce neppure [...]. Andiamo di qua e [...] se non ci fosse mai stato. Era il simbolo di [...] di Berlino ma del mondo. Si può dire che la [...] eliminazione totale è il [...]. /// [...] /// Il Muro era il ricordo [...] del sangue. Si può capire che [...] così rapida-mente. Una cosa [...] togliere di mezzo i mo-numenti [...] Lenin. E [...] nostra storia. Non si può sfuggire alla [...]. [...] «Ma sì, gli architetti sono, [...] così dire, in stretta relazione con la storia. Noi sappiamo meglio degli [...] veniamo e come le sostanze rimangano, anche [...] forme. [...] anche riflesso di eventi. Palazzo Ve-nezia a Roma [...] tipo là, lo Stadio olimpico di Berlino [...] Hitler [...] arri-va in Mercedes. Sa, è difficile, certe [...] cosa si mantiene e che cosa si [...]. A [...] si è deciso di [...] su la [...] un capolavoro del [...] chi vuole [...] su il palazzo [...] Palazzo della repubblica fatto co-struire [...] una [...]. [...] una questione architettonica, quanto dei [...] tra est e ovest, le sensibilità reciproche. A chi tocca prendere [...] «Io sono un uomo di sinistra, ma [...] democratico da rite-nere che le scelte architettoniche [...] il [...]. Dire che le scelte [...] le fa il [...] che il [...] demagogia. Il [...] non può [...]. Non esiste [...] di [...] parola nelle questioni artistiche: [...] autonoma e la gente (come [...] voi italiani) non può [...] alcunché. Può accade-re che la [...] validità [...] anche quella ar-chitettonica, dopo [...] ma rara-mente il riconosci-mento è immediato. Quando Mo-zart componeva, la [...] Salieri. [...] a Berlino: non piace a [...] ma occorre che i colori sbiadiscano un [...] che si depositi la polvere [...] edifici. È come con le [...] troppo nuove non [...]. Le piaceranno le città [...]. /// [...] /// Eppure le assicuro che [...] si sente la nostalgia per un [...] di architettura moderna. Allora è bello tornare [...] Berlino». /// [...] /// Allora è bello tornare [...] Berlino». (0)
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