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Ero accanto al suo [...] la mano in si-lenzio. Sapevo, sapevamo, che non [...] più nulla da fare. Eppure lui, in stato di [...] cercò [...] che avevo al dito e [...] testimoniava del nostro matri-monio inesistente». Che cosa pensasti, Nilde, [...] Che finiva la parte felice della mia [...] di amore e di impe-gno, di momenti [...] vi-cende drammatiche. Una storia bel-la, straordinaria, cominciata [...] Co-stituente [...] e finita sulle rive del [...] Nero [...]. Già, come cominciò questa [...] un segretario del Pci di 53 anni, [...] ra-gazza di appena 26 anni? So che [...] del gruppo, nel raccomandare correttezza nel vestire, Togliatti [...] ad esem-pio per quel tuo abitino blu [...] bianco? Sì, disse: «Ecco, la giovane compa-gna [...] Reggio Emilia ha un vestito adeguato». Era già un segnale? [...] preso la cotta? Probabilmente sì. Ma non me ne [...] sino a quando, qual-che settimana dopo, alla [...] riunione Togliatti non mi invitò a ce-na. Il classico invito a [...]. /// [...] /// Cominciò quella fase gioiosa [...] vivono tutti gli innamorati, ma con tante [...] il moralismo [...] di allora, il le-game [...] consunto con Rita Montagnana, il divorzio che [...]. Mangiavamo in trattorie fuori mano, [...] incontravamo tra una riunione e una votazione. Togliatti riusciva a seminare [...] persino [...] il com-pagno che gli [...] del corpo. Insomma, non era poi [...] la definizione che di lui aveva dato Croce: [...]. Poi la vostra storia [...]. Caricature malevole sui giornali, pettegolezzi [...] non finire. Anche nel partito il [...] buono? [...] diffidenze, moralismi e an-che [...] partito non ancora «nuovo» come lo voleva Togliatti. Chi ero? Come fidarsi? A [...] andava incontro il segretario? Pensa che Togliatti, [...] casa, ave-va chiesto a Pietro Secchia di [...] dove vivere con me. Ma ogni pretesto era buono [...] scartare [...] dopo [...]. Insomma, Secchia non voleva [...] la casa. Come vivevi quel clima [...] Sentivo tutta la difficoltà del rappor-to. Scrissi a Togliatti che [...] «I problemi che crea [...] troppo grandi». Lui mi ri-spose: «Anche [...] non potremmo più [...]. Il resto me lo [...]. E tan-ta fu la [...] di-fendere il nostro legame, che To-gliatti si [...] Sec-chia: andammo a vivere in due stan-ze [...] Botteghe Oscure. Ma [...] intorno a noi restava difficile, [...]. Me ne resi conto [...] Pallante [...] a Togliatti davanti alla Camera, il 14 [...]. Tu eri con lui, [...]. E quando [...] si avvicinò per sparare [...] getta-sti sul tuo compagno già ferito di-sorientando Pallante [...] alla [...] grida fu acciuffato. Sì, ma quando più [...] a cui fu sottoposto dal prof. [...] cercai di andare a [...] Togliatti, [...] per me la porta sbar-rata. Semplicemente non figuravo [...] degli ammessi a salire, preparato [...] Botteghe. [...] i no-mi dei dirigenti, di Rita Montagnana. Tutti i nomi, tranne [...]. Non mi persi [...] tirai fuori il tesserino [...] ol-trepassai tutti i posti di blocco. /// [...] /// Successe un mezzo finimondo: Scoccimarro [...] lasciassi Roma e ne ne tornassi a Reggio. Longo tagliò corto: «Non [...] compa-gna di Togliatti». Quale fu [...] di To-gliatti in quei [...] Tutti [...] che le prime parole, mentre lo trasportavano [...] Policlinico, [...] «Non perdete la testa». Ed era-no dirette in [...] parti-to. Fu un atteggiamento perfettamente [...]. Ti rac-conto un episodio [...]. Quando, [...] gli fu permesso di leggere [...] giornali, volle scorrere le cronache dei giorni [...] seguiti [...]. Lo colpì, proprio [...] un rigo-ne a nove [...] «Via [...] governo della guerra civile». Ricordo il suo commento, realistico [...] sem-pre: «Se avessero scritto [...] il mi-nistro [...] questa sì che sarebbe stata [...] richiesta non so-lo plausibile ma anche accettabi-le». E infatti più tardi [...] il ministro degli Esteri Carlo Sforza ed [...] un giova-nissimo Aldo Moro, avevano posto il [...] di Ma-rio [...]. Eh, quanti ricordi come [...] alla mente sot-to quegli alberi a [...] davanti al-la villa dello [...] Alessandro III che era stata destinata a nostra resi-denza. Sotto quegli alberi, Marisa [...] per sette giorni in-sieme a Longo e Natta, Macaluso [...] Alicata, Lama, Colombi e Nella Marcellino, la [...] di Frugoni, Spallone e dei medi-ci sovietici [...] Togliatti alla morte. Eppure nulla, quando partiste [...] per [...] -le prime vacanze estive lontane [...] Val [...] lasciava presagire [...] cerebrale così vasta e di-struttiva, [...] Nulla. Ed anzi Togliatti, in [...] si era messo di [...] scrivere, sui consueti fogli e con il [...] quel «memoriale» che desterà più tardi tanto [...] denun-cia [...] del regime so-vietico dopo [...] XX [...] per il ri-fiuto di spiegare tutto soltanto [...] vizi personali di Stalin, per il ri-fiuto [...] dei cinesi, per [...] sulla peculiarità delle lotte [...] e della na-tura specifica (e di sempre [...] per i sovietici) del Pci. E quando Togliatti finì [...] «memoriale» che cosa fece? Me lo consegnò [...] più pre-zioso che ho di lui: Longo [...] io le ventisette cartelle [...] pregando me e no-stra [...] Marisa [...] a mac-china. Non avevamo una gran prati-ca, [...] di noi si fidava. Cominciam-mo a copiare il [...] mentre Togliatti andava a visitare un campo [...] distante appena una ventina [...]. [...] molto caldo. Ad un tratto, erano le [...] di sera, entrò da noi [...] «Togliatti si è sentito male», [...] e poi per tentare di rassicurarci ag-giunse: «Ma è [...] cosa da niente». Capii subito invece che [...] grave: se fosse stato un malore pas-seggero [...]. Quando lo vidi privo [...] del campo capii che il difficile incontro [...] probabilmen-te non ci sarebbe [...]. Ecco, proprio allora tornai [...] ad un altro, ancora più difficile suo [...] Stalin, nel [...]. Fu quando Stalin voleva [...] To-gliatti [...] la guida del Pci per assumere la [...] Sì, ma lui resistette: [...] sue pretese ma anche ai compagni della [...] che avevano accolto la richiesta di Stalin. Con Secchia e Colombi [...] Mosca, uno scontro [...]. Ancora una volta Secchia [...] tirare fuori lo «scandalo» dei miei rapporti [...] Togliatti: [...] sempre chi cercava di colpire lui attraverso [...]. Lasciammo Mosca in un [...] ci venne a salutare alla stazione. A Varsavia ci impedi-rono [...] la città perchè era-no in azione «bande [...]. A Praga stavano comin-ciando [...] «cospiratori con-tro lo stato». Quando arrivammo fuo-ri del [...] dai sovietici, Togliatti disse soltanto: «Finalmente sono [...]. Prima hai accennato a Marisa. To-gliatti le voleva un [...] a fare i compiti [...] bambina, era orgoglioso che [...] secondo anno di medicina e che puntasse [...]. È un altro capitolo [...] legame. Come [...] e quando? Durante uno [...] Modena, la polizia uccise sei operai. I deputati comunisti e socialisti [...] riunirono [...] a Modena. [...] anche Togliatti e Nenni. Ad un tratto To-gliatti [...] biglietto: «Che ne diresti se adottassimo uno [...] vittime?». Sullo stesso biglietto risposi: «Sono [...]. E lui chiosò la [...] «Va [...] ma allora deve essere una bambina». Fu così che adottammo [...] piccola di Arturo Malagoli, uno dei caduti. Aveva sei anni, Marisa, [...] figli di una famiglia di mez-zadri molto [...]. Come reagì Marisa alla tragedia [...] stavate vivendo a [...] Ricordo la [...] voce, [...] quan-do tentarono di rianimare Togliatti [...] dopo la morte clinica: «È un inutile accanimento, voglio [...]. Già, [...] a capo di una strana [...] in cui, come dis-se [...] amica, non [...] un vero mari-to, non [...] una vera moglie, non [...] una vera figlia, ma che [...] era una famiglia [...] e felicissima. Nilde [...] rievoca gli ultimi istanti [...] Togliatti spentosi a [...] il 21 agosto del [...]. Lo scandalo per [...] irregolare che Secchia non sop-portava. Le lettere [...] del [...] il «no» a Sta-lin, il Memoriale. Come Marisa Malagoli, sorella [...] ucciso dalla polizia a Modena, divenne [...] fi-glia adottiva in quella [...] famiglia». GIORGIO FRASCA PO L A RA LA TESTIMONIANZA «In trattoria con lui tra la [...] Trastevere» [...] SARTRE Pubblichiamo una parte [...] Jean Paul Sartre scritto per un volume «Togliatti» [...] ad un anno dalla [...] scomparsa LA PRIMA VOLTA [...] -era, se non mi ingan-no, nel luglio [...] mi ha stupito: ero abituato ai gesti [...] alle precauzioni -spesso [...] -dei [...] dei capi di Stato. Mi invitò a cena [...] di Trastevere e vi arrivò solo, con [...] Alicata e Gut-tuso, e altre due o [...]. Eppu-re sei anni prima, [...] in quei giorni, un giovane pazzo di [...] al delitto dalla campa-gna [...] della stampa, aveva spa-rato [...] a bruciapelo, tre colpi che lo avevano [...] della morte. Ebbene, era quel resu-scitato [...] passi lenti e leg-geri, molto disteso, incontro [...]. Era lui quello che [...] quella trattoria infestata di stranieri, di italiani [...]. San-ta Maria in Trastevere era [...] una piazza strana. Sul marciapiede, tanti bambini: [...] poi scomparso, le madri portavano i bambini, [...] rincasavano prima di mezzanotte nella loro torrida [...] loro [...] degli apparta-menti romani. Poche automobili, ricche e [...] sigla Usa; [...] dei ri-storanti, tanti ricchi. A [...] ricchi e poveri non [...] separati: venivano tollerati quei buongustai che mangiavano [...] lampadine rosse, al suono di una musica [...] canzoni dolciastre, con [...] di de-gradarsi. Non immagino da noi una [...] simile. Eppure, la lotta di [...] Italia altrettanto dura, a volte più dura, [...] gli stessi caratteri. Togliatti mi fece sedere [...] e, sul principio, nessuno riconobbe [...] vestito da piccolo bor-ghese, dal volto arguto, sorridente, dal [...] facile ma marcato da una sorta di timidezza. E poi, tutto a [...] ci portavano la pasta asciutta, si fece [...]. Moravia mi ave-va detto, [...] nel mese di giugno [...] «Per [...] una celebrità simile, biso-gna essere una diva». Ebbene no: Togliatti non [...] proprio un uomo come gli altri, sulla [...]. Ma la folla circondava [...] occhi! Vi leggevo un grande [...]. Prima alcuni, poi tutti [...] a gridare: «Togliatti! Viva To-gliatti! I clienti stranieri si [...] quale colonna del Foro, quale monumento fosse [...] mezzo a Trastevere. I clienti italiani sapeva-no [...] a bassa voce, a disagio. Se Togliatti fu contento di [...] una volta di più la [...] po-polarità, non lo lasciò trasparire. Par-lava e soprattutto, con la [...] estrema cortesia, la [...] curiosità sempre vigi-le, mi interrogava [...] Francia e mi ascoltava. Curvo su una vecchia sviz-zera [...] chiome blu, il cantante del ristorante sussurrava una canzone [...]. Sentì gridare, si voltò [...] di noi. Pallido di emo-zione: «Compagno Togliatti, [...] sono iscritto al partito». Tirò fuori il portafoglio [...] fierezza la tessera. Le cantò, e una la [...] sempre. Reaziona-ria, indubbiamente: «Allarme! Ai tempi quando il Papa [...] di Ro-ma, gli uomini avevano inventato questo. Degli uomini: questo a [...]. Egli non ha mai condanna-to [...] senza cercare di com-prendere. La folla accompagnava il [...] sue grida soffocate ma piene di speranza. I clienti della trattoria [...] capire. Che strana scena: [...] im-passibile e sorridente circondato [...] cerchio di odio, e, più in là, [...] semicerchio di amore. Al nostro tavolo, ci si [...] a preoccupare: una provoca-zione dei ricchi avrebbe causato [...] del ristorante, la gazzarra. Due fischi deboli, soffocati [...]. Fuori, li udirono, vi [...] di tuono. Alicata, Pajetta, Gut-tuso, gli [...] di la-sciare il tavolo: sarebbe andata a [...] fosse restato. Egli diede loro ascolto, [...] malumore e, [...] che ci conduceva via, [...] più bocca. Vede-vo davanti a me [...] per-ché era stato privato dei diritti che [...] hanno. In seguito [...] rivisto spesso nelle trattorie romane. Una volta ricordo, la [...] venne a salu-tare Simone de Beauvoir che [...] Da Pancrazio: aveva con sé i suoi [...]. Io alzai la testa: [...] in là, Togliatti cenava, tranquillo, voltato verso [...] compagnia di una donna e di due [...]. Perché quella ostinazione mode-sta [...] Lo so: tutti i re-sponsabili del Pc italiano [...] loro che mi hanno aiutato a co-noscere Roma. Ma lui? Lui rischiava [...]. /// [...] /// Ma lui? Lui rischiava [...]. (0)
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