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[...] vita andava intanto facendosi sempre [...] dura, e le notizie che riuscivamo ad avere da [...] connazionale fuggito dalle [...] erano raccapriccianti. Molti erano coloro che [...] morivano di privazioni e di stenti; quelli [...] potevano più [...] esseri umani, ridotti come [...] degli animali inferiori. Chi tentava di fuggire [...] a suo rischio e pericolo, e le [...] e tante, che ben difficilmente si poteva [...] in salvo. Decidemmo, quindi, di [...]. Mio padre scrisse a [...] abitavano a [...] che era allora la [...] di Rio de Janeiro, [...] della triste situazione in [...] chiedendo il loro [...] per [...]. Due di essi vennero [...]. Ci stabilimmo in un [...] dove un industriale comasco, certo Capitani, aveva [...] una manifattura per la tessitura della seta. Disponeva di alcune decine [...] mano, tipo [...] che distribuiva ai privati [...]. Noi ne avemmo tre; [...] padre, uno per mia zia, uno per [...]. Io riempivo le spole [...] a mano, Mio padre si stancò ben [...] il posto a mia madre. La [...] passione musicale lo distoglieva [...] occupazione e, da un certo momento in [...] staccarsi dalla famiglia. Mia zia, [...] sorella, anche lei pazza [...] era ima buona chitarrista e cantava benino; [...] una diversa sistemazione, e la trovò presso [...] brasiliana appassionata di musica italiana. Rimanemmo, infine, solo in [...] mio fratello ed io, a trascinare [...] tre erano piccini. La mamma e mio [...] i telai, ma io ero soltanto un [...] e non guadagnava, mentre i bisogni della [...] crescere. Venimmo nel frattempo a [...] un sobborgo denominato Alto da Serra, a [...] un chilometro di distanza, una delle solite [...] impiantato una fàbbrica di cucirini, che cercava [...] lavorare al [...]. Mi presentai come provetto [...] potevo ben [...] tale dopo [...] fatta nella filatura di cotone [...] Mariano Procopio [...] e venni assunto con un [...] di 46. [...] insperata durò soltanto qualche [...] motivo è presto detto. In fabbrica feci la [...] giovane italiano di idee anàrchiche; si chiamava Romeo, [...] dimostrò subito simpatia e benevolenza. Sovente [...] di colazione ci sedevamo [...] il misero pasto, ed egli mi parlava [...] e di anarchia; ma io ero ancora [...] qualcosa di concreto. La [...] propaganda, tuttavia, esercitò una [...] mia [...] classe che andava in [...] attraverso le dure esperienze trascorse. Me ne resi conto [...] allorché la direzione della fabbrica decise improvvisamente [...] salari del [...]. Bastò che egli proponesse [...] lo sciopero, perchè io, poco più che [...] subito al [...] di un vecchio militante [...] Domenico [...] disegno di [...] che rappresenta [...] della terra da parte [...] 11 quale si sottraeva allo sfruttamento In [...] allo sfruttamento in esilio: [...] va per il mondo [...] ogni paese brandelli della [...] povera carne ». Fu una ribellione spontanea e [...]. Ci [...] persino veri e propri [...] come in Inghilterra nel primo [...] martellate sulle macchine, sassate [...] uffici, grida forsennate e fischi assordanti della [...]. Chiamata dalla direzione, giunse [...] polizia a cavallo che ci aggredì con [...] colonialista. Ci fu un fuggi [...]. La fabbrica si riaprì [...] riassumendo soltanto coloro che dichiaravano di accettare [...] dal padrone. Spinto dal bisogno mi [...] ma venni rifiutato, perchè individuato come uno [...] della sommossa ». [...] anarchico Romeo era nel [...] per sottrarsi alle ricerche della polizia. Cercai invano lavoro nelle [...] città che mi respinsero concordemente. A casa le cose andavano [...] male in peggio. Mio padre sì faceva [...] di rado. Mia madre mi rimproverava [...] il lavoro e non riuscivo a [...]. Non sapendo più a chi [...] decisi di andare dalla zia che [...] permanentemente accasata presso una dama [...] brasiliana. Costei si chiamava donna Maria Gentil [...] Castro. Era la vedova del [...] José Gentil di Castro, che aveva fatto parte della [...] Pedro II, deposto nel 1889. Allorché fu proclamata la [...] opposto resistenza ai rivoluzionari repubblicani ed era [...]. La [...] ricchezza era stata cospicua, [...] del suoi beni furono confiscati o distrutti. La vedova risiedeva a [...] che era stata la [...] corte imperiale, e vi conservava delle proprietà. Faceva una vita abbastanza ritirata [...] viveva circondata da una servitù che trattava con una [...] sostanzialmente paternalistica. Mia zia, che era [...] grazie della Di Castro per le sue [...] canore, mi raccomandò presso di lei; e [...] io venissi assunto dalla casa Di Castro [...] dolci che donna Maria [...] come era di uso [...] brasiliana del tempo [...] confezionava con le proprie [...]. Si trattava di andare [...] la città con un assortimento di dolci [...] cas-setta rettangolare di vetro elegantemente intelaiata e [...] sul quale [...] in mostra nei luoghi [...] o più frequentati dalla gente. La concorrenza era piuttòsto [...] o quasi, le dame [...] società si davano a [...] di esibizione e di speculazione. Donna Maria si preoccupò [...] questo campo. Prima di lanciarmi, mi [...] disse: « Non dimenticare mai di avvertire [...] il pubblico, che sono i dolci di [...] Maria Gentil di Castro. Stai certo che i compratori [...] mancheranno, perchè [...] a [...] sono ancora molti gli amici [...] ». E così feci, andando [...] un mese. Giunse il Natale del [...] Maria mi suggerì di andare alla chiesa [...] Madonna [...] per la messa di mezzanotte, a offrire [...]. La cassetta di vetro [...] colmata al punto che non ce la [...]. Chiamai in aiuto mio [...] insieme verso le dieci di notte alla [...] che era a circa tre chilometri di [...] Giostra; ne avevamo percorsi sì e no [...] scoppiò un furioso temporale che ci costrinse [...] in una delle tante vende, dove si [...] e altri liquori. Passarono le ore ed il [...] anziché smettere, imperversava ancor più. Arrivò così la mezzanotte, [...]. Quando la pioggia venne [...] passata [...] e la messa era [...]. Che fare? Cercammo di [...] ai clienti della venda, ma con poco [...]. Decidemmo di tornare a [...] po' perchè avevamo molta fame arretrata e [...] dalla cassetta, filtrava un profumo di cose [...] controllo e ci buttammo sulle paste. Quelle che restarono le [...] gli amici ed i conoscenti. Quando mi presentai a [...] Maria [...] il rendiconto e cercai di [...] ebbi come pronta risposta [...] tronco, e finì così rapidamente la mia [...] ambulante di dolciumi aristocratici. In famiglia, nel frattempo, [...] sempre più disastrosamente. Mio padre era andato [...] S. Paolo, per cercare una [...] il nostro padrone di casa, ch'era nel [...] dei mobili e dei telai, ci aveva [...] col fatto che mio [...] avevano abbandonato il lavoro. Nel nostro girovagare, avevamo [...] anarchico Romeo, rimasto lui pure senza lavoro [...] e insieme si reperì una bicocca di [...] famiglia di tedeschi da tempo immigrati nel Brasile. La baracca stava a [...] dei proprietari ed era costituita da [...] stanza, più un ripostiglio [...] servire da cucina, ma che servì invece [...] Romeo. Là ci rifugiammo come [...] su pagliericci gettati sul pavimento e mangiando [...] capitava. Eravamo in sette a [...]. Di giorno ci recavamo [...] minestra presso un certo signor Viana, strano [...] e di sera andavamo in cerca di [...] dei vicini; ma parecchie furono le sere [...] a cuccia senza cena. Mia madre, in quei [...] alla disperazione. Trovai finalmente lavoro, presso [...] alimentari. Il proprietario era un [...] Atella. Come paga mi dava [...] un po' di zucchero, generi di poco [...] pane rimasto invenduto. Quanto bastava per una davvero [...] cena. Mio fratello trovò pure [...] piccola azienda francese di impianti elettrici. Qualche lavoro saltuario lo [...] Romeo, e così le cose cominciarono ad andare [...]. Ebbe inizio per noi, allora, [...] vita più attiva ed interessante. Si era ormai alla [...] e per le esperienze vissute mi sentivo [...]. Romeo Riceveva un giornaletto [...] « [...]. Lo faceva Oreste Ristori, [...] noto nel movimento anarchico del tempo. Romeo ce lo leggeva [...] noi ascoltavamo rapiti [...] lettura giornalistica rivoluzionaria. Con lui uscivamo tutte [...] partecipavamo a qualunque genere di manifestazioni, nonché [...] ballo. Così come ci trovavamo, [...] i soli calzoni e camicia, entravamo ovunque. A [...] due [...] il [...] Floresta » ed il « Casinò ». Quando non erano in [...] varietà, circo o altro genere, si ballava. I saloni avevano il [...] due: [...] la parte riservata allo [...] pavimento in legno lucidato, e [...] riservata ai negri e [...] pavimento in cemento. /// [...] /// I saloni avevano il [...] due: [...] la parte riservata allo [...] pavimento in legno lucidato, e [...] riservata ai negri e [...] pavimento in cemento. (0)
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