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Il 23 ottobre 1962 [...] era svegliato con la notizia che il [...] Kennedy [...] ordinato di mettere le forze armate degli Stati Uniti [...] sta-to [...] di combattimen-to»: il massimo [...] e di tensione, spiegherà il gior-no dopo Fidel Castro [...] dare [...] di quello che poteva [...] momento [...] lo scoppio di una [...]. Ma il mondo corse [...] rischio? E chi, in quel momento, [...] più [...] per salvare la pace? Uno [...] di Kennedy dirà più tardi che il [...] la guerra poteva [...] ormai inarrestabile per-ché aerei [...] a sorvolare la parte oc-cidentale di Cuba [...] cubana era entrata in azione per [...] Mosca e Wa-shington apparivano [...] che si guardavano fissi negli occhi aspettando [...] un minimo segno chi per primo avrebbe [...]. E quel consiglie-re di Kennedy [...] il 26, che era un venerdì, il [...] Casa Bianca si rese conto che era [...] sovietico, riunito al Cremlino, ad abbassare le [...]. Ora, a [...] anni di distanza, un [...] pubblicato settecento pagine di nastri regi-strati [...] presidenziale -«The Kennedy [...] -, ormai declassati come [...] Stato, tra i quali risaltano con straor-dinaria vivezza [...] le frasi dette, in quel gruppetto di [...] Casa Bianca, per fronteggiare la crisi dei [...] Cuba. Noi pubblichiamo questa parte [...]. Con [...] preli-minare, che richiederà un [...] di pazienza da parte del [...]. Quei giorni a [...] Chi scrive [...] adesso, è uno dei [...] si tro-varono sul posto, a Cuba, in [...]. E che più tardi, [...] a tu per tu con Fidel Castro [...] Pini, il giorno di un suo compleanno, è [...] con lui proprio di quella crisi, in [...] libro [...] Cubano» -che stava per [...] Italia. Da tutti i materiali [...] negli ultimi [...] anni sulla mate-ria, ho [...] vicenda in un modo che [...] cerco adesso di riassumere. La crisi fra Cuba [...] Stati Uniti era ri-sultata, come tutti sanno, dalla rivoluzione [...] ave-va installato al potere, [...] un nuovo gruppo dirigente [...] leader, Fidel Castro, dal profilo fino allora [...] alla maniera latino americana, più che comunista [...]. Però nel gruppo [...] an-che due o tre [...] -Raul Ca-stro, Ernesto Guevara, Osvaldo [...] -, ai quali non [...]. E poco dopo la [...] anche Fidel aveva cominciato a vedere di [...] di rapporti con [...] Sovietica. Nel frattempo, cresceva negli Stati Uniti [...] spinta oltranzista di quanti, sotto [...] del Pentagono, premevano [...] di Eisenhower perché adottasse [...] il potere rivoluzio-nario cubano. Così si era arriva-ti [...] di concepire una in-vasione armata [...] profughi cu-bani [...] sotto il con-trollo della Cia. Questa spedi-zione verrà attuata [...] già Kennedy aveva so-stituito Eisenhower alla presi-denza. Ma lo sbarco, alla Baia [...] Porci, di queste milizie fret-tolosamente addestrate ha re-spinto [...] ribelle cubano e dalle milizie volontarie. Anche perché Ken-nedy, al [...] bloccato un intervento della forza aerea statunitense [...] facilmente fare volgere a favore degli inva-sori [...] sbarco. Da quel momento, per Ken-nedy [...] il conto alla rovescia. Tra il presidente e [...] ebbe certa-mente inizio una prova fatta di [...] e di pressioni palesi, perché venisse lavata [...] Baia dei Porci [...] modo possibile: ri-durre Castro [...] a ritirarsi dal potere, [...] intervento militare, questa volta assunto in proprio [...] Pentago-no. Cuba rappresentava una minaccia di [...] per tut-to il subcontinente americano. La questione doveva essere [...] prima che si ac-cendessero altri focolai di [...]. E per questo doveva [...] mani di colo-ro ai quali [...] già affidata un uomo [...] Foster Dulles: i militari. Missili troppo [...] Fu [...] del 1962, che il [...] a quello cubano di installare mis-sili di [...] ogiva nucleare sul territorio [...]. Naturalmente le ragioni esposte [...] Nikita [...] a Fidel Ca-stro, per [...] la rischiosa proposta, sono rima-ste in tutti [...] nascoste dal segreto di Stato. Sono state fatte tre [...] uomini dei servizi segreti russi e americani, [...] ad appro-fondire la questione. Ma non è stata [...] segreto, quello che si [...] voce, e per via personale e diretta. Si sa che [...] e Castro si erano [...] Nazioni Unite, nel-la sessione autunnale del Palaz-zo di Vetro, [...]. E si erano rivisti [...] forma stret-tamente privata, in un albergo di [...]. Poi a Cuba era [...] grado di ambasciato-re uno dei primi uomini [...] il mitico Alexander [...]. I messaggi che si [...] Nikita e Fidel, mentre il primo parlava col [...] Kennedy, che aveva visto di persona a Vienna, [...] mai stati registrati né in lin-guaggio cifrato [...] poi chiusi in cassaforte. Restano pe-rò i fatti [...]. E a me, Ca-stro ha [...] che fino [...] 1962, la [...] fiducia nella politica di [...] era stata totale. Poi, lo aveva molto [...] che i sovietici, installando i missili a Cuba [...] in alcun modo di mi-metizzare gli ordigni. [...] dunque [...] volontà di [...] Può essere andata così: [...] sapeva che la presenza di [...] sovietiche [...] avrebbe impedito qualsiasi col-po di [...] da parte dei cubani al momento [...] dei missili. Tempi e modi dove-vano [...] vi-sibilità [...] da parte dei ricognitori [...]. Su questo non esistono [...] questo che importava, per la riuscita [...] che comprendeva in anticipo [...] missili, per evitare ogni rischio di conflitto. Dunque era [...] politica più che militare, [...] essere noto a Fidel Castro. Pochi gior-ni prima [...] a Cuba del-le navi [...] gli ordigni nucleari, il presi-dente cubano Osvaldo [...] e il ministro degli Esteri Raul Roa andarono a New York e [...] parlò [...] per dire che Cuba [...] offerta per trovare soluzioni pacifiche e ne-goziate [...]. E Cuba chiedeva in [...] di non aggres-sione: questo, dunque, era il [...]. Dato che [...] a Cuba poteva trasformarsi, [...] dalla volontà [...] di una nuova guerra mondiale», [...] anticipava un ri-schio controllato per porre sul tappeto la [...] preordina-ta. Anche Fidel [...] detto e ripetuto: «Noi [...] di coloro che difendono la pa-ce. Il nostro [...] si [...] delle forze che difendono la pace. Questo appoggio speciale che [...] un appoggio a cui non rinunceremo. Dun-que [...] doveva avere assi-curato a Castro [...] dei missili aveva già un esito scon-tato: Kennedy [...] a Cuba una sorta di patto di [...] cambio dei ritiro dei missili. Quello che forse [...] non aveva previsto era [...] cui tale ritiro avrebbe dovuto essere certificato: [...] Stati Uni-ti imposero [...] la condizione che questo [...] ispezione sul territorio cubano da parte [...]. È possibile, dunque, che [...] Fi-del Castro, si sentì costretto a porre, [...] altre cin-que condizioni per accettare il ritiro [...] della crisi, dopo il 28 ottobre. Tra quelle cinque condizioni [...] economico contro Cuba da [...] Stati Uniti, la cessazione di qualsiasi anche minimo [...] che partisse dagli Usa e da «al-cuni [...] il ritiro della base navale americana di [...] e la restituzione a Cuba [...] territorio. Tutte condizione che Washington, naturalmente, [...] ha mai ac-cettato. E Fidel lo sapeva [...]. Ma doveva [...] come segno del suo [...] decisioni prese fra Kennedy e [...] tramite la segreteria generale [...]. Il che non ha [...] quel momento, a crisi aperta, fossero solo [...] Cremlino e della Casa Bianca a dettare [...] la soluzione del problema. [...] e i militari Allora, [...] dai documenti già noti e da quelli [...] «The Kennedy [...] La novità più rilevante [...] dalle conversa-zioni registrate [...] di Kennedy è il [...] presi-dente adopera parlando con i militari presenti [...] di militari assenti. Un tono che conferma [...] da molti e anche da chi scrive, [...] da insofferenze e palesi contrasti fra il [...] Ken-nedy [...] una parte importante del potere militare. Quando mi trovavo [...] durante la crisi di [...] cubani riprodussero un duro attacco del Presidente [...] Stati Uniti contro il senatore [...] fautore accanito [...] militare diretto e im-mediato [...] Cuba: «Quei ge-nerali e ammiragli [...] tali, che vorrebbero manda-re [...] figli degli altri e che costantemente votano [...] strumenti di pace -disse Kennedy -, dovrebbero [...] casa loro da-gli elettori, e sostituiti con [...] qualche nozione di ciò che significa il [...]. Così si esprimeva il [...] Stati Uniti che utilizzò nei giorni della crisi [...] sondaggio, secondo la quale ne-gli Usa la [...] folli avventure militari prevale per tre a [...] che era disposta ad [...]. Il contrasto fra Kennedy [...] si confermerà subito, nel piccolo gruppo riunito [...] Casa Bianca per decidere su co-me reagire [...] a Cuba dei missili [...]. Dove Kennedy si dimostra [...] situazio-ne, concedendo qualcosa di pu-ramente teorico [...] dei militari, ma predisponendo [...] gli argini per impedire loro di agire [...] consenso. Il capo di Stato [...] Maxwell Taylor dice perentorio: «La no-stra forza in [...] mondo è la credibilità della no-stra risposta, [...] certe si-tuazioni: se adesso non rispon-diamo [...] a Cuba, questa cre-dibilità [...]. E il capo [...] Curtis Le May: «Non abbiamo [...] scelta se non [...] militare diretta. E lo dice pa-ragonando [...] Cuba alla pace di Monaco. Poi aggiunge: «Lei è [...] bel guaio, Signor Presidente. E Kennedy: «Che cosa [...]. Le May: «Lei è [...] bel guaio. Così il 22 ottobre, [...] di annunciare al mondo che le forze [...] Stati Uniti erano state messe in «stato [...] di combatti-mento», Kennedy, nel [...] che fine avesse fat-to il suo ordine [...] si ricordassero che [...] dei missili nucleari era [...] esplicito consenso. An-che se attaccati, dice Kennedy, [...] «non debbono rispon-dere con il lancio delle [...]. Il segretario alla Difesa Mc [...] e [...] sottosegre-tario, lo rassicurano, queste [...] trasmesse. Ma Kennedy insiste: bisogna [...]. Ci può essere un [...] Cuba e «non vogliamo che vengano lanciate armi [...] io ne sia informato. Bisogna inviare nuove istruzioni». Poi, tagliente: «Dobbiamo essere [...] tipi (i militari) sappiano affinché non vengano [...]. Non penso che ci [...] parola dei capi militari su questo punto. E poi si arrivò [...] Dallas. Da queste probanti pagine [...] della Casa Bian-ca, come da tante altre [...] ricavare dunque, a mio parere una sola [...] potrebbe anche riassu-mere così: in quei giorni [...] mondo dipese ben più dal rischio di [...] che da quelle ben calcolate per altri [...] Nikita [...] e di John F. /// [...] /// È lecito quindi avan-zare [...] che la partita aper-ta alla [...] di ottobre dai [...] degli Usa e [...] fosse concordata fra i due [...] portare [...] limite un rischio controllato e [...] ciò che poi la storia ha registrato: gli Stati Uniti non hanno mai più aggredito direttamente e mili-tarmente Cuba [...] Castro non ha mai più appoggiato direttamen-te una politica [...] che non fosse quella della coesistenza, come voleva [...] garante, finché [...] stata, della sopravvi-venza di Castro [...] potere e del sostentamento vitale dei cuba-ni. Ma Kennedy è stato [...] si sa ancora da chi. /// [...] /// Ma Kennedy è stato [...] si sa ancora da chi. (0)
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