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Romanzo breve di GIANNI [...] Massimo e Livia la [...] non era semplicemente una società [...] era diventata per loro un paese immaginario, un intero [...] mondo fantastico, presente sempre e [...]. La [...] infatti, [...] è una monarchia, con tanti [...] di re da mandare a memoria, e non è [...] penisola con una infinità di golfi e promontori da [...] uno per uno sulla carta geografica. E semplicemente ima società [...] più segreta della Carboneria), fondata e composta [...] anzi, siccome si tratta di romani, da [...] Trullo: Dario, Sandrino, Franco, Livia e Massimo. La [...] sede è una specie di [...] in, fondo a una cava di sabbia abbandonata, dove [...] capitano che lucertole [...] e qualche pastore, [...] se un temporale improvviso lo [...] a cercare riparo. La storia della [...] è brevissima, si può [...] non ci sia ancora, perché [...] della [...] popolazione oscilla fra gli [...] dodici anni: i [...] non hanno avuto il [...] fare guerre, conquistare colonie, costruire [...] monumenti celebri, tracciare strade, [...] e i commerci, eccetera. Nessun poeta [...] ha scritto, finora, la [...] Divina Commedia. La lingua [...] però, [...] esiste. Essa è [...] di Dario, autentico cervello [...]. A Dario si deve [...] della [...] e la [...] qualifica di «società segreta». Quello che [...] ci vuole è una società [...]. Per qualche secondo i [...] quel nome, provando il saluto. Si strofinavano pensosamente il [...] che il gesto aveva un sapore misterioso, [...] ci voleva per una società segreta. Uno dice: «Brutto tempo [...] Gibilterra [...] e [...] risponde: . Tutti dicono così, tanto [...]. Noi invece lo diremo in [...] e nessuno si accorgerà che [...] una parola d'ordine. Il ragionamento colpi per [...] e la parola d'ordine [...]. Subito dopo Dario sparò [...] sensazionale. Cavò di tasca un [...] lisciò sul ginocchio, lo distese per terra [...] che [...] scritto. Non [...] molto, [...] verità; soltanto due file di [...]. La prima fila, poi, [...] il normale alfabeto, [...] alla [...]. Ma accanto a questo alfabeto [...] un altro, [...] ritorno dal mercato, il sor Secondo trovò il [...] semplicissimo [...] spiegò Dario [...] a ogni vocale corrisponde, [...] vocale. Vedete? A si dice I, E si dice [...] O si dice A, I [...] dice E, [...] si dice O. Ad ogni consonante ho [...]. Ora, mettendo le lettere [...] al posto delle lettere [...] normale si ottengono le parole [...]. Per esempio, SI diventa PE. Per dire NO, in [...] dire RA, ROMA si dice VATI. Avete [...] fare il mio nome [...] disse Livia. Dunque, al posto di L [...] N, al posto di I ci vuole E. /// [...] /// Le risate con cui Massimo [...] il suo nome [...] era TIP PETA passeranno [...] della [...] la VATI! Franco, che era laziale, gli [...] subito il colpo traducendo la Lazio in [...] Viva la NI FEA. Le società segrete non [...]. E tutti dovranno giurare [...] mai a nessuno i segreti della [...] nemmeno sotto la tortura. La parola [...] tortura » diede i brividi [...] qualche [...] dei più giovani. Ma le parole si [...]. La cerimonia del seppellimento, [...] sera successiva, fu bellissima. Ognuno firmò il documento con [...] suo nome [...] le carte vennero rinchiuse in [...] scatoletta di latta sigillata col nastro adesivo e mentre Massimo scavava una piccola fossa Sandrino [...] NI PILA REI! Sandrino fu costretto a [...] a bassa voce: [...] Viva la [...]. I [...] infatti, furono occupati per [...] scrivere e a seppellire messaggi [...] i posteri. Essi avevano giurato di [...] sulla [...] vita [...] durante, ma non [...] nessuna ragione perché i [...] loro morte, non venissero informati. Anzi, era bene [...] che [...] 1964, a Roma, era nata [...] gloriosa [...] e [...] al corrente delle sue imprese. [...] vennero sepolti in luoghi [...] grotta, uno nel cortile della scuola (da Massimo, [...] chiesto di andare al gabinetto ed era [...] la sorveglianza della bidella), un terzo. [...] posso dire soltanto che è [...] sepolto al Colosseo. Ma non dirò da [...] dirò esattamente in quale punto del famoso [...] che mi sono impegnato [...]. Basterà sapere, per ora, [...] certo punto dei Colosseo, nella [...]. Esso si apre con [...] ai ragazzi del Tremila: se qualcuno lo [...] vale. Nessuno se ne accorse, [...] non può essere negato. E da quel giorno [...] Colosseo, [...] agli occhi dei cinque ragazzi, ebbe [...] fortemente [...]. Dopo il periodo dei [...] degli scherzi. /// [...] /// Per esempio, quello del [...]. A qualche centinaio di metri [...] grotta della [...] del sor Secondo, che i [...] salutavano invariabilmente con un bel coro di «Bongiorno, sor Primo [...]. Quasi ogni mattina [...] portava le sue verdure ai [...] generali. Ciò era decisivo per [...] piano [...] suggerito da Sandrino. Ma toccò a Franco, [...] la pagliuzza più corta, [...] in atto. Poi infilò sotto la porta [...] un biglietto. Ora non gli restava [...] un cespùglio Il sor Secondo, di. Uomo avvisato mezzo salvato [...]. Il sor Secondo non aveva [...] sentito parlare del furto alla Banca di Orbetello per [...] semplice ragione che quel furto [...] non era "mai avvenuto se [...] nella fantasia di Sandrino. Da buon ortolano; non [...] a credere ai tesori nascosti tra le [...]. Andò a dare [...] per scrupolo, al riquadro. La terra, in un [...] di fresco, come se qualcuno avesse scavato [...] fretta una buca. Con pochi colpi di [...] Secondo [...] il pacchetto, se lo [...] giacca, si guardò intorno con aria sospettosa [...] a rientrare -in casa. Un minuto dopo Franco lo [...] riuscire e gettare [...] il tesoro della Banca di Orbetello: un topo morto che Sandrino aveva trovato sul terrazzo [...] casa [...] e che gli aveva dato [...] dello scherzo. Dopo lo scherzo della Banca [...] ! Furono preparate , molte [...] biglietto su cui si leggeva: «Signora, sono [...]. [...] bo [...] una grossa somma di denaro, [...] per ragioni che non : le debbo rivelare mi [...] impossibile [...] a casa [...]. Si trovi domattina alle [...] del 96 in piazza. Porti una rosa rossa [...] lata nella borsa della spesa [...] segno di riconoscimento. Ne inalarono qualcuno nelle [...]. Livia fece il giro [...]. La mattina dopo, un quarto [...] prima delle otto, la [...] al gran , completo si [...] con aria [...] donnetta con la rosa che [...] dalla borsa della spesa continuava a guardarsi attorno, inquieta [...] un po' [...] messaggio [...] destinato ai posteri, fu nascosto [...] famosissimo Colosseo di [...] In un punto dove I [...] non [...] nei pressi della fermata del [...]. Non erano che cinque scolaretti [...] in attesa [...] della scuola. I loro nastri azzurri [...] cartelle erano i distintivi della loro innocenza. Una donnetta vestita di [...] con passo incerto, guardandosi intorno come intimidita. Portava una vecchia borsa delia [...] dalla quale sporgeva una rosa rossa. La donna si passava [...] sulla bocca, con gesto nervoso. Si accorse dei ragazzi [...] e si affrettò a voltarsi da [...] parte. Ma i ragazzi avevano [...] a vedere nei suoi occhi [...] smarrita e supplichevole. Un filobus arrivò e [...]. Ne passò un secondo. La donnetta non [...] sali. Continuava a guardarsi attorno, [...] po' spaventata. Nessuno gli [...] rispose. I [...] non avevano voglia di [...] della povera donnetta. Cominciavano, anzi, a provare una [...] vergogna. Ma -Dario salvò la situazione, [...] do una corsa: [...] A scuola! Siamo in ritardo! Tra tino scherzo e [...] strada, nei cervelli [...] che la società segreta [...] suo tesoro. La proposta venne accettata [...]. Ci fu molta discussione, [...] utilizzazione del tesoro. Franco era del parere [...] avrebbe potuto comprare un [...] perfino delle maglie e delle scarpe per [...]. Ma Livia si batté [...] scartare quel progetto. /// [...] /// Se decidete per il pallone [...] dalla [...]. Finalmente Sandrino fece la proposta [...] tesoro ci servirà per fare [...] viaggio [...] disse. Affitteremo una barca a Fiumicino [...] lungo la costa almeno fino a Civitavecchia. Cosa ve ne pare? Naturalmente [...] barca dovrà chiamarsi [...]. Sul viaggio per mare [...] Livia, dopo [...] avuto assicurazione che le [...] il timone o turno con gli altri. Quello stesso sabato i [...] con orgoglio le loro prime quote. Cinque monete da cento [...] salvadanaio di coccio procurato da Franco. Il salvadanaio venne deposto in [...] nicchia scavata nella parete [...] della grotta e nascosta da [...] pietre. Cosi la [...] ebbe la [...] cassaforte. Il tesoro aumentava ogni [...] tempo. Anzi, se fuori pioveva [...] bello [...] nella grotta, al coperto, [...] più avventurosi particolari della futura crociera della [...] a disegnare e correggere [...] rotta sulla carta geografica che Massimo (è [...] aveva strappata da un atlante del fratello [...] e preparare la condotta che i [...] avrebbero dovuto adottare di [...] svariate situazioni: venti di scirocco o di [...] meduse, polipi e delfini, ricerca della spiaggia [...] maniera di accendere il fuoco senza incendiare [...] cosi via. Massimo e Livia furono [...] sabato, ad avviarsi verso la grotta, dopo [...] corsa gli ultimi cortili della borgata. Camminavano senza fretta, parlando [...]. Parlava Massimo, e Livia [...] farsi e [...] la treccia, com'era suo [...]. Parlava Livia e Massimo [...] tanto in tanto il sopracciglio col polpastrello [...]. Bisogna chiarire, [...] che per quei due la [...] non era [...] una società segreta, Essendo vicini [...] casa, compagni di scuola c di compiti, e amici [...] sempre, e stando sempre insieme, e parlando sempre dello [...] Massimo e Livia, quasi senza [...] ingrandita. Essa era diventata per [...] immaginario, un intero continente, un mondo fantastico, [...] dovunque. Bastava che Massimo dicesse: [...] Andiamo in [...] ecco che [...]. Anche se stavano in [...] pianerottolo delle scale, o in cortile tra [...] di bucati svolazzanti, o per la strada [...]. Era il loro paese: [...] nessun altro. Potevano [...] ogni giorno in maniera diversa, [...] stancarsi. Un giorno la [...] era [...] dei mari caldi, abitata [...] e pappagalli: Massimo e Livia vi erano [...] ed erano stati fatti re e regina [...]. Il giorno dopo la [...] era invasa dai marziani [...] Massimo e a Livia trattare con loro [...] intera. Interminabili discussioni si svolgevano per [...] una risposto precisa a cento diverse domande: [...] in [...] com'erano le case, le citta, [...] i frutti degli alberi, i [...] del [...] era il loro rifugio. Quando « andavano in [...] nessuno poteva [...] nessuno penetrare 1 loro segreti. Massimo aveva tentato, una [...] anche gli altri [...] in questa [...] più grande, [...] speciale»: ma gli altri [...]. Per certi giochi non [...] in tanti. Massimo e Livia, pur [...] piena lealtà della società segreta, possedevano dunque [...] anche [...] affascinante [...]. Anche per questo, forse, [...] a tutte le cose [...] ero particolarmente profondo. Quel sabato, giungendo per [...] fecero la terribile scoperta: le pietre delia [...] terra, la nicchia era vuota, il salvadanaio [...]. Livia scoppiò a piangere. Mas-simo, come impazzito, cominciò [...] qua e là, nel pavimento [...] nelle pareti della grotta, con le Duini doloranti. Non riusciva a credere [...] non dovesse [...] 11, In qualche punto [...]. Un ladro [...] rotto, avrebbe preso l [...] lasciato i cocci, non ti pare? Non [...] stupido da mettersi in tasca il salvadanaio, [...]. Hai visto? Ne è venuto uno [...]. /// [...] /// Ne è venuto uno [...]. (0)
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