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È accaduto al quartiere Collati-no, [...] il giorno di Santo Ste-fano è partita [...]. Erano circa le 18 [...] una signora anziana chiama il «113» per [...] bambino dei suoi vicini di casa sta [...]. An-zi, malissimo: non riesce [...] dice concitata la signora, ed è cianotico. La donna fornisce [...] della famiglia in difficol-tà [...] mette in moto la mac-china dei soccorsi. La sala operativa segnala il [...] alla volante «Zara 114» e [...] chiama il «118» per far [...] immediatamente [...] ambulanza. La volante, con i [...] arriva a tutta velocità [...] indicato e mentre in [...] che velocemente provvede a tra-sferire il materiale [...] (giubbetti [...] ed altro) nel portabagagli, [...] un altro agente sal-gono [...]. [...] trovano il papà del bambi-no, Franco [...] di 37 anni, sot-to choc. Ha accanto a sè [...] Alberto [...] di 30 an-ni, che [...] il piccolo ed alcuni vicini. Tutti [...] intorno al piccolo senza sapere [...] fare. Qualcuno ha in mano una [...] ma nella con-fusione generale nessuno ha pen-sato a [...] sul bambino che sembra non [...] più alcun segno di vita e a tentare di [...] riprende-re. [...] prende in braccio il [...] e comincia a da-re sul volto del [...] giallo, alcuni schiaffetti. Il bambino piange e [...]. È un buon segnale [...] bisogna far presto: il bimbo deve assolutamente [...] medici. Così, non essendo ancora [...] po-liziotti decidono di non perdere al-tro tempo [...] diretta-mente con la volante che li atten-de [...] ospedale. Nel frat-tempo la sala [...] pronto soccorso [...] Fi-glie di San Camillo [...] ad accogliere il piccolo malato. Nella volante salgono i [...] il bambino, il padre e [...]. Durante il tragitto il [...] sollecita-to da buffetti e schiaffetti che lo [...] gli permetto-no di respirare. /// [...] /// Secondo il referto il [...] da crisi convulsive da feb-bre con relativo [...]. Dal pronto soccorso, assicura [...] precisato che se il bimbo fosse arrivato [...] tardi avrebbe rischiato di morire. [...] ha passato una vita al Cremlino, in mezzo a famosi personaggi del secolo. Ha fatto la «donna [...] studi dei governatori russi dal 1937 e [...] tutti a modo suo. Stalin non era per [...] era «piccolo e buono». [...] invece era «antipatico», quando è [...] Breznev ha pianto. Ma, decisamente, il più [...] è [...] «Non è cattivo, di [...] in chiesa». PAVEL [...] MOSCA Chi sono coloro [...] tutti e tutto, che han-no un punto [...] più originale dei politici e dei giornalisti, [...] vita? Giusto, le vecchiette. Per essere più precisi, [...] anziane pensionate, in-stancabili casalinghe e nonne, che [...] si vedono spesso se-dute in compagnia di [...] sulle panchine nei cortili il tempo permettendo, [...] pubbliche» che accompagnano la vita di un [...] nido, e poi a scuola, [...] in una fabbrica, ufficio [...] sia. Oggi si direbbero queste ultime, [...] alle pulizie», ma il russo riserva per loro, oltre [...] termine altrettanto secco [...] colei che pulisce, anche [...] il diminutivo di bambinaia. [...] Petrovna [...] ul-traottantenne per la cronaca, o [...] nonna [...] è la [...] numero uno della Russia. Ieri la [...] le ha de-dicato [...] pagina con una bel-la foto [...]. Non perchè pulisca e [...] delle altre, ma perchè da quasi 60 [...] sancta sanctorum del potere, [...] superstite -tra gli «abitanti» [...] Crem-lino [...] purghe, culti della perso-nalità, stagnazioni e battaglie [...]. Si dice -racconta il [...] al presidente [...] nonna [...] sia [...] persona cui non si [...]. Quando lei entra al Cremlino [...] si mettono [...] e lei offre sempre [...] o un biscottino fatto in casa. [...] come tante giovani [...] decise di venire a Mosca [...] una remota provincia nel 1937. Era inverno ma lei [...] Cremlino per domandare [...] in prova, da povera [...] sue leggere calzature fatte di fibra di [...] farsi prestare un paio di stivali prima [...]. Il suo primo incarico [...] spazzare la neve ma presto, ap-prezzata la [...] fu promossa da spalatrice e netturbi-na a [...] contatto con i grandi. [...] in poi [...] ha sempre suddiviso i [...] Cremlino in due categorie: quelli che puliscono le [...] entrare e quelli che non lo fanno. Stalin, Breznev, [...] e il capo del [...] passano per essere «buoni», [...]. Una categoria a parte, [...] erano quelli che portavano le calosce. Pochissi-mi invero, solo [...] del [...] e il boia staliniano [...]. La [...] è sempre stata con-sapevole [...] i suoi «clienti» e li ha trattati [...]. Colui, però, che le [...] era Stalin. Mi capitava mentre sradicavo [...] praticelli di [...] uscire dallo studio, sedersi [...] e fumare la pipa. Mi guarda-va con tenerezza, [...] le lacrime agli occhi. Soffriva per il [...]. Ora si pettegola che [...] repressioni, ma io per la verità non [...]. Una sola volta [...] si arrabbiò con Stalin. Fu quando fece buttare [...] del Cremlino una grande cam-pana e perciò [...] iscrisse mai al [...] «Sono credente e loro [...] le chiese». Per lo stesso motivo [...] le resta il più [...]. Anzi, ho sentito dire [...] fatto credente. Va di nascosto in [...] alla chetichella per non farsi sorprendere da [...]. E fa bene, come [...] la Russia senza Dio?». Di [...] non-na [...] serba un ricordo sgradevo-le. Quando si costruiva dentro [...] Cremlino [...] palazzo dei congressi cadde [...] tratto un muro che [...]. [...] non [...] quasi mai visto men-tre Breznev [...] lei è stato «diverso»: «Prima era arzillo e poi [...] giorno ve-do che si è ridotto male. Quando è morto ho [...] più di Stalin». Quando si è ammalato [...] si è crucciata tanto [...] uomo incostante sì ma non è cat-tivo, [...] per primo». E poi loro due [...] «Boris fa le pulizie in Russia, io al Cremlino, [...] più robe da mettere a posto, fa [...]. [...] Il fisioterapista Alberto Cairo, [...] dal New York [...] Un angelo italiano in [...] Kabul «Lavoro per far camminare la gente» KABUL Molti [...] stra-nieri sono familiari in Afghanistan, da Ronald Reagan [...] Leonid Breznev. Ma uno solo provoca [...] di riconoscimento e gra-titudine: quello di Alberto Cairo, [...] semplicemente «Alberto», come lo chiamano tutti quelli [...]. A celebrare questo ex avvocato [...] 44 anni, diventato [...] di Kabul» ci ha pensato [...] New York [...] ieri con un lungo ritratto [...] straniero di una Kabul xenofoba». E [...] Tribune gli ha reso analogo [...] in prima pagina. Alto, magro, con una [...] asceta e [...] ele-gante di chi ha [...] gio-catore da tennis, Cairo si è lasciato [...] sette anni fa, do-po [...] preso un diploma da [...] approdato in un ospedale di guerra allestito [...] Croce Rossa Internazionale a Ka-bul. Lì è iniziato il [...] nella ferma decisione di mettere la propria [...] di quella degli altri. Oggi dirige quattro centri [...] Kabul, [...] e [...] prestando la [...] opera in un paese [...] hanno perso gli arti in combatti-mento oppure [...] e altri duecentomila soffrono delle deformità portate [...] la poliomelite, malat-tie tornate con la miseria [...] di guerra. Nei suoi centri lavorano [...] molti dei qua-li ex pazienti (solo a Kabul [...] su cento). Nella maggior parte sono [...] arti artificiali. Lavorano artigianal-mente, ovviamente, senza [...] disposizione e uti-lizzando tutto quello che si [...] una città devastata dalle bombe: dadi, bulloni, [...] di tank, biciclette e lavatrici. Ma il segreto di Alberto [...] solo in questa nostrana arte di arrangiarsi. A [...] speciale, è il giudizio [...] e collaboratori, è la [...] le piccole attenzioni [...] suo lavoro: come il grande spec-chio posto [...] corridoio, una sorta di strada della speranza, [...] camminare per la prima volta soldati, donne [...]. Perchè Cairo non solo [...] camminare la gente, ma insie-me ha fatto [...] creando [...] di pace in un [...] crudeltà della guerra. Se partisse ci sentiremmo [...]. Nella cupa Kabul dominata [...] il centro ortopedico è [...] luoghi dove si pos-sono vedere uomini e [...] diverse etnie, ridere as-sieme in [...] rilassata. Anche se ora vengono [...] in poche riescono ad accom-pagnare i figli. E Cairo che versa [...] suo salario per aiutare chi ne ha [...] affatto [...] nè pensa di [...] «Far camminare la gente [...] New York [...] -mi procura una gioia [...] conoscevo». [...] di Kabul» (come [...] definito il New York [...] che gli ha dedicato [...] articolo) è un ex avvocato italiano approdato [...] con un diploma da fisiote-rapista in un [...] allestito dalla Croce rossa internazionale. Oggi dirige ben quattro [...] arti arti-ficiali costruiti con dadi, bulloni e [...] armato, re-stituisce la possibilità di camminare a [...] per i disastri della guerra. /// [...] /// Oggi dirige ben quattro [...] arti arti-ficiali costruiti con dadi, bulloni e [...] armato, re-stituisce la possibilità di camminare a [...] per i disastri della guerra. (0)
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