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Così attesta la carta [...] na-to il primo giugno 1960. /// [...] /// Occhi verdi, capelli biondi, altezza [...] e [...] celibe, im-piegato. Ma al [...] Marco può capitare, forse [...] sentirsi assai meno vecchio di quanto in [...] di avvertire il passato come una soma [...] non gli gravasse sul-le spalle ma lo [...] ad un filo. Un [...] come per i bambini, [...] dietro il giocattolo, [...]. Ma non [...] infantilismo in questa evane-scenza [...] estraneità, e neppure noncuranza. [...] invece la ventura di [...] il privile-gio inesplicabile di un doppio co-minciamento. Sui suoi documenti non [...] ma è come se Marco fosse nato [...] anni fa la prima, dal grembo di [...] del [...] la seconda, da un [...] quando a dispetto di ogni infausta previsione [...] settimana di coma e tornò nel mondo [...] cui lo «schiaf-fone» di un autobus (è [...] che usa per quel terribile impatto: lo [...]. Così, giunto a metà [...] Mar-co [...] ricominciato, ha dovuto rico-minciare. Non che il passato sia [...] dalla [...] vita, espulso dalla [...] memoria. Resta intat-to, al di [...] gelida soglia odo-rosa di etere, irta di [...] ferri, abbagliata di luci, affollata di sco-nosciuti [...] sul volto. Ma è col suo [...] dovuto rifare i conti. Col presente e col [...]. La [...] vita -spiega -per oltre [...] percorsa in velocità, forse in [...] tranquilla dentro una famiglia [...] svogliata ma non inde-corosa carriera di studente, un di-ploma [...] odontotecnico, il servizio militare, poi [...] alle di-pendenze della stessa scuola [...] lo aveva diplomato: assistente nei laboratori di odontotecnica. Ma poi anche [...] una laurea in storia moderna [...] contemporanea con una tesi sul pensiero di Edward [...] una casa [...] il rapporto importante con una [...] poi il riaffiorare di una non sopita passio-ne per [...] scrittura, un corso trienna-le di giornalismo [...] e poi ancora seminari, articoli, [...] mediche, case editrici, divul-gazione, amici, viaggi. Rovinò a terra Poi, [...] 4 agosto [...] un martedì, la [...] vita veloce e leggera [...] come la bicicletta che cavalcava -andò ad [...] fiancata metallica di un pullman. Lo soccorsero, lo intuba-rono, [...] epidurale e lo spostamento del-la massa cerebrale [...]. Lo operarono senza illusioni. I giorni del coma [...] sapere se at-tengano alla morte o alla [...]. Se la vita continua, [...] confine tra il «prima» e il «dopo», [...] salto. E, sul dopo e [...] vortice di domande prese a girare dentro [...] e ricucita di Marco. Come se [...] fosse calata la notte, [...] buio, ed io non riuscissi a riannodare [...] ristabilire i collegamenti per far lu-ce. Non restava che aspettare [...]. Fu così per dieci mesi, [...] tempo -a [...] -di una nuova gestazione. Scrutavano il buio, gli [...] Marco. Era felice, cer-to, di averla [...] an-cora vivo e integro. Felice ma al tempo [...]. Non aveva avuto uguale fortuna Claudio, non [...] avuta Ornella, due amici morti [...] da ciclisti in due di-stinti incidenti, [...] poco prima, [...] poco dopo che lo «schiaffo-ne» [...] a lui. La ragazza, poi, lungo [...] in un punto neppure [...]. Quale il mistero di [...] Esiste un senso nella fatalità? Quanto [...] mancato perché re-stasse anche [...] suoi com-pagni [...] chi senza gam-be, chi [...] senza ra-gione? Qualche suo amico -vien-nese, se [...] valere -an-dava teorizzando che la vita contie-ne [...] gli elementi che la regolano, gli anticorpi, [...] se la velocità è trop-pa, ecco che [...] vita, a fer-marti. Ma che razza di [...] Guarda al passato, Marco, in una non facile [...] uguale, tutto ricominciava uguale: gli affetti, gli [...] un rap-porto di coppia vecchio di otto [...] quali di convivenza pie-na. /// [...] /// Cambiava il mio modo [...] vita, di valu-tare [...] delle cose, di sta-bilire [...] valori. La fretta, ad esempio, [...] senso. Sentivo ormai il bisogno [...] nuova cadenza, meno af-fannata e più riflessiva, [...] quotidiani, persino i più semplici: guardare, [...] bere un caf-fè. Della frenesia di un tempo, [...] traccia resta forse [...] nervoso, [...] di parole, negli strattoni alla [...]. Ma -racconta -poco dopo [...] che sembravano immu-tate cominciarono a mostrarsi di-verse. Forse sarebbero cambiate comunque, [...] solo il momento di una simultanea preci-pitazione. Ma avvenne allora. Ap-pena riaperte, le porte [...] lavoro cui Marco teneva di più: il [...] -tornarono a chiudersi; i progetti ieri promet-tenti [...] e incerti; più avari divennero i gesti [...] anche [...] o quel che ne [...]. Dice: «Importante era importante, [...]. Ave-vamo fatto insieme cose bellissime, [...] viaggi avventurosi: Lon-dra in bicicletta, [...] in auto-stop, [...] su una [...] sino ai confini della Russia. E anche dopo [...] lei era ri-masta accanto [...] tutto il tem-po. /// [...] /// Poi finirono nel silen-zio, [...] -chis-sà -che ciò che aveva [...] a [...] lo conservasse intatto anche a [...]. Forse [...] consumato tutto troppo in [...] un camino a cui dopo il primo [...] la legna. E dunque una vita in [...] per la prima volta. Non mi sembrava giu-sto. In fondo il ragazzo [...] era fatto migliaia di chilometri per venire [...] vetri [...] stava peggio di me. E ciò che avevo [...] -i ciechi, i muti, i paraplegici -non [...]. Oggi Marco vive da [...] anni fa; a scuola, come dieci anni [...] «a tempo pie-no»; e come agli inizi [...] fra le redazioni dei giornali, per semi-nare [...] frammenti di una non vinta aspirazione. È ciò che voleva? È [...] vi-ta? È come se [...] ra-gazzo? Risponde con [...] qualche giorno fa, in [...] San Giovanni, ha visto un vecchio che dava da [...]. Se-duto su una catena, la [...] fluen-te, interamente avvolto dalla nube di volatili, [...] mostrava di [...] perfino [...] qualcuno per nome. Marco ha fer-mato la [...] bici-cletta [...] ripresa, come per ripren-dersi [...] si è avvicinato e ha co-nosciuto Alfonso, [...] che quella piazza la frequen-ta dal [...] quando fuori dalle mura [...] distesa di prati. Per dire? Per dire che [...] incontro così, una sosta così, ieri per Marco non [...] stati possibili: «E invece ho imparato ad apprezzare [...] con la [...] emozione, ad estrarre ciò che [...] bello può [...] in un incontro, in un [...] in un gesto [...] in apparenza ba-nale». Ma debbo dire che [...] paura, è una con-dizione che affronto con [...]. Ho imparato ad apprezzare la [...] di me stesso. [...] in Lapponia, ho vis-suto [...] in un par-co, a contatto della natura, [...] tv, [...] se non quella del [...] moderna comodità. Ed è stata [...] incredibile. Non amo stare solo ma [...] vo-glio neppure costruire un legame che somigli a una [...]. E il lavoro a [...] «Neanche [...] mi piace, ma lo faccio con serietà [...] una miniera di esperienze, sia perché è [...] cui poggio qualunque altro progetto». È cu-rioso il rapporto [...] Marco [...] la professione di odontotecnico. A quattordici anni scelse [...] Testaccio perché sembrava la scuola «più como-da». Si rivelò al contrario [...] viva coi suoi ot-tomila studenti, impegnata -in [...] settanta -nel-le lotte sociali. Gli diede un diplo-ma, [...] testa molte idee, ma non poté [...] la pas-sione per un [...] ha mai esercitato. Nondimeno, nella medesima scuola [...] appena un migliaio di allievi, toc-ca a [...] funzionamento di uno dei laboratori ove si [...]. Un osser-vatorio importante, la [...] vede tutta [...] con docenti che hanno [...] di insegnare e ragazzi che non trovano [...]. Commenta: «Per anni ho [...] time, ciò che mi consen-tiva di scrivere, [...] e scienza, fare informazio-ne medica. Oggi sono tornato a un [...] che può appa-rire resa, rinuncia [...] vere aspirazioni. Forse in parte lo [...]. Ma solo in parte». E se Marco, giunto [...] dovesse svelare il suo sogno? Risponde senza [...] «Essere [...]. La immagino come [...] bellissima, una scommessa esal-tante. Una prova difficile, per [...] difficile. Trasmettere il me-glio che puoi, [...] meglio di ciò che sei e di ciò che [...] fatto». Paterni-tà come bilancio? «Forse. Ma an-che come sfida». Di qua la scuola, [...] servizio militare, un lavoro, un amore finito [...]. Un figlio forse: per [...] più difficile, [...] più esaltante. E a metà, quasi a [...] una terribile avventura nel tempo [...] tra la vita e la morte, [...] drammatica che lo ha costretto [...] rifare i conti. /// [...] /// E a metà, quasi a [...] una terribile avventura nel tempo [...] tra la vita e la morte, [...] drammatica che lo ha costretto [...] rifare i conti. (0)
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