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Studente universitario alla Cattolica, [...] della Rai, e ha collaborato al quotidiano [...] Palermo, al settimanale «il Tempo» e ad altre [...]. Ha esordito con un [...] «La [...] pubblicato da Mondadori nel [...] «il tornasole», diretta da Vittorini e Sereni. Consolo scrisse poi «Il [...] che apparve da Einaudi nel 1976 e [...] considerato come una delle opere più rilevanti [...] contemporanea. Mondadori lo ripresenterà a [...] dalla prima edizione, con uno [...] dello stesso Consolo. Al «Sorriso [...] marinaio», seguirono «Lunaria» (Einaudi 1985), «Le pietre di [...] (Mondadori 1985), «Retablo» (Sellerio 1987), «Nottetempo casa per casa» (Mondadori 1992), [...] e [...] (Mondadori 1994). La Chiesa richiama in [...] teologici». An-che se questa volta il [...] operato dovrebbe concludersi con [...] happy end. Per un risarcimento alla [...] di beatificazio-ne, di Girolamo Savonarola. Che i loro predecessori, [...] papa Alessandro VI (Ce-sare Borgia), nel 1498, [...] rogo, [...] giudicato responsabile di prediche [...] infuocate e che, comun-que, non apparivano in [...]. Già nel [...] il Postula-tore generale dei domenicani, [...] cui apparteneva Savona-rola, aveva presentato domanda di beatificazione. Girandola [...] di Firenze, Silvano Piovanelli, che [...] diverse occasio-ni si era mostrato propenso ad una revisione [...] caso. La do-manda è stata [...]. E il cardinale ha nominato [...] «censori teologici», una quindicina di esperti, chiamati a [...] opera omnia di [...] Girolamo per arrivare ad un [...] giudizio su quanto il frate aveva scritto. Esau-rita questa prima procedura, [...] ad una Commissione storica, che sarà lo [...] Piovanelli ad isti-tuire, che dovrà fornire un ulterio-re [...] più [...]. Il terzo ed ultimo [...] entrare in scena un tribunale, anche questo [...] ascolterà i testi «sulla fama attuale appunto [...] Savonarola». La fine è prevista [...] quinto centenario del rogo. Dopo di che il [...] Girolamo potrà fare il suo ingres-so tra i [...]. Vincenzo Consolo è un [...] vecchia data Arrivò una mattina di nebbia [...]. Entrò [...] il convitto universitario della Cattolica [...] via Necchi. Lì conobbe i fratelli De Mita, Gerardo Bianco, Ric-cardo Misasi. Loro erano studenti meridionali, [...]. Gli amici si diedero [...] con-tinuò a studiare, pensando alla lette-ratura. Così mi laureai a Messina, [...] una tesi sui di-ritti civili. La laurea era una specie [...] tributo ai miei genitori. Ma pensavo ad altro, [...] per il diritto privato. Cominciai ad insegnare educazione [...] agra-rie, in montagna, [...] conta-dino, negli anni della [...] popolari, del tramonto della riforma agraria e [...]. Di questa perdita che [...] di un paese volevo raccontare avendo di [...] Levi e di Cristo si è fermato [...] Eboli, [...] una lettera-tura sociologica e testimoniale». Dove nasce la vocazione [...] Prima [...] tutto dalle letture, [...] scelte in un deserto [...]. Da adolescente mi avvicinai [...] classici. Nella casa dei miei, che [...] commercianti, non [...] li-bri. Li trovai da un [...] pa-dre. Teneva i grandi russi [...] Victor Hugo, che lui chiamava [...] i Miserabili erano la [...] Bib-bia. I libri non me [...]. Pote-vo [...] solo a casa [...] sopra una tavola di marmo. Tante letture giovanili, ma [...] parlava il dialetto. Il passaggio dal dialetto [...] merito di mia sorella maggiore, che era [...] oggi ha [...]. Lei si era imposta di [...] al-la lingua. Così mi diceva: vieni [...] che parliamo. Parlare voleva dire conversare [...]. Allo stesso tempo insomma [...] la lingua e il dialetto, il dialetto [...] che aveva sentito soprattutto [...] greco bizantino. I nostri proverbi erano [...] bi-zantina. Mia madre ne ripeteva [...] greci e greci, non si vende [...]. Che vuol dire fra [...] esistere commer-ci. Adesso anche il dialetto [...] mentre un tempo le diffe-renze erano tante. Ad esempio tra i [...] scuola vi erano ra-gazzi che parlavano una [...]. Erano gli ultimi eredi [...] di mercenari lom-bardi, calati in Sicilia con [...] si erano insediati dopo la sconfitta degli [...]. Quei miei com-pagni erano [...] dei diversi. E da questa diversi-tà [...] inconsciamen-te fino [...] della comunica-zione, fin dal [...] feri-ta [...]. [...] narrante viene da uno [...] Sanfratello, cari-co della [...] diversità, che è diven-tata [...] della mia scrittu-ra. A proposito de «La [...] cominciò a parlare di influssi gaddiani. Si era conclusa la [...]. La mia ambizione era [...] il neorealismo. Mi inte-ressava [...] di Gadda e quella [...] Pasolini [...] Ragazzi di vita e Una vita violenta. Quando scrissi questo libro [...] riviste il Verri e il Caffè i [...] che sarebbe diventato il Gruppo 63, ma [...] non mi sono mai [...]. Non mi ritrovavo neppure [...] Calvino e di Sciascia, perchè mi pareva [...] dovesse attraverso la lingua esprimere il rifiuto [...] che aveva tradito le speranze di rinnovamento. La lingua è stru-mento [...]. Il rischio, però, attin-gendo [...] di essere se-gnato come scrittore dialettale: ave-vo [...] lezione di Ver-ga, che nel plurilinguismo aveva [...] codice centrale. [...] appartenendo a una so-cietà marginale [...] periferica, sce-glievo la via di una eccentricità non solo [...] ma anche di tipo eti-co, mentre scrittori come Sciascia [...] Pirandello saltavano questo passag-gio e guardavano a una patria [...]. Vale oggi lo stesso [...] della comuni-cazione di massa, [...] fronte a un italiano in-taccato dalle lingue [...] cancellato i dialetti e la memo-ria. E siccome la funzione [...] soprattutto nella salva-guardia della memoria, comincio a [...] a partire dal-la lingua. [...] della lingua è un [...] la narrativa, che vive un altro problema: [...] una società e quindi di un riferimento [...]. Da [...] nasce una sorta di ritra-zione [...] prosa verso il ritmo del-la poesia. Poi venne però il [...] lodato , «Il sorriso [...] ma-rinaio». Nel 1968 ero tornato [...] Milano. Un amico mi aveva [...] per funzionari alla Rai, Scia-scia mi stimolò, [...] non [...] più niente da fare, [...] il potere o fai la valigia. Poi sentivo anche il [...] il nord, la grande trasformazione del paese, [...] altri intellet-tuali che avevano lasciato le vecchie [...] entrati [...] come Volponi, [...] Ottie-ri, Fortini. Era anche [...] di Vittorini: studiare la [...] da un punto di vista linguistico. Partecipai allora al concorso Rai, [...] sede era Angelo Romanò. Vinsi insieme, tra gli [...] Franco Iseppi, ora direttore generale. Raf-faele Crovi, che dirigeva [...] della sede di Milano, mi affi-dò una [...]. Sorta di disil-lusione, mi [...] ai margi-ni. Tentai anche di abbandonare [...] Rai. In quegli anni milanesi [...] quel romanzo, cui pensavo da parecchio tempo [...] motivazione dal generale interesse per una revisione [...] risorgimentale, contro [...] e la retorica. Così lessi e rilessi [...] avevano affrontato quel perio-do storico, da Verga [...] Pirandello, [...] De Roberto, infine a Tomasi di Lam-pedusa. Aggiunsi il ricordo persona-le [...] Eolie ad esempio, di Li-pari e dei cavatori [...] di silicosi. A Cefalù entrai nella [...] erudito di nome Mandralisca e conobbi testi [...] siciliana [...] di tipo scientifico, me-morialistico, [...]. A Cefalù, in una [...] mio padre, avevo visto il ritratto di Antonello [...] Messina. Storie e immagini diverse: [...] con Milano fece in mo-do che entrassero [...] io volevo appunto rappresenta-re gli anni settanta [...] sociale e culturale del nostro paese, ricorrendo [...] rap-presentando in modo metaforico la voce di [...] lasciati ai margini, che non avevano il [...] di quanti come era accaduto nel 1860 [...] ingresso nella storia. Fra il [...] e il 71 scrissi [...] capitoli di questo romanzo e li affidai [...] antiquario di Milano, di origine siciliana che [...]. Capitò che Corrado Stajano [...] ne parlasse sul Giorno. Molti mi incitarono a [...] Einaudi [...] costrinse a finire. Perché con [...] e [...] ha cambiato registro? Non sono [...] prolifico, ho scrit-to dei libri che pensavo avessero una [...] necessità. Dopo la fortuna criti-ca [...] Sorriso [...] marinaio avrei potuto scrivere altri libri in [...]. Dopo un [...] di an-ni uscii invece [...] Luna-ria, in forma dialogica, per sfiducia nei [...] che in quegli anni diventava pletorico. Poi fu la volta [...] Le [...] di [...] che copre un ar-co [...] lungo dal secon-do dopoguerra fino ai giorni [...] Retablo, una favola settecente-sca di tipo illuministico. E quindi Nottetempo casa [...] come una tragedia in forma sto-rica, senza [...] roman-zo, svolgimento, culmine, plot, con-clusione. [...] e [...] è stret-tamente legato a Nottetempo [...] per casa. Ho voluto uscire dalla fin-zione [...] e [...] lun-go lo schema classico del [...] del ritorno, scrivere di una realtà non in forma [...] invenzione lettera-ria. Ci sono ovviamente squarci narrativi, [...] la me-moria, ma [...] e [...] è un viaggio nella realtà. Si assottiglia e quasi [...] e comunicativo che è proprio del romanzo. Giorgio Manacorda in un [...] ha catalogato tra gli otto migliori libri [...]. Ma io non mi [...]. Come nasce la vocazione [...] venuto dal Sud negli anni Cinquanta. Dalle prime esperienze intellettuali [...] Cattolica [...] Milano, [...] in zone montane di [...] scoperta dei ceti subalterni. Il lavoro al-la Rai, [...] Vittorini, Sereni e Sciascia e il grande [...] «Il sorriso [...] marinaio». Una ricerca che è [...] il lontano, distante dal [...] Calvino e che scava nel vissuto della [...]. ORESTE PIVETTA [...] Giovanni Giovannetti DALLA PRIMA PAGINA [...]. Penso a [...] alla Carson, a [...]. Certo, per la sinistra una [...] generale, sostenuta da alcuni valori cardine, costituisce una necessità [...]. Il progetto di un [...] migliorabile grazie a uno [...] la sinistra. Oggi esiste, infatti, la possibilità [...] che la necessità di una nuova collabora-zione fra pensiero [...] e [...] politico. Il tema [...] ad esempio, costringe tutti a [...] in termini generali a [...] sul futuro, partendo da com-petenze [...]. È la limitatez-za ormai disvelata [...] natura a mostrarci che il capitalismo nella [...] intima logica, è una macchina [...] corre verso [...] del pianeta. La terza rivoluzione indu-striale, [...] a ridurre il bisogno di lavoro umano [...] inim-maginabili. E anche tale processo [...] a guardare quella faccia della globalizzazione che [...] critico degli intellettuali e capacità del politico [...] propria azione in un orizzonte di prospettiva [...] valori universali. [...] par-te non si tratta [...] aprire gli Uffizi al contemporaneo, che già [...] se [...] la pre-senza, e in [...]. Che i più grandi [...] includano nel loro itinerario esposi-tivo il contemporaneo, [...] per sé negativo. [...] accaduto da anni nel-la Pinacoteca [...] Brera, a Milano, co-me nella stessa Pinacoteca vaticana. Più clamorosamente è appena [...] Galleria nazionale di Ca-podimonte, a Napoli. Nel museo una esibita [...] e presente potrà in qualche misura an-che [...] meno diffidente a [...] da parte dei meno [...]. Tutta-via [...] o meno, [...] tale estensione non potrà [...] caso per caso, rispetto cioè a specifiche [...]. La questione cruciale è [...] estensioni a fronte [...] o della prospettiva di [...] contesto urbano, di istituzioni museali dedite specificamente [...] sia che queste afferiscano ad enti locali, [...]. Vale a di-re se [...] contempora-neo da parte di tali musei intenda [...] nel senso di un assolvi-mento, o comunque [...] nella medesima città, del compi-to istituzionale di [...] XX secolo. A Napoli, per esem-pio, [...] soprinten-dente Spinosa la recente consistente estensione al [...] di offerta museale di Capo-dimonte (in proprio, [...] provvisori) chiaramente si è sostituita [...] inva-no dibattuto problema [...] di una Galleria [...] contempo-ranea, comunale. Della quale tutta-via permane più [...] mai ugualmen-te [...] necessità, ove [...] intenda una rappresentazione museale del [...] esauriente vera-mente soltanto se configurata in ter-mini di esemplificazione [...] tessuto storico complesso della ricerca. A cominciare da quella [...] territoriale locale: nella fattispecie, le vicende artistiche [...] lungo il XX se-colo. A dialettico confronto del [...] nei limiti delle pos-sibilità, esempi di altre [...] o straniere, rilevanti, connesse, o meno, direttamente [...] frequentazione territo-riale. Ed è impostazione assai [...] celebrativa, di riscontro piuttosto manualistico, delle presen-ze [...] a Capodimonte. Né [...] parte, per quanto anche [...] al-trimenti risultare il progetto cultura-le, un museo [...] spingersi oltre, quanto al contem-poraneo. Neppure a Firenze il [...] rappresentatività cittadina del contemporaneo potrà certamente essere [...] degli Uffi-zi. Tanto più che nel [...] istituzione stata-le specificamente dedi-ta [...] Italia [...] contempo-raneo, oltre alla Galle-ria nazionale [...] moderna e contempo-ranea romana. Cioè la Galleria [...] arte moder-na di Palazzo Pitti. La cui portata risulta [...] lasciando sostan-zialmente tale proble-ma in larga parte [...]. [...] amministrazione co-munale fiorentina ma-nifesta ben [...] interesse per il costi-tuendo Centro per le arti visive [...] Galileo, sostanzialmente mirato [...] attività espositiva, che non ne [...] per [...] mu-seo [...] contemporanea. Che sia capace di [...] deci-sivo il finora sottoutilizzato cospicuo patrimonio di [...] Comune stesso, collocate precaria-mente in depositi, e [...] di fruizione, come nel ca-so dei non [...] Raccolta Alberto Della Ragione. [...] con preesi-stenze, quali il Museo Marini. Nella relazione conclusiva del Rapporto [...] in Toscana, elaborato per [...] Regione Toscana assieme ad un gruppo di allievi della Scuola [...] di Siena, ho [...] pro-posto che tale ruolo [...] la stessa Galleria Pitti, in locali più [...] in Galleria nazionale [...] moderna e con-temporanea. La questione del riscontro mu-seale [...] andrà in-fatti risolutamente affrontato nelle [...] di lavoro [...] ministero per la Cultura. Sia come agevolazione alla [...] istituzioni connesse ad enti locali (le Gallerie [...] sia come costituzione di alcune altre istituzioni [...]. A Milano esistono sì una Civica galleria [...] moderna nella Villa Reale, e [...] Civico museo [...] contempora-nea [...] in Palazzo Reale, cospicui per [...] di opere, benché tuttora il secondo [...] disposizione. E tuttavia vi sa-rebbe [...] per una istituzione museale statale dedicata al [...] prestigio. [...] considerazione: [...] di più [...] anziché di [...] istituzione statale atti-nente al contemporaneo [...] anche al riconoscimento della necessità di requisiti specifici di [...] per il reclutamento del relativo personale direttivo e di [...] evitando così il nefasto attuale trapasso da competenze [...] attinenti [...] del passato a compiti operativi [...] alla problematica [...] arte del XX secolo, e [...] presente. I quali sono [...] e specifica cosa, almeno [...] aspirare ad avere voce in capitolo a [...] non altro europeo. /// [...] /// I quali sono [...] e specifica cosa, almeno [...] aspirare ad avere voce in capitolo a [...] non altro europeo. (0)
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