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Io, dopo millenni e [...] cercavo, li ho finalmente trovati, e senza [...] inviare il coupon. Ce li ho da [...] li ho acquistati a [...] un sobborgo elegante di San Francisco, [...] non posso dire che da allora la [...] sia mutata. Se parto da così [...] del presen-te, è soltanto [...] a raggi x, a torto o a [...] voglia o no, possono essere ritenuti [...] di [...] trovata prodigiosa. Lo so, nel primo caso [...] trat-tava di semplice e banale voyeurismo, eppure la sostanza [...] cambia quando [...] di mezzo il desiderio [...] felici con [...] simile. Così io ardo già [...] vedo [...] che assieme al Duemila [...] in grado di smussare e cancellare ogni [...] e gli altri, meglio, le altre. Ora, già che ci [...] assassinare il tempo e i quattro anni [...] dalla mattina in cui potrò finalmente presentarmi [...] della mia città, prendo [...] per iscritto i dati, le informazioni, gli [...] che mi riguardano. Ecco, per cominciare, peccando [...] dovrò dire [...] nato in un paese dove [...] pra-tica il sincero sport [...] rivolto al dirimpettaio e forse [...] ai consanguinei. Subito dopo sarà giusto [...] creduto, fino a qualche anno fa, nella [...] nel terrore rosso, tanto da pensare a Lenin [...] uno zio, lo zio prediletto. Poi, sapete [...] qualco-sa è cambiato, e [...] ideale, me ne sono scelto [...] più estremista del primo [...] struggente. [...] leggendario comandante anarchico, colui che [...] armi affermò le ragioni del comunismo libertario in Aragona, [...] remoto [...]. Capite bene che non [...] un soggetto facile da piazzare, quante persone [...] saranno dispo-ste a [...] dietro? Insomma, da [...] al Duemila quando la [...] pronta, è proprio sicuro che riuscirò a [...] disposta a portarmi via? Perché, sia chiaro, [...] la pretendo proprio come me, in tutto [...] indole: mi do-vrà assomigliare finanche nella qualità [...] vorrò belva, belva, solenne-mente fiera di essere [...]. È, come ho gia [...] sul suo altare i miei stessi lari, [...] pupazzi; il grande [...] per cominciare, e poi, [...] ordine sparso qualche altro eroe segnato dal [...] disfatta, per-ché, sia chiaro ancora, che la [...] dovrà porsi sempre e comunque dalla parte [...] anco-ra sotto le bandiere del torto marcio. Quindi, a pensarci bene [...] informazioni necessarie alla spilla per funzionare basterà [...] un grande no esteso a tutto e [...]. Se le cose dovranno [...] immagino già il mio colloquio futuro con [...]. In un bel primo [...] colmo di persone in fila pazienti -una [...] dei saldi, da distribuzione gratuita di ogni [...] Dio -e io lì, fiducioso, quando giunge il [...] io, rivolto al programmatore, dopo un am-pio [...] queste parole: mi chiamo così, sono felice [...] in questo secolo, anzi, [...] scelto, questo secolo, il Novecento, [...] tanto che mi spia-ce [...] bene, signor [...] se proprio è neces-sario [...] di strada, allora, gradirei che mo-strasse i [...] vorrei che mi combaciasse piena-mente, soprattutto che [...] mia passione per il povero [...]. /// [...] /// Adesso, nella mia immaginazione [...] 2 gennaio del 2000, e io sono [...] secolo, non posso dire ancora di che [...] mio cappotto quel giorno, però il chip [...] del bavero, come un vecchio distintivo di [...]. Piove, e non [...] nessuno in strada, piove [...] non [...] ombra di passanti, piove [...] ma io non demordo, diluvia, diluvia proprio, [...] portone provo a leggere le istruzioni del [...] è già tutto bagnato mi invita alla [...] a mettermi in cammino, vorrei, ma diluvia [...] tor-nano in mente le parole di Emilienne [...] la compagna di [...] «quello che è finito, [...]. Non si fa due [...] rivoluzione». È vero, ma io [...] sperare che il diluvio prima o poi [...]. /// [...] /// [...] la vorrei belva, belva Via, [...] Meglio da soli al modo antico FULVIO ABBATE SANDRO ONOFRI TUTTO di scatto. Alfio si sveglia, dà [...] co-perte, va di corsa al gabinetto e [...] nel ces-so: il Valium, via. Via il [...] e pure [...] via. E que-sto, il [...]. No, il [...] me lo voglio trattare [...]. Fuori alla finestra, come [...] quando ero ragaz-zino e facevo la gara [...] più lontano. /// [...] /// E questa ipocondria che [...] fiato, mi fa smorire per la paura [...]. Via, via tutto. E sia quel che [...] sarà meglio della non vita che mi [...] con la [...] aria calda calda, e [...] di medi-cine, panni tristi, e troppe sigarette, [...] e corpi casuali di cui mi accontentavo. Via, via medici, via [...]. Largo al mistero! Mettete dei tappeti sotto i [...]. Via cibi ge-nuini, e [...] riviste scientifiche. Via, via, [...] la scienza! Ma cosa, cosa di [...] che mi ha fatto stamattina non svegliare [...]. Rinato, Alfio è rinato! O forse no, forse [...] aspetto. È meglio, potrebbe es-sere [...] uno scherzo infame della mia de-pressione puttana. Come è successo un [...] due anni fa. Ogni volta ci credo. Ma stavolta no, stavolta [...] coccolo questo momento, mi carezzo la pazzia [...] ha preso stamattina, la convinco a restare [...] non lasciarmi più. E questo, soprattutto. [...] investimento intelligente per depressi [...] tristi: il microchip per [...] gemella, la discreta spilletta [...] giacca, che scornacchia al mondo intero quanto [...] tanto triste, e cerco anime lo stesso [...] un [...] timi-de, contrite, che si [...] strette, timorose di non piacere, prede della [...] cagna di trovare in me la persona [...] le sofferenze, le umi-liazioni inghiottite, le rabbie [...]. Che ho fatto? Che [...] Ci credevo, davvero ci credevo. Giornali, riviste, televisio-ni. Mi hanno convinto. Apparten-go al mondo delle [...]. Giro col marchio della [...]. Da stamattina basta, non [...]. Niente più aspettative da [...]. Sono solo, sono brutto, [...]. Ah, il sole di stamattina [...] avere combinato un [...] di ormoni, nelle [...] vene. Via an-che questa spilletta [...] grigie! La gioia furiosa [...] questo devo avere sognato stanotte! [...] di te che ti azzanna [...] ti istiga! [...] pure le meraviglie della tecnolo-gia. Sono solo e nudo [...]. [...] gemella sono io, allora. /// [...] /// Con due fiche sempre [...] gratis, e che non chiedono di conoscere [...] mano, destra e sinistra. Al modo antico, che [...]. Lì, su quel muretto [...] sole, [...] nelle vene che [...] e addosso le voci [...] e i miei sospiri. Di gioia, finalmente. Di libertà, in-fine. E [...] pure il microchip. La notizia viene dalla Gran Bretagna [...] ha già incuriosito i media di tutto [...] forse già nel 2000, potrebbe essere messo [...] microchip celato in una spilla o in [...] permetterà a tutti, soprattutto i timidi, di [...] svelando le rispettive affinità elettive. Sotto il profilo tecnologico i [...] da superare non sono molti: secondo [...] Simon Turner, direttore del laboratorio [...] che dovrebbe confezionare [...] il microchip sarà in primo [...] un dispositivo di memoria. Conterrà un profilo [...] che lo indossa, con [...] aspirazioni, interessi, e passatempi preferiti, nonchè un [...] persona desiderata. I problemi sono di [...] perchè il microchip riesca a stabilire un [...] microchip di ugual tipo e scambiare le [...]. [...] problema, è come il chip [...] avvisare se [...] gemella si è trovata. Meglio un segnale acustico [...] Su questi problemi tecnologia e magari gli psicologi [...]. Intanto la semplice idea di [...] svelare [...] di una persona, grazie a [...] chip, scatena la fantasia. Cuore di chip [...] potenti e. Accanto, [...] «Istante» Quei tre mesi con [...] poi [...] cominciò a vibrare VALERIA VIGANÒ PENSAVA a quando era uscita con la scatola in ta-sca. Minuscola e fragile, le stava [...] una mano. Sa-lendo in macchina aveva avuto [...] paura di [...] che le scivolasse via come [...] era accaduto quel capodanno che Giovanni le aveva chiesto [...] subito scomparso senza un rumore [...] un piccolo tonfo. Lei non aveva sentito [...] fo-dera né [...] di peso e di [...] e nemmeno quanto fosse prezioso. [...] era caduto chissà dove, [...] alla strada o magari in un ne-gozio [...] un paio di pantaloni. Adesso che ci pensava [...] cose piccole e stava in ansia per [...]. Non perdeva mai i [...] i suoi naturalmente, ma quelli della biblioteca [...]. Conosceva bene volumi e [...] consistenza e grandezza, i frontespizi, i caratteri, [...] e le parole che vi erano stampate. Era una assistente di [...] affidabile per studenti e ricercatori che passava-no [...] testi su opere [...] e testi di critica [...]. La memoria che aveva di [...] stanze [...] decorate di affreschi seicenteschi e [...] di legno, era una memoria speciale. Mostrava grande sicu-rezza nel [...] in consultazione, o indirizzando [...] il neofita che si perdeva tra corridoi [...] molteplici lingue. Quella infatti era una biblioteca [...] lei definiva internazionale. Per [...] occorreva una noiosa trafila burocratica [...] una vol-ta ammessi il meglio della tradizione e della [...] informatizzata era a disposizione. È stato proprio chiacchierando [...] le rare volte che [...] banco del computer e sorseggiava un caffè [...] aveva saputo di questa strana inno-vazione, il [...] radicata so-prattutto nei giovani che stavano tra [...] i [...]. La [...] età, si era sorpresa. E anche quella di [...]. [...] veniva in biblioteca da [...] quan-do aveva ricevuto una borsa di studio [...] deciso di risiedere a Roma. Faceva lunghe ricerche tele-matiche, [...] schermo del computer, leg-gendo i dati di [...] scambiando opinioni e lavoro con un suo [...] Columbia, scaricando sul suo dischetto ricerche e [...]. Si era impi-gliato in [...] aveva a che fare con Michelangelo architetto. Ogni tanto alzava gli [...] quelli della assistente che controllavano [...] e la disciplina della [...]. Lei lo ricambiava, semplicemente [...]. [...] era di un biondo [...] esiste dalle nostre parti, pensava sempre lei. Ma aveva una car-nagione scura [...] esiste solo dalle nostre parti. Portava occhiali azzurri di [...] rigirava i capelli lisci dietro le orecchie [...] cose alla volta. Aveva una penna che usava [...]. Qualche volta se la [...] gliene prestava una. Lui talvolta si scordava [...]. Era stato [...] a [...] quella storia del microprocessore. E poi metti dentro i [...] desideri, ciò che [...] da [...] gemella. Poi se incroci una persona [...] ha fatto lo stesso, i due [...] si riconosco-no e emettono un [...]. [...] immagino». [...] aveva riso. E che non so [...] una pizza, amo i cani, non seguo [...] pazzo per i romantici inglesi, possiedo un [...]. E che se devo [...] don-na ideale non penso neanche un [...] a Michelangelo ma a Botticelli». Mi piacciono le ragazze [...] neri, e. Lei aveva guardato [...]. Per tutti i tre mesi [...] creduto che fosse [...] della [...] vita, perché davvero la pensavano [...] stesso modo. Anche se lei preferiva [...]. E sintetizzata nel [...] la [...] essenza, le era parso possibile [...] altrettanto con la propria e [...]. Almeno i chip avrebbero [...] della timidezza. La mattina che aveva [...] fragile e minusco-la [...] benedetto e se lo [...] giacca, aveva appositamente oltrepassato [...] sommerso di dizionari. Poi gli si era [...]. /// [...] /// Non era accaduto nulla. Stizzita aveva proseguito con [...] il braccio. I suoi passi riecheggiavano [...] marmo che portava in direzione, nel silenzio [...]. Improvvisamente il suo [...] aveva preso a vibrare [...] sobbalzata. Le era caduto il [...] ap-punti per [...] nel mezzo. Si era chinata, cercando [...] che suonava a vanvera. Una mano estranea si [...] di lei e [...] a raccatta-re i fogli. In ginocchio lei aveva [...] mentre il suo [...] tremava tutto. Di fronte, un [...] più in alto, aveva visto [...] uguale al suo che emetteva [...] brusio vibrante. Apparteneva a una ragazza [...] pelle scura e gli occhiali blu e [...] ri-volto propino a lei. /// [...] /// Apparteneva a una ragazza [...] pelle scura e gli occhiali blu e [...] ri-volto propino a lei. 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