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E [...] adora «La vita è bella» VIDEOCLIP Arriva «Alt. [...] musica alternativa ogni venerdì [...] FAVOLA SUL LAGER Sul film [...] il dibattito E [...] chi dice che il rifiuto [...] realtà favorisca [...]. /// [...] /// Argomento [...]. /// [...] /// DAL CORRISPONDENTE GIANNI [...] PARIGI Incensato dal «Figaro», [...] «divina sorpresa» del festival di [...] e dal [...] che vi riconosce «la [...] fronte alla tra-gedia», La vita è bella [...] Roberto Benigni -da due giorni sugli schermi francesi, mentre [...] States [...] sta assistendo a un grande trionfo del [...] al prestigioso «David [...] Show» -non piace invece [...] «Le Monde» e [...]. Il primo è molto [...]. Sa-muel [...] sostiene che il film, «rifiutando [...] affrontare la realtà, milita, con le sue goffag-gini, in [...]. Dice il critico di «Le Monde»: «La vi-ta è bella, dunque. O meglio, come ci [...] Roberto Beni-gni, bisogna che la vita sia bel-la». E così continua: «Deconte-stualizzando [...] ri-cercando la favola piuttosto che i fatti, [...] di cui pretende di onorare la memoria [...] numeri». Benigni «cerca di rimpiazzare [...] Storia [...] la memoria. Non [...] la de-portazione in quanto tale [...] solo [...] che qualche milione di persone [...] partite in fu-mo». Quella di Benigni è [...] mira ad ipnotizzare, quindi ad addormentare». Cer-to, riconosce il critico, Benigni [...] che bisogna dimenti-care, ma «il suo culto [...] già i sintomi [...]. Sullo stesso giornale [...] analizza il film e [...] ha suscita-to. Ritiene «inquietante» il mo-do [...] state respinte le critiche a Benigni: «Dietro [...] ritrova una formula: [...] discutete questo film per-ché [...]. Questo primato [...] contro il pensiero, questa [...] critico è il fondamen-to del fascismo». [...] trova una giustificazione in [...] scudi a difesa di Benigni («a cominciare [...] Vel-troni»): la necessità di difendere «la [...] del [...]. Gli pare «una buona cosa», [...] ritiene «singolare» che La vi-ta è bella sia stato [...] come simbolo di questa [...]. Mentre su [...] Didier Péron si limita [...] film come un «incantesimo semplicistico» e lo [...] consolatoria di [...]. /// [...] /// ALBERTO CRESPI «La guerra [...] stupida. È una cosa sporca e [...]. Non [...] nulla di glorioso [...] un [...]. [...] erano costretti a gettarsi [...] solo perché i generali aveva-no [...] che quello era il loro do-vere». Steven Spielberg, su Salvate [...] Ryan, 1998? Signornò: Raoul Walsh, su [...] Price [...] 1926. Questo per affermare due [...]. La prima: la guerra [...] sempre forte, se già 72 anni fa Walsh [...] un grandissimo film (ri-visto, in una magnifica [...] Giornate del muto di Pordenone) sul primo [...]. La seconda: [...] poco di nuovo sotto [...] fa abbastanza tenerezza leggere -come si è [...] Salvate il soldato Ryan è «la guerra come [...] vista al cinema». Al di là del [...] della prima [...] nel film di Spielberg [...] che non ab-biate già visto in Soldato [...] o nel Mucchio selvaggio (anno 1969). E non fatevi fuorviare [...] quelli erano western: che cosa fa-cevano, nel West, [...] combattersi e prendersi a fucilate? Da almeno [...] cinema ame-ricano oscilla tra la condanna e [...]. Ci sono stati mo-menti [...] registi e produt-tori hanno volu-to [...] e la spor-cizia, come [...] Walsh [...] citazione [...]. [...] Price [...] «a che prezzo la [...] un primo esempio. Eccone altri: [...] niente di nuovo di Lewis [...] da Remarque (1930); Il [...] morto ancora di Walsh (1958); Orizzonti di [...] Stanley Kubrick (1957); [...]. [...] canto, ci sono stati momenti [...] cui i cineasti (anche per precise direttive politiche) hanno [...] una guerra «giusta», eroica, pulita, [...]. E, soprattutto, spettacolare: come [...] seconda guer-ra mondiale, dal Giorno più lungo [...] To-ra! /// [...] /// Non è semplice decidere [...] inserire [...] film di Spielberg. Ma, proseguendo nel no-stro [...] mandare [...] Price [...] di Walsh a far [...] Ryan. Forzando molto [...] potremmo dire che Walsh [...] soldati Ryan di 70 anni fa. Nel film, Victor [...] e Edmund Lowe sono [...] divisi da una fraterna rivalità (la tipica, [...] tanto cara alla cultura americana e a Walsh [...]. Giunti in Francia, combattono [...] e amano la stessa ragazza (Dolo-res Del Rio), [...] ogni volta che li vede partire per [...]. Walsh alterna con grande [...] anche ironiche, della vita nelle retrovie con [...] della battaglia. Lo squallore della vita [...] in trincea è descritto senza mezzi termini. Per non parlare del [...] le didascalie sono «neutre», il film è [...] riesca a leggere le lab-bra può capire [...] usino un turpiloquio che farebbe arrossire Tarantino. È [...] nel cinema americano della parola [...] anche se solo muta. Griffith, nel 1915, aveva [...] di Secessione con toni eroici in La [...] nazione; Chaplin, nel 1918, aveva sfoderato tutto [...] in Charlot soldato; Walsh, nel 1926, sembra [...] di film che de-nunciano [...] della guerra semplicemente [...]. Anche [...] e Full Metal [...] non sono film dichia-ratamente [...] la follia del con-flitto e il funzionamento [...] militari. Ogni giudizio è a [...]. Salvate il soldato Ryan, [...] i due estremi: [...] della carneficina è seguito [...] del generale Marshall, raffigurato come un buon [...]. Forse The [...] Red Line di Ter-rence Malick [...] film di guerra in arrivo nella stagione [...] bilancio definitivo. Non solo Ryan Le [...] Hollywood Walsh già nel [...] anticipa Spielberg Arriva «The [...] Red Line» di Malick [...]. Questi aggettivi tutti insieme [...] spesi nep-pure per Totò Riina. Un simile onore è [...] a noi, i commissari voluti da Veltroni [...] regolamentare [...] del cinema ita-liano. Da quando ci siamo [...] e mez-zo fa, i giornali si occupano [...] nostro operato. [...] inutile [...] si rivela puntualmente malevola. Noi spreconi, dilettan-ti, ruffiani [...] in sette: Dacia Maraini, Mario Verdone, Gian Piero Brunetta, Mario Fortuna-to, Oreste De Fornari, Giulio Baffi e [...]. Il nostro compito è [...] circa 175 miliardi [...] suddivisi più o meno [...] tra i fon-di destinati ai film «di [...] e i sostegni alle manifestazioni, alle pubblicazioni [...] per promuovere il nostro cinema in Ita-lia [...]. [...] esaminiamo circa 300 sceneggiature e [...] di altre pratiche. A fronte di questo [...] un get-tone di presenza [...] lire nette) per le [...]. Nessun altro compenso. Senza contare [...] dan-no che deriva [...]. Infatti, a differen-za dei [...] dal governo Berlu-sconi, noi non possiamo scrivere [...] o dirigere film, e neppure partecipare ai [...]. Saremo spreconi, dilettanti, ruffiani [...] i film che abbiamo finanziato ottengono impor-tanti [...] Italia e [...] e incassano sei volte [...] quelli finanziati dalle precedenti commissioni. Ma non mi trovo [...] spazio al mio vec-chio giornale allo scopo [...] altre testate. Degli insulti e delle [...] i fori competenti. Ciò che veramente mi indigna [...] ri-petere continuamente che il cinema [...] è [...] del tutto fallimentare. Mi indigna perché è [...]. Un falso clamoroso. Guardate Vittorio Cecchi Gori, [...] industriale cinematografico italiano. Delle sue tante imprese, il [...] è [...] tuttora la più florida. Lasciamo da parte per [...] cultura e par-liamo di vile denaro. Fra i tanti che [...] cinema italiano troviamo, in prima fila, i [...] Rai e di [...]. Ogni qualvolta un pro-duttore [...] chiede loro udienza per sottoporre un progetto, [...] frequenti sono: «Lascia perdere», «cambia mestiere», «il [...] fuori tar-get». Oppure, nel migliore dei casi, [...] «Ti posso dare una piccola [...] ma soltanto in nome della vecchia amicizia». Se è vero che [...] raramente ottengono in-cassi incoraggianti al botteghino, è [...] un film, qualsiasi film, ha una vita [...]. Oggi la sala cinematografica [...] culla di un film. Poi il film continua [...] le videocassette (prima in edicola, poi nei [...] nuovo in edicola) e la televisione (prima [...] poi la [...] tv, infine la televisione [...] si rivela spesso, nel tempo, un investimen-to [...]. E allora perché tutti [...] il trucco? [...] il più delle volte, [...] Stato. I benefici, il più [...] fa la televisione. /// [...] /// È ormai assodato che [...] il cinema sono gli spettacoli di maggiore [...]. Del resto, [...] della televisione a pagamento, [...] si basa quasi esclusivamente [...] prodotti. Ma men-tre il calcio [...] prezzi iperbolici, il cinema è co-stretto [...]. Eppure la partita di [...] evento irripetibile, mentre un film può andare [...] cento volte. Eppure certe partite di [...] sono più emozionanti di certi film di [...]. Eppure le partite di [...] di pubblicità nei cartelloni degli stadi men-tre [...] film viene mostrata [...] di una bot-tiglia di [...] un pandemonio. La sperequazione è evidente. Il vicepremier Walter Veltroni, [...] occupato come mai nessuno prima di cinema [...] ha già indicato la strada da se-guire. I grandi network televisivi [...] anno un congruo numero di miliardi per [...] italiana, come fa già [...]. In questo modo, noi [...] corporativi e amici degli amici la smetteremo [...] tutte di dilapidare il denaro pubblico. Ma per fare questo [...] due brancaleonesche armate del cinema italiano (i [...] autori) si diano una mossa ed elaborino [...] ed effi-cace. Altrimenti torna prepotentemente [...] il consiglio di cambiare mestiere. Un trionfo AGGEO SAVIOLI NAPOLI. Più di [...] sono [...] 1976-1977, Eduardo De Filippo indossò [...] del protagonista di Natale in [...] edizione di cui si conserva [...] preziosa registra-zione televisiva. Ora Carlo Giuffrè, nella [...] regista e di interprete principa-le, si accosta [...] tre-pidazione» a questa gran com-media, suo quinto [...] quindicennio (nel conto ci [...] Napoli milionaria! Certo, Natale in casa [...] resta legata, in Italia [...] si è pur rappresen-tata), come forse nessun [...] geniale Autore e At-tore, alla personalità e [...] stessa di Eduardo. Ma era giusto che le [...] ridesse luce, anche da noi, [...] di [...] imponente. E di-ciamo che [...] attua-le, [...] al Teatro Diana, ha rice-vuto [...] trionfali. Gran commedia, si diceva. O tragicommedia? Essa nacque, [...] atto unico (il se-condo della versione definiti-va), [...] già nel 1934 aveva assunto la forma [...] atti». E la [...] impor-tanza consiste proprio, in [...] rispecchiare, in un ristretto quadro domestico, nella [...] mora-le della famiglia [...] la realtà meschina di [...] contrasto con le pompe va-ne del regime [...]. Una le-zione di storia, sotto [...] teatrale [...] in proposito, la pungente testimonianza [...] Fe-derico Fellini, giovanissimo spettatore, [...]. Ma [...] che, oggi, continua a [...] di Luca [...] bambinescamente perso dietro il [...] un Presepio il più bello che si [...] attorno si sgretola il suo piccolo mondo [...] di una società repressa e divisa. La regia effettua una [...] non ci dispia-ce) sul finale della vicenda, [...] Luca, nel vaneggiamento [...] unisce le mani della [...] e [...] di lei, Vittorio, scambia-to [...] consorte, Ni-colino. Mentre costui (diversa-mente da quel [...] indica il te-sto) [...] non ricompare, con la conseguenza [...] parapiglia, i due giovani si ap-partano, quasi presagendo [...] «non regolare», ma felice. Per il resto, non sono [...] (anzi magari troppi, ma gustosi) i «soggetti» introdotti nel [...] onde lo spettaco-lo soffre di qualche [...] (dura circa tre ore, inclusi [...] dopo il primo atto e una pausa prima del [...]. Nelle vesti di Luca, Giuffrè [...] distacco morbido [...] modello (che tra-pela ancora, [...] e conferma dunque una raggiunta, autonoma maturità [...]. Splendida la Concetta di Angela Pagano: [...] concen-trato di sofferta [...]. Bravo, promet-tente, [...] Gallo nella parte di [...]. Da citare Grazia [...] Nicola Di Pin-to, Piero Pepe, Enzo Perna. Per-tinenti la scenografia di Aldo De Lorenzo, i costumi di [...] Giustino. /// [...] /// Per-tinenti la scenografia di Aldo De Lorenzo, i costumi di [...] Giustino. (0)
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