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Con il cristianesimo vengono [...] e infelicità, al punto che persino il Cristo [...] «brutto». Ma saranno le avanguardie [...] bruttezza. Professor Remo [...] la defini-zione del brutto [...] difficoltà, rovesciate e speculari, di quella del [...]. Vi è qualche strategia allora [...] per [...] «Il brutto è sempre stato [...] come [...] del bello, come il suo [...] gemello cattivo. Sostan-zialmente, [...] della nostra ci-viltà, il brutto, [...] il falso ed il [...] è [...] di bello, [...] di vero, [...] di buono. [...] storia da questa assenza e [...] co-me acquisti [...] dei caratteri ben determinati e [...] co-me acquisti anche diritto di cittadi-nanza nella patria [...]. Nella fi-losofia greca, soprattutto tra [...] la forma del [...]. Una statua manca della proporzione [...] -quando ad esempio una testa maschile non sia, dal [...] del corpo. Se proporzioni canoniche come [...] rispettate, allora la statua viene brutta, è [...] maledi-zione del [...] nel senso che [...] qualche cosa che non [...] Fu il Cristianesimo, per motivi religiosi, a rivendicare, [...]. In quali termini è [...] «Vi è un motivo fondamentale per cui la [...] un certo modo riscatta il brutto, così [...] peccato, sino, a vol-te, a raffigurare brutto [...] Cristo [...]. Mentre nella tradizione greca, e [...] quella neoplatonica, è [...] che deve innalzarsi, attraverso [...] alla divinità, nella tradizione cristiana [...] si guarda uno dei gran-di testi di San Paolo [...] contiene [...] Dio [...] gloria e della [...] divinità e di-venta non solo [...] come noi, ma il peggiore di noi dal punto [...] vista esterno. Così il Cristianesimo pone per [...] prima volta una separazione tra [...] e [...] bisogna ri-conoscere dietro la bruttezza [...] che risiede in ogni nostro simi-le». [...] moderna continua la riabilitazione [...] concetto, che ottiene [...]. [...] ciò che è misurabile, ma [...] un uni-verso infinito noi abbiamo [...] dello smisurato, [...]. Keplero, ad esempio, si [...] matematica e della [...] astronomia, perché non voleva [...] movimen-to dei pianeti fosse un movimento ellittico [...] che era per-fetto per eccellenza. Egli resiste [...] prima di accettare questa bruttura, [...] che [...] non abbia delle configurazioni geome-triche [...]. Ecco, in questo periodo il [...] comincia a essere [...] natura. Ci sono poi le esplorazioni [...] che dimostrano [...] di una quantità di animali [...]. Quindi nasce [...] che la crea-zione è [...] che mescola il bene e mescola il [...]. Poi [...] stato Shakespeare, che nel «Canto [...] del Macbeth fa dire loro [...] brutto, il brutto è [...]. Il mondo, [...] più a quei canoni, rigidi, [...] che gli si attribuivano prima. Vi è una sensibilizzazione per [...] brutto, cioè per il [...] che bolle, per così dire, [...] fuoco lento per circa [...] Il Romanticismo con [...] sembra fare del brutto [...] distintivo tra [...] antica e [...] moderna. Cosa intende propria-mente [...] con questa distin-zione? «Il Saggio [...] greca del 1796, che è la prima [...] Friedrich [...] -fondato-re del Romanticismo -presenta [...] antica cresce come fiori di campo, tende [...] moderna invece ha bisogno [...] qualche cosa che ci metta continuamente in [...]. Questo dipende dal fatto [...] diventati degli individui insazia-bili di novità, perché [...] ha esaurito tutte le sue possibili forme [...] è im-possibile credere spontaneamen-te a quello che [...] che vediamo. Per questo il brutto [...] liquore per gli alcoliz-zati [...] stadio, diciamo co-sì, è [...] di interesse, che fa sì che noi [...] maniera artificiale alle nostre produzioni artistiche. [...] romantica si presenta quindi [...] sperimentazio-ne, in cui tutto viene mescolato, in [...] tradizionale serve come lievito per scoprire nuove [...] come concime, di-ciamo». Questa concezione del «brutto» [...] sino ad assumere, nel cam-po [...] addirittura la mo-struosità? «Soprattutto Victor Hugo [...] la let-teratura francese [...] il suo I misteri [...] Parigi, [...] Bau-delaire di quella poesia terribile A una [...] e la bellezza discendere dal loro pie-distallo [...] le cose del mondo. In un periodo in cui [...] società va a scoprire le sue fon-damenta, le sue [...] i suoi aspetti più terribili e impresenta-bili, [...] si presenta come un ab-bandono [...] dimensione [...] e come una caduta nel [...]. O come dirà appunto Baudelaire, [...] «caduta di aureo-la». Bello e brutto ormai [...] più, abbiamo oltre-passato i confini stabiliti da [...]. Nascono così quei per-sonaggi [...] fondo positivi, come il Gobbo di [...] oppure [...] che è più noto [...] di Verdi col nome [...] Rigoletto. [...] si va socializzando, raggiunge masse [...] più estese, e ciò la lega al-la politica ed [...] critica sociale. È appunto tale rapporto [...] alla società che fa venire a galla [...] di pato-logia di cui [...] si occupa, so-prattutto in [...] socialismo francese a cui Hugo apparteneva». Che cosa voleva sostenere Karl [...] discepolo di Hegel, con il [...] libro del 1853 intitolato [...] «Per [...] vi è anche [...] brutta, in cui il brutto [...] solo è qualcosa che [...] non deve esclu-dere, ma è [...] di cui [...] e la bellezza hanno bisogno, [...] è tanto più bella quanto [...] grande [...] di brutto, che ha dovuto [...]. Quindi [...] è in sostanza concepi-ta da [...] come un combat-timento tra [...] Gabriele e il diavolo. Se [...] resta pacificata, se [...] non si scontra coi grandi [...] rappresentano il male del mondo, [...] patologie della realtà, [...] non avrà nessuna possibilità di [...]. Professore, tutta [...] moder-na, rovesciando i canoni [...] produce opere in cui domina lo stridore [...] deformazione delle figure, le dissonanze, le frasi [...]. Que-sto significa che il [...] «Significa proprio questo, perché il bello non [...] è trasformato in kitsch, cioè in qualche [...] produce più nessuna emozione estetica. Questo perché un tale [...] asseconda, liscia tutti i pregiudizi e tutte [...] ormai consunte. Ecco, in questa situazio-ne [...] qualche cosa che va al di [...] for-me fruste, delle forme [...] introduce, ad esempio in musica, e in [...] Beethoven avevano sperimen-tato. E le introduce per far [...] il dolore del mondo, una specie di pianto, che [...] ufficiale, in genere sotto la [...] ala dello [...]. Se invece di rappresentare [...] si rappresenta [...] questo orrore ha un [...] catartico e pedagogico. Cioè ci [...] come è [...] e nello stesso tempo ci [...] alla dimensione utopica di come il [...]. Lei ritiene che la [...] giorni sia ancora legata a questo «pathos» [...] «Credo di no, però [...] cosa ha significato questo pathos per il [...]. [...] stato un pe-riodo in cui [...] posta come compito quello di [...] la presen-za del dolore e delle lacerazioni [...] della società. E di ritrovare in [...] senso più au-tentico del bello. Puntando cioè so-lo su [...] quindi con for-me di privazione sensoriale. Dice Adorno: [...] è in lutto». [...] una specie di divieto del [...] io non devo godere durante la rappresen-tazione delle opere [...] cioè devo soffrire, devo sostanzialmente ave-re [...]. Adorno ha pagine molto [...] carattere della musica. La musica ha un [...] ma ha anche un aspetto liberatorio [...]. Leggerei solo una [...] frase: [...] che si lascia defluire in [...] e in una musica che non gli [...] rifluire [...] ciò che egli non è [...] che aveva rista-gnato dietro lo sbarramento degli oggetti concreti. Col suo pianto e [...] egli penetra nella realtà alienata». Parole difficili, che però vogliono [...] che se noi, attraverso [...] ci separa dal mondo da [...] ci siamo [...] se noi facciamo rifluire il [...] in noi e nello stesso tempo, attraverso questo allentamento [...] tensio-ne, che si manifesta nel pianto, fac-ciamo [...] si metta di nuovo in [...] col mondo, ecco che [...] a questo punto non mi [...] soltanto dispiace-re, ma anche piacere. Io credo che attualmente [...] al-la domanda -siamo stanchi forse di questa [...] che fa soffri-re e come tendenza generale [...] artisti-camente parlando -si cerca [...] senza dolore. Probabilmente que-sto dipende dal [...] speri-mentazione si è avvitata su se stessa [...] volte non [...] più creati-vità. Quello che è interessante [...] brutto non viene più necessaria-mente considerato un [...] concime per il bello. Si possono fare delle [...] pagare il pe-daggio del brutto. Non so se questo [...] transitorio o un fatto permanente. Però certamente per-dendo il contatto [...] rimosso o col brutto probabilmente si sacrifica qualcosa e [...] verrà, presago, «il cor mel dice», in cui, dopo [...] il senso delle avanguardie [...]. [...] pretesa di affondare nuovamente nel [...] e nel rimosso, si dovrà pur fare i conti [...] ciò che [...] troppo pacificata nel presente ci [...]. /// [...] /// Dal 1969 insegna Storia [...] Scuola Normale Superiore e, dal 1971, [...] di Pisa. Insegna, a più riprese, [...] New York University e, recentemente, presso [...] di California a Los Angeles [...]. Attualmente ricopre la cattedra [...] Storia [...] filosofia presso [...] di Pisa e insegna [...] Scuola Normale Superiore della stessa città. Tra i suoi volumi: «Sistema [...] in Hegel», Bologna, 1975; con F. Cassano, «Hegel e Weber. Egemonia e legittimazione», Bari, [...] Tempo e storia in Ernst Bloch», Napoli 1979, 1983 (nuova edizione); «Scomposizioni. Forme [...] moderno», Torino, 1987; [...]. Conflitti terreni e felicità [...] Bologna [...] «Geometria delle passioni. Paura, speranza e felicità: filosofia [...] uso politico», Milano, 1991; «Le forme del bello», Bologna, [...] «Le [...] de la liberté», Paris, [...] «Se la storia ha un [...] Bergamo, [...] «La filosofia nel Novecento», Roma, [...]. Gli interessi filosofici di Remo [...] si sono inizialmente focalizzati [...] tedesca, [...] sulla cultura e [...] del [...] e del tardo Ottocento; [...] sono spostati sul pensiero utopistico [...] e del Novecento e [...] contemporanea. [...] decade le sue indagini [...] al mondo greco e romano, ad Agostino [...] del concetto di individualità e di passione. Più recentemente ha orientato [...] sul tema del desiderio, cioè sulla funzione [...] al conseguimento di migliori condizioni di vita. /// [...] /// Più recentemente ha orientato [...] sul tema del desiderio, cioè sulla funzione [...] al conseguimento di migliori condizioni di vita. (0)
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