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[...] / MERCOLEDÌ 23 OTTOBRE [...] e [...] 23 [...] del 1956 esplose la [...] in Ungheria. [...] primo ministro [...] racconta come fu avallato [...] i russi Il 23 [...] Budapest fu percorsa da un grande corteo popolare, [...] universitari per manifestare solidarietà [...] di [...] in Polonia e per [...] in sintonia con il XX Congresso del [...]. La manifestazione si trasformò [...] che, come riconoscono oggi le fonti ufficiali [...] spontaneo e non preordinato. Verso le due del [...] ottobre comparvero a Budapest dei distaccamenti blindati [...] un forte inasprimento della situazione: questo primo [...] tardi esplicitamente criticato, tra gli altri, da Togliatti [...] Tito, che rilevarono come avesse reso tutto [...]. Il modo in cui [...] chiamata ad intervenire tuttavia non venne chiarito [...] era stato fino ad oggi, in Ungheria [...] (per non parlare [...]. Finalmente uno dei protagonisti, [...] racconta come andarono le cose [...] brano che pubblichiamo della [...] recente autobiografia intitolata Vita [...] di [...] intervista con Zoltàn [...] Vienna 1985). [...] nato nel 1922, era primo [...] del 1955. Niella riunione del [...] truppe [...] e del governo, convocata [...] in seguito agli avvenimenti sopra [...] era stato appena deciso di [...] con Imre [...]. Ricordiamo che a [...] Emo Gero era il [...] mentre il futuro leader sovietico [...] era ambasciatore a Budapest. Cominciamo dal momento in [...] Gero [...] di parlare con [...] e riattaccò. Ci comunicò che sarebbe [...] chiamare in aiuto le truppe sovietiche. Più precisamente, di far entrare [...] Budapest una parte delle truppe sovietiche di stanza in [...] del ristabilimento [...]. È possibile che la [...] Gero. La sola cosa certa [...] annunciò che per la [...] di Gero. Gli disse che doveva [...] del consiglio dei ministri e del comitato [...] che le truppe sovietiche [...] Ungheria [...] dunque non si trattò [...] in caso di necessità aiutassero a ristabilire [...] Budapest. In quel momento non si [...] ancora di un intervento in termini concreti, perché neppure [...] che [...] una insurrezione armata. Sapevamo solo che la [...] uscire dai binari di quella che per [...] normalità. Erano già iniziati la [...] di Stalin, il rogo delle bandiere rosse, [...] stemma con la stella rossa dalla bandiera [...]. Tutto questo lo venivamo [...] telefoni della segreteria di Gero. Io almeno pensavo proprio [...]. Lì, tre anni prima, vi [...] stata ugualmente una insurrezione che, sebbene non fosse iniziata [...] una manifestazione, aveva visto la partecipazione di una parte [...] grande della classe operaia. La comparsa dei carri [...] svolto un ruolo fondamentale nella cessazione in [...] sollevamento, direi nel suo soffocamento. Tale comparsa sembrava dunque [...] almeno un aiuto a risolve-re il problema, [...] senza o relativamente con poco spargimento di [...]. Ma certo non si [...] «anche Imre [...] era tra coloro che [...]. Era seduto lì in [...] per [...] situazione, e non reagì. Non disse di no. /// [...] /// Non vi fu nulla [...]. Alla domanda di Gero [...] «Sì, va bene, naturalmente». Direi piuttosto che si [...]. Nessuno parlò veramente a [...] contro. Tutti presero atto [...] dicendo «bene, [...] sì». Gero e [...] ne conclusero che Imre [...] era [...] che le truppe sovietiche [...] Budapest in caso di necessità. Dunque in caso di [...]. E [...] inteso che su questo era [...] volevano ottenere a tutti i costi la [...] firma. Questo accadde più tardi, [...] contesto. Qualcuno, in qualche posto [...] momento redasse in forma di lettera la [...] truppe sovietiche. Gero chiese a [...] di [...] come presidente del Consiglio. [...] invece non firmò. Tirò la cosa per [...]. Non disse che non [...] neanche che avrebbe firmato. Mi è rimasta impressa [...] Gero Io seguiva colla lettera in mano [...]. [...] camminava davanti a lui con [...] sempre più rapidi, alia fine quasi correndo. Qualcosa del tipo: «Chiediamo [...] stato di allarme delle truppe sovietiche, e [...] necessità il loro aiuto a riportare [...] a Budapest». La lettera però è [...] storici, perché se non sbaglio figurava agli [...]. Insomma, Imre [...] non firmò. Questa cosa si trascinò [...] il 26 ottobre, quando non potè essere [...]. [...] sovietico doveva essere chiaramente [...]. Allora Gero e [...] non sapendo che altro [...] me di firmare la lettera. La [...] la cosa del tutto naturale: [...] momento che avevo collaborato alla decisione, dovevo [...] la responsabilità. Al tempo stesso comprendevo [...] nel suo rifiuto di firmare, [...] altrimenti ciò sarebbe servito da pretesto per [...] personalmente. Quando fu attaccato per [...] difese sottolineando che non aveva firmato. Avevo partecipato anche alla [...]. Non firmare non mi [...]. E nemmeno oggi. Bisogna assumersi la responsabilità [...]. Sottolineo: comprendevo Imre [...] che non voleva assumersi [...] con i tanti che gravavano su di [...] L Ad eccezione [...] anno e mezzo, infatti, [...] membro [...] politico. Non era stato relegato [...]. Capivo dunque che il [...] taceva parte della [...] tattica. Sapevo invece che la [...] era finita. Politicamente ero morto. Perciò la firma non [...] un peso, ma co-me un dovere naturale. I russi non avrebbero [...] nei confronti [...]. Avevano bisogno della firma [...]. Quello è un caso [...]. Tra [...] non sono neanche sicuro [...] fosse contento per [...]. /// [...] /// Sapevo che, con la firma, [...] assumevo una responsabilità storica enorme. Eppure sentivo che dovevo [...]. Chi ha stabilito che [...] momento in cui tale necessità [...] primi giorni [...] funzionava un cosiddetto «comitato [...] sede presso il ministero della difesa. Fu questo a tenere [...] il comando sovietico. Era stato pienamente sancito. Non importa quando si [...] bianco, se esiste una decisione verbale. E la decisione [...] stata. Ripeto che volevano far firmare Imre [...] il 24, il 25. Se ben ricordo io [...] 26. Ritengo più probabile il [...]. In pratica naturalmente la [...]. Non Io trovai affatto [...]. La decisione nacque il [...] poteva essere datata 26. La firma andò per [...]. Si trascinò perché per [...] ovviamente meglio, e anche Gero avrebbe preferito [...] fosse [...]. Invece [...] per motivi comprensibili, non [...]. E dunque non [...] altro da fare: dovevo [...]. No, non firmò. E proprio così. Egli non firmò, firmai [...]. Questo fatto lo possiamo [...] diverso. Io lo considero eticamente [...] invece accettabile. Zoltàn [...] cura diFederico [...] Nel 1976, Renzo [...] ritorna a Roma dopo [...] vita e di pittura nella casa di [...] di Bracciano. Vede poche persone, quelle [...] mestiere di pittore. S'è staccato dalla tragica Roma [...] è stato il grande, ossessivo [...] a carico» fin dal [...]. Nel dipinti del periodo [...] Bracciano ci sono molti fiori, molti ritratti della [...] Netta [...] dei figlioletti Marta e Alessandro; dipinti pieni [...] di serenità, di sorrisi e di luce [...] dolci e morbidi, troppo morbidi, nel quali [...] più la mano che ha squartato il [...] Roma in una impietosa «lezione di anatomia». La Roma che ritrova, [...] impressionista, non la riconosce più. Gira per le strade, [...] da giornali e riviste i documenti del [...] della droga, della corsa di massa ad [...] grande svendita dei valori e nei supermercati [...]. Nelle figure umane, soprattutto [...] il suo occhio rapace e inquieto registra [...] una devianza. Lo racconta nel bellissimo [...] della sorprendente mostra di 105 tra oli, [...] carta e disegni, realizzati tra il 1979 [...] che porta il titolo Come mosche nel [...] un graffito su una latrina ma potrebbe [...] di Sandro Penna) ed è ospitata fino [...] nelle sale [...] di Francia a Villa Medici, [...] a Pier Paolo Pasolini nel quadro delle [...] dedica Villa Medici. La città che avevo [...] anni, fino a illudermi di [...] tutta la noia e [...] mi era completamente sconosciuta. E mi capitava di [...] ubriachi di Grosz e di [...] le case [...] e trasparenti quasi cassettiere [...] primo ripiano [...] picchiato a morte, nel [...] addormentata tra dentiere, falli di gomma e [...] che stipa stracci insanguinati [...] nelle soffitte qualcuno vomita, un disoccupato si [...]. Tutto somigliava al tempo [...] ma tutto era diverso; le passioni non [...] migliorare il mondo, ma per cauterizzare una Immensa [...]. Il miele di Bracciano [...] fatto molto amaro. Ora vedeva soltanto frammenti [...] un corpo di Roma che non riusciva [...]. Tanti volti di giovani come [...] e degradati, ambigui e enigmatici arcangeli di una bellezza [...] forme rovinate e consunte di una costruzione che pure [...] parlava della [...] magnificenza. Finché un giorno, accumulando [...] tentare di capire, ecco, rivelatrice, la notizia [...] di Pier Paolo Pasolini e la fotografia [...] massacrato sotto il lenzuolo. Scrive ancora: «Qualche notte dopo [...] che in questura mi mostravano [...] per una contestazione, per un [...] la [...] camicia insanguinata. Era buttata su una mensola, [...] cartellino [...] che pendeva come quello del [...] e capii che il mio viaggio [...] un viaggio che avevo interrotto [...] troppi anni [...] doveva ricominciare da quel [...] del [...] da quella sindone [...]. Così la camicia, vista [...] nel 1979 il primo dipinto di una [...] ancora dura, [...] violenza e di un [...] quella data si sono fatti più selvaggi [...]. Pasolini aveva tentato di dare [...] a quello che solitamente è dai più ritenuto posero, [...] indegno, orrido per [...] entrare nelle forme belle [...]. [...] intese bene che [...] di Pasolini era [...] ed era un cardine [...] girava un tempo italiano della storia e [...]. Cosi dal 1979 al [...] ha accumulato un centinaio di immagini che [...] notturni» di Renzo [...] (tecnica [...] corpi nudi, prostitute, omosessuali [...] mostra [...] di [...] e la Roma di [...] senza quel senso [...] che impegna un artista [...] nella disarmonia. A [...] questa mostra, io credo [...] e necessità di molte di queste immagini [...] registrazione appassionata e analitica di un immenso [...] fatto che il pittore non abbia prevaricato [...] a tutti i costi fare un ordine [...]. [...] vide sul [...] la Roma del poveri [...] molto prima di Pasolini: reduci, storpi di [...] ragazzi di borgata, prostitute, rovine di case [...]. Creature di un mondo [...] che torna vano a [...] a fare figli, a farsi [...] fissate [...] a inchiostro nero che sembrava filo spinato [...] numero di piccoli fogli di fortuna [...] la carta allora tra [...] il 1948 era preziosa e rara [...] e alcuni di quei [...] pittore appena ventenne finirono al [...] di New York. Lorenza Trucchi, nel suo [...] la presenza invadente, ossessiva del corpo che [...] fruga, scruta con impietosa pietà perché [...] di [...] è conoscitivo; scrive assai [...] stato spesso un testimone a carico della [...] cicli storici, ma che lo è assai [...] del quale condivide e soffre le complesse [...]. C'è qualche affinità tra [...] e Pasolini e anche Pen [...] questo [...] narrare [...] scandalosamente soltanto dal di [...]. [...] s'è gettato nel flusso [...] della vita d'oggi, un flusso dal quale [...] esseri umani, i giovani, affiorare come per [...]. Volti, corpi nudi o [...] di pelle o di plastica, motociclette, mucchi [...] sembrano ritratti, prostitute e protettori, travestiti, ragazzi [...] discariche, frammenti di gelida e sconsolata pornografia. [...] combina in maniera magica [...] olio sul supporto di carta arrivando col [...] a penetrare la carne e [...] dei tipi umani. Questi suoi giovani li [...] strade, nella metropolitana, ovunque: nelle forme loro, [...] un degrado e assieme [...] bellezza come se la [...] dei corpi e delle teste greche. È una «rinnovata lezione di [...] che ricorda quelle di Leonardo, [...] e Rembrandt (con le riprese [...] di Dix, [...] Grosz e la [...] e che fa una grande [...] con le sue smorfie, al [...]. Alcuni di questi ritratti [...] Quartetti ed è impressionante [...] del senso con un Quartetto [...] che sembrano ritratti. Pari equivalenza è nelle [...] con. A confrontare alcuni di [...] da [...] con i volti di Ninetto Davoli [...] Franco Citti dei quali si servì Pasolini [...] ai suol sottoproletari di borgata, quelli di [...] sembrano demoniaci e quelli [...] Pasolini [...]. Molti, credo, si troveranno [...] a questi tipi di giovani e alla [...] antropologica e di inorridito lirismo. Ma credo anche che [...] abbia avuto il coraggio [...] pittorici stupefacenti per dire verità tremende a [...] volte come se dipingesse fantasmi. Possiamo anche voltare le [...] e alla realtà; ma se non avremo [...] da una passione incandescente dentro la realtà, [...] di cambiare la vita e di dare [...] e necessario e civile, anche alla pittura [...]. Dario Mìcacchi Vera Vergani in «Sei personaggi in cerca [...] e moderna, dal [...] la Vergani dominò le scene. Ora a Genova una mostra E [...] una Vera attrice Nostro servizio GENOVA [...] Gli occhi scuri segnati dal [...] la fronte alta, la bócca sinuosa, la fi--gura elegante, [...] voce dolce, [...] sottile e profonda: così negli [...] fra il [...] e il [...] Vera Vergani, attrice bella e [...] mai sfiorata dallo scandalo, incantò i nostri nonni e [...]. Era nata figlia d'arte: [...] materno era, infatti, il celebre [...]. E qualcosa del sacro [...] anche al fratello Orio, celebre giornalista, critico [...]. Un male di famiglia, [...] al quale la giovane Vera non seppe [...] da piccola [...] così ci dicono le [...] Indecise fra agiografia e realtà [...] con indosso un vecchio [...] di una cassa amava declamare: un destino [...] ragazzine che poteva anche non lasciare traccia, [...] marchiò indelebilmente. Chi comprese per primo [...] stemperata dalla buona educazione allora [...] fra le ragazze in [...] quella giovane fu [...] di famiglia Ferruccio Benini, [...] debuttare, a soli diciassette anni, con il [...] Vera [...] nella farsa Le distrazioni [...] Antenore-, «La bella tosa farà strada [...] disse il vecchio maestro [...] lei non Io sa ancora, ma è [...]. Ma il suo lancio Io [...] compagnia di Virgilio Talli, grande direttore che [...] fama a più di un grande interprete. Il «caso» Vergani scoppiò [...] Milano, [...] Teatro Diana, in una pièce firmata da Annie [...]. Vennero poi tre anni [...] apprendistato accanto a Ruggero Ruggeri che la [...] in un repertorio che variava da Shakespeare [...] contemporaneo fatto di triangoli e morale borghese [...] giovane attrice doveva eccellere. Fu in uno spettacolo [...] Ruggeri [...] Antonio Gramsci, allora critico teatrale. Era da questo, del [...] il suo fascino maggiore, quel suo essere [...] di là [...] quel suo non essere [...] in cui questa parola esercitava un fascino [...] interprete. In questo senso Vera Vergani [...] contrario di [...] Borelli e [...] quanto la Borelli creava [...] lo spetta-colo tanto Vera, da attrice moderna, [...] a quella recitazione di gruppo che fu [...] grandi caratteristiche del teatro italiano nel dopoguerra. Il merito era anche [...] che si era scelta: [...] capocomico illuminato, abilissimo organizzatore, Dario [...] che giungeva in Italia [...] in [...] e dopo essere stato [...] delle più grandi attrici di quei tempi, [...] primo a parlare di [...] paese insieme a Silvio D'Amico. Nella compagnia di Dario [...] Vera Vergani rimase per [...] 1921 al 1930, quando, nel fulgore della [...] dalla fama, fece il «gran rifiuto» abbandonando [...] gesto che la accomuna a Francesca [...] per convolare a nozze [...] di marina Pescarolo: «Vera se ne va» [...] rammarico, i giornali del tempo. Nei nove anni di Compagnia [...] accanto al primi attori [...] italiana, come [...] Luigi [...] e Sergio Tofano, la Vergani [...] meglio di sé alternando in scioltezza il [...] un numero considerevole di novità, rischiando anche [...] come quando, il bel volto inquieto e [...] vestita di nero, un [...] in testa ricopri lì [...] Figliastra nella prima, mitica rappresentazione dei Sei personaggi [...] che furono in quel 1921, come ci [...] di [...] una grande, battaglia di [...] assensi e feroci dissensi. /// [...] /// Vera Vergani non si [...] alle difficoltà delle grandi interpretazioni. Profondamente attrice, facile alle [...] stesso tempo essere casta e conturbante. In ciò [...] una bellezza [...] di cui s'accorse anche il [...] il suo trionfale décolleté [...] ci racconta Silvio D'Amico [...] poteva, addirittura, distogliere [...] degli spettatori perfino dalla recitazione [...] Ruggero Ruggeri. Eppure non usò mai [...] fascino per allontanarsi dal pubblico né per [...] il suo indiscutibile talento: e piacque al [...] che maschile grazie a [...] e a [...] moderna e volitiva, cosi [...] per 1 tempi, da apparire addirittura anticipatrice: [...] fu cara a quei critici come i [...] Gramsci e D'Amico e come Gobetti, 1 quali [...] nuovo teatro. Eppure quella sera del [...] 1930, col vecchio cavallo di battaglia La [...] Iorio di D'Annunzio, la «bella tosa» divenuta grande [...] andò: una pagina del gran teatro borghese [...] sempre. /// [...] /// Eppure quella sera del [...] 1930, col vecchio cavallo di battaglia La [...] Iorio di D'Annunzio, la «bella tosa» divenuta grande [...] andò: una pagina del gran teatro borghese [...] sempre. (0)
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