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Il film, [...] di Ivan», uscì nel [...] e provocò aspre polemiche. E Sartre scrisse [...]. La Lega trasforma con [...] il risentimen-to contro i privilegi reali o [...] Roma, considerati frutto di «rapina», di «cospirazioni», di [...]. I ceti medi del [...] «estremisti» quando vengono esclusi dal potere a [...] dei canali di comunicazione tra le Province [...] Roma, [...] per [...] dalla [...] (Ilvo Dia-manti ha mostrato [...] sociale della Lega con [...] della [...]. Co-me ha scritto Roberto [...] la lega è un [...] inter-preta questo estremismo, gli dà [...]. La politica priva di [...] dei suoi contenuti [...] centrali) sembra sempre più [...] intratte-nimento televisivo, un talk show permanente. Tanto negli Stati Uniti [...] Italia la [...] paralizzata, avvitata su se [...] «regole» anziché dalle questioni pratiche che angustiano [...]. In Italia il sistema [...] concentra sulla Bicamerale, in America, dove in [...] stati approvati soltanto 17 emen-damenti alla Costituzione, [...]. [...] vive oggi la stessa [...] nei confronti della politica che domina gli Stati Uniti [...] dal 1991 e non è un caso [...] dominati dai pette-golezzi di Montecitorio siano a [...]. [...] con Giovanni De Lu-na quando [...] che [...] e Berlusconi [...] di una riduzione dello stato [...] ma [...] un liberismo più o meno [...] non un valore [...]. Il successo della Lega [...] feroce determinazione a eliminare [...] bensì da un sentimento [...] vasti strati di elettori. Un esclusione che Bossi ha [...] simbolicamente con suc-cesso, [...] ad una que-stione territoriale (il [...] di Roma sul nord) anziché ad una questione politica [...] crisi del rapporto tra istituzioni democra-tiche e cittadini). Il blocco socia-le «forte [...] cui parla De Luna ha effettivamente tro-vato [...] proprio partito. In questo senso, i giri [...] valzer per trovare una candidatura uni-taria della destra per [...] del sindaco di Venezia non ri-specchiano, a mio avviso, [...] ri-nuncia alla strategia secessioni-stica, al contrario. La Lega ha bi-sogno [...] Venezia [...] piano sim-bolico, perché ogni movimento populista si [...] e dopo la sconfitta a Milano e To-rino, [...] soltanto le città pedemontane; troppo po-co per [...] la [...] da Aosta fino a Pesaro. In secondo luogo, essa [...] controllo dei grup-petti come il commando che [...] campanile di S. Mar-co: ogni movimento populista [...] violente ai propri margini, che deve [...] utilizza-re. Resta da capire quali [...] sviluppi del populismo secessionista. Le sue possibilità di [...] solo in uno [...] Italia fuori dalla moneta [...] crisi politica e istitu-zionale irrisolvibile a Roma. Diffi-cile ma non impossibile: [...] tempeste moneta-rie, in un sistema di cambi [...] attuale si scate-nano senza preavviso. Questo non significa che [...] di federalismo e qualche strizzatina [...] a Bossi per dormire [...] contrario. Se non viene of-ferta [...] alla domanda di partecipazione dei cittadini, alla [...] di «contare», [...] nei confronti di «Roma [...] crescere e non ci sarebbe nulla da [...] esprimesse in forme violente. [...] degli Stati Uniti, con [...] di Okla-homa City, è [...] do-ve possa condurre la frustrazione di cittadini [...] sentano rappresentati. Questa frase, che compare a [...] 69 [...] di Ivan di Vladimir [...] è [...] momento di stupore del ro-manzo. Uno stupore sussurrato, quasi [...] se in quel contesto [...] non meritasse al-cuna meraviglia. Il contesto è la [...] Bielorussia, fronte del [...]. [...] è quello che perva-de la [...] di Ivan, 12 anni, la più temeraria e feroce [...] che [...] sovietico avesse mai po-tuto desiderare. Lo stupore trapela solo [...] dalle pagine di [...] ma su di esso [...] due righe che abbiamo citato [...] ci fece un intero [...]. Il romanzo -ma potremmo [...] lungo, di quelli che in russo si [...] roman -uscì nel 1958, quando Vladimir [...] aveva 32 anni (era [...] Mosca nel 1926): la «grande guerra patriottica», come [...] russi, era finita da 13 anni, Stalin [...] 5, il XX Con-gresso si era svolto [...]. Erano tempi di grandi [...] solo apparentemen-te statica dello stato sovietico. Tanto grandi, che quattro [...] un giovane cineasta esor-diente, [...] (classe 1932, come Truffaut [...] Malle) [...] il permesso di usare quel racconto per [...] primo film. I casi sono due: [...] del-la [...] e del [...] (il mini-stero del cinema) [...] o qualcuno di loro era talmente furbo [...] ca-pito con grande anticipo [...] avrebbe «spostato» molte co-se, [...] del cinema sovieti-co. Perché bastava [...] letto il li-bro, e soprattutto [...] guardato in faccia [...] per capire che il film [...] di Ivan non sarebbe mai [...] «politica-mente corretto» (nel senso che, [...] di allora, si sarebbe potu-to [...] a questo termine). Il libro era il racconto [...] di una nevrosi devastante. Il film, con un [...] religioso come [...] poteva solo essere un [...]. E così fu. [...] di Ivan fu, nel [...] il corrispettivo di certi we-stern «revisionisti» del [...]. Una sorta di Piccolo [...] sguardo attoni-to, e ideologicamente [...] che partecipe, sugli orrori [...]. Che [...] si fosse ispirato a [...] ovviamente ben noto, ma ben pochi -anche [...] letto. Ora è possibile [...] grazie alle edizioni del Saggiatore [...] final-mente tradotto, quasi 40 anni do-po, il [...]. Che è piuttosto emozio-nante, [...] un capolavoro ma una lettura illumi-nante su [...] e psicologici della cultura sovietica di quel [...]. È assolutamente evidente, da molti [...] che [...] sta narrando una storia ai [...] e [...]. Ma questi segnali sono [...] quasi subliminali. [...] è allontanato -anestetizzato, ap-punto. La politica, anche. La guer-ra appare lontana [...] sorta di territorio franco dove con-tano solo [...] morte e [...]. Solo in un paio di [...] respirando [...] si permette [...] conside-razione sui commissari politici e [...] sferzante frecciata agli inna-morati della burocrazia (che, come si [...] negli eserciti abbondano sempre, in tempo di pace come [...] tempo di guerra). Per il resto, il racconto [...] di Ivan è la descrizione [...] quasi notarile, di una follia. Il folle è Ivan, [...] Idiota spedito al fronte. Ivan è un ragazzino [...] la cui famiglia è stata stermi-nata dai [...]. Ha maturato den-tro di sé [...] odio che, unito [...] lo rende una macchina da [...] micidiale. Nel suo continuo andirivieni [...] sovietiche e quelle tedesche, Ivan è una [...]. Nes-suno riesce a carpire [...]. Gli ufficiali [...] Rossa lo usano e [...] lo compatiscono. E la notizia della [...] in un ge-lido verbale dopo la conquista [...] di Berlino, a guerra [...] comunicata al let-tore con il coinvolgimento emoti-vo [...]. Scrive da bravo cronista, [...]. Ma sfodera, nelle pri-me [...] una scena di grande vigore: il pro-tagonista, [...] si vede arri-vare al [...] questo ragaz-zino infreddolito e affamato. Solo che Ivan non [...] ragazzino: trat-ta il tenente come una pezza [...] pretende di parlare con ge-nerali e colonnelli. [...] pensa che sia pazzo, [...] i comandi supremi, scopre che Ivan non [...] una specie di «star», di ospite di [...]. È par-tendo da questa [...] stu-pore represso di cui sopra, che [...] confezionò il suo film. Il quale contribuì, assieme ad [...] gioielli di quegli anni, a lanciare una generazione -quella [...] i ragazzi degli anni [...] -che avrebbe rifondato il cinema [...] a suon di capolavori. Ma non ebbe vita [...]. Come spesso succedeva, i [...] non lo amarono. Però lo spedirono a Venezia, [...] un inopinato Leone [...] e provocò un putiferio. Diversi gior-nali non ne [...]. Fra questi, [...]. Per motivi più cine-matografici [...]. Ma la nostra criti-ca [...] Ugo Casiraghi, spinse nientemeno che [...] Sartre a scrivere al [...] -Ma-rio Alicata -per difen-dere il film. [...] pubblicò la lettera [...] filosofo [...] del [...] ospitando un di-battito culturale, va [...] di alto livello e di alta civiltà. [...] da quel film, partì per [...] carriera fatta di enormi problemi e di po-chi, bellissimi [...]. [...] che, in tutto ciò, venne [...] fu il buon [...]. Oggi, [...] di questo libro lo risarcisce. /// [...] /// Alberto Crespi [...] 4. Sceneggiato dallo stesso [...] assieme a [...] il film uscì nel [...] e vinse, [...] il Leone [...] alla Mostra di Venezia. Prodotto ovviamente dalla [...] di stato del cinema [...] in uno splendido bianco e nero, da Vadim [...] (che poi sarebbe divenuto [...] fiducia di [...] e interpretato da [...] -nella parte del dodicenne [...] Valentin [...]. [...] di Ivan di Vladimir [...] Il Saggiatore [...]. Perché il fenomeno sta [...] lo è già, qual-cosa di profondamente diverso [...] passato recente. A par-tire dalle dimensioni [...] soglie del fatidico Duemila lo connotano come [...] al mondo. Ma è la molteplicità dei [...] e delle occasioni di essere turi-sta che meritano, [...] appunto, vacanza), [...] di [...] allo stesso modo in cui [...] parla di post-moderno. E ciò nella duplice [...] mescolanza di culture e pratiche, e di [...] si consumano mode [...]. Sovviene il lamento, nel secolo [...] dello storico [...] John [...] «Avete impiantato una ferro-via. Ma solo per osser-vare [...] di smettere di guardare al turismo di [...] misto di acribia, malanimo e snobi-smo nel [...] sempre gli spiriti eletti. Per la ragione fonda-mentale [...] è tutto da di-mostrare che il «loro» [...] scopo, mentre invece gli «altri» vanno solo [...] stupidi svaghi. Ma soprattutto perché, così [...] preclude la comprensione delle trasformazioni che rendono [...] quasi irricono-scibili rispetto al corso degli ultimi [...]. Si pensi ad esempio [...] Giubileo: [...] fatto che venga accreditato come il più [...] dei pros-simi anni, non impedisce di scorgere [...] tratti anti-chi, addirittura primigeni (se è vero [...] rap-presentano le prime forme [...]. Ma nello stesso tempo [...] passato ritorna, dà origine a qualcosa di [...]. Ovvero, come disse [...] di Canterbury, Robert [...] «nel Medioevo le persone [...] causa della loro religione, mentre ora sono [...] turi-smo è la loro religione». Ma si consi-deri anche [...] modelli di va-canze che attualizzano le villeggiatu-re [...] come, ad esempio, andare alle terme o [...] e ville di campagna. In entrambi i casi [...] identico rifiuto della vacanza lontana, esotica, così [...] «mare e sole», che tuttavia rappresenta ancor [...] di massa per eccellenza. In ogni caso non [...] tradizioni distin-zioni fra località chic e popolari [...] a prescindere dagli specifici ambientali, si possono [...] cose (ad esempio [...]. È [...] del supermarket, che fa sì [...] un [...] tutti i luoghi si somigli-no. [...] dei luoghi corri-sponde anche [...] dei tempi. Perché non [...] più una stagio-ne per le [...] ma ogni momento [...] è buono per andare ai [...]. [...] la fine del «viaggiatore», [...] e lo scrittore Chatwin, [...] tanto il «tutto compreso», [...] velocizzazione dei trasporti, la [...] ma tutto questo insie-me, mescolato alla martellante [...] bel sito della terra: attraverso la quale [...] dato e dà a ognuno di noi [...] avere [...]. È la logica del [...] e del «di tutto un [...] del turismo e della [...]. [...] parte la fruizione de-gli elementi [...] indica puntual-mente il misto di leggerezza (come dimostrano le [...] tragedie in alta [...] bruciare velocemente le [...] ma restando alla superficie, scivolando [...] elementi o sorvo-lando i luoghi. Il [...] un incosciente a cui [...] estranea la fusione mistica con la na-tura [...] esempio, dei tanto mitizzati Shelley o Byron. Se è vero che dal [...] sono scomparsi [...] e che la folla che [...] in que-sti giorni sul litorale si divide fra ba-gnanti [...] però prendono unica-mente il sole -e sportivi, che con [...] sulle onde, [...]. E mentre il mare, in [...] riviere [...] lo era per i bagnanti [...] secolo [...] di [...] ormai convinta che non è [...] tempo di abbronzature selvagge, africane. Ennesimo segnale di una civiltà [...] vacanze che sta cambiando pelle. E non solo. Sarà sempre più difficile [...] e [...] da altre pratiche sociali, [...] sport. E perfino al [...] in vacanza è rimasto [...] vero [...]. /// [...] /// E perfino al [...] in vacanza è rimasto [...] vero [...]. (0)
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