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[...] imparato a memoria. /// [...] /// Non era [...] solo per lui, per Gabriel, [...] dire. A [...] cosi, con, lo sguardo [...] occhi da pesce, con quel mio spagnolo [...] mi sembrava di interpretare una specie di [...]. Garda, Aureliano, [...] una bottiglia di [...] una vecchia amaca di corda, [...] tagliata dal panama bianco, [...] rappresa sul mio taccuino. Il taccuino, soprattutto. Avevo ven-t'anni o qualcosa [...] pensavo che in quel benedetto taccuino prima [...] sarebbero dovute finire molte bottiglie di [...]. Insieme alla cronaca di [...] e amache, zanzariere, e vecchi ventilatori a [...] attese con i piedi sul tavolo e [...] fiume. Un fiume qualsiasi. Purché fosse lassù. /// [...] /// A ciascuno le proprie [...]. Che poi, non è [...] sempre. Avevo un amico che [...] tutto Cuore di tenebra ed era capace [...] gli occhi chiusi e la mano poggiata [...] si fa con [...] nazionale. Voleva perdersi come Conrad [...] fiume africano, esplorare anime e peccati, risalire [...] scrittura ma poi è finito a far [...] un ipermercato di Berlusconi. /// [...] /// Ira » baffi di Gabriel, [...] le pieghe della [...] scrittura. Non era un mito, [...]. Era un complice, un [...]. Ecco: la [...] ovvero [...] che esistesse altro. Un altro mondo, altre [...]. Lui aveva saputo [...] tutto questo. Ma, [...] saputo trovare. /// [...] /// El [...] Aureliano [...] mirò [...] en la cara los [...] del [...] de [...]. I baffi del colonnello [...] di Gabriel. /// [...] /// Dalla mia città, dai [...] mestiere che si snodava lento, prevedibile. In bianco nero, come [...] morti ammazzati che impaginavo ogni sera al [...]. Anche quelle erano cronache [...]. Ma annunciate male, con la [...] città abituata ormai a tutto. E disposta ad archiviare [...]. Proprio come facevo io, [...] giorno da raccontare con -. Commissario, che si fa [...] Niente, [...] si fa. Fino a quando [...] fra loro. Mi dicevo: Marquez, lui [...] arreso. Avrebbe saputo rintracciare frammenti [...] nel ventre di questa città. E ogni morto lo [...] un colore diverso. E ad ogni pallottola avrebbe [...] una : vita e una traiettoria diversa. E; per ogni madre [...] bestemmie al suo dolore. Anche il dolore, ogni [...] diverso da tutti gli altri. Perfino le parole del commissario: [...] trovato ogni volta una sfumatura in più, una menzogna [...] più. Non era un mito, Gabriel Garda Marquez. /// [...] /// [...] di scrittura che veniva da Domenica 7 agosto [...] Fava, giornalista e scrittore, ha [...] anni e una figlia di dieci, Cristina. Nel dicembre del 1982 [...] a Giuseppe Fava, tra i fondatori della [...] Siciliani» che ha cominciato a dirigere nel gennaio [...] mafioso del padre. Ha lavorato per alcuni [...] In America Latina per «l'Espresso». Nel gennaio del 1991, [...] entrare a Mogadiscio liberata, è stato premiato [...] II [...] reportage con II premio Europa quale miglior [...]. Ha scritto tre libri: «La [...] a Catania» e «Terra di nessuno, viaggio [...] dimenticate», entrambi per la Laterza, e «Cinque [...] Imperfetti» [...] dalla Mondadori. Deputato nella scorsa legislatura, [...] I fondatori del Movimento per la democrazia La Rete [...] quale s'è staccato poche settimane fa. CLAUDIO [...] baffi di [...] e che portava lontano. Che custodiva passioni. Che indagava dolori. Che prometteva colori. Che avrebbe saputo rivoltare [...] città come un calzino vuoto, e ne [...] fuori viscere e bugie. Alla faccia del maresciallo, [...] del commissario. I baffi di Gabriel e [...] mia attesa. E intanto I . Si spe-gneva, si impigriva. Il suono delle risate [...] più falso, e la violenza sempre più [...] più morbida la collera degli uomini. Anche la mia, morbida [...] occasionale, Alla fine ho avuto paura. Di abituarmi ai mattinali [...] alle sue quiete menzogne e ai nostri [...] al dolore, sempre identico a se stesso, [...] che lentamente si faceva ragione. E poi la ragione, [...] silenzio. Che cosa avrei ricordato, infine, [...] al plotone [...] Le [...] trentadue guerre combattute, e tutte [...] come il colonnello [...] Oppure una lunga pacata stagione [...] a impaginare segnaletiche e a contare i fori [...] e quelli [...] Poi sono arrivato a [...] foto. Cinque fori [...] cinque [...]. /// [...] /// Fulminato alla nuca, senza [...] morire. [...] consolazione, per noi. Per questo me ne [...]. A cercare i baffi [...] Gabriel. E una bottiglia di [...] e un taccuino [...] rappresa, e [...] fresca tagliata da un panama [...]. E qualcos'altro, che cerco [...]. Ma questa volta sapevo [...] di Gabriel avrei dovu-to chiedere di più. Cos'era, questo suo scrivere [...] sulla memoria: un esercizio di stile, un [...] Oppure esisteva veramente, da qualche parte, una [...] la quale ogni pallottola possiede la propria [...] propria traiettoria e le bestemmie hanno tutte [...] e le sagome di gesso, dipinte [...] per rammentare il morto, [...] diversi. E se tutto questo [...] e raccontato: senza impazzire e senza fingere [...]. /// [...] /// Senza precipitare nel mestiere [...]. Andò cosi, più o [...]. Arrivai in America Latina [...] neppure trent'anni. Con molte domande in [...] grande vuoto dentro. Sapevo che da qualche parte [...] lui, Gabriel. /// [...] /// E un plotone [...] con le canne dei [...] spianate contro il petto di Aureliano [...]. Solo, volevano essere cercati [...]. Li ho cercati per [...]. Li ho trovati, alla [...]. Un pomeriggio di gennaio, [...] Bogotà. Gabriel, Aureliano, José Arcadio, Remedios. Tutti insieme, come sempre. FU UN pomeriggio dì [...] Gabriel Garcia Marquez. Lo andai a trovare [...] i televisione che aveva comprato a Bogotà. Sapevo che vi sarei potuto [...] per anni. [...] deferenza, era stanchezza per [...] durava da troppo tempo. E per quelle domande [...] in petto. Lo aspettai, dunque: senza [...]. Attraverso una porta a vetri, [...] mio divanetto potevo vedere la [...] scrivania. E alle spalle della scrivania, [...] finestra. E dietro la finestra, [...] Bogotà. Sporca, senza colori, senza [...]. /// [...] /// Arrivò di sera e mi [...] subito più vecchio e più stanco [...] che [...] fatto di lui. /// [...] /// E i baffi: [...] ma erano vecchi pure quelli. Bianchi e neri, come in [...] foto. /// [...] /// Parlai in apnea, con [...] tasca e un sorriso denso. Come dire: da meridionale [...]. Gli chiesi [...] cosa che avrei saputo [...] modo che conoscevo per tirare [...] le [...] domande: [...]. Marquez, in quei cinque [...] e gentile. Io parlavo e lui [...] gli oggetti della [...] scrivania da un angolo [...]. Sembrava che mimasse una battaglia. /// [...] /// Alla fine parlò. E mi chiese quanto [...] pagare. Me lo disse con oscena [...]. Cosi facevano tutti. Cosi faceva lui con [...]. /// [...] /// Per la [...] scuola di cinematografia a Cuba: [...] a Fidel Castro e [...] pagare le interviste. /// [...] /// E allora successe. Successe che qualcosa si [...] apri dentro di me. Una piccola falla che [...] diventò un torrente in piena. Dieci anni a misurare [...] con la fierezza del colonnello e a [...] chiusi fra i baffi di Gabriel, fra [...] padre. /// [...] /// Al diavolo le buone [...] mio discorsetto collaudato. Gli dissi che se [...] di distinguere un culo di pietra della [...] Stato o un inviato abbronzato da grand hotel [...] aveva imparato a fare il cronista a [...]. Gabriel Garcia Marquez era [...]. Lui, [...] e tutto il resto. Glielo dissi [...] ferme le mani sulla [...] quel continuo rotolare di ninnoli mi dava [...] mare, e poi volevo che [...]. Una sola volta per [...]. /// [...] /// Fu più la paura, [...] siciliano che gli aveva serrato i polsi [...] con la febbre negli occhi. [...] dopo due giorni. Stesso ufficio, stessa scrivania, [...]. Stessa cravatta, la [...]. Solo i baffi e i [...] sembrava che avessero trovato una loro improvvisa eleganza, una [...] fierezza caraibica. Parlammo poco di [...]. E molto di questo [...]. Alla fine gli chiesi [...] dopo molti anni spesi lontano dalla [...] città, dal suo paese. /// [...] /// Per cosa? Per fare [...] mestiere di giornalista. Nel suo paese ne [...] dissi. Gli chiesi: perché? Perché [...] scomodo, perché i giornalisti creano problemi. Perché fanno il loro [...]. /// [...] /// Fanno il loro dovere: [...] ci fosse? In Sicilia [...]. Trentadue rivoluzioni, e le [...]. Alla fine però, di [...] ti resterà comunque lo spazio per un [...]. Ecco, viviamo per [...] pensiero. In Sicilia, a [...] ovunque. Improvvisamente Marquez allargò le [...]. Disse: però [...]. Però cosa? Hanno sempre [...]. Anche i giornalisti colombiani. Questa è la prima [...]. Non disse altro. E non ricordo altro. Gli appunti, li ho [...] cassetto molto tempo fa. Mi ricordo solo [...] immagine sfocata, Garcia Marquez [...] cravatta e si spazzola i baffi, la [...] spalle, [...] sporca di Bogotà, un [...] di polvere vecchia. Dalla mia sedia riuscivo [...] spigolo di marciapiede e due uomini che [...] mani in tasca. /// [...] /// Disse: la mia scorta, [...]. Non sì sa mai. /// [...] /// Non sì sa mai. (0)
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