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[...] 28 settembre [...] pagi naI giovani registi hanno [...] cinematografica? Rispondono tre autori Noi, [...] senza [...] Quella di creare una casa [...] produzione, di gestire in proprio il budget di un [...] di produrre anche film di altri registi, sembro essere [...] tendenza comune a più di un regista oggi in Italia. Una tendenza che risponde [...] o di un coinvolgimento più profondo, ma [...] a una situazione di mercato particolarmente sclerotizzata [...] disponibile a sperimentazioni e a tentativi [...]. Per quanto mi riguarda, [...] malgrado a giocare in un campionato al [...] ero iscritto. Dopo [...] il film successivo è [...] di Natale e [...] ha dovuto combattere contro [...] Park, li fuggitivo e [...]. Questa situazione nella quale [...] comunque di raggiungere certi risultati determina ovviamente [...] di scelte che rischiano di essere limitanti. Del resto, senza [...] e gli incassi di [...] difficilmente mi avrebbero fatto [...] corno Sud. Credo che il cinema debba [...] nascere desideri. E che li debba [...]. Che debba mettere in [...] preconfezionati e che li debba diffondere. Stiamo comunque tutti imparando, [...] a fare il nostro lavoro senza che [...] abbia insegnato. La generazione che ci [...] ha lasciato figli. Una riflessione che si [...] la funzione e la forma del cinema [...] millennio, A cento anni dalla [...] nascita il cinema rischia [...] a regole grammaticali ampiamente superate dalle possibilità [...] linguaggi e dai [...] livelli di percezione. Manca anche una riflessione sul [...] sociale del cinema [...] della [...] televisione e del neocapitalismo. Sarebbe compito della critica [...] che degli autori, sviluppare questo pensiero, ma [...] assumersi la responsabilità di un ruolo attivo [...] contributo di tutti. In Italia, invece, il [...] compartimenti stagni, per gruppi. C'è da dire che [...] e soprattutto distributive con cui il nuovo [...] è ritrovato a fare i conti hanno [...]. Ma un certo timido [...] classica da cineteca, una specie di [...] tecnico formale; il considerare [...] della comunicazione attraverso le sole immagini sono [...] come autori, dobbiamo assumerci la responsabilità. Così come gli insistiti [...] denuncia sociale un po' anni 60 di [...] nostro nuovo cinema. Gli anni 70 sono [...] spettacolo italiano gli anni della scalata al [...] parte di una nuova generazione. Che riuscì [...] e che caratterizzò gli [...] i propri spettacoli. Durante gli stessi anni [...] «faceva» il cinema italiano non lasciava spazi [...] perdeva spazi e spettatori. È stato del tutto [...] la palestra teatrale fornisse forze nuove al [...]. E non solo registi. La quasi totalità dei [...] attori italiani viene dal [...]. Attori abituati a frequentare [...] drammaturgia contemporanea cari al teatro italiano dello [...] quindi, già abituati a una recitazione e [...] ambientate [...]. In una parola, già [...] a differenza della generazione immediatamente precedente (quella [...] Strehler per intenderci). E tutta da verificare. Esiste, non esiste? Il [...] Mario Sesti che esce in questi giorni per [...] (Nuovo cinema italiano, òli [...] le idee. O, forse, di mettere [...] elementi su cui poi [...] nel tempo, questa risposta. Perché dire «sì» o [...] arduo. Anzi: il nostro, personale [...] e di spettatori ci spingerebbe a negare. Non esiste un «nuovo [...] esistono dei [...] cineasti», [...] rispetto al [...] ultimi anni [...] anni [...]. Però la formula potrebbe [...] un dato di fatto, [...] ipotesi di lavoro, Vediamo [...]. La Nouvelle Vague e [...] Nuovo Cinema Tedesco, ovvero le due «ondate» più importanti [...] Occidentale dagli anni [...] in poi, avevano si [...] e tematiche comuni, ma si costituivano come [...] tutto sul piano produttivo. La Nouvelle Vague consisteva [...] di giovani ex critici che presero [...] la cittadella produttiva (florida) [...] e si sostituirono ai maestri di un ALBERTO [...]. Il Nuovo Cinema Tedesco, [...] nacque invece sulla base di un manifesto [...] un fondamentale appoggio economico da parte della [...]. I tempi erano cambiati, [...] televisione. Il Nuovo Cinema Italiano, [...] grazia 1994, non ha [...] produttiva. Nasce sempre in modo [...] rabbia e la voglia di fare di [...] caso più lampante: la Sacher di Nanni Moretti). Per un semplice motivo: una [...] produttiva si era imposta, in realtà, negli anni [...] e ora è naufragata. Era la committenza televisiva. Rai e [...] erano diventati gli unici [...]. Oggi la Rai è [...] senza una lira; e la [...] è un partito di [...] a cui pensare. Quindi, chiudiamo con un [...] Nuovo Cinema Italiano, da un punto di vista [...] negli anni [...] ed era il cinema [...] dei film «carini» (perché già pronti ad [...] spot in prima serata), dei prodotti pensati [...] taglio televisivo. Insomma: era un [...] il peggiore che abbiamo mai [...]. Oggi un [...] Cinema Italiano che voglia [...] di tutto affrancarsi da quei modelli, pur [...] i film prima o poi finiscono là. I modi produttivi vanno [...] questa è, naturalmente, una scommessa affascinante. Se la vinceremo, i [...] arriveranno. Il cinema è un [...] calcio: bisogna lavorare sui vivai, mettere i [...] di giocare tranquilli, assicurare loro un futuro. Poi, fra tanti buoni [...] dei fuoriclasse è nelle mani del destino. Diego Abatantuono In una [...] Quando rivedi i tuoi [...] che ricolleghi con altri film che hai [...] hai preso inconsciamente da [...] ci ho pensato spesso [...]. Per lo più mi [...] sono legata più a delle tematiche che [...]. Non mi piacciono i [...] non mi piacciono i film dove due [...] soli [...]. Mi piacciono i film [...] le donne, possibilmente giovani. Allora gli auto--ri, maschi, [...] trattare con veridicità le relazioni fra uomini [...] fra donne e donne, e [...] anche con i ragazzini, [...] piacciono di più. Non mi piacciono i [...] maschi. Ci sono degli autori [...] americani che, nonostante man-dino in sollucchero tanti [...] annoiano. E per quanto riguarda II [...] sono degli autori che [...] sento molto vicini e ce ne sono [...] secondo me sono un equivoco fastidioso. È una situazione un po' [...] da una parte non mi va di giudicare perché [...] veramente sbagliarmi, [...] infilata tra certi cognomi mi [...] soffrire. Non te li posso [...]. Ci sono altri autori [...] visione della vita non aderisco completamente, ma [...] Soldini. Vedo il suo lavoro [...] che stimo. Ma alcuni li sento [...] Mazzacurati ad esempio. Vedo che gli errori [...] li potrei fare io. Il tuo cinema è [...] faccio film «carini» amo personaggi perbene Che [...] È banale dire che. Penso che chi si [...] fare cinema in questi anni non abbia [...] al linguaggio che ha [...] la Nouvelle Vague francese, o [...] movimento inglese. Lì [...] un bisogno di trasformazione, [...] a tal punto da questo senso nuovo [...] da determinare un ribaltamento in [...]. Per certi versi, invece, [...] trovato, diciamo tra i 30 e i [...] iniziare a fare cinema negli anni scorsi, [...] scavalcare quel cinema più sperimentale e innovativo. Mi sembra, diciamo così, [...] siano più legati ai «nonni» che non [...] autori a loro più vicine. Hanno teso a riprendere [...] momento centrale, a lavorare su personaggi, atmosfere. Per queste ragioni, non [...] di set, è stato un incontro scioccante [...] ma formativo. Anche da un punto [...] quasi etico: perché [...] ad alcuni momenti cruciali [...] e realizzazione del film. Intorno a queste esperienze [...] un tessuto professionale (i fonici, il direttore [...] che si porta dietro [...] e [...] di cinema. È [...] che il problema di dover [...] a fare del cinema incrocia il problema del linguaggio, [...] in senso stretto. Da una parte bisogna [...] a fare la presa diretta. Per me questo è [...] un problema non trascurabile. Vengo da un posto, [...] in cui [...] una lingua, sporcata e [...] caratterizzata: scegliere come far parlare i personaggi [...] Notte [...] e Il prete bello, insomma, era un [...] e verosimiglianza non secondario. È, come sempre, un [...]. Cerchi di immettere nel [...] pensato elementi [...] cercando di far si [...] un loro rapporto con strutture preesistenti, vecchi [...] con [...] che ne venga fuori [...]. Cos'è poi che hai [...] nuova o no? Non lo so. In generale, comunque, debbo [...] ho per [...] formale né una grande [...] forte interesse. Ci sono poi. Questo è un cinema [...] fare carico del problema della sopravvivenza del [...] problema di cui avrebbe fatto volentieri a [...]. È una pressione enorme [...] continuamente a scegliere tra un rifiuto assoluto [...] marginalità, o [...] indiscriminata a modelli che [...] semplificazione, dàn-no [...] di [...] soddisfare il pubblico. Tutte e due le [...] avviso, sono in qualche modo malate. È vero, del resto, [...] forse. Quanto inutile velleitarismo, follia, [...] di questi anni sulle [...] in questi film. È impossibile scappare dal [...] tutto questo. Anche nei comportamenti più [...]. Per esempio, fatta eccezione [...] collettivo che abbiamo di recente realizzato prima [...] paese al mondo), [...] che considero molto positiva [...] proprio perché ha consentito a un gruppo [...] incontrarsi e lavorare insieme, fatta eccezione per [...] tutte persone che si frequentano raramente, usciamo [...]. /// [...] /// Ma non è anche [...] nella società intorno, non è un fenomeno [...] quanti, nessuno [...]. Per alcuni a volte [...]. Faccio un certo tipo [...] naturalistico, più che realistico, e quindi il [...] quello di annullare la macchina da presa. Semplicemente, la mia lotta [...]. È una lotta che [...] riesce e a volte no. Ma non è che [...] di chi guarda sia spesso, come viene [...] stile. Credo che sìa addirittura [...]. Penso sinceramente che sia più [...] -non Iodico per [...] la macchina da presa, piuttosto [...] fare dei [...] spettacolari. Detto questo, non è [...] per torza girare sempre cosi. Per il prossimo film. Con gli occhi chiusi, [...] modo completamente diverso, voglio perdere la brocca. Ogni storia ha il [...]. In Mignon è partita [...] era un imperativo categorico, cioè: quando scorgevo [...] mi sembrava cinema, dicevo: «Ma che è [...] mica facendo [...] il mio desiderio assoluto [...] personaggi vivessero di vita propria. Avevo io per prima [...] vedere dei film italiani così, in cui [...] soprattutto dalla potenza narrativa della materia. Ho continuato cosi e [...] soddisfatta anche se non reputo i miei [...]. Ma mi sento appagata [...] che mi sono conquistata di comunicazione con [...] platea, Ci sono poi [...] di cose che reputo [...] venute bene e che sinceramente cambierei. Sei tra le principali [...] «carino», e. È difficile da far capire [...] a chi non mi conosce. La parte più forte [...] è un mondo immaginario, immaginifico, e non [...] di scrivere dei film, lo scrivo sempre, [...] racconti. Non potrei mai fare un [...] con dei personaggi che detesto. Significherebbe per me passare [...] delle persone spregevoli. La verità è che [...] le persone non piacciono tanto. Poi, da un po', mi [...] chiusa. Ho avuto delle delusioni [...] del cinema. Gente che ammiravo, stimavo. Quindi, non me ne [...] relazioni con la gente, non è come [...] avevo il mito [...] dello stare insieme. Non ci credo più. Però voglio avere delle [...] i personaggi. Diciamo che dato che [...] è così, me lo invento io come [...] fosse. Ciò che unisce i [...] film, è quanto sono «perbene» (Giorgia di Mignon [...] il professor Bruschi di Verso sera, Arturo [...] Grande [...] . Sono persone che hanno una [...] un rispetto [...] e delle diversità del prossimo, [...] io ho conosciuto raramente nella realtà. /// [...] /// Sono persone che hanno una [...] un rispetto [...] e delle diversità del prossimo, [...] io ho conosciuto raramente nella realtà. (0)
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