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Pagina da Preview Biblioteca Digitale--Pagina de «l'Unità-Unità 2-Nazionale del 1997»--Id 3008097086.

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Perché svolgono quei lavori [...] necessari e che noi consideriamo inadeguati a [...] contribuiscono a man-tenere gli equilibri demografici delle [...]. Anzi [...] -se governata -offre, a [...] società in cui viviamo, van-taggi e opportunità. Alcune concrete e quotidiane, [...] più formativo che ricava-no i bambini italiani [...] essere educati insieme con i bambini stranieri. Altre che attengono alle [...] di fronte a noi: [...] delle nostre politiche di [...] ca-pacità delle nostre città di essere «comunità» [...] reali pro-cessi di integrazione; la possibilità di [...] di globaliz-zazione nel tentativo di costruire società [...]. In compenso agli immigrati [...] opulente riservano davvero poco, in termini di [...] risorse. Basti guardare al loro [...] medie della loro salute, alle difficoltà di [...] ai servizi, alle difficoltà di integrazione culturale; [...] il mercato del lavoro clandestino, che usa [...] condizione di clandestinità in cui tanti sono [...]. Ci sono, però, Comuni, [...] religiose, fasce di popolazione del nostro paese [...] di misurarsi a fondo con la condizione [...]. Ciò ha reso migliore [...] immigrati, ma ha nel contempo, realizzato una [...] culturale di molte significative zone del nostro [...]. Anche a partire da [...] doveroso ed utile costruire -con il concorso [...] forze sociali e politiche -un percorso di [...] immigrati, che indichi in modo chiaro i [...] i loro doveri: il lavoro, [...] sociale, [...] la partecipazio-ne sociale e [...] al ricongiungimento familiare e i diritti dei [...] di tutte le nostre leggi. Nella politica [...] ci sono due posizioni [...] avviso, vanno combattute perché inefficaci, dannose agli [...] nostra società. La posizione che sostiene [...] fatto delle frontiere aperte e quella, ad [...] zero, e cioè del blocco [...] regolare attraverso [...] ed il restringimen-to delle [...] e di cittadinanza degli immigrati. La prima serve solo ad [...] e a considerare come un [...] clandestina. [...] come testimonia [...] europea, ha reso più precaria [...] condizione dei regolari e non ha ridotto [...] clandestina. [...] clandestina va contrastata e [...] è contro gli immigrati, prima ancora che [...] nostra società. La clandestinità è contro [...] riserva loro condizioni di vita dure e [...] il superamento di quello stereotipo che fa [...] un portatore di disordi-ne, un concorrente [...] delle risorse. Perché impedisce il formar-si di [...] cultura della cittadinanza, per cui [...] non sia più «straniero», ma [...] nuovo cittadino. [...] italiana di-mostra chiaramente che una [...] basata sul connubio «tolleranza della [...] sanatoria» può consentire agli immigrati al massimo un [...] di assistenza, una collo-cazione marginale [...] precaria nella società italiana; genera instabilità e conflittualità, allontana [...] prospettiva di una società multietnica e multiculturale. È impegnativo e difficile [...]. Perché dietro il nome «clandestino» [...] quasi sempre una persona che fugge dal dramma della [...] e della guerra. Eppure, dire a queste [...] non sono in grado di accoglierti», «lo [...] queste con-dizioni e secondo queste regole», significa [...] dignità e costruire insieme nuove regole democratiche. La clandestinità si contrasta [...] lungimirante e dinamica politica estera, costruendo accordi [...] con i paesi coinvolti dai flussi migratori, [...] sviluppo lo-cale e poi per stabilire le [...] regole relative alle emigrazioni, ed altresì informando [...] circa le reali possibilità di accoglienza da [...] paese . La clandestinità si contrasta [...] perversa del mercato del lavoro nero, sia [...] nei confronti di [...] ma, soprattutto, individuando strumenti [...] rapporto trasparente e fluido tra esigenze del [...] e offerta di immigrazione. Ma la clandestinità si [...] norme severe contro le organizzazioni criminali, rendendo [...] alle frontiere e prevedendo sanzioni amministrative per [...] in Italia. Il governo, soprattutto a [...] ministero [...] ha dimostrato che è [...] rigore e profondo spirito democratico e solidale [...]. Siamo infatti impegnati nella [...] legge quadro imperniata su: programmazione dei flussi, [...] definizione di un percorso di cittadinanza per [...]. Un lavoro complesso per [...] avvaliamo delle elabora-zioni realizzate da molte associazioni; [...] materia; dal Cnel; dalla Chiesa. Ci avvaliamo, altresì dei [...] dibattito svoltosi nel recente convegno di Torino, [...] come protago-nisti le associazioni e le amministrazioni [...]. Nei prossimi giorni terremo [...] con le forze econo-miche e sociali, le [...] Chiesa, i gruppi parlamentari, re-cuperando la battuta [...] che il nostro lavoro [...] la malattia che ha colpito Giorgio Napolitano [...] giorni in ospedale. Colgo [...] per [...] gli auguri più affettuosi di [...] guarigione. Parla Nicola Rossi, [...] chiamato da Massimo [...] a coordinare il progetto del Pds per la ri-forma del [...]. Perché si tratta di [...] delle garan-zie, al [...] delle opportunità. ///
[...] ///
Nicola Rossi è un [...] economia [...] Tor Vergata di Roma [...] mese coordina un gruppo di lavoro del Pds [...] di definire un progetto [...] Stato sociale. Il guru di [...] come con scarsa fantasia [...] da qualche giornale, in realtà non ha [...]. Rimane subito deluso chi [...] dire che per entrare in Europa bisogna [...] pensioni per rie-quilibrare i conti pubblici. Una opera-zione che non [...] a taglio della spesa pubblica». Una necessità dunque, perché [...] imposta dalla globalizzazione dei mercati, dai mutamenti [...]. Ma soprat-tutto una opportunità [...] Rossi, il [...] che ci ritrovia-mo in Italia [...] alcune conquiste sindacali e della sinistra, ma [...] da altre cul-ture». Attenzione infatti alle date: [...] nostro Stato sociale ri-salgono in buona parte [...] Venten-nio [...] agli Anni Trenta. La natura corporativa su [...] il [...] italiano, per cui si [...] determinate prestazioni in quanto si è parte [...] di un gruppo sociale riconosciuto, altrimenti si [...] ancora quella odierna. Anche perché, di-ce Rossi, il [...] senza riforme» [...] nel dopoguer-ra, non [...] messa in discussione. Non a caso, insiste, [...] anni, nonostante i trasferi-menti alle famiglie, comprese [...] più che raddop-piati in proporzione al reddito, [...] disuguaglianza sono rimasti inalterati. Dal punto di vista distributivo, [...] Stato sociale non ha cambiato nulla: [...] di po-veri [...] nel [...] di poveri ci sono oggi». Insomma, la società è [...] non sono state offerte ai cittadini nuove [...]. Anche per-chè «un pezzo [...] Stato sociale, cioè [...] non per-mette a chi [...] capacità, di emergere e di salire nella [...]. Professor Rossi, nessun dubbio [...] Stato sociale va cam-biato, ma anche difeso come [...] fondo per la sinistra? Sì, siamo arrivati [...] banale [...] ma ormai il confronto [...] e conservatori. Anche se non [...] una così chiara identifica-zione a [...] di partiti politici, la questione è questa. [...] imper-donabile della sinistra negli ultimi [...] è stato quello di ripiegarsi su se stessa, di [...] sbagliato tutto ciò che ha fatto e di pensare [...] non [...] far altro che scimmiottare la [...]. Anche illustri maestri, che [...] con enorme elegan-za ma di sconfitta in [...] detto questo: che tutto il patrimonio storico [...] da buttare e non si poteva fa-re [...] in maniera edulcorata ciò che si faceva [...]. Non sono [...]. E invece lei ritiene [...] abbia molto da dire di suo? Certo. Molte delle nostre [...] sono ormai opinioni comuni. Che nei mercati ogni [...] storto, è regola, non eccezione. Che il ruolo dello Stato [...] per definire (più che [...] corrente [...] la traietto-ria di crescita [...] è regola, non eccezione. Che [...] possa essere un fattore [...] è più [...]. E allora perché ci [...] Giusto fa-re autocritica, ma questo non può si-gnificare [...]. Gli errori li abbiamo [...] non abbiamo te-nuto fede ad alcuni concetti [...]. Per questo non dobbiamo [...] marcare una serie di diffe-renze con il [...]. Non [...] motivo di avere dei complessi [...] inferiorità. Ma per [...] dobbiamo avere chiaro che la [...] dello Sta-to sociale deve diventare prima di tutto una [...] della sinistra, del-la [...] capacità di porsi come forza [...] cambiamento. Lei parla di radici [...] Stato [...] che affondano nel regime fa-scista. Ma come dimenticare il pe-so [...] nel dopoguerra ha avuto [...] democristiano nel generare [...] e la distor-sione della spesa [...] Certo, ma [...] ha trovato terreno fertile proprio [...] strumenti che sono stati creati tra le due guerre. Probabilmente ne avremmo avuto [...] non avesse potuto servirsi di quelle strut-ture. Il punto è proprio [...] evitare che [...] di quel tipo si [...] semplicemente [...] ma tagliare alle radici [...] lo ha ge-nerato e fatto sviluppare così [...]. In realtà spesso la [...] non ha inventato nulla, ma [...] utilizzato [...] gli strumenti che erano disponibili. Del resto, questo non [...] Stato sociale. Se si pensa [...] del capitali-smo italiano ci [...] essa è condizionata dal fatto che usciti [...] strumento che fun-ziona è [...]. Non si può ridurre [...] Stato sociale a un problema di taglio [...]. Eppure la spesa pensionistica [...] Italia [...] superiore a quella degli altri Paesi e [...] mettere mano a qualche intervento, o no? È [...] in Italia la spesa pensioni-stica è superiore [...] del [...]. Ma questo perché la [...] stata fatta solo attraverso le pensioni. Chiamiamo pensioni cose che [...] hanno niente a che fare: basti pensare [...]. Si tratta di interventi [...] perchè a fronte di quelle spese non [...] versati. E non a caso [...] in Italia è più bassa del [...] rispetto agli altri paesi. Dunque, non [...] necessariamente un proble-ma di riduzione, [...] di riforma [...] Stato sociale, che [...] gli interventi in tutti i [...]. E quali sono i [...] pro-getto di sinistra di riforma del [...] Lo Stato sociale è [...] poggia su cinque gambe: previden-za, sanità, [...] istruzione, fi-sco. La riforma previdenziale del [...] è basata su principi sani, [...] da [...] e da [...]. Per la sanità, la [...] anni fa che affermava il cri-terio universalistico [...] salute è un bene cui tutti hanno [...] anche oggi; il problema è che questo [...] solo in una parte del Paese. Le deleghe fi-scali, varate [...] Finanziaria, dan-no la possibilità di modificare [...] personale, rivedendo le aliquote [...] nuovo sistema di detrazioni. Infine, istruzione: se il [...] Berlinguer an-drà in porto avremmo la prima [...] il fascismo. Rimane [...] che è il vero [...] nostro Stato sociale. E quel tavo-lino non [...] proprio perché la gamba [...] non regge. Non regge perché il [...] è stato delegato alle singole ca-tegorie. Lasciando che la condizio-ne [...] definita dalla singola categoria, non [...] collettività. Col risultato che o [...] una categoria oppure non si è tutelati. Se [...] una ragione per la quale [...] deve riformare lo stato sociale è per affermare il [...] che in Italia prima si è cittadini e poi [...] appartiene ad una categoria. A sinistra, in particolare [...] Pds [...] ha ripetuto più volte [...] ed è nella mozione [...] di [...] opportunità al posto di [...] delle garanzie. Ma così non si [...] accettare una impostazione liberi-sta? Lo spostamento di [...] delle garanzie al [...] dello op-portunità, potrebbe sembrare [...] del tutto dal momento storico. Se a sinistra possiamo [...] parola [...] delle opportunità è rilevante [...] i tipi di rischi cui i cit-tadini [...] prossimi decenni sono totalmente diversi dai tipi [...] i cittadini andavano incontro nel 1950. Nel [...] il rischio di un cittadino [...] riguardava la for-mazione di una famiglia: i figli, [...] le malattie, la vecchiaia. E lo Stato sociale [...] ri-specchiava quelle situazioni. Ma il ti-po di [...] incontro nei prossimi 40/50 anni è completa-mente [...]. Ad esempio? Già oggi [...] si prospet-ta un avvenire in cui non [...] solo lavoro dipendente, ma tanti la-vori alcuni [...] che vanno a [...]. Per questo bisogna permettere [...] di rientrare nel mercato del lavoro. Nella famiglia tipo degli [...] Cinquanta [...] solo il ca-pofamiglia. Oggi, spesso, anche la [...]. Che deve potere gestire [...] opportuno la propria maternità e, se vuole, [...] la-voro. Bisogna permettere alle perso-ne di [...] fra lavori, fra situazio-ni [...] nel territorio. Ciò richie-de una rete [...] che consenta tutto questo, che non si [...] che il punto di arrivo deve essere [...]. Ma faccia sì che [...] si possa arrivare dav-vero: questo è il [...] opportunità. In che misura, però, [...] rinunciare a un grado di pro-tezione che [...] Stato sociale garantisce? Dire [...] delle opportunità certa-mente non [...]. Perché accadrà, ma già [...] accade (per esem-pio in Gran Bretagna, in Usa) [...] parte della società si stacchi, re-sti esclusa. Per questo il [...] deve comunque intervenire, garantendo [...] rete di sicurezza. La cui caratteristica deve [...] che prescinda cioè dalla categoria di appartenenza. Ma così facendo non [...] sommare i costi delle garanzie a quelli [...] E le com-patibilità economiche? Si tratta anzitutto di [...] che abbiamo e quanto lo paghia-mo. E ciò per decidere, [...] cui scoprissimo che lo Stato sociale che [...] di più per scuola, [...] vogliamo anche [...]. Altrimenti bisogna decidere a [...]. Questo discorso va ben [...] compatibilità macroeco-nomiche dei prossimi due anni per [...] Europa; e rispetto a questo penso che qualcosa [...] rispettare un patto che abbiamo sot-toscritto. Ma guardando un [...] più in là, si [...] chiaramente ai cittadini costi e benefici di [...] e decide-re come ripartire [...]. Direttore responsabile: Giuseppe Caldarola Condirettore: Piero Sansonetti Vicedirettore: Marco Demarco (vicario) Giancarlo Bosetti Redattore [...] Pietro Spataro [...] Società Editrice de [...] S. ///
[...] ///
Qualcuno ha messo sullo [...] vicenda con altri sciope-ri recenti nei trasporti. ///
[...] ///
Gli scioperi erano stati [...] sapeva quando cominciavano e [...]. Le agitazioni nei pubblici [...] tempo soggette a norme e sanzioni. Non [...] confronto con la protesta [...] atto a Milano. Vogliamo fare proprio dei [...] E [...] prendiamo i metalmeccanici, un milione e ottocentomila [...]. Aspet-tano da mesi e [...] del contratto di lavoro. Hanno firmato nel 1993, [...] con le altre categorie del mon-do del [...] che aboliva la scala mobile e con-tribuiva [...] Pae-se. Un accordo che diceva: [...] poi faremo i conti e se [...] avrà mangiato fette di [...]. Loro la cinghia [...] stretta, ma ora che [...] per avere il dovuto vengono bruscamente conge-dati. Solerti commentatori han-no spiegato [...] «par condicio») le ragio-ni di Fossa che [...] (non certo quelle degli alleva-tori) sono [...]. E così anche Prodi [...] Ciampi, [...] della proposta risolutiva per chiudere la vertenza, [...] partito [...]. Resta il fatto che [...] hanno sciope-rato per mesi, hanno manife-stato a Roma [...] tutta Italia, senza il minimo impaccio per [...]. Ora, certo, azioni come [...] es-sere dagli allevatori, potrebbero suscitare, se non [...] alveo più tranquillo, feno-meni crescenti di imitazione. Segnali vari sembrano indicare [...] abbiamo detto, un ritorno alla tranquillità, at-traverso [...]. E se così non [...] Allo-ra [...] fare appello non tanto, crediamo, alla mobi-litazione [...] quanto ad una mobilitazione pacifica del Paese. Tutti, anche le forze [...] hanno schiacciato [...] nei confronti degli esagitati [...] trattori, dovrebbero insorgere e con-dannare il ricorso [...] di lotta. [...] a questo proposito, [...] osservazione da fare e [...] alla vi-cenda dei metalmeccanici, an-che loro forse [...] un approdo. Una parte consistente degli [...] infatti, più o meno aperta-mente, la voglia [...] contrattazione tra le parti, la concertazione che [...] a [...] del 23 luglio 1993. Alberga nella Confindu-stria il [...] o comunque indebolire il ri-spetto nei confronti [...] come rap-presentanza di chi lavora (ma-gari convalidata [...] migliori di quelle attuali). Ecco: un tale scardina-mento [...] giungla sociale, ai conflitti senza regole in [...] la voce co-me può e dove può. ///
[...] ///
Ecco: un tale scardina-mento [...] giungla sociale, ai conflitti senza regole in [...] la voce co-me può e dove può.

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Il sistema condivide già oltre settecentomila Entità Multimediali, di cui gran parte afferenti alla Biblioteca digitale.

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La digitalizzazione/elaborazione dal cartaceo alla Biblioteca Digitale, relativamente all'emeroteca riguarda (in parentesi quadra consistenza detenuta ed altre annotazioni; * ove lavorazione tuttora in corso):

Periodicità non quotidiana


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Cinema Nuovo [serie quindicinale 1952-1958]

(193)

Città & Regione [1975-1976*]

(191)

Civiltà cattolica [1850-2000*]

(145)


(199)

Interstampa [1981-1984*]

(199)

Marxismo Oggi [1988-1991*]

(198)

Nuovi Argomenti [1953-1965]

(184)

L'Orto [1937]

(162)

Paragone. Arte [le serie dirette da Roberto Longhi, 1950-1970]

(192)


(187)


(205)

Rinascita [1944-1962 mensile, 1962-1989* settimanale, marzo 1989 numero 0 direttore Franco Ottolenghi, 1990-1991* Nuova serie direttore Asor Rosa]

(88)

Teatro in Europa [1987-1997*]

(204)

Vita cecoslovacca [1978-1984*]


(204)

Quotidiani

Avanti! Quotidiano del Partito Socialista Italiano [1943-1990* edizioni di Milano e Roma]

(204)

Brescia Libera [1943-1945]

(160)

Granma. Organo oficial del Comite Central del Partido Comunista de Cuba [1965-1971*, 1966-1992 riduzione del Resumen Semanal]

(193)


(206)

Ordine Nuovo [1919-1925]

(64)

Corriere della Sera [1948* annata completa «Nuovo Corriere della Sera»]

(196)

Umanità Nova [1919-1945]

(170)



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Eventuali segnalazioni dei propri interessi potranno influire sulle priorità di lavorazione. Per un elenco di tipologie differenti (monografie, enciclopedie, materiale discografico e non book material) o delle consistenze minori, oppure per informazioni sul prestito bibliotecario/interbibliotecario: .