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Si è suicida-to martedì [...] anni. Era accusato di avere [...] a Tito Melis in concorso con Grauso [...] Piras. Generale dei carabi-nieri, attualmente [...] con [...] di estorsione ai danni [...] Giuseppe [...]. Fra le intercetta-zioni telefoniche [...] collo-quio con Lombardi-ni. Industriale bresciano, amico della [...] Giuseppe [...]. Avrebbe consegna-to materialmente al [...] Delfino [...] 800 milioni richiesti per intercedere con i [...]. Arrestato -poi scarcerato -con [...] di concorso in concussione. La bobina con la [...] Luigi Lombardini verrà inviata al Consiglio superiore [...] «Nessuno è stato torchiato» Caselli: abbiamo seguito le [...] prove [...] PALERMO. Le prime due frasi [...] stessa parola: «Trage-dia». Non è una conferenza stam-pa, [...] difensiva. È un lutto e [...]. A mezza giornata di [...] sparo, Giancar-lo Caselli, tornato in Sicilia, parla [...]. Le persone che martedì interrogavano [...] lui il [...] lì, [...] del capo. Guarda-no i giornalisti, mentre Caselli [...]. E spiega: «Ecco perché [...] telecamere. Ecco perché questa, [...] non é una vera conferenza [...]. Né lui né gli [...] le proprie immagini nei telegiornali, non ora, [...] quella del profilo stanco del collega interro-gato, [...] Lom-bardini. Piuttosto, entro due gior-ni la [...] sarà consegnata al Csm. Caselli intanto di-ce e [...] «Siamo [...] che la smentita [...]. E racconta in dettaglio [...] tecnici. Le risposte alle accuse [...] sono lo stes-so, alla fine. Insieme [...] di dover precisare: «Nessuno è [...] torchiato, non è abitudine di [...]. Una trage-dia, e questa [...] nel senso più pieno tutti noi della [...] e chi non [...]. [...] dove di solito vengono [...] diversi, si vedono i visi del procuratore [...] Vittorio Aliquò, dei sostituti procuratori Antonio [...] Lia Sava, Gio-vanni DiLeo. Ma ci sono anche [...] Guido Lo Forte e Luigi Croce, che [...] Cagliari [...] sono an-dati. Ascoltano il capo che [...] «Non [...] a noi rispon-dere agli attacchi ingiuriosi, alle [...] alle presunte falsità. Di questo, non vogliamo [...]. Parleremo invece della [...] svolti, perché, per mancanza [...] ne sono state [...]. Erano in cinque, tutti [...]. E Caselli: «Eravamo cinque [...] più atti istrut-tori da compiere contestualmente [...]. Ovvero due interrogatori e una [...] da raccogliere. E lui, il procuratore capo [...] andato per un unico motivo, preciso, [...] «La mia presenza -dice -e [...] dichiarato anche prima, ma è difficile [...] dopo, era un at-to dovuto [...]. Non vorranno [...] quelli che accusano il [...] intenti persecutori. Lui co-munque spiega, per chi [...] non sa come funziona la [...] con le sue sfumature da [...] doveva partecipare il [...]. Caselli fotografa quelle ore: «È [...] un interrogatorio non teso, [...] di quel tipo [...] stressante. Nessuno è stato tor-chiato. Non è abitudine di [...]. E la prova è [...] è facoltativa ed è stata fatta pro-prio [...]. Per garantire al massimo [...]. In più, [...] si è concluso con una, [...] noi non richiesta, attesta-zione [...] difensore [...] dei magistrati in-quirenti». Cita anche [...] il procuratore, per ricordare che [...] una pausa, verso le tre del pome-riggio, [...] Concas ha di-chiarato proprio la [...] cosa. Di fatto, sta dicendo [...] Concas [...]. Anche perché ad un certo [...] finito [...] se [...] andato, [...] il suo assistito. Altra foto: «Avevamo [...] -continua Caselli -di attendere un [...]. Ma lui aveva un [...] senza avvisare, è [...]. Era il momento più [...]. Perché è stato allora, [...] il verbale, che i magi-strati di Palermo [...] chiedere di acquisire agende, carte e memoria [...] Lom-bardini allo stesso magistrato in-dagato. Motivo: lui non aveva [...] Melis, ma questo Caselli non lo dice. /// [...] /// [...] parla di nuovo di «tragedia [...] ci addolora incredibilmente». Di-ce e ripete, invece, [...] pun-to, Lombardini era solo. Il magi-strato ha chiesto [...]. Dopo [...] è arrivato il [...]. [...] due dei magistrati palermitani, quando [...] dietro quella porta im-provvisamente chiusa a chiave è arrivato [...] rumore dello sparo. E che dopo «ha reso [...]. Il generale Francesco Delfi-no è [...] arresti domiciliari nella [...]. Ac-cusato di concussione per [...] si direbbe che è [...] suo alibi. Proprio su questa villa infatti [...] impernia la [...] verità. Da un lato le [...] Alghisi, amico del seque-strato, che disse di [...] consegna-to 800 milioni da [...] perché si attivasse per [...]. [...] lui, che ancora oggi conti-nua [...] ripetere che di quel sequestro non si è mai [...]. Quei soldi Al-ghisi glieli diede, [...]. Lui, il generale, non [...] loro provenien-za. Pensava che Alghisi pagasse [...]. A Napoli si direbbe [...] Delfino [...] come il prez-zemolo, scoppia una grana e [...] nome. [...] si intreccia anche con [...] sul seque-stro Melis e col suicidio del [...] di Cagliari, Lui-gi Lombardini. Generale, poche ore [...] saputo di un assiduo scambio [...] telefonate checi [...] proprio [...]. [...] «Una coincidenza che emerge adesso, [...] tempo reale, per sbattere di nuovo il [...] ma di cui gli inquirenti [...] al corrente da un [...] dalle [...] agende sotto sequestro. E mi auguro che non [...] succede-re mai nulla a tutti i ma-gistrati o ai [...] in vista che hanno avu-to contatti con me, per-ché [...] basta una telefo-nata a far scattare le in-dagini, le [...] che [...]. Dunque queste telefonate ci furo-no? «Certo, e posso [...] le date: 20 [...] e 16 febbraio [...]. Lombardini era un amico, [...] da quando lavoravamo io [...] Nuoro [...] lui a Cagliari. Mi chiamò per segnalarmi [...] un carabi-niere, figlio di un magistrato grave-mente [...] bisogno di un trasferimento. Non una racco-mandazione, sia chiaro: [...] un [...]. /// [...] /// Forse avrà visto che [...] «Giornale» ha pubblicato una [...]. Poco tempo fa, il [...] a un giornali-sta di questa testata che [...] Fortunato Piras, un sardo di Arza-na, detenuto per [...] De Angelis, fu usato dagli inquirenti come intermediario [...] fu [...] scarcerato e condotto in Sarde-gna, [...] i rapitori di [...]. Parlare di Piras in Sar-degna [...] dire Brambilla a Milano. /// [...] /// Le chiedo un parere [...] sequestri e, se me lo concede, di [...]. Le sembra credibile, [...] si siano risolti grazie auna [...] parallela e che la veri-tà non sia ancora emersa? «Capisco dove vuole arrivare, ma parliamoci chiaro. [...] mi è capitato che [...] abbia da-to notizie, fa parte del nostro [...]. [...] anche quando non mi occupavo [...] delle indagini, e io [...] riferito i fatti di cui [...] a conoscenza [...] compe-tente. Le attività di intelligence [...] dicono gli inglesi, si svolgono in un [...] da galantuomini. /// [...] /// Vuole dire che se [...] confidenziali sul se-questro [...] non avrebbe tentato in [...] appro-priarsi della soluzione positiva del sequestro, ma [...] «E che altro avrei potuto fare? Non [...] operative ai miei ordini, non mi occupavo [...]. Al di fuori di questo [...]. Dunque [...] del suo amico Giuseppe [...] non ha mai chiesto o [...] notizie? «Le uniche notizie, e questo è agli atti, [...] ho avute proprio da Alghisi, che mi riferì che Carlo [...] per alcuni giorni con una [...] piena di soldi, raccolti in una colletta [...]. Lei ha anche detto [...] un sogno, che darebbe vo-lentieri [...]. Ognuno ha un sogno, e [...] ho i miei. Comunque mi creda, per que-sta [...] sono finito in carcere, mi [...] più, in tutti i sensi, [...] Giuseppe [...]. Uno dei suoi due amici [...] ha [...]. Susanna Ripamonti [...] Parla il generale dei Carabinieri Il [...] di Palermo Giancarlo Caselli [...] dalla [...] stanza Ansa Delfino: solo [...] buoni amici «Gli inquirenti erano al corrente [...] «Il sequestro [...] non [...]. È solo una coincidenza [...] ora per sbattere di nuovo il mostro [...] «Se basta una telefonata a far scattare [...] auguro non succeda mai nulla ai tanti [...] avuto contatti» Prova a ricostruire da professio-nista. Ma i tempi storici [...] riesce proprio a [...]. La pistola doveva essere [...] sul tavolo. Un cassetto? Ma no, non [...] stato il tempo, appena chiusa la porta, [...] stato lo sparo. Era entrato in-vitandomi a [...] col gesto. Magari stava di-cendo [...] cosa, intendeva se stesso, [...]. È la mille-sima volta [...] il sosti-tuto. E io non ho [...] tempo a dire niente, solo il momento [...] Antonio». Di Leo è [...] che può ricostruire quel momento. Gli altri, lo se-guivano. Il racconto torna piano [...]. Lui, [...] il figlio di Concas [...] il padre [...] per al-tri impegni, agenti [...] di Palermo, tutti che salgono al terzo [...] di Cagliari, guidati da Luigi Lom-bardini verso [...] per avere dalle sue mani agende e [...]. Come da richiesta [...] poco più di [...] prima. Sembrava tutto a posto. Il sostituto torna a [...]. Io sono subito dietro [...] Lombardini. Dopo di me, [...] il figlio di Concas [...] il collega [...]. Il dottor Lombardini apre [...] quella che dà sul corri-doio. Dentro [...] una piccola an-ticamera. Entrando mi fa il gesto [...] accomodarmi [...] dice. E apre [...] porta, [...] dentro, gira la chiave». Tutto tranquillo, fino a [...]. Il procuratore aggiunto Vit-torio Aliquò [...] per ricorda-re Lombardini «da anni, da tan-ti [...]. Hanno lavorato insie-me. Ma Aliquò del sentimento [...] conosciuto da tanto non sembra riuscire a [...]. Mentre racconta, è nel [...]. Indica una sedia imbottita di [...] al-la scrivania. Ce lo vede seduto. E alla successiva domanda [...] gli occhi si riempiono [...] spedito. Per non dire, na-turalmente, [...] lavoro. Ricostruire la giornata, di [...] è facile. Però ci tengono tutti, i [...] di Palermo. Per spiegare che due interrogatori [...] una dichiarazione testimoniale da fare in una sola giornata, [...] si affrontano in pochi. E cer-care di far capire [...] quella sce-na descritta da tanti -cinque contro uno per [...] ore -non è reale. [...] si concentra, ripas-sa gli orari. Ogni tanto è incerto. Erano tutti e cinque, [...] dieci e mezza, ad interrogare [...] della famiglia Melis, Luigi [...]. Dopo due ore, Ca-selli, Aliquò [...] vanno nel-la stanza in [...] Lombardini e il suo avvocato. Pochi mi-nuti per i [...] il nastro della registrazione. Di Leo e Lia Sava [...]. [...] e mezza alle due [...] quella stanza ci sono davvero tutti. Poi si sospende per [...]. Alle tre, arriva [...] Me-lis. Per confermare che quel [...] col bavero alzato e [...] proprio lui, il dottor Lombardini? Questo i [...] dicono. Conti-nuano invece a ricostruire: [...] e mezza del pomeriggio, [...] Aliquò e Sava sono [...] Melis, [...] altri con Lombardini. Dopo [...] e Di Leo si scambiano [...] posto. È stato a quel [...] Lombardini ha capito quanto pesante fosse di-ventata la [...] Di contenuti, i [...] non parlano. Ma [...] già la prima dichiarazione di Caselli, di martedì sera: in [...] «elemen-ti concreti». Alle quattro e mez-za, [...]. Il nastro della registrazione [...] stende il verbale. [...] fir-ma alle sei e mezza. E i magi-strati chiedono [...] di attendere un quarto [...]. Però Concas va via [...] Lom-bardini [...] solo, quando riceve la richiesta di esibire [...]. Ma resta sereno. Vittorio Aliquò usa proprio [...] «Serena-mente, ha chiesto di chiamare [...]. Abbiamo aspettato che arrivasse [...] anche lui. Il giovane è venuto, [...] il padre al telefo-nino, poi sono andati [...]. Si so-no messi tutti [...] dare spallate alla porta per [...] giù, subito: magari il [...] ucciso, si poteva fare qual-cosa. /// [...] /// Si so-no messi tutti [...] dare spallate alla porta per [...] giù, subito: magari il [...] ucciso, si poteva fare qual-cosa. (0)
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