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Il primo capitolo è [...] dal quotidiano spagnolo «El Pais». Il titolo generale sarà [...] para [...] (Vivere per raccontare), ed ogni [...] sarà di circa 400 pagine. È una sfida alla [...] so fino a quale volume posso arrivare», [...] Città del Messico il settantenne scrittore, che [...] quattro giorni di dibattiti , organizzati dal [...] Carlos Fuentes, con la presenza del portoghese Josè Saramago, [...] Juan Goytisolo, della brasiliana Nelida [...] e [...] Susan Sontag. Così ha spiegato la [...] di [...] di solitudine». Fuentes ha commentato che [...] di Garcia Marquez sarà «un inesauribile libro [...]. Il Nobel ha letto [...] primo capitolo. La nuova impresa sarà la [...] continuità della [...] inesauribile opera di romanziere. Ma vorrei ricordare che [...] romanzi sono già le [...] memorie». Garcia Marquez ha rivelato [...] «El Pais» che era dal 1989 che andava raccogliendo [...] non appena terminato il romanzo «El general [...]. Ciò che appare subito originale [...] non cronologica. [...] del massimo esponente della [...] spagnola comincia con Garcia Marquez a 23 [...]. E non a caso. Comincia con «Mia madre [...] a vendere la casa», [...] possedeva ad [...] fra le coltivazioni di [...]. E termina con il [...] mio» della madre quando, [...] si accorgono che il paese non esiste [...] United Fruit aveva sospeso per suoi interessi [...] seminando di desolazione [...] regione. [...] accanto, [...] del campus [...] Columbus, nello Stato [...] Stati Uniti. In basso gli studenti romani [...] La Sapienza Anche [...] superiore [...] si sta volgendo sempre più [...] il modello americano -come già accade per tante altre [...]. Ma in che cosa [...] universitario Usa dal quale Berlinguer trae tanta [...] Fino [...] poco tempo fa, tra i tanti pregiudizi [...] Italia sugli Stati Uniti [...] quello per cui in America [...] a causa delle alte [...]. Questa cre-denza era solo [...] un pregiudizio italiano più vasto e antico, [...] noi eu-ropei siamo colti e raffinati per [...] mentre gli americani sono geneticamente ignoranti e [...]. In realtà gli Usa sono [...] dei paesi con il maggior numero di «laureati»: [...] della popolazione ha un [...] invece resta uno dei fanalini [...] coda [...] con il [...] di laureati). Negli Stati Uniti il [...] dei ragazzi di 18-19 anni [...] scola-rizzato (in Italia solo il [...]. È vero però che [...] implica necessaria-mente qualità: un americano su quat-tro [...] i [...] non sono al-lo stesso [...] che conta è dove lo si è [...]. In Italia di solito [...] «che cosa» hai studiato. In America la perso-na [...] di più di te ti chiede piutto-sto [...]. Ciò che conta colà [...] dove sei stato. Questo vale anche quan-do [...] chi ti offre un posto, prima di [...] dove hai preso il tuo [...]. La differenza di fondo [...] Italia il giovane è [...] e garantito dalla famiglia, [...] tutto abbandonato al suo destino [...] negli Usa avviene giusto [...]. In America un giovane, [...] cac-ciato letteralmente di casa dai genitori -egli [...] al più presto, ed entrare appena possibile [...] lavoro. Ma in questo distacco [...] il college lo aiuta, e lo conduce [...] la meta. In Italia invece il [...] dei maschi e il [...] delle femmine a 30 anni [...] an-cora in famiglia. Se il college era [...] gli anni passati là sono per un [...] migliori nella [...] vita. Gli studi sono permeati [...] cam-pus, dolce sostituto del tepore familiare; il [...] servizi e piaceri di cui si ricorde-rà [...] resto della vi-ta. Non a caso fioriscono [...] cinematografici da campus: il giallo universitario, il [...] la satira universitaria (esempi re-centi sono il [...] Amore e altre catastrofi e [...] In [...] Out. Quegli anonimi esamifici che [...] italiane hanno invece mai ispirato un famoso [...] film di successo? In America le università [...]. Quelle migliori, [...] o simili, sono an-che [...] ma, siccome ac-cettano solo gli studenti miglio-ri, [...] per questi avere borse e prestiti per [...]. Le università peggiori sono [...] ma è difficile che una banca presti [...] studente mediocre che ha avuto accesso solo [...] serie C. Paradossalmente le uni-versità migliori [...] meno costose di quelle peg-giori. Per essere presi da una [...] di serie A gli studenti devo-no mostrare un ottimo [...] e un buon score ad [...] test chiamato Sat [...] Test). Com-petitività e sperequazione tra [...] livello di alcune di [...] un forte diva-rio tra le migliori e [...]. In Italia invece la [...] uni-versitaria e quindi di concorrenza riduce tutti [...] Atenei [...] una grigia omoge-neità al livello più basso, [...] Milano [...] a Cassino, in ob-bedienza al secondo principio [...]. In Italia conta solo [...] di carta; poi, ovvia-mente, chi ha il [...] zio potente o ammanicato troverà presto un [...] non li ha resterà a lungo disoccupato. [...] italiana non sele-ziona insomma i [...] la se-lezione viene fatta [...] sociale della loro fami-glia. [...] invece selezione per merito; [...] studi mi-gliori troverà i posti migliori. Le spere-quazioni sociali in America [...] in Italia sul parentado. Questa meritocrazia in Usa [...] i professori: co-storo solo se sono bravi [...] pro-mossi. I loro incari-chi durano [...] alle posizioni per-manenti si aspira so-lo a [...]. Ci si chiede per-ché [...] stu-denti italiani non giungono alla laurea, e [...] giungono in media molto più tardi dei [...] ed europei. Si è ri-sposto che [...] in Italia sono troppo difficili; i professori [...] sta-tus rovesciando addosso ai loro studenti una [...] in-comprensibili senza fornire il sa-pere per [...]. I professori ita-liani si sentono [...] casta, [...] didattico è [...] dei loro pensieri, tanto meglio [...] si laurea solo una piccola schiera di «delfini». I professori italiani [...] preferiscono la politica: siamo [...] occidentali più [...] con più universitari in Parla-mento [...] del po-tere. In America invece [...] un contatto continuo, amichevole, [...] studenti; gli insegnanti invitano gli studenti a [...] barbecue, e vengono interrotti in qualsiasi momen-to [...] dalle domande degli studenti. I [...] sanno bene che i [...] loro il pane: se le lo-ro lezioni [...] loro corso rischia di chiudere e loro [...]. In Italia poi man-ca una [...] fondamentale nel sistema americano: il tutor, [...] custode che, agendo un [...] da padre un [...] da psicoana-lista, ti consiglia e [...] aiuta per farti arrivare al traguardo. In-somma, [...] distribuisce gli studenti secondo una [...] meritocratica, [...] il meno possibile. [...] italiana invece è una sega [...] rigida: espelle una maggioranza, e lau-rea una minoranza in [...] unico fascio indifferenziato. Un altro pregiudizio che [...] Italia dice che gli Usa sono il paese [...]. Una convinzione che por-ta [...] del nostro tradizionale [...]. È vero proprio il contrario: [...] è troppo specializzato in America è considerato un handicappato, [...] la [...] è chi sa passare con [...] da una abi-lità [...]. In America ad una forte [...] lavorativa corri-sponde una spregiudicata mobi-lità inter-disciplinare. Nelle mi-gliori università gli [...] sono incoraggiati ad oc-cuparsi delle cose più [...]. Un mio amico studente [...] Columbia di New York, iscritto a Comparative [...] affronta simultaneamente un corso [...] di mu-sicologia, un altro di storia anti-ca, [...] medievale, e un altro di Gay [...]. Mentre da noi i [...] sono ri-gidamente definiti [...] professionale, in America i [...] sono [...]. [...] americana considera un uomo e [...] donna davvero Ok quando dimostrano di [...] adattare con successo a situa-zioni [...] e impreviste, non quando sanno tutto su un solo [...]. Sergio Benvenuto [...] 4. Oltreoceano avviene il contrario [...] 2. Non vince la [...] IL CONVEGNO Il pensiero di [...] al vaglio [...] politica Ma [...] ha bisogno di filosofia Mass [...] multilinguismo: a Firenze gli intellettuali riflettono [...] culturale del Vecchio Continente. /// [...] /// [...] quello che Yves [...] direttore del [...] des [...] sur [...] pre-mette alla presentazione del volume [...] da François [...]. E se questo vale [...] in generale, fi-guriamoci per la filosofia, [...] parte [...]. Michael [...] von [...] la tavola rotonda «Una filosofia [...] organizzata [...] delle Giornate europee del libro [...] della cultura, «bacchetta» amichevolmente il suo interlocutore, ma ormai [...] critica è fatta. E si aggiunge ad una [...] parallela e conclusiva che questo incon-tro fiorentino (voluto da Immaginare [...] di Urbino e [...] italiano per gli studi filosofici) [...] ai partecipanti: quella della [...] la tavola rotonda (filosofia ed Eu-ropa, appunto), di [...] di argo-mentazioni concrete. Ci provano co-munque, von [...] e gli altri rela-tori, [...] «parole chiave». Lo stesso pro-getto politico avrebbe [...] per sé una di-mensione filosofica. Poichè una identità europea [...] esistere (e lo [...] diventano quelle del dialogo, della [...] della creatività che cerca di so-pravvivere in [...] di prodotti pre-fabbricati. Un posto importante di [...] la figura [...] dello straniero, del [...] . Hugo von [...] cercando di [...]. [...] europeo deve conosce-re ed accettare [...] fino ad arrivare ad [...]. Una impostazione di questo genere [...] è priva [...] von [...] si rifanno alla parola chiave [...] e che propone con due esempi: una politica europea [...] i mass media, una educazione [...]. [...] della moneta [...] ap-punto) come indiscusso protagonista del [...] Europa aleggia sulla discussio-ne. Ed è pro-prio lì, nel [...] critico che affonda le sue radici [...] greco, [...] alla costruzione europea: «Un pensiero [...] più mitico, sciamanico, esoterico, [...] un [...] legato ad inte-ressi ma espressione [...]. Un pensiero, dunque, che trae [...] forza dalla propria apertura, dal [...] e che non si nega [...] sfida di elaborare [...] intercultura-le. Remo [...] sulla stessa lunghezza [...] non regala illusioni. Anche per lui la ricerca [...] «Le grandi civiltà della terra [...] sono appena incon-trate -dice -siamo [...] del ferro [...] globale, a un momento di [...] di conflitto». Un clima che, per [...] non risparmierà [...] alla ricerca della [...] identità. Ciò nonostante è proprio la [...] che non ha nazionalità e non appartiene a nessun [...] a porta-re [...] con la [...] e del rispetto reciproco (Rita Casale fa però notare una contraddizione in-trinseca alla filosofia, che [...] attarda in [...] e teorica delle donne, in [...] peccato [...]. È [...] proviene la «luce guida» di [...] quello che noi ancora oggi [...]. Su questo [...]. [...] filo del rasoio: da una [...] la lucida po-tenza pitagorica [...] logico che consente la costruzione [...] teorema, dichiara intelligibile il mondo; [...] il rifiuto della pretesa di [...] forma di «civiltà», la necessità [...] attingere «ad un sapere che si confronta e accetta [...] punto di vista [...]. Rivendichiamo il meglio [...] che a volte ha [...] ma che ha anche assor-bito forme altre [...]. [...] patria delle differenze. Non dimenti-chiamo che ci [...] di [...]. [...] le proprie radici, più si [...] in grado [...]. Quale immagine potrebbe dunque concretamente [...] ri-corre ad un esempio semplicissimo: «Di-rei che una simile Europa assomiglia più a una corda [...] a un filo». Una corda dunque, in [...] è strettamente e [...] intrecciato con gli al-tri [...] distinto e identificabi-le. /// [...] /// Una corda dunque, in [...] è strettamente e [...] intrecciato con gli al-tri [...] distinto e identificabi-le. (0)
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