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Paul Ginsborg, di origine [...] adottato dalla nostra Università, si cimenta pro-prio [...] regalando-ci [...] che arriva a parlare [...] Prodi, [...] in [...]. [...] da oggi in libreria, si [...] del tempo presente» (lo pubblica Einaudi, co-me i due tomi precedenti della for-tunata «Storia [...]. I sedici an-ni, dal [...] oggetto dello studio, vengono analizzati cercan-do di [...] intrecci fra so-cietà, economia, cultura, politica, stato. Una trama affascinante che [...] complessità della vicenda contemporanea. Ginsborg dedica un lungo capitolo [...] periodo [...] e, in questa intervista, [...] in particolare di quelli che [...]. Professore, perché quando [...] italiana non parla mai di [...] né di seconda Repubbli-ca? «Bisogna stare attenti [...] il termine rivoluzione. Secondo la nota sociologa [...] siamo in presenza di [...] se si verifica prima la deco-struzione dello [...] la [...] ri-costruzione. E se, accanto a quella [...] anche una rivoluzione sociale, allora [...] intervenire profondi cambiamenti nei rapporti frale classi. È accaduto [...] in quei quattro anni? La [...] è no. Ci sono stati certamente mo-menti [...] forte [...] del Parlamento su [...] o a quel-lo che è [...] definito «il colpo di spugna» del marzo del [...] tuttavia non ci siamo mai [...] ad un [...] Quanto alla «seconda Repubbli-ca», è [...] in questi termini? [...] stato -è vero -un aggiusta-mento [...] del sistema elettorale e un forte ricambio del personale [...] ma non [...] stata [...] apparati statali. Prima Cassese e ora Bassanini, [...] impegnati a raggiungere questo se-condo e cruciale [...] volte [...] ad andare [...] speditamente [...] di incontrare un vero e proprio sabotaggio [...] più di un elemento della burocrazia. Si discute tanto di [...] e troppo poco di pubblica [...]. [...] ragione im-portante, però, per cui [...] si può parlare di seconda Repubblica è il mancato [...] della cultu-ra politica italiana: permangono due coalizioni instabili con [...] partiti [...] resta in più di [...] pri-gioniero di piccole frange politi-che». [...] le elezioni del 1992, [...] «terremoto elet-torale», il primo segnale di una [...] con la situazio-ne precedente viene quindi dal [...] Anche a Mi-lano e a Palermo, due [...] che lei cita come emblemati-che, si verificano [...] È vero. Anzi, anticiperei la data [...]. Il voto [...] basso. La protesta parte dal [...] solo. La crisi non sarebbe [...] di quelle che definisco [...]. Parlo in particolare di [...] quelli di Palermo e di Milano. In un apposito capitolo [...] cerco [...] lo sviluppo di questi [...] Stato. Si tratta di un movimento [...] controtendenza: mentre negli anni Settanta e Ottan-ta [...] il grande riflusso, [...] della magistratura spuntano e [...] il [...] clientelare, corrotto e in parte [...] con la criminalità orga-nizzata. Queste minoranze virtuose nel [...] sia a Milano sia [...] Palermo, [...] pe-raltro hanno pagato un prezzo altis-simo con [...] Falcone e Borsellino. [...] che ha trovato una risposta [...] parti della società e che si è collegata ad [...]. Il vecchio ceto politico, però, [...] stato preso [...] da più lati: dalla ma-gistratura, [...] una certa opinione pubblica progressista, dalla Lega, dal [...]. Se [...] fossero stati solo i giu-dici [...] avrebbero potuto [...]. E anche la società civile [...] sola non [...]. [...] movimento è stato troppo sulla [...]. Che cosa avrebbe [...] Occhetto stesso nel suo [...] ri-conosce. Il Pds temeva di [...] effettivamente elementi del vecchio partito comunista, vedi [...] Milano, erano coinvolti nel [...]. La stragrande maggio-ranza dei [...] ammini-stratori comunisti erano di grande onestà ed [...] senso [...] pubblica, ma anche il Pds [...] scheletro [...]. In altre parole, il Pds [...] giudiziaria più di qual-siasi altro partito, ma [...] lo temeva. Questa è proba-bilmente una delle [...] per cui Occhetto in quegli anni non è riu-scito [...] dare [...] di fre-schezza, di novità, di [...]. Lei professore fa una [...] errori della sinistra che portarono alla sconfitta [...]. Critica [...] di Occhetto dal governo Ciampi. Critica lo schieramento che [...] elezioni, al quale, fra [...] man-cava il suo leader [...]. Ma, forse, la critica [...] muovere al Pds è la mancanza di [...] che cresceva fra una [...] con la politica: perché non si riuscì [...] movimento a so-stegno della riforma Cassese? Perché [...] una battaglia per la qualità dei servizi? In [...] la [...] è an-cora tutta da [...] sinistra non si impegna e non si [...] recente passato su questo te-ma? Questa critica [...] Occhetto, ma si riferisce al modo di [...] dei democratici di sinistra [...]. Lei definisce la discesa [...] Berlusconi una straordinaria «guerra di movimento». Non ri-tiene però che [...] elet-torale dipenda anche dalle modi-ficazioni sociali e [...] ceto medio che sono intervenute in Italia [...] Ot-tanta e Novanta? Non è quella parte del [...] numerosa, che lei definisce [...] a [...] il successo del Cavalie-re? «Nel [...] mi soffermo abbastanza a lungo sui due [...] si sono formati in Italia in anni [...]. Entrambi crescono per ragioni strutturali: [...] né [...] sono anacronistici, anzi sono figli [...] cambiamento economico. Il primo ceto medio, [...] al sociale e [...] sviluppa grazie alla lenta, [...]. In un mondo econo-mico sempre [...] dominato [...] ha una necessità crescente di [...] genere di perso-ne. Il secondo ceto medio, più [...] strutturale in quel mondo [...] vivace che è [...] industria. [...] del [...] è molto [...] la [...] non è mai riuscita a [...] crescere il tessuto di [...] im-prese che invece fiorisce [...]. Il se-condo ceto medio [...] localista, non si identi-fica con lo Stato [...] base di [...] tutto [...] anche a Fini e Berlusconi. Attenzio-ne, però, a non [...] tutta in negativo, esso ha [...] vitali-tà straordinaria e subisce importan-ti cambiamenti generazionali: la se-conda [...] la terza generazione della famiglia di piccoli imprenditori va [...] e cambia prospettive. La politica dovrebbe riuscire [...] i due ceti medi che ho descritto, [...] e invece li separa. /// [...] /// I due ceti medi [...] con disprezzo reciproco: un vero pericolo per [...]. Lei assegna al sindacato [...] positivo fra il [...] e il [...]. E dà giudizi lusinghieri [...] presidente della Repub-blica. Perché? Con Bruno Trentin, [...] volta dopo la fine degli anni Sessan-ta, [...] un ruolo si-gnificativo. [...] di grave [...] se-gretario della [...] una cosa quasi impossibile: sacrificare [...] proprie posizioni. Trentin sfida impopola-rità e [...] sì. È [...] apre la strada alla [...] benissimo da Ciampi, ma anche da [...] e dagli altri dirigenti [...]. Manca però, an-che nel [...] profondo. Quanto al presidente della Repubblica [...] avuto occa-sione di dire che è un [...] capace di indugia-re, di [...] ma anche di prendere decisioni rapide: [...] ore. [...] è un uomo di cen-tro-destra [...] riesce però [...] di stabilità. Ma [...] un terzo [...]. È [...] che cresce con [...] che non chiede per se [...] un forte ruolo politico, ma che costituisce uno [...]. Che significa per [...] stare in Europa? E che [...] dietro [...] del governo Prodi che, dopo [...] centrato un obiettivo impor-tante, sembra [...] perso la spinta propulsiva? «Il [...] Prodi è [...] per [...] portato [...] in Europa. È un successo straordinario. Il centro-sinistra è riuscito [...] esterno e, facendo leva su que-sto, ha [...]. Prodi e Ciampi hanno [...]. Molto più deboli, invece, [...] confronti della società e della ri-forma dello Stato, [...] amministrazione, [...]. [...] non può continuare a cam-biare [...] virtù di un vincolo esterno, deve cambiare per [...] una spinta interna, anche perché [...] contribuire al cambiamento [...]. /// [...] /// Gabriella Mecucci Intervista [...] storico inglese autore di un [...] ampio saggio sui rapporti tra la società e la [...] in questi anni di trasformazione del nostro paese [...] 1. Ora deve affrontare il [...] servizi» In oltre cinquecento pagine, il racconto [...] rivoluzione sociale mancata Questo Paese «rifondato» sulla [...] Dal [...] del «riformismo [...] alla risposta di Bettino [...] spettacolare e povera di [...]. Tariffe di abbonamento Italia Annuale Semestrale [...] numeri L. Via Bettola 18 -20092 Cinisello Balsamo (MI) Tariffe pubblicitarie A [...]. /// [...] /// Direzione Generale: Milano 20124 -Via Giosuè Carducci, 29 -Tel. /// [...] /// Sede Legale: 20123 MILANO -Via Tucidide, [...] bis -Tel. /// [...] /// Roma -Via Carlo Pesenti 130 [...] Industria Poligrafica, Paderno Dugnano (Mi) -S. Statale dei Giovi, 137 [...] S. Famiglia, società civile e Stato, [...] Ei-naudi. Il lungo saggio (oltre [...] storico inglese è [...] descrizione dei grandi cambia-menti [...]. Come [...] fatto nel suo primo libro« Sto-ria [...] dal dopoguerra a og-gi», Ginsborg [...] tutta la com-plessità del fluire storico: studia ciò che [...] nelle classi dirigenti, [...] dello Stato, e, al tempo [...] e forse soprattutto, verso la «storia dal basso». Coglie insomma [...] fra costume e cultura. Una [...] efficace e penetrante [...]. E passiamo al racconto [...]. Innanzitutto lo straordi-nario arricchimento [...]. La lunga tradizione che [...] aveva stabilito un nesso tra povertà e [...] fra lavoro e [...] fondamenta. La maggioranza de-gli italiani [...] ricca che in passato, ma in termini [...] sembrava adesso più povera». I ceti medi -sempre secondo [...] libro -si [...] localistica, consumistica, orien-tata [...] personale e ad una totalizzante [...] non puritana, eppure critica, che [...]. Tutto questo si cala [...] rapporto [...] del Nord e del Sud, [...] una mutata percezione del ruolo di Ro-ma: [...] marcatamente percepita come «corrotta» e come «capitale [...] non pro-duce». Il secondo grande cambiamento [...] «luogo sociale» che Ginsborg, anche nel precedente [...] per capire il nostro paese. Tra gli anni Ottanta e [...] dei Novanta, le fami-glie italiane hanno vi-sto aumentare [...] la ricchez-za e [...] di una cresci-ta generalizzata di [...] i consumi, hanno [...] culturali. [...] delle famiglie, i diversi componenti [...] visto maturare una nuova autonomia e una nuova libertà. Ginsborg analiz-za come queste [...] con due lasciti del passato: il familismo [...] sono scomparsi, ma si sono moder-nizzati. I nuclei familiari sono [...] Italia distan-ti e contrapposti allo Stato, anche [...] alla loro esisten-za ed efficienza, si rie-sce [...] a servizi che la mano pubblica non [...]. Oggi fi-nalmente fra famiglia [...] Stato [...] la novità sottolineata nel saggio -è emersa [...]. In un lungo capitolo Ginsborg [...] «il fallimento della po-litica negli anni Ottan-ta». Prende in esame le [...] riuscita del «riformismo [...] la sconfitta del quale [...] della fortuna di Bettino [...]. [...] capacità di comprensione dei mutamenti [...] corso nella società italiana, ai quali offrì una risposta [...] anche se poco convin-cente sul piano etico». Infine, sem-pre nel capitolo [...] falli-mento della politica, viene raccon-tata [...] del Pci» e il [...]. Al termine Ginsborg esprime [...] uomini politici degli anni Ottanta. /// [...] /// Al contra-rio, tali e [...] loro male-fatte [...] spazzati via. E ancora: «A partire [...] stagione sembrò che potesse aprirsi uno spi-raglio [...] Italia». [...] già questa nuova Italia? È [...]. /// [...] /// [...] già questa nuova Italia? È [...]. (0)
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