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È quanto ha dichiarato [...] Marvin Hier, fondatore del Centro Simon [...] in apertura della Conferenza [...] degli averi delle vittime [...] che si tiene in [...] Ginevra. Nella lista di coloro [...] così arricchiti figurano anche quelli di Adolf Hitler, Eva Braun, Adolf [...] Joseph [...]. Ma anche di alcuni [...] di concentramento, di impresari e di banchieri [...]. La lista è stata [...] di molti paesi, oltre la Svizzera. Vaste ricerche dovrebbero essere [...] le compagnie di assicurazioni. Il convegno, al quale [...] di esperti, storici e politici e promosso [...] si propone proprio di [...] sugli sforzi intrapresi in Svizzera e in [...] mondo in vista della restituzione degli averi [...]. Infine, il Centro Simon [...] ieri ha esortato le [...] restituire il denaro di almeno nove polizze [...] presso una compagnia di assicurazione svizzera da [...] scomparse durante la seconda guerra mondiale. Il [...] ha inviato quindi una [...] della Confederazione elvetica Arnold [...] per chiedere che queste [...] immediatamente restituite ai legittimi eredi, oppure, se [...] più possibile, che vengano devolute al Fondo [...] le vittime [...]. [...] rubato Tutti i conti dei [...] in Svizzera Parla il direttore di [...] le profezie [...] di Guy [...] e [...] della società dello spettacolo Freccero: «I media divorano se stessi È impossibile [...] ma domani. E ha fatto bene, perché [...] scelta. Abbiamo attuato a rovescio le [...] di [...] dei simulacri. Oggi però questa fase [...]. Tutta una generazione ha immaginato, [...] le sue parole, un mondo ancora da realiz-zare, ha [...] attraverso i suoi oc-chi [...] del consumismo che si fa [...]. Ma [...] è un so-gno distorto; e [...] di quelli che hanno sognato a attraverso [...] di [...] hanno desiderato conti-nuare a sognare [...] con lo spettacolo, [...] propri i mec-canismi». Le parole con cui Carlo Freccero, teorico e manager della [...] tesse [...] di un li-bro di culto, [...] agli albori [...] televisiva, e oggi ripubblicato da Baldini [...] con una [...] introduzione (in tandem con Da-niela Strumia), esprimono anche le contraddizioni di una generazione passata da Marx alla televisione, dalla «contestazione globale» alla consapevole integrazione [...]. Cosa ha significato per lei [...] del movimento [...] e in particolare la lettura [...] di [...] negli anni Ses-santa? «Se non [...] di apparire [...] attribuisce a Hume il merito [...] svegliato dal suo sonno dogmati-co. Il situazionismo» mi ha [...]. Negli anni [...] panorama in-tellettuale nelle [...] dominato dal [...]. Era uno sguardo tutto [...]. [...] mi ha inse-gnato a [...] leggendovi in filigrana il futuro. E soprattutto ha insegnato a [...] noi [...] la leggerezza, la creatività contrapposta [...] pedanteria, [...] la vita come esercizio estetico. Nel panorama delle università [...] si è espresso soprattutto nel movimento studentesco [...]. Le altre università hanno [...] leninista nei suoi aspetti [...]. Forse per-ché il movimento [...] avuto origine in Liguria, forse perché la Liguria [...] Nizza ed ha nella contigua Francia un [...] e di idee. E [...] di Genova si sono [...] leve del mondo dello [...]. Ma gli eventi sembra-no [...] dato torto, almeno su questo [...]. La mia generazione ha [...] di [...] allo spettacolo gli elementi [...] fatto condannare e insieme amare, almeno inconsciamente. La società della contestazione [...] in «società dello [...] molti dei contestatori di [...] dello spettacolo il loro lavoro. Paradossalmente, nel mo-mento in [...] il si-tuazionismo ci ha trasmesso la di-pendenza [...] il so-lo fatto di [...]. Nel [...] quando [...] pubblicò il suo libro, lo [...] le nostre vite. La svolta si realizzerà [...] della televisione commerciale, con la completa spet-tacolarizzazione [...] cui ammetto di [...] dato un certo contributo. [...] bene o nel male, ho [...] nel campo della televisione si lega alla capacità di [...] la realtà in chiave spettacolare, che mi viene dalla [...] giovanile [...] di [...] come pure dal pensiero critico [...] Adorno e [...] ne [...]. Sono consa-pevole di questa [...] la mia vita. Forse avrei dovuto rifiutare [...]. Ma avrebbe avuto senso? E [...] Qualche anno fa, Gianni Vatti-mo, in un [...] «La so-cietà trasparente», vedeva attuar-si nel mondo dei [...] «profezia» di Nietzsche: «Il mon-do [...] vedeva una speranza di [...] «caos» pro-dotto dai media. Oggi, lei condi-vide [...] del nostro filo-sofo o [...] in sintonia con la diagnosi negativa di [...] «Non [...] se Vattimo, nei confronti dei media, sia [...] ottimistiche di qualche an-no fa. Recentemente ha espresso la [...] confronti della televisione e il suo rifiuto [...]. [...] de «La società trasparente» nasce-va [...] di trovare [...] e nella molti-plicazione dei me-dia [...] soluzione ai problemi prodotti dalla loro introdu-zione. [...] dei mass media è [...] sin dalle origini dal timore di una [...] a scopo di propaganda e di condiziona-mento. Queste paure sono espres-se [...] più classica dal romanzo «1984» di Orwell. Il «Grande Fratello» è [...] più consueta dei media ed in particolare [...]. Ma perché ci sia [...] che esista [...] forte da trasmettere, con [...] e non contrad-dittorio. Secondo Vattimo, il po-tenziale [...] sta nella pluralità dei loro messaggi, che [...] del panorama ideologico contemporaneo. Radio, giornali, televisione sono [...] sforzi per [...] di monopoli politici o [...] una generale molti-plicazione di «visioni del mondo». Negli ul-timi decenni, special-mente [...] Stati Uni-ti, stanno emergendo culture e subculture di ogni [...]. È la stessa logica del [...] ad esi-gere una continua di-latazione [...] comu-nicazione e a far sì che «tutto» debba andare [...] onda. Riproducen-do gli accadimenti in [...] media moltiplicano la com-plessità del sociale. In questo mo-do il [...] trasparen-te mostra i suoi limiti. Ma si trat-ta di [...] in quanto implica un arricchimento delle nostre [...] più diffusa libertà di espressione. Mi sembra, però, che [...] Vatti-mo [...] sia di fatto allontanato da una concezione [...] media, aderendo alle cri-tiche che pensatori come Bobbio (Tv [...] di destra») o [...] («cattiva maestra») rivolgono alla [...]. Per quanto mi ri-guarda, [...] di Vattimo e di Adorno, ma non [...] ottimista come il Vattimo de «La società [...] come Ador-no ne «La dialettica [...]. La lettura che [...] e Adorno fanno [...] culturale intorno agli anni [...] è di una sorprendente attualità. Quando scrivono che [...] culturale consiste nella ripetizio-ne, [...] gli studi più recenti sulla serialità e [...] cinema e nella televi-sione? Paradossalmente, delle ge-niali [...] Adorno sui me-dia non viene ricordato quasi nulla, [...] «apoca-littica» sugli effetti dei media è di-ventata [...] luogo co-mune. Ma proclamarsi apocalitti-ci o [...] dei media è assolutamente indifferen-te. I media continueranno co-munque [...] ad evolversi in base a logiche che [...] delle nostre considera-zioni morali». Non rimane dunque nulla [...] evitare la condizione di [...] sforzo che possiamo fare [...] media è uno sforzo non di modificazione, [...]. Capire come funzionino davvero, [...] condurre crociate vittoriose nei loro confronti, mi [...] e rappresenta il primo passo per non [...]. È la lettura che [...] di [...]. [...] ha perfettamente ragione nel denuncia-re [...] dello spettacolo, ma proprio per questo non possiamo sottrarci [...] sue regole. Come so-stiene [...] ne «La condizione postmoderna», [...] mo-dificando il nostro modo di pen-sare. È quanto, sinteticamente, Mc [...] sosteneva con la famo-sa [...] è il mes-saggio. Oggi i media mettono [...] nostro sapere. Ma se è il [...] il messaggio, vale per i media quello [...] le «epistèmi», per le organiz-zazioni del sapere [...] come ben ha mostrato [...]. Finché ci muoviamo [...] di [...] di una or-ganizzazione del potere [...] della conoscenza che condiziona il no-stro modo di concepire [...] mondo, non possiamo illuderci di [...]. Finché buona parte delle [...] per quanto riguarda la nostra vita so-ciale, [...] mezzi di comunicazione di massa, non possiamo [...]. La critica di [...] stata svilup-pata e approfondita [...] studiosi come Jean [...] e Paul [...] che indicano nella diffusione [...] la vera forma del nichilismo postmoderno. Ri-schiamo davvero di essere tutti [...] «Le tesi di [...] e di [...] su-gli sviluppi delle comunicazioni hanno [...] apocalittici. [...] in particolare, ci ammonisce [...] «delitto per-fetto» che ha per oggetto la [...] dalla simulazio-ne. Ma vale anche per [...] ho detto prima. [...] nei confronti dei media non [...] comunque arginare la loro affermazione, né [...] la dif-fusione. Giocando [...] contro [...] potremmo pensare che [...] della si-mulazione stia andando incontro [...] dissoluzione. Ce lo fa pensare [...] osses-sivo di [...]. E [...] che mi ha sfiorato anche [...] propo-sito di [...]. Da qualche tem-po, sul [...] le luci si stanno inesorabil-mente spegnendo. Con il passag-gio dai [...] accentrata, come la televisione generalista, ai mezzi [...] come il computer, anche lo spettacolo sta [...] ridimensiona-mento. Forse stiamo celebrando lo spettacolo [...] del suo tramonto. Piero Pagliano [...] il manager tv «Tutta la [...] delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di [...] si presenta come [...] accumulazione di [...]. Tutto ciò che era direttamente [...] si è allontanato in una rappresentazione». Cominciava così, facendo il [...] «Capitale» marxiano, una delle diagnosi filosofiche più [...] sulla nostra condizione postmoderna, «la Società dello [...] Guy [...] protagonista del «situazionismo», movimento [...] fine degli anni 50, a cui si [...] disincantata e meno violenta del [...]. Di [...] e del futuro della [...] abbiamo parlato con Carlo Freccero, sulfureo direttore [...] non ha mai rinnegato la vocazione del [...] prossimi mesi un suo saggio su «La [...] autore con Daniela Strumia di una illuminante [...] edizione italiana [...] di [...] che riunisce finalmente in [...] «La società dello spettacolo», «I Commentari» e [...] cui lo studioso francese era tornato a [...] successivi, [...] delle sue analisi. Nella foto piccola Carlo Freccero Ravagli [...] Sintesi La società dello spettacolo Guy [...] Baldini [...] Castoldi editore [...]. Che tuttavia , come [...] Croce, [...] ha mai inciso davvero nella storia delle [...]. [...] Torna la teoria del «crollo» [...] vive nel tempo. È meno usuale osser-vare [...] non soltanto vi-ve, e dunque mantiene la [...] ma si arricchisce e si complica confrontandosi [...] che aprono in esso sen-tieri inesplorati. Ne è un esempio [...] della follia di Erasmo, [...] Einaudi da C. Carena con le stupende [...]. Il testo si presenta [...] curatore odierno. [...] e alla leggerezza si unisce [...] percezione di un pessimismo abissale, [...] del nulla, tanto che, per [...] in esso e [...] pare si debba far ricorso [...] ermeneutica di [...] avan-zata prima per Dostoevskij e [...] per Rabelais, di una dimensione «carnevalesca», [...] polifonica del testo. Ma [...] ugual-mente un filo che percorre [...] mira-bile pluralità [...]. Il bandolo di questo [...] fornito da Croce, quando afferma che questo [...] preso sul serio e non [...] sulla storia della filosofia». Non [...] sulla storia della filosofia [...] pone a lato della filosofia, e cerca [...] una straordi-naria anticipazione di [...] e dello stesso Nietzsche, [...] a quello filosofico. È da principio [...] del corpo sul-la scena, [...] stato messo a morte da Platone nel [...]. Ecco i filosofi, gli [...] Erasmo, che buttano a mare ferrei principi, e [...] un delirio dionisia-co, afferrati da «quella parte [...] folle e ridicola ma che è propagatrice [...]. Di [...] e non dalla Tetrade [...] Pita-gora [...] dirà [...] che tutti nascondono prefe-rendo [...] e delitti, e che purtuttavia «mi fa [...] qualsiasi altro» -che trae origine la vita. Ma il discorso prosegue. I filosofi dichiarano che [...] pas-sioni, i sentimenti) sono «malat-tie», e che [...] non è che la rimozione degli affetti [...] la guida della ragio-ne». Ma seguire questa via [...] specie di [...] dei, mai esistiti e [...] esiste-re da nessuna parte», proporre « un [...] uomo inerte e completamente estraneo ad ogni [...] mostro dunque. [...] nes-sun filosofo è mai [...] di società e di [...] pura ragione, che non fosse [...] mostruosa, o che almeno [...] i miti e le storie attraverso i [...] Minosse [...] Numa gestivano il loro rapporto con il [...]. Il sapere non è [...] che si «rifugiano nei libri degli an-tichi». Il sapere è esperienza, [...] conquista «affrontando direttamente i rischi», e che [...] una «giusta valutazione della realtà», che è [...]. Togliete le maschere agli [...] e vedrete la donna diventare uomo, il [...]. Lo stesso avviene quando [...] a chi recita sulla scena della vita: [...] schiavo della [...] miseria interiore. Noi stessi ci troviamo [...] la vita che stiamo vivendo sia la [...] se non sia la morte ad introdurci [...]. Il filosofo si rivela [...] entra in conflitto con le passioni e [...] e perché, dimenticando la [...] con-dizione, aspira «alla vita [...]. Dobbiamo dunque fare attenzione [...] di chi è sapien-te e potente, di [...] in grado di proporre e imporre un [...] che ci allontana dalla veri-tà della nostra [...]. Ma Erasmo ormai procede [...] pantano fetido» dei teolo-gi, dei principi, dei [...] dei pontefici. E sgretolan-do le interpretazioni [...] «distolgono» dal testo biblico, ci mette faccia [...] della follia di S. /// [...] /// Paolo si dichiara «insipiente», [...] del Cristo», «folle per essere sapiente». È il linguag-gio di [...] verità «al di fuori [...] umano», al di fuo-ri [...] acquisite, dentro le quali ci difendiamo. Non credo che Erasmo [...] riportare la [...] «follia» [...] della pratica religiosa, ma [...] ulteriore li-vello di passioni umane: accanto alle [...] le passioni [...] della mente. Tutte ci portano a [...] dei lin-guaggi stabiliti, tutte a lambire un [...] si apre al di là di essi: [...] e quello del nulla, «tutto è vanità, [...] come diceva [...]. È questo cammino arrischiato [...] uomini, folli e sapienti. Franco Rella «La fine della [...] e [...] del denaro». Arriva un saggio di Robert [...] lo studioso marxista direttore [...] Norimberga [...] rivista [...]. Lo pubblica il «Manifesto [...]. La tesi: la globalizzazione [...] da un debito non comprimibile. La politica diviene impotente, e [...] a [...] volta è spiazzata [...] del denaro, capitale fittizio non [...] da plus-valore reale. Risultato: iperinflazione e crollo [...]. Ma è la riedizione delle [...] di inizio secolo, che assolutizzavano [...] tendenze bronzee senza [...] le «controtendenze». Elogio della follia di Erasmo [...] Rotterdam Einaudi 1997 [...]. /// [...] /// Elogio della follia di Erasmo [...] Rotterdam Einaudi 1997 [...]. (0)
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