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E ancora, la [...] fuga impazzita, giovane ebrea [...] della Germania di Hi-tler. Di giorno invece era [...] tormentosa e incande-scente, che la costringeva ad [...] sterile desiderio di scrive-re, di ricordare, e [...]. Ma dovettero passare gli [...]. Fino a quando, con [...] un len-to distacco, hanno preso forma un [...] Il [...] , e molti rac-conti Frammenti di tempo. /// [...] /// Racconti che furo-no difficili [...] ora diffi-cili da lasciare. Oggi Ida Fink ha [...] ha una figlia, Miri, due nipoti. Vive in un sobborgo [...] Tel Aviv. È una scrittrice affer-mata. Solo da poco tempo [...] scrivere qualche breve rac-conto che non abbia [...] lontano passato di [...] fa. Ma so che non [...]. La fuga in Germania Era [...] una piccola e antica [...] Polonia orien-tale, che dopo la guerra è stata [...] Sovietica (oggi Ucraina). Il padre, medico, era [...] da tutti. La madre aveva insegnato [...]. Una famiglia [...] bene-stante, [...] una grande ca-sa con un bel giardino. Ida ricorda [...] molto molto felice». Trascorse anche [...] tranquillamente nella piccola citta-dina polacca, [...] a quando a di-ciotto anni andò a studiare musica [...] di [...]. Lo scoppio della guerra, nel [...] la sorprese fuori casa. Dopo [...] nazista e la spartizione della Polonia con [...] per due anni visse sotto [...] sovietica. Ma quando, nel giugno [...] i te-deschi, Ida interruppe gli studi e [...] tornare a casa. A [...] i tedeschi aprirono un [...] tutta la famiglia con cugini e [...] a vivere in una [...] senza niente. Erano condizioni durissime, ma [...] al campo di sterminio di [...] dove periodicamente venivano condotti [...] ebrei catturati. I rastrellamenti erano improvvisi, [...]. La gioventù ebrea era [...] lavori for-zati per la costruzione di una [...]. [...] via di scampo era com-prare [...] ariani e fuggire». Sì, ma dove? Paradossalmente, [...] sicuro era proprio la Ger-mania. Fu questa la soluzione [...] scelse per le due figlie. Il nostro progetto era [...] giovani polacchi ed ucraini che i tedeschi [...] lavori pesanti nelle fabbri-che e nei campi, [...] lager». E spiega come fosse [...] confondersi con i polacchi in un paese [...] in Polonia, dove gli ebrei venivano subito [...] spaventata, i modi, gli ac-centi. Ma le difficoltà iniziarono [...]. E con esse una fuga [...] fino [...] respiro nel cuo-re della Germania [...]. Le due sorelle Fink [...] il viaggio per [...] dove li at-tendeva il [...]. Ma per fortuna si [...] («O i soldi o la Gestapo»), e [...] convinti. Vagarono senza documenti, senza [...] tutta la città in cerca di aiuto. /// [...] /// Una donna polacca le [...] notte. E il fortuito incontro [...] di vecchi amici di famiglia procurò loro [...]. /// [...] /// Ma avevano perso il [...]. Partirono da so-le, due [...] alla meglio, per la Germania. Da quel momento fino [...] guerra sarà un susseguirsi di colpi di [...] azioni teme-rarie. Giunsero a destinazione, ma [...] come ebree. /// [...] /// Andarono perfi-no alla polizia [...] i loro documenti, che nel frat-tempo erano [...]. Ogni volta inventando storie fanta-stiche, [...] volta [...] franca. Ida, che aveva scelto [...] Wanda per partire, divenne Maria, e poi [...]. Perché da nessuna parte [...] sem-pre [...] qualcosa che tradiva la [...]. La fuga attraverso la [...] Germania [...] per più di due anni, fino alla [...]. Quando le sorelle Fink [...] in Polonia, non potero-no andare al loro [...] diventato sovietico. Solo allora, dopo anni [...] fu dato il permesso di partire per Israele». [...] a Tel Aviv Il nuovo [...] fu duro. [...] una vita familiare che aveva [...] sapore della ricostru-zione e della speranza. Un lavoro da bibliotecaria [...] Goethe [...] per molti anni. Ma soprattutto, un cammino [...] scrittura, per testimoniare quanto aveva vis-suto. Una scrittura che piano piano [...] occupato tutta la [...] attività. ROMA «Dopo la nostra sconfitta, [...] sentii che [...] una contraddizione [...] ad una vita stabile in [...] mondo in crisi, dove tutto cadeva a pezzi. Avevo [...] ero sposata, infelice, e [...] mio marito a [...]. Sa-har [...] non rimase a lungo [...]. Ma nacque, co-me scrittrice [...] proprio da quel conflitto, da quella grande [...] investì tut-to il [...] palestinese. Fra le mag-giori narratrici [...] for-temente impegnata nella causa poli-tica della Palestina [...] delle donne del suo paese, è oggi [...] molto bella, con gran-di occhi neri e [...] cor-vini tagliati alla maschietta ed una voce [...] si prende il gusto di dispiegarsi in [...]. Al tempo della guerra [...] poco moglie di un uomo scelto per [...] co-me voleva la tradizione. Andò sposa senza amore, che [...] un modo per [...] vita ad una piccola fabbrica [...] infelicità. Dopo la sconfitta arriva-vano [...] profughi so-spinte [...] israeliano, arriva-vano con le [...] con i loro bambini, la loro grande [...]. Molti si fermavano intorno [...]. La notte li sentivo [...]. Non avevano acqua, né [...]. Quello spettacolo fu per [...] molti altri, un vero shock. La mia pena individuale [...] piccola e molto bana-le. Cominciai a mettere in [...] della nostra vita, a [...] chi le decideva e [...]. E mi domandai seriamente [...] facendo con quel mio stupido matrimonio». Scelta di ribellione Dovevano [...] anni prima che Sahar decidesse di divorziare [...] a scrivere. Ma già da allora, [...] disastro del-la sconfitta palestinese, cominciò uno dei [...] la pra-tica rivoluzionaria, non fermarsi alla semplice [...]. Ciò significava [...] ad avere chiaro [...] imparare a capire la situazione [...] tutti i suoi aspetti, imparare [...] e la scelta del momento [...] per agi-re. Cominciò presto a trarre [...] e pratico dalle le-zioni che le venivano [...]. Fin dal 1972, quando [...] di cinquecento pagine, che poi andò perduto, [...] la disfatta subìta cinque anni prima co-me [...] «inventando dei personaggi che vivevano in mez-zo [...]. [...] Sahar [...] abitava in Libia con [...] decise di portare il suo lavoro a Nazareth, [...] dei mag-giori poeti palestinesi. E loro [...] se è una storia [...]. Ero [...] una donna casalinga con due [...]. Mi la-sciarono andare, ma [...]. A casa dei suoi [...] solito passava i mesi estivi con le [...] sentiva inquieta, aveva paura a causa del [...]. Decise di partire dopo una [...] di giorni. Due giorni dopo la [...] a [...] a mezzanotte, soldati con [...]. Mia madre disse loro [...] ma tornarono dopo altri tre giorni, non [...]. E così sparì il [...]. Il secondo: il mio [...] stupido. Il fatto che fossero [...] per quelle pagine scritte significava che erano [...]. Che erano uno strumen-to [...]. Io ne avevo dubitato. Suc-cede sempre [...] se da una parte si [...] fiducia nel proprio talen-to, [...] sempre un dubbio sulla capacità [...] esprimersi in modo da interessare la gente». Fu così che superò [...] principian-te. E tornata a casa [...] scrivere un nuovo romanzo. A metà stesura lo [...] editori. Rispose uno solo. Ebbi il mio primo [...] avevo anche [...] alla vita matrimoniale. Era il momento di [...] coraggio e di decidere. Dissi [...] a mio marito. Avevo tren-tadue anni». Cominciò una lunga e felice [...] di scrittrice. Fra gli altri romanzi uscirono Il fico [...] nel [...] Il gi-rasole [...] che le portarono notorietà anche [...] con edi-zioni in molte lingue. Ma Il girasole fu [...] polemiche. Le reazio-ni furono molto [...] parte delle donne di sinistra, delle democratiche, [...] accusavano di presentare le donne arabe in [...]. Pensai che i tempi [...] maturi per parlare dei proble-mi delle donne [...]. E così, quando scrissi La [...] che non era il momento della [...] pubblicazione». [...] delle donne Sahar fece passare [...] anni. Alla [...] uscita il romanzo, che [...] di una palestinese op-pressa dalle tradizioni che [...] in casa, fu un grande suc-cesso. Nel frattempo la scrittrice [...] Stati Uniti per studiare, grazie alla prestigiosa [...] che aveva vinto, la [...]. Là ho imparato molto, tecni-che, [...] del linguaggio e [...]. Ho conosciuto la letteratura [...] e interessante, e quella delle donne americane. Ma avevo perduto il [...] vita quotidiana della mia gente. E così al-la fine [...]. Ho lasciato gli Usa [...] nel di-cembre [...]. Ora è impegnata, oltre [...] lavoro di scrittura, anche [...] di centri per le [...]. Ne ha fondato uno [...] uno a Gaza ed [...] Am-man. Ne parla con entusiasmo, [...] profondo pessimismo sul futu-ro della Palestina. E ridendo dice co-se [...] «Scherzo [...] rido, è vero, ma il mio è [...]. /// [...] /// Qualche giorno fa ho [...] il mio ultimo romanzo, che è molto [...] umorismo nero. È quel che succede [...] la fiducia e la capacità di pe-netrare [...] oltre. Dopo gli accordi di Oslo, [...] pale-stinesi la situazione è molto peggio-rata. Non vedo soluzioni. E credo che arriverà [...] cui israeliani e palestinesi dovranno pagare di [...] prezzo di sangue». Sahar [...] scrittrice palestinese, femminista, affermata [...] molte lingue, dichiara la matrice impegnata della [...]. Ida Fink, israeliana di [...] Premio Anna Frank 1985, si schermisce: «Non sono [...]. Molto diverse fra loro, [...] che vivono entrambe, su opposti fronti, in [...] si sono trovate riunite [...] Roma [...] vincitrici [...] del premio Moravia per [...]. /// [...] /// [...] Nei libri [...] di Ida «Solo ora esco [...] La [...] blocca la produzione del giocattolo [...] addentava dita e capelli delle piccole proprietarie Non nascerà [...] la bambola «cannibale» Dalla Bosnia in Italia Gara di [...] per una malata di cancro La [...] ferma la produzione della bambola [...]. Chi vuole [...] può [...] e riavrà indietro la cifra [...]. Lo ha annunciato [...] che produce [...] che ha anche spedito ai [...] di giochi [...] che spiega come [...] il funziona-mento. Durante le vacanze natalizie [...] un centinaio di incidenti, nessuno grave, in [...] ha tentato di masticare [...] delle «mammine». NANNI RICCOBONO NEW YORK Non [...] altre bambole mangia capelli: la [...] ha deciso, dopo gli [...] Natale, di bloccare la produ-zione della «bambola cannibale», [...] alle piccole acquirenti di restituire, dietro rim-borso, [...]. Il bello è che [...] vogliono [...]. La [...] che produce [...] risarcisce i 35 dollari, pari [...] costo del giocat-tolo, più cinque per la spedizione; ma [...] tutte le [...] di [...] sono [...]. La bambola, che funziona [...] dotata di mascelle meccaniche che dovrebbero masticare [...] di plastica annesso alla con-fezione: patatine fritte, [...] banana, liquirizia e bi-scotti. Durante le vacanze di Nata-le [...] di cento casi le voraci ma-scelle meccaniche [...] capelli e perfino le ma-ni delle piccole [...]. Un quotidiano, il [...] Tribune, ha sperimentato le [...] di pasta cruda, pezzi [...] ciocche di capelli. Non sarebbe grave se [...] avesse un interruttore per [...] la bam-bola, una volta premuto il botton-cino [...] non si fer-ma più: quando le si [...] alla bocca comincia a mastica-re furiosamente la [...] sia di plastica o di materiale orga-nico. Finora solo una piccola di [...] anni si è seriamente spaventata. Giocava con la [...] nuova bambo-la nella sala [...] del negozio di parrucchiera della [...] quando, [...] si è sentita tirare i [...]. Erano [...] fi-niti nelle mascelle meccaniche che [...] erano messe al lavoro [...] e [...] a cioc-che. La bimba di Griffith, [...] India-na, [...] stata «salvata» [...] del servizio emergenze chiamato [...] che non riusci-va a districare la bambola [...] nipotina. Ma quello di Sarah è [...] caso in cui [...] ha pro-vocato un [...] di panico. In realtà, la bambola [...] un mecca-nismo che la blocca [...] ba-sta staccare lo zainetto [...] schiena e nei cento «incidenti» riportati quasi [...] sono arrivati da soli alla soluzione, che [...] nelle istruzioni stampate sulla confezione. Ora la [...] che non intende ritirare [...] mercato, ha stam-pato delle etichette con istruzioni [...] le ha distribuite in tut-ti negozi che [...]. Mary Jo [...] di New York, racconta [...] Kimberly, cinque anni, dopo [...] scoperto a sue spese [...] capace la [...] bambola (le aveva masticato [...] senza danni e senza [...] ora la usa come [...] nei confronti dei fra-telli più grandi: «Ti [...] mia bambina» minaccia Kimberly se uno dei [...] un dispetto. Mia fi-glia le si [...] se la porta con sé a letto [...]. Naturalmente togliamo lo zainetto alla [...] prima di [...] a ninna. Tutto questo panico di [...] i gior-nali mi sembra la tipica esagera-zione [...] nel periodo delle vacanze non sanno cosa [...]. Anche la [...] naturalmente sostiene che [...] è inno-cua. La bambola, terza nella [...] (vuol dire cavolo e [...] era avvolto in foglie di cavolo di [...] nei negozi lo scorso settembre, dopo essere [...]. Ne sono stati venduti [...] negli Stati Uniti. SARAJEVO Una gara di [...] mese scorso a Sarajevo consentirà ad una [...] cancro [...] di curarsi in Italia. [...] 50 anni, partita ieri [...] un [...] italiano, è rico-verata al S. Eugenio di Roma, dove sarà [...] ad una cobaltotera-pia impossibile da praticare a Sara-jevo per [...] di attrezzature. Le spese sanitarie saranno [...] (Organizzazione inter-nazionale per [...] mentre il trasporto e [...] Roma del marito della paziente so-no a [...]. Ma ci sarebbero voluti [...]. Il trasferi-mento della paziente è [...] possibi-le grazie [...] del co-mandante del contingente italiano, [...] Luigi Cantone, [...] italiana e di una funzionaria [...] a Sarajevo, Anna-maria Corazza. La mancanza di apparecchiature [...] dei più gravi proble-mi della ricostruzione in Bosnia, [...] guerra ha comportato un au-mento di alcune [...] anemie, diabete, disfun-zioni della tiroide. [...] di Sara-jevo, durato oltre [...] mezzo, ha provocato una serie di disturbi [...] sindrome da stress [...] mentre infarti del miocardio [...] in crescita. /// [...] /// [...] di Sara-jevo, durato oltre [...] mezzo, ha provocato una serie di disturbi [...] sindrome da stress [...] mentre infarti del miocardio [...] in crescita. (0)
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