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Kolossal bellico che rievoca lo [...] in Normandia «Descrivo la violenza in battaglia così [...] senza compiacimento» E ora pensa [...] «Le memorie di una geisha» [...] 6. Da [...] Private Ryan si esce [...] un incidente stradale. Il nuo-vo film di Steven Spielberg, [...] Matt Damon e Tom Hanks, è un [...] ambientato nella seconda guerra mondiale: tosto e [...] non trop-po. Ne parliamo col regista. È stato faticoso, dal [...] «È stata [...] orribile, seppure non paragonabile [...] ragazzi che hanno combattuto [...]. Chi [...] distanza di mezzo secolo, [...] che il realtà la spiaggia di [...]. Quando è nata la [...] passione per [...] «Da piccolo. Mio padre, che ha [...] anni, ha combattuto in Birmania. Per tutta la [...] vita ha ri-petuto che [...] guerra sono solo una scusa per raccontare [...] le esplosioni, eccitare il pubblico e convincere [...] entrare [...]. Per questo volevo raccontare [...]. E [...] sul serio, non con lo [...]. Le immagini atroci che [...] sono quindi basate [...] «Quello che mostro è [...] eventi successi il [...]. Esiste anche una ragione [...] a quella dei ricordi paterni? «Volevo provocare [...] spazio per la decenza umana in guerra? [...] conta qualcosa sul campo [...] Può soprav-vivere [...] questi temi. E mi interessava il [...] senso ri-schiare la vita di otto persone [...]. Nel film il governo [...] plotone per salvare la vita del soldato Ryan [...] al Paese che si faceva il possibile [...] giovani soldati in missione. /// [...] /// Quando mi è [...] le mani la sceneggiatura di Robert [...] questa apparente contraddizione mi è [...] subito [...] più [...]. È una presa di posizione [...] Private Ryan è un film [...] la guerra: non ci sono dubbi. Ma volevo anche [...] il pubblico sui temi della [...] nel mio film le immagi-ni sono dure ma verosimili. Non enfatizzate o [...] ad arte come nei film [...]. La gente non muore [...] san-gue non esce al rallentatore. Non capita come nei [...] in continuazione. Vorrei an-che che chi [...] un ci-mitero militare, dopo [...] visto il film, dedicasse [...] chi è mor-to in battaglia. Fosse solo uno sguardo [...] mac-china: perché quei giovani sono morti anche [...]. Da dove nasce questo improvviso [...] di Hollywood? «La seconda guerra mondiale co-stituisce [...] storico più impor-tante [...] ha posto [...] di fronte [...] vincere o perdere la libertà, [...] non solo negli Stati Uniti, ma in ogni paese [...]. Tutti i film pro-dotti [...] Quaranta erano film di propaganda politica: per re-clutare [...] e sostenere [...] bellica. La cen-sura interveniva pesantemente: [...] si sapeva cosa succedeva [...] fare ricerche per questo [...] mi hanno chiesto di non [...] la storia, e di [...] realtà, non quella che mi avrebbe permesso [...] sacco di soldi. Perché quella realtà è [...] e dalla sofferenza di tanti. Basterebbe pensare alle con-seguenze [...] che ha colpito quasi tutti i sopravvissu-ti. [...] i giovani che tornavano a [...] veni-vano lasciati a se stessi, a gestire da soli [...] problemi emoti-vi». Immagino che lei ab-bia [...] grandi film [...]. [...] ha pensato mentre [...] «Ci sono alcune opere [...] che ritengo fon-damentali, per esem-pio Bastogne di Wil-liam [...] e Sa-lerno, ora X [...] Lewis [...] che ha di-retto anche [...] favorito, [...] niente di nuovo. Sono un ammiratore anche [...] I [...] di [...] di John Ford: questi [...] film che mi vengono in mente, che [...] in-fanzia e che ho rivisto, insieme a [...] ho ini-ziato a lavorare a [...] Private Ryan. Sono film che mostrano [...] gente e perché ci permettono di esplorare [...] in rapporto a quello che quei soldati [...]. Sono stati fatti nel [...] e [...] e vanno giudicati in prospettiva, [...] i film che Holly-wood produceva allora». La seconda guerra mondiale [...] in forme diverse, in almeno [...]. [...] «Sì, non ho più storie [...] guerra da raccontare. E non ho più [...]. Ho la mia Fondazione [...]. Ora voglio raccontare storie [...]. Il mio prossimo film, infat-ti, [...] Le memorie di una geisha di Arthur [...]. È una storia del [...] quelle che ho raccontato finora. /// [...] /// Ma soprattutto diversa». Alessandra Venezia LOS ANGELES. Per un [...] che gira il suo [...] se-conda guerra mondiale a tredici anni, era [...] luogo del delitto. Spielberg ci ha impiegato quasi [...] do-po [...] diretto «Escape [...] con la [...] da [...] del pa-dre, ha finalmente realizzato [...] film a cui pensava da tanto tempo. Per raccontare la [...] versione, il regista [...] ha scelto come sfondo storico [...] più rappresentativo [...] americano, lo sbarco di Normandia. Il film apre con [...] a pieno schermo della bandiera [...]. La cinepresa inquadra poi [...] costellato di migliaia di croci bianche. Un vec-chio reduce piange [...] un compagno perso tanti anni fa, il [...] John Miller. Flashback: è il 6 [...]. /// [...] /// Primo piano sulle mani [...] John Miller (Tom Hanks) e gli occhi [...] delle giovani facce che lo circon-dano. Sono le prime luci [...] di una giornata uggiosa. Decine di scialuppe con [...] vomito stanno preparandosi a sbarcare sulla spiaggia [...] Normandia. Sono passati solo alcuni [...] di testa: nel corso dei successivi venticinque [...] scene più devastanti -e [...] più belle -mai vi-ste [...] sulla seconda guerra mondiale. La camera a mano [...] soldati americani mentre tentano di raggiun-gere la [...] massacrati dalle forze nemiche tra mutilazio-ni e [...] fanno pensare a Paul [...] piuttosto che al regista [...] (il film è vietato [...] 17 anni «per le intense e continue [...] grafica e linguisti-ca»). Costato 65 milioni di [...] sulle coste irlandesi e in Inghilterra (per [...] combattimenti sono state usate 750 comparse, 3000 [...] riprodotti dai modelli origi-nali e 2000 armi [...] Private Ryan», è secondo Spiel-berg, [...] allegorico. Lo sbarco di Normandia [...] storico da cui partire per seguire la [...] soldati incaricati di una pericolosa missione: recuperare [...] nemiche francesi il paracadutista James Ryan (Matt Damon) [...] di [...] al [...] in salvo alla madre. La decisio-ne governativa scatena [...] diverse tra i giovani della compagnia, guidati [...] John Miller che obbedisce agli or-dini pur [...] ogni giorno che senso [...] quei giovani per [...] uno. Dei giovani eroi controvoglia, [...] sappiamo poco: il soldato [...] (Edward Burns) è un [...] dura che non crede in questa missione; [...] Horvath (Tom [...] è il fedele braccio [...] Adam Goldberg è un giovane ebreo, Giovanni [...] è il medi-co generoso [...] Vin Diesel [...] dai modi duri e [...]. Del capitano Miller sappiamo [...]. In due ore e quaranta [...] di film, i rari momenti di conversazione sono in [...] la parte più convenzionale: [...] persino la voce di Edith Piaf che sullo sfondo delle macerie canta [...] histoire [...]. Non volevano diventa-re dei John Wayne: [...] solo salvare la pelle». Da Malick ai fratelli Coen, [...] Schwarzenegger E Hollywood resuscita il film bellico Al [...] la seconda guerra mondiale? Come sempre Spielberg [...] anzi la crea: il suo [...] Private Ryan» (da noi [...] «Salvate il soldato Ryan») farà da battistra-da a [...] di film bellici ambientati negli anni [...]. Si può parlare di [...] proprio revi-val. [...] bel film [...] è «Il grande uno rosso» [...] scomparso Samuel Fuller, che però risale al 1980: spacciando [...] sabbie [...] siciliane, il regi-sta organizzò attorno [...] rugoso vol-to di Lee Marvin [...] a basso [...]. Scottato [...] del co-stosissimo kolossal [...] ponte» di Attenborough, risalente a [...] anni prima, Hollywood aveva chiuso con il genere bellico, [...] poco redditizio; e pensare che, [...] stessa stagione 1977, Pe-ckinpah [...] impegnato a rinverdi-re lo [...] movie» alla [...] maniera raccontando [...]. [...] definitivamente tramontati i tempi, [...] epperò proficui, del «Giorno più lungo»: il [...] fronte europeo non «tira-va» più, nemmeno quando [...] Richard Gere, protagonista [...] e sfortunato [...] a ingigantirsi sullo schermo [...] sbarco in Normandia. Sul fini-re degli anni Ottanta [...] guerra dei cieli con [...] Belle», dedicato ai piloti [...] un altro tonfo commerciale, [...] mezzi e giovani star americane. [...] voluta tutta la potenza [...] Spielberg, ci-neasta comunque sen-sibile a quel cruciale periodo [...] «Indiana Jones» che [...] del Sole», per non [...] sono am-bientati in vario [...] guerra), per rifondare il genere: ma prima [...] incassi di [...] Private Ryan». Vero è che sono almeno [...] decina i titoli in preparazione. Da «The [...] Red Line» che segna [...] veterano Terence Malick a [...] the White [...] dei fratelli Coen con Brad Pitt [...] nel Pacifico, dallo spionistico [...] con Michael Douglas al [...]. Rock» tutto co-struito sul [...] di Arnold Schwarzenegger (che però [...] austria-co); e poi, sul nastro di partenza, ci sono [...] and [...] «The [...]. Perché proprio ora? La [...] Tornabuoni ha una spiega-zione: «Superato [...] il Viet-nam, guerra della cattiva coscienza, della [...] guerra mondiale può avere al cinema una [...]. Può consentire la [...] perenne [...] è stata vittoriosa, ha [...] alto di [...] ma può anche consentire [...] ma-gari sottoporre a revisione, la vec-chia retorica [...] raccontare le ipocri-sie, gli errori, la ferocia [...] sempre illustrato sullo schermo [...]. Magari non è sempre [...]. [...] un inferno», aveva restituito [...] corrusca efficacia la follìa quotidiana della guerra [...] Eu-ropa, [...] da una certa di-mensione eroica -seppure riveduta [...] chiave crepuscolare -pro-pagandata due anni prima da «Quella [...]. Ma è ve-ro, come [...] R. [...] e Gregory D. Black, che negli anni Quaranta Hollywood [...] andata con piacere alla guerra. Esisteva addirittura un manuale attraverso [...] quale [...] Information aveva istruito gli [...] su come sostenere lo sfor-zo [...]. Oggi, per fortuna, non [...] mondiali [...]. Ma è probabile che Spielberg [...] rivisto qualche classico [...] prima [...] in Irlanda, [...] e con forte spirito [...]. /// [...] /// Ma è probabile che Spielberg [...] rivisto qualche classico [...] prima [...] in Irlanda, [...] e con forte spirito [...]. (0)
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