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Infatti, gli [...] spendono spesso in pubblicità [...] che hanno investito nella produzione del film. E i conti, alla [...]. Con campagne che iniziano [...] realizzazione della pellicola e che investono tutto [...] anticipazioni, Internet, gossip. Perfino gli inconvenienti diventano una [...]. In Francia, puntano sullo [...] là della Alpi è la vera anima [...] e fa quadrare le cose al botteghino. Ma anche su una rigorosa [...] delle uscite. Nel Bel Paese, invece, [...] commedia [...] trailer programmati in anticipo [...] massimo, uscite che vengono anticipate o posticipate [...]. Per fortuna esiste la [...] show di tutte le sere. Dove una volta il cantante [...] presentava e trovava lì per caso una chitarra. E dove adesso il [...] attori si presentano e trovano lì per [...] del film. E un conduttore o [...] non sa di cosa parla ma sa [...]. E se il pubblico [...]. /// [...] /// Il cinema italiano, qual-che [...] agli angoli delle strade. Affisso in quei rettangoli [...] non più di mezzo metro che sono [...]. Per chi non abita [...] Roma, [...] rappresenta-no nulla. Ma per Sandro Baldoni [...] film, Consigli per gli ac-quisti, è in [...] un incubo. Invece di mettere un [...] autobus o di [...] qualcosa di veramente utile, [...] spendere 50 milioni per i [...]. Ma il cinema italiano, [...] «vende» ancora porta a porta. Con il regista che [...] movimento per salvare il suo film, di [...] dove [...] il rischio di [...] togliere dal cartellone da [...]. È stato un modo [...] rap-porto con il pubbli-co», ricorda Alessan-dro [...]. [...] com-pagnie di giro, salva-taggi in [...]. [...] della globalizzazione, [...] e della comunicazio-ne, il nostro [...] finisce così per [...] come faceva nel dopoguerra: [...] come capita, capita. Tro-vato un filone, ci [...] come fessacchiotti. Adesso, dopo Il ciclo-ne, [...] film con Na-talia Estrada», sottolinea Gavino Sanna, [...]. Che [...] con il cinema [...] vissuta, ai tempi de La [...] del sor-riso di Marco Ferreri. E ne è uscito [...]. Perché non ci hanno [...] volevamo. Era come scontrarsi contro [...] pregiudizi, del tipo: tanto gli anziani vanno [...]. Funziona tutto ad episodi: Pierac-cioni, Salvatores [...] fa Nirvana; il biglietto a 7 mila [...]. Così non si riesce [...] la pubblicità è fatta di sorpresa». Ma la sorpresa deve [...] con la cassa. E in Italia non [...] America, dove per la campagna promozionale vengono investiti [...]. Ma potrebbero anche bastare, [...] un po di inven-tiva», replica Baldoni. Inventiva? Come? Quando? vi-sto [...] ha un con-trollo diretto sulla pianificazione dei [...]. Ma [...] premesso [...]. Per Americano rosso, invece, [...] i manifesti. Non li hanno nemmeno [...]. Per fare bene, bi-sognerebbe [...] magari anche piccola; evitare che sia lo [...] perché non è detto [...]. Però, [...] costerebbe troppo per le [...] nostro cinema», sintetizza Daniele Lu-chetti. Che qualcuno ritenga che [...] «lo spetta-colo va da sé», ne è [...] Baldoni. E allora: vai di [...] come sai. O di sinergie, quando [...]. La tivù è un [...] sfruttamen-to», conviene Luchetti. Ma se [...] o un abbozzo di [...] manca ancora al nostro cinema? «Mancano gli [...]. E dei ta-lenti, davanti [...] macchi-na», butta lì [...]. Non è un meccanismo [...] fa Baldoni. Ma anche senza il supporto [...] o la fiducia [...] esiste un modo per smuovere [...] acque e per rendere più allettante [...] Per Alessan-dro [...] una strada potrebbe essere il [...] al genere. Da un lato la commedia, [...] funziona e fa incassi; [...] il cinema [...] che finisce per [...] già nel momento della scrittura, [...] magari una determinata scena perché non rientrerà mai del [...] di realizza-zione. Anche noi autori abbiamo [...]. Ci lascia-mo condizionare dal [...]. Op-pure, a volte, ci facciamo [...] la mano [...]. E i pro-duttori? «Per [...] è come un appartamento: deve fruttare. /// [...] /// Non [...] più la voglia di [...] che avevano i Cristaldi e [...] De [...] quadra il cerchio [...]. Detta così, po-trebbe sembrare [...] con poche speranze [...]. Ep-pure, una via [...] Daniele Lu-chetti prova a [...]. Anche trovare il cliente [...] messaggio più appropriato è un talento». Come? «Evitando di realizzare dei [...] dove si dice tutto, dove [...] dentro tutto il film. La pubblicità è [...] cosa, deve [...] raccontare an-che [...] storiella. Altrimenti perché dovrei andare [...] ho già visto il prodotto in pochi [...] Baldoni. Prodotto o corteccia, a seconda [...] punti di vista, una nuova pro-mozione [...] bisognerà comunque [...]. /// [...] /// Ma è stata una faticaccia [...] sospira [...]. Che [...] del nostro cinema continua a [...] nonostante si riesca sempre meno a [...] fuori dai confini nazio-nali. Come il programma sul [...] ha in cantiere Rai [...]. Sono i primi passi di [...] possibile inversione di tendenza». Incentivare la voglia di [...]. Co-struire meglio», conferma Sanna. Almeno una volta, insomma, sono [...] registi e pubblici-tari. [...] Non esageriamo. Ma questa è [...] storia. Con o senza promozione [...]. Bruno Vecchi Come (non) [...] film Roberto [...] Italiani? Negati per il [...]. DALLA PRIMA Presentato a Cracovia [...] del papa via, nei suoi attimi, la [...] ancora scorre: per ingratitudine e mancanza [...]. Questo alla fine insegna Ma-stroianni, [...] mai vorrebbe [...] preso per maestro: i [...] come i minuti che man mano consumiamo, [...] sono di tutti. Sicché [...] in qualche modo lo spreco, [...] ad altri, non rientra solo [...] una nostra personale economia: è atto che sta alla [...] vivere civile, di tut-ti gli [...] sociali; senza non [...] agire umano possibile: tan-to meno [...] agire politico. Mastroianni parla di «nostal-gia [...]. E allora vien da [...] paura di [...] di [...] -speriamo non sia-no le nostre [...] la memoria si sfalda, o peggio non conta nulla: [...] si perde il rispet-to, [...] rispetto, della verità dei ricordi. Nel corso della presentazione [...] stata raccontata la genesi del film. Si è trattato, infatti, [...] Fratello di Nostro [...] sulla vita di [...]. /// [...] /// Richard [...] è uno di quei [...] al-ternativa statunitense che, [...] a partire dal periodo [...] degli anni Ses-santa, continua tuttora a portare [...] miti e i sogni di [...]. [...] ha ispirato Peter Sellers [...] Laurie Anderson, David Bowie ed Eric Bogosian grazie al [...] di controllo e di senso. Con Pearl [...] voluto creare uno spettacolo [...] inter-nazionali (è già previsto a Parigi e Roma) [...] togliere, però allo spirito iconoclasta e provoca-torio [...] contrasse-gnato il suo [...] sin dalla creazione, avve-nuta [...]. In «Pearl [...] il teatro si rappresenta [...] disa-gio [...] «Mi sono sempre sentito [...] teatro: più che contrasto tra vita e [...] che mi ha spinto a scrivere Pearl [...] è quella di un [...] il tea-tro. [...] non cre-do alle reazioni [...] è, dunque, un fatto piuttosto per-verso che [...] lavori nel tea-tro, che si basa totalmente [...] un il pubblico. Eppure riesco a trovare [...] per lavorare proprio in que-sta mia posizione [...] lottare contro il teatro in modo radicale, [...] radicalità ad essere sempre stata al centro [...]. Negli anni Sessanta si [...] la libertà e il potere della mente, [...] assistiamo a numerose decapita-zione: dobbiamo pensare che [...] di [...] «Credo, piuttosto, che la [...] più perdere il suo pre-dominio. Per trenta anni ho [...] essere deca-pitato di essere pazzo: sono cresciu-to [...] di avvocati dove la [...] imposta continuamente, tanto che [...] cena, si parlava di que-stioni giudiziarie. Anche per que-sto, per [...] rifiutato la religione ebraica, di cui, invece, [...] misticismo. E in Pearl [...] molta retorica, un mi-nuzioso linguaggio [...] avvocati. Eppure non credo alla [...]. Quindi da un lato esiste [...] una parte di me che vor-rebbe essere stupida: [...] la-to non desidero veramente tutto [...]. La lotta [...] della complessità del mio essere [...] il su-bstrato dello spettacolo: una lotta che potrebbe essere [...] conflitto tra conscio ed inconscio. È [...] area di ricer-ca che [...] che vorrei riscrivere il testo alla luce [...] teorie psicanali-tiche. Anche il mio approccio [...] analitico: non cerco la massa che trasforma [...] un ritardato mentale, ma [...]. Voglio riempire quella terra di [...] che [...] tra [...] e lo spettatore». Quale ruolo può svolgere [...] «La situazione è deprimente: sono cresciuto nella [...] America [...] degli anni Cinquanta. [...] di aria fresca, ci hanno [...] che qualcosa potesse cambiare. Ora sono terrorizzato [...] gente [...] dei [...] anni Cinquan-ta. Ma il teatro non [...] nessun tipo di arte può cam-biare gli [...] indivi-duo. È questa la mia [...] arte possiamo so-lo sperare di incontrare qualcuno [...] voglia condividere lo stesso percorso. Cerco di fuggire da [...] non [...] si fanno calcoli [...] fine si scopre quello [...] cer-cando». [...] «Viene innanzi tutto il [...] non cerco un teatro narrativo. Ogni giorno scrivo pagine [...] a domande che mi pongo. Poi valuto il materiale [...] cose interessanti. Infine penso a quanti [...] per la produzione. Molto del mio lavoro [...] poesia, la musica, la pittura. A volte anche dal teatro: [...] ad esempio, [...] che mi diede The [...] del [...]. Essenzialmente la mia testa [...] a che fare con la follia e [...] interessa è capire cosa posso fare, con [...] per le teste al-trui». [...] «Sono venuto molto spesso in Ita-lia, anche se [...] volta risale ad [...]. [...] contatto con alcuni ambienti della [...] italiana, che ha sempre [...] che i ricordi sono terribili. Amo [...] ma [...] è davvero durissimo». /// [...] /// Amo [...] ma [...] è davvero durissimo». (0)
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