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Il presidente [...] non si intravede alcuna [...] al tunnel. Ieri notte rimpatriati 200 italiani Stranieri in fuga da Asmara [...] raid [...] tregua per [...] ADDIS ABEBA. A partire dalle sei [...] dalla città eritrea di Asmara significherà mettere [...]. Alle sei di [...] accordata dal governo etiopico in [...]. [...] chiamata «finestra», in sostanza una [...] nei bombarda-menti etiopici [...] della capitale [...]. [...] alle diciassette, ha consentito durante [...] ore serali e notturne [...] di centinaia di stranieri, compre-si [...] italiani, in maggior parte donne e bambini. La «finestra» era stata [...] Usa, Germania, Gran Breta-gna. La fuga è avvenuta [...] due [...] militare italiana e altri [...] degli altri tre paesi interessati allo sgombero. Si fugge [...] vi-cini che [...] negli anni scorsi gli [...] e le rivalità tradizionali per [...] sulla via di una feconda collaborazione. Oggi i rapporti tra Addis Abeba [...] Asmara sono contrassegnati dai bollettini di guerra. Venerdì gli etiopici bom-bardano due [...] di [...] gli [...]. Sabato, ieri, gli etiopici [...]. A [...] secondo fonti etiopi-che, i [...] stati 47, i feriti 135. I proiettili avrebbero cen-trato anche [...] scuola in pieno centro. Shock e rabbia i [...] strage fra i cittadini etiopici. Il desiderio di vendetta [...] consapevolezza che la guerra va fermata subito [...]. Ieri però [...] con il nuovo raid aereo [...] di Asmara. Due [...] hanno sganciato bombe sulle [...]. [...] di venerdì, quando una persona [...] rimasta uccisa e cinque ferite, pare che ieri non [...] siano state vittime, solo danni materiali. Il bombarda-mento è avvenuto [...] si accingevano a lasciare [...]. I voli sono stati [...]. La contraerea eritrea ha [...] colleghi etiopici che venerdì avevano abbattuto un [...] catturato il pilota [...] fuori dalla cabina. Uno dei [...] aggressori è stato centrato [...]. Il pilota, [...] fuori dalla carlinga, è giunto [...] al suolo con il paracadute, [...] folla festante di combattenti locali. Nel contesto tragico della guerra, [...] ha un aspetto curioso. È infatti la seconda [...] mi-litare viene catturato nello stesso modo. Dieci anni fa [...] faceva lo stesso mestiere [...] un regime diverso, quel-lo del generale [...] in cui Etiopia ed Eritrea [...] un unico paese, ma la ribellio-ne separatista [...] Addis Abeba era in pieno rigoglio. Anche allora il velivolo di [...] fu [...]. Mentre dalle zone di [...] confuse di [...] scontri fra gli eserciti, [...] di-stanza fra i dirigenti politici dei due [...]. [...] pur sostenendo che il suo [...] pacifica», afferma di non vedere «alcuna luce alla fine [...] tunnel». Secondo [...] del confronto, con il [...] attacchi o bombar-damenti su obiettivi civili, non [...] situazione sul ter-reno», perché «gli attacchi della [...] un certo numero di località di confine [...] dimensioni, molto più grandi». Il capo di Stato eritreo [...] usato espressioni piuttosto sibilline circa [...] di una tregua: «Non possiamo [...] un cessate il [...] mai dichiarato una guerra», ed [...] espresso scetticismo nei [...] Usa e Ruanda, che si [...] in quattro [...] dai territori contesi, dispiegamento di [...] civile sulle zone contestate, inchiesta [...]. [...] si è già espressa [...] piano invece, sin da giovedì. Ieri sera fonti di Addis Abeba hanno af-fermato anzi che [...] potrebbe cessare le ostilità se [...]. Il conflitto si è [...] principale alla conferenza pre-paratoria del vertice [...] (Organiz-zazione per [...] africana), che inizierà domani [...] Ouagadougou, [...] del Burkina Faso. I ministri degli Esteri [...] hanno accantonato la maggior parte dei punti [...] per con-centrare i loro sforzi sulla guerra [...]. Le parole vorrebbero rassi-curare. Ma il sibilo dei due [...] 23 [...] mortali [...] di Asmara «attraversa» la cornetta [...] e ci riporta al «fronte». La guerra tra gli «ex [...] vista attraverso gli occhi di Sergio Palladini, direttore [...] di cooperazione [...] ad Asmara. Voci non controllate parlano [...]. [...] è il giorno [...] fuga». Accompagnata dalle lacrime di [...] la speranza -aggiunge Palla-dini -che gli scontri [...] breve tempo. /// [...] /// Prima di essere coinvolti [...] generalizzato. Si parte con la [...] e con la spe-ranza, la volontà, di [...]. Sono oltre 200 gli italiani [...]. [...] dei «patriarchi» della comunità ita-liana [...] Eritrea. Lo cerchiamo alla «Casa [...] poi in amba-sciata. [...] Amilcare è impegnato negli scrutini. Anche così si difende [...] dalla guer-ra. Lui ha deciso di [...] sono tante cose da fare e tanti [...]. La centralinista [...] una giovane eritrea che [...] quando le chiediamo se ha [...] «Noi Eritrei siamo abituati a con-vivere con la guerra [...] -e non saranno quattro incursioni ae-ree a [...]. Normalità sono quei bambini [...] la nostra ambasciata: le loro voci fan-no [...] nostra telefo-nata. Quei bambini sembrano più [...] da fare che dei «soldati cattivi» che [...]. Convivere con la [...] anche scendere nelle strade per [...] del [...] etiopico. Lo si potrebbe insomma definire [...] sorta di rim-patrio preventivo. Ma la maggior parte degli [...] nella realtà [...] ha [...]. Le ore passano e i [...] conna-zionali in partenza si concentrano a «Villa Roma», la [...] italiano [...]. La situazione in città è [...] sommato tranquilla ed entro [...] dovremmo essere riusciti a far [...] tutti quelli che [...] richiesto». Tra quanti la-sciano [...] vi sono circa cin-quanta tecnici [...] «Cooperativa muratori e cementisti» di Ravenna, che dal gennaio [...] è impegnata nella costruzione [...] sono stati completati al [...] nel cantiere a poche centinaia [...] metri [...]. Partono tutti, tran-ne il [...] Luigi [...]. [...] della situazione, dopo i raid [...] ultimi due giorni, che dal [...] seguito indiretta. I nostri tecnici sono [...] di scegliere se rimanere anche loro op-pure [...] hanno deciso di rientrare in Italia lo [...] per [...] le loro famiglie». A [...] è Angelo Del Boca, [...] autorevoli studiosi delle guerre coloniali italiane e [...] Corno [...]. Asmara e [...] bombardate, [...]. Perché [...] «Non certo per questioni territo-riali, [...] non per [...]. Le [...] pretesto per alimentare il [...] sciovinismo dei due Paesi. Conosco bene il territorio [...] in territorio eri-treo [...] attraversato in jeep: è [...] pietroso, per buona parte invivibile. Non credo che il [...] -che ha combattuto per [...] Hailé [...] e poi contro il [...] -voglia distruggere [...] che si era raggiunta [...] di [...] per poche mi-gliaia di [...] deser-to. [...] poca cosa, risolvibile al tavolo [...]. Ma se non è [...] deserto, qual è il vero [...] del conten-dere? «Per capire dobbiamo far riferi-mento a due [...] alla fine del 1997 [...] decide di sostituire la moneta [...]. Una scelta contestata [...] perché [...] svantaggio. Come ri-sposta di [...] economica, [...] vengano effettuate con mo-neta [...]. E questo non piace [...]. È il primo episodio che [...] iniziato nel [...]. Secondo episodio: gli Eritrei [...] di Massaua e di [...]. Va ri-cordato che per [...] esi-steva [...] per il libero passaggio [...] per [...] si era parlato anche [...] poi non realiz-zato. Per [...] è un colpo durissi-mo». Perché? «Perché [...] è un Paese che [...] al mare: [...] via di alimentazione è [...] Abeba. Insufficiente e, so-prattutto, molto [...]. Per [...] è un pedaggio insostenibile. Tutti ciò avviene alla vigilia [...]. Insomma, si combatte e si [...] per una moneta e per uno sbocco [...] al vero di quella territoriale. Eppure non basta. [...] qualcosa di più pro-fondo e [...] che rimanda al cambiamento intervenuto [...] delle due società e delle [...]. In cosa consiste questo profondo [...] «Per comprendere la gravità di ciò che [...] è necessario ri-farsi alla straordinarietà [...] ciò che si era determinato nel [...] la scelta, cioè, di risolvere [...] il contenzioso tra due popoli. Un even-to bellissimo, un [...]. A ciò fa seguito [...] premier etiopico [...] via libera al referendum [...] Eritrei avrebbero deciso, in libertà, se rientrare [...] madre [...] o imboccare la strada [...]. /// [...] /// Ora rotto dalle ar-mi. [...] vi sia il riemergere [...] nazionaliste che sem-bravano assopite o addirittura archi-viate. [...] che il fronte di guerra [...] sta sempre più estendendo: se il [...] fosse stato davvero il confine [...] i combattimenti avrebbero dovuto [...] a [...]. [...] «Invece lo spostamento di una [...] etiopica di fronte alla frontie-ra con il porto di [...] potrebbe esse-re [...]. Ma se così fosse, [...]. Su cosa fonda questa valutazio-ne? «Sul fatto che, con-quistando [...] sfiderebbe [...] Organizzazione per [...] Africana [...] proprio ad Addis Abeba) che [...] stabilito che [...] sono intangibili. Cer-to, sappiamo bene che [...] state tracciate in modo arbitrario, e tuttavia [...] creato una cinquantina di Paesi. [...] invasione [...] creerebbe un terrificante effetto [...]. [...] la disponibilità [...] a me-diare tra le parti [...] conflitto. Ma abbiamo i requisiti per [...] «Direi proprio di sì. Assieme agli Usa. [...] infatti, è il primo Paese [...] per [...] e tra i primi per [...] con investimenti per centi-naia di miliardi. Assieme agli Stati [...] il sostegno [...] decisivo per [...] premier etiopi-co [...]. Italia e Stati Uniti [...] economiche e [...]. /// [...] /// Italia e Stati Uniti [...] economiche e [...]. (0)
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