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Bisognava salvare la dignità [...] alla comunità in-ternazionale; dimostrare che il nostro [...] lasciare andare im-punemente il responsabile di un [...]. E bisognava rispon-dere anche [...] giustizia che veniva dai parenti delle vittime [...] Fosse Ardeatine e da tanti cittadini democratici. Cosa fare? [...] notte gli uomini del governo [...] sono trovati di fronte ad una situazione [...]. [...] una sentenza, seppur discutibile, da [...] che rimetteva in libertà un criminale nazista. Ma non si poteva [...] fronte a quello che stava accadendo. Quindi la decisione di [...] che consen-tisse di trattenere [...] tanto più che [...] la concreta possibilità che [...] Cas-sazione, [...] caso accogliesse [...] di ricusazione presentata dalle [...] nulla la sentenza emessa venerdì sera. Ma come si è [...] arresto? Tutto, ovviamente, è cominciato dopo la [...] Agostino [...] che ha provocato la [...]. Una protesta che ha [...] i ca-rabinieri in servizio presso il tribunale [...]. Dieci minuti dopo, per [...] alla Difesa, Massimo Brutti, il governo ha [...] doveva scongiurare il rischio di fuga [...] capitano delle Ss. Poi Brutti, [...] più tardi, è corso al [...]. A quel punto sono [...] lato, le trattative con i manifestan-ti che [...] si è studiato il [...] a [...] di allontanarsi. Dopo al-cuni colloqui, è subito [...] che una possibilità era rappresentata dalla richiesta di estradizione [...] dalla Germania, che aveva chiesto anche [...] capi-tano delle Ss. In attesa di valutare [...] si sareb-be potuto disporre [...] provviso-rio del boia delle [...]. Un atto del genere [...] mini-stro di Grazia e Giustizia. Brutti, a quel punto, [...] in contatto con il ministero di via [...]. Con alcuni funzionari si [...] possibilità tecnica di pro-cedere, poi [...] stato un colloquio con Giovanni Maria [...]. La situa-zione era delicata [...] inizial-mente, non aveva nascosto [...] strumento adottato per scongiurare la liberazione di [...]. Dopo essersi convinto della [...] sotto il profilo giuridico, [...] si è messo in [...] presidente del Consiglio, Ro-mano Prodi. Un giro di telefonate [...] prospettata inizial-mente nel colloquio [...] Brutti [...] sta-ta ritenuta valida: il ministro [...] ha deciso di andare [...] per dare [...] del nuovo arre-sto di [...]. Prima [...] negli uffici della procura [...] una nuova e febbrile riunione tra [...] Brutti, il questore Rino Mona-co, [...] provinciale dei carabinieri Gallitelli, il procuratore militare [...] e il procuratore generale [...] a pun-to gli ultimi dettagli tecnici, arrestare [...] e convincere I familiari [...] desistere [...]. Così, mentre il capo [...] andava dal criminale nazista per [...] il nuovo provvedimento, il [...] Grazia e Giustizia ha an-nunciato ufficialmente che [...] non sarebbe tornato in [...]. Una conclusione positiva, che che [...] risparmiato [...] una brutta figura in campo [...] e ha restituito un [...] di fiducia nel-lo Stato. Ma adesso? I problemi [...]. Nessuno nasconde i limi-ti [...] «tampone». Anche perché non sarebbe bello [...] far fare alla Germania ciò che [...] non è stata in grado [...] fare. Il problema, infatti, è [...] fatta in Italia. Come? Una soluzione può [...] deci-sione delle parti civili di impugnare in Cassazione [...] di ricusazione contro il [...] Angelo [...]. Il motivo è semplice: [...] e parti civili avevano [...] di [...] indicando i mo-tivi per [...] giudice non avrebbe dovuto emettere la senten-za. Ma quelle richieste erano [...]. Ora, se la Cassazione, [...] validi i motivi per i quali si [...] di [...] la sentenza di venerdì [...]. Quindi si dovrebbe fare [...] con [...] agli arresti, esattamente come [...] processo. Ma la Cassazione dovreb-be prendere [...] decisione, prima che scadano i termini [...] provvisorio. [...] In carcere insulti dai detenuti [...] 1. Anche i detenuti di Re-gina Coeli, [...] mattina, hanno ur-lato e gridato contro il [...] carcere: Erich [...]. [...] ufficiale nazista, quando [...] è arrivato nella casa circon-dariale [...] via della [...] è stato accolto da urla [...] sberleffi. Per que-sto, è stato subito [...] in una cella di isolamento per [...]. Ma è stato ieri [...] qualche momen-to, decine di detenuti si sono [...] in coro: «Nazista, nazi-sta, Nazista». Altri hanno urlato : «Boia, [...]. Cella di isolamento [...] ovviamente, è ora sot-toposto ad [...] stretta sorveglian-za. Nel pomeriggio, il difensore [...] Velio Di Rezze, si è recato ad incontrare [...] capitano nazi-sta. Tra i due [...] stato un lungo colloquio: [...]. [...] Di Rezze, uscendo da Regina Coeli, ha detto che il provvedi-mento [...] provvisorio di [...] è «una prepotenza», basa-ta sul [...] e che offende un libero collegio giudicante. Mi ha [...] Mi pare che mi stiano [...] alla morte. Non vedo proprio una via [...]. Certo -ha continuato il [...] dal carcere di Forte [...] a quello di Regina Coeli [...] che essere traumatico. Nel carcere militare [...] aveva due stanze: una [...] piccolo sog-giorno con televisione. Poteva guardare quello che [...] e andare [...] sem-plicemente dopo avere avvertito. Passeggiava seguito da un militare [...] pronto ad [...] data [...]. Pranzo, colazione e cena, [...]. Insom-ma, un altro soldato [...] tutto. /// [...] /// Tutto, [...] è brutale e opprimente». Nel carcere dei partigiani Certo, [...] che il destino è davvero «cinico e [...]. A Regina Coeli , [...] durante [...] nazista, i politici a [...] Ss di via Tasso. È da quel carcere [...] della strage delle Ardeatine, furono pre-levate molte [...] poi massacrate nelle cave. Insom-ma, [...] conosce molto bene Regina Coeli. Chissà quante [...] delle sue [...] il borioso capitano si era [...] di cella in cella per incutere paura e terrore. [...] ufficiale nazista, ieri pomeriggio, secondo [...] agenzie di [...] stato visitato anche [...] Vittorio Sgarbi. [...] Di Rezze è rimasto a [...] bloccato [...] del carcere. Era in corso una manife-stazione [...] giovani dei centri so-ciali. Ha detto Di Rezze: «Mi [...] monetine. Devo aspettare». È stato subito [...] un forte ser-vizio [...] di carabinieri e poli-zia. Intanto, la Procura di Roma [...] una inchiesta sugli inciden-ti davanti al Tribunale [...]. Il magistrato è in [...] dei carabinieri. Soprattutto quelli addetti al servizio [...] del Tribunale che avevano dovuto [...] i giudici. Per Erich [...] brutta accoglienza anche nel [...] Regina Coeli dove è stato trasferito dopo [...] provviso-rio. Molti detenuti si sono [...] contro quella pre-senza ingombrante. [...] è stato chiamato: «Boia, boia, [...]. La direzione del carcere, come [...] precauziona-le, ha chiuso [...] capitano in una cella singola. Il difensore: «Ho trovato [...] molto giù. Mi ha detto di [...] che lo stiano accompagnando alla morte». WLADIMIRO SETTIMELLI IL RACCONTO Gli [...] la rabbia dei parenti delle [...] nel tribunale militare La lunga notte del dolore e [...]. Poi esce [...]. Ed è lie-vemente meno [...] lievemente meno veloce. Gli occhi consumati; quasi [...]. Sono le due e ventiquattro [...] volge al termine, sta per [...] epos di lacrime e di [...]. I familiari delle vittime [...] il primo piano del tribu-nale militare è [...] da carabinieri e giornalisti. Lungo il corridoio, Erich [...] in un fotografo. È uno di quelli [...] proprio lavoro, che danno il tu, [...] al ca-pomafia Riina, al [...] Ardeati-ne e al presidente della Repubblica. Salta su una poltrona sfondata [...] gri-da: «Erich! Un sorriso Erich. Erich, così non viene, [...] è sfocata. Porca puttana, Erich. Si sono «fronteggiati», anche [...] due porte e una parete, per nove [...]. Lui, chiuso [...] del tribunale, e loro [...] sgomenti, distrutti dalla rab-bia. Lui che sentiva le [...] boia, assassino, vigliacco, boia, vigliacco, assassino. I familiari delle vittime [...] contro le transenne, e piangevano, gridavano, davvero [...] del padre, chi di un fratello, di [...] un cugino, di un nonno. Tutti morti alle Fosse Ardeatine. Trucidati da [...] e dai suoi amici. Sembra-va, a tratti, che [...] esse-re lenito in un solo modo: portando [...] alla folla dispera-ta, [...] a guardare negli occhi, [...] i figli, i fratelli e i nipoti [...]. /// [...] /// Erich [...] va via nella notte, [...]. Verso Regina Coeli. [...] il presidente del tribuna-le [...] sentenza alle di-ciotto e due minuti. Il corridoio è stracolmo, [...] al tribunale, ci sono altre centinaia di [...]. Giovani della comunità ebraica, [...] delle associazioni anti-razziste. A tutti, è stato vietato [...] in aula. /// [...] /// [...] sta dicendo che il [...] può tornare a casa, [...] sono state concesse le attenuanti generiche, e [...] è pre-scritto. [...] si capisce, è soddi-sfatto. Sussurra al suo avvocato: «La [...] è impeccabile. /// [...] /// Impeccabile ed esem-plare, la [...] appa-re a tutti gli altri. I familiari delle vitti-me [...] attimo in si-lenzio. /// [...] /// Poi, lo smarri-mento si [...]. Ma è una rabbia triste, [...] arrogante. Or-gogliosa, non presuntuosa. Una ra-gazza della comunità [...] un filo di voce: «Assassini. /// [...] /// E precipita in un [...]. Raimondo Di [...] anni, padre e fra-tello [...] di sterminio, sopravvissuto [...] di Au-schwitz, deglutisce e [...] gli occhi umidi, la voce lenta e [...] «Non [...] vero, non può essere ve-ro. /// [...] /// Riccardo Pacifici, giovane consi-gliere della [...] ebraica: «Vo-gliamo [...] negli occhi. [...] uscire». /// [...] /// Un cordone di carabinieri [...] ma la pressione della fol-la è forte, [...] che [...] capi-tano delle SS non [...] facilmente il corridoio. Né lui, né i [...]. [...] e Rocchi si rifugiano in [...] stanza. Rocchi grida: «Ci stanno [...]. Questo è un reato». La situazione è [...]. Per liberare il corridoio, [...] dovrebbero caricare i fami-liari delle vittime. Via eticamente e tecnicamente [...]. Con il trascorrere dei [...] delle ore, diventa sempre più chiaro che [...] ne sono. Si è creato un [...]. La sen-tenza viene avvertita [...] vittime come una replica della strage. /// [...] /// Non rinunce-ranno, non andranno [...]. /// [...] /// [...] barricato nel suo ufficio, sta [...] che «è amareggiato. Io ho fatto soltanto [...]. Ho applicato la legge. Forse era meglio se [...]. [...] giudice, Rocchi, continua a [...] un reato, «siamo prigionieri, ci hanno sequestrato». Passa un tizio con una [...]. Nella valigetta, è nascosta [...]. La cena di [...]. [...] lui, non mangia. Gli han-no portato una bottiglia [...]. Ha pranzato poco prima [...] tri-bunale, nel carcere di Forte [...]. Non mangiano e non [...]. [...] è gravida di fumo, le [...] secche. Un uomo riesce a [...]. Quattro ca-rabinieri lo fermano [...]. Confiderà [...] Di Rezze: «Quando [...] si è av-vicinato, [...] ha avuto paura. Non lo ha detto, ma [...] capito. Aveva paura, si guardava [...]. Arriva una telefonata per il [...]. È il ministro [...]. Si cerca una soluzione. [...] potrebbe essere [...] in attesa di esaminare la [...] di estradizione avanzata dalla Germa-nia. /// [...] /// Alle ventidue, entrano nella [...]. Ipotesi: pre-sidente, forse potrebbe scendere [...] finestra, sistemiamo una sca-la. Guardano in basso e vedono [...] sotto la finestra, [...] una teleca-mera della Rai. I manifestanti presi-diano tutte [...] tribunale. La fuga è impossibile. Sulle scale, altri giovani [...]. I cara-binieri resistono, poi [...]. Nel corridoio e davanti [...] primo piano, si scatena una rissa gigantesca. La folla indie-treggia, un [...] carabi-niere continua a [...]. Una signo-ra sviene: le [...] pugno in faccia. Non [...] un centimetro di pa-vimento libero. Una ragazza grida: «Così [...]. Due cara-binieri vengono portati [...]. Contusi tra i manifestanti. /// [...] /// Si avvicina alla transenna e [...] una preghiera. Si prega e si [...]. [...] im-provviso silenzio. /// [...] /// I fotografi lavorano alla [...]. Gli operatori televisivi sono schiac-ciati [...] contro [...] un bagno è allagato. Forse la colpa è [...] e indisciplinati. Di tanto in tanto, [...] corridoio la testa di [...]. Lui si ritrae e [...]. [...] Di Rezze passeggia nervosamente, [...] è seduto. Comincia una trattativa tra i [...] delle vittime e le autorità. Se si trova una soluzione [...] i manifestanti lasciano il palazzo. Non è ancora mezzanotte. Arriva il ministro [...] accompagnato dal questore di Roma, Rino Monaco. Dalla folla, una voce stridula. Co-mica e disperata: «Richetto! /// [...] /// La trattativa continua. Riccardo Pacifici parla con [...] e con il sotto-segretario [...] Difesa Brutti. Poi, co-munica i termini [...] ai manifestanti: «Stanno per [...]. Noi, però, dobbiamo lascia-re [...]. Urla, ancora tensione. Pacifici, ormai rauco: «Il [...] lo dirà da-vanti alle [...]. Giù, in strada, succede [...]. Ecco una macchina bianca, «è [...] polizia, [...] lo fanno scap-pà». Una folla di giovani [...]. /// [...] /// [...] non [...]. Si corre verso il [...]. Una ventina di poliziotti [...]. /// [...] /// I due gruppi ormai [...]. Partono i primi colpi. Un ragazzo viene man-ganellato: [...]. Cade anche un poli-ziotto. /// [...] /// Calci alle au-to. /// [...] /// Un poliziotto mette la [...]. Poi capi-sce che non [...] e la ritrae. /// [...] /// Dice il primo: «La [...] arrestando Erich [...]. La soluzione piace ai [...]. Viene liberato il corridoio. Alle due e ventiquattro [...] Erich [...]. Subi-to dopo, [...] di Rezze, che scandisce: [...] ha detto: questa è [...]. È stato [...] per motivi politici». /// [...] /// Di nuovo in strada. La polizia carica i manifestanti [...] at-tendono [...] del «boia». Una don-na stesa a [...] del cortile. /// [...] /// Gli al-tri, tutti gli [...]. /// [...] /// Gli al-tri, tutti gli [...]. (0)
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