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Se ne accorsero una [...] con la luna che scivolava dentro e [...] e dava e toglieva luce come nei [...]. Camminavano in maniche di [...] piazza e, arrivati davanti alla torre il [...] si fermò: si avvicinò [...] la punta delle dita i mattoni. Poi trasse dalla tasca [...] batté di costa sul mattone per sentire [...] si concentrò un attimo e la sbatté [...] secco contro il mattone. La moneta tintinnò, luccicò [...] rimbalzò a terra, qualche passo distante. Ma la monetina da [...] con su il moscone, era più leggera, [...] disse. Toni levò una moneta da [...] fissò dov'era caduta quella del [...] tastò il muro e di [...] la lanciò. La moneta sonò, volò [...] cadde nei pressi della prima. Provò la spanna: niente [...]. Allora tentò Pin, battendo [...] secca e la moneta colò in mezzo [...] ci restò: era spanna per tutte e [...] le tenne. /// [...] /// Toni infilò la mano in [...] anello infisso al muro della torre: «Quanti salti per [...] rion ci riuscivo mai». Si guardarono in faccia [...] scoprirono li i loro sessant'anni: nelle rughe [...] corpi lenti e robusti, nei capelli bianchi [...] Toni [...] del Pin che [...] sotto il lampione, mentre [...] erano ancora neri, come [...] rifiutati di invecchiare. Il [...] disse: «Abbiamo visto sessanta [...] estati, e chissà [...] lune piene (e guardò [...] cosa sappiamo? Niente. È tutto un mistero». [...] ora allevava lombrichi e vendeva [...] ai vivaisti, tra i quali [...] il Pin. Rispose a Toni: «I [...] lavorano di giorno e di notte e [...] sciopero. E anch'io sto bene, [...]. Ma [...] non è mica fatto [...] e ossa, nella testa ha i suoi [...]. Io ho i miei [...] i tuoi. Non vorrai mica dire [...] non importa un fico se la Terra [...] spazio o gira, e se sulle altre [...] vita o non c'è. E perché siamo [...] a sgobbare e a pensare. Non ci pensi tu [...] e perché si muore? E a come [...] pulire questa terra che abbiamo sporcato tutta: [...] sottoterra. Ma tu non ci [...] queste cose? Al mistero della morte, per [...]. Si fermò in mezzo [...] lo sguardo al cielo e accompagnandosi con [...] mano, come 1 tenori sul palcoscenico, attaccò: «E [...] stelle. Faceva il fabbro, mestiere [...] fin da ragazzo nella bottega di suo [...]. Era un artista del [...] richiesto. Ma lui lavorava solo [...] voglia, o meglio, quando non aveva più [...] tasca. Allora si sentiva il [...] i colpi del suo martello, nella fucina [...] Vicolo Pozzo. Viveva solo, con dieci [...] gli riempivano la casa [...] del pranzo. Consegnato il lavoro, presi [...]. Le passava in campagna, [...] camminava lungo il fiume, [...] servava gli uccelli di [...] e lumache, a seconda delle stagioni. E ai contadini che [...] gridava: «Lavorare sì, ma non per il [...]. Neanche una giornata al padrone! La vita è mia! Era la [...] filosofia anarchica e pacifica, [...] giorni di libertà da) bisogno. Teneva [...] dove segnava i giorni del [...] che lui chiamava i giorni perduti, e quelli vissuti [...] dolce far niente. E dalle sue [...] «Arche sapeva se [...] aumentava o regrediva, confrontando i [...] perduti con quelli vissuti. Gli piaceva scherzare. Lui e i suoi [...] e Pin avevano infiorato [...] scherzi perché, diceva, «la vita senza scherzi [...] senza formaggio, nello scherzo si vede [...] con i coglioni, che [...] nel giusto verso, e sa ridere». E cantava, con la [...] rotonda: [...] i canti [...] come la [...] e [...] che vien da Roma» [...] «Donna Lombarda», che trasformava in serenate per le «sue» [...]. Una finestra si illuminò, [...]. Due donne si affacciarono. /// [...] /// Ma non se ne [...]. Ascoltarono sino alla fine [...] tragico amore del pittore [...]. E dopo [...] finale, ci fu un [...]. [...] da conto». Disse il Pin: «La Giulia [...] la botte nuova. Sentiamo il vino e poi [...] facciamo una partita. /// [...] /// Il Pin era un [...] diceva che era un gioco da insegnare [...] scuole perché muove tutto il corpo: dall'occhio [...] distanze alla mano che dà la forza [...] né poca, ai muscoli delle gambe e [...] giusto si concentrano nello [...]. Altro che il pallone, [...] pedate e la palla va dove va, [...] comprano e vendono i giocatori come le [...] e si danno botte da orbi. E sport quello? Pin faceva il vivaista [...] vicino al fiume, [...] perché sabbioso. Era sposato ma senza [...] moglie e un fratello più anziano. Aveva anche una vigna e [...] cantina profonda trenta scalini, dove conservava il vino a [...] d'arte. Era amico di Toni [...] fin da ragazzo. Era un bravo giocatore [...] ai tornei della bocciofila, anche se [...] invitato: non gli Mario Lodi [...] e vive a Piadena (in provincia di Cremona). Maestro elementare ora in [...] parte del Movimento di Cooperazione Educativa, che [...] introdotto criticamente le tecniche [...] in Italia contribuendo a [...] organica fondata sulla [...]. Dal 1970 al 1980 [...] Biblioteca di Lavoro edita da Luciano [...]. Dal 1957 collabora con [...] Gruppo Padano di Piadena alla ricerca dei documenti [...] popolare: canti, burattini, danze, [...]. Attualmente si dedica ad [...] un giornale scritto e [...] unico [...] in Italia, per mezzo [...] esercitano il diritto costituzionale della libertà di [...] espressione. Ila pubblicato opere pedagogiche: «Guida [...] di maestro» (Editori Riuniti), «Il paese sbagliato», «C'è [...] questo accade al [...] «Insieme», «Cominciare dal bambino», «La [...] i diritti del bambino» (edita da Einaudi). Collabora a varie riviste: «Riforma [...] «Cooperazione Educativa», «Rocca», ecc. Per i ragazzi ha scritto: [...] «Il permesso», «Il soldatino del [...] pà», «Il corvo», nei quali [...] sono la socialità come impegno [...] fini comuni, il rispetto per la natura, la pace. Lo [...] MARIO LODI Davanti a loro, [...] da un lenzuolo fino [...] il povero Pin sembrava fissare [...] soffitto. La luce [...] delle candele attenuava il [...] sembrava che dormisse. Infatti il [...] lo disse subito: «Non [...]. Poi il [...] si guardò attorno, nella [...] dove giravano sui muri le loro due [...] luce della candele. Sotto la parete di [...] larghe poltrone di vimini con davanti un [...] vimini. [...] vi posò la chiave [...] ai bicchieri e alla brocca. Poi si allungò sulla [...] rimase immobile a pensare. Ma volevo dire: perché [...] così, mentre uno è felice e non [...] spiegò il [...]. E cominciò a versare [...] bicchieri. Posò la brocca, passò [...] prese [...] e lo alzò col [...] quando bere è un rito: «Alla salute». Bevuto il primo bicchiere riempirono [...] secondo, [...] terzo. Bevevano piano, gustando il [...] il sapore caldo, [...] volte avevano fatto insieme, [...] dalla Giulia e nelle altre osterie. Bevevano e intanto parlavano [...] Pin, [...] quando erano bambini e lui veniva a [...] zocco-letti di legno e la [...] la messinscena con , [...] con le bocce, e [...]. Gli piaceva giocare quando [...] Toni e [...] che erano anch'essi bravi, [...]. Come quella sera. Il vino della Giulia [...] d'amore, il terreno appena lisciato con lo [...]. Tirarono a sorte e [...] Toni fare il «signore», col bastoncino delle misure [...] per segnare i punti. Era una partita calma, [...] punto al Pin e uno al Toni, [...] e uno di là, come se i [...] studiarsi invece di fronteggiarsi rischiando. Mancava un punto alla [...] pari. E il pallino era [...] Beni. Beni lanciò il pallino [...] fin quasi a sfiorare la [...] del berceau, e cadde nella zona del gioco che [...] conosceva come le sue tasche, che pareva piatto e [...] le bocce deviavano per imprevedibili strade, se non davi [...] iusta direzione e la esatta orza. Il pallino cadde quasi [...] si fermò al centro, a tre quarti [...]. [...] lo fissò come se [...] verde con la carezza [...] spostò vicino al bordo laterale di sinistra, [...] dondolandosi appena e con un gesto misurato [...] in diagonale verso il bordo opposto. La boccia rotolava tranquilla [...] e quando fu vicina all'asse, [...] come se gli occhi [...] la teleguidassero, curvò [...] ciclista in pista, poi [...] verso il centro, incora due volte rotolò [...] seguita dagli occhi dei giocatori e dei [...] pallino, gli fece mezzo giro intorno e [...] a lui, che la nascondeva a metà. E tutti si alzarono [...] andarono al bordo del gioco per vedere [...] deciso il Pin: rischiare il tiro o [...] punto per allargare il gioco, sperando nella [...] Il Pin restò immobile come una statua a valutare [...] pari, [...] punto. [...] in terra era il punto [...] vit-toria di [...] bisognava [...] via. Anche il Pin lisciò la [...] rossa con una carezza rotonda. Poi si induri, si [...] boccia da vanti agli occhi e parti [...] un lancio secco e preciso. La boccia verde saltò [...] restò al suo posto, [...] che nemmeno si era mosso. La sera dopo Toni [...] erano a casa del [...] Pin, [...] invito della moglie e del fratello. La moglie non [...] piangeva e basta. I fratello aveva in [...] che il Pin aveva lasciato ai familiari. Quella lettera Toni e [...] la conoscevano bene perché era [...] scritta una sera di festa, dopo [...] gustato il vino nuovo del Pin, nella [...] cantina. [...] scritta tutti e tre [...] in un patto segreto la loro amicizia, [...] la morte. Sapevano cosa [...] scritto ma non dissero [...] fratello, con la voce che tremava per [...] spiegò le ultime volontà scritte nella lettera: [...] due Io vegliassero insieme per tutta la [...] loro la chiave della cantina e di [...] la botte del vino più buono, e [...] che volevano, loro che potevano ancora [...]. Glielo disse e glielo [...] Poi gli consegnò la chiave della cantina, [...] bicchieri su un vassoio [...] già colma di quel vino. Li accompagnò nella stanza [...] Pin su un lettino fra quattro candele [...] ritirò insieme alla moglie Ma prima disse: «E [...] piccola, la prima a destra in fondo [...]. E vostra, non fate [...]. Udirono i loro passi [...] stanze, qualche rumore di porte aperte e [...] di [...] nella toppa e poi [...]. E degli scherzi che [...] fare da piccoli e non avevano più [...] scherzo è un legarsi di più agli [...] difetti senza portare rancore. Come quando si sposò [...] Rosa [...] vedovo, alle cinque del mattino per non [...] nessuno e loro avevano mollato quattro gatti [...] coda due lattine e ì gatti scapparono [...] parte con un baccano d'inferno e la [...] vedere e la Rosa fu scoperta e [...]. /// [...] /// Di ricordo in ricordo [...] loro vita era stata piena, e per [...] cosi in fretta. Ricordavano e bevevano con [...] povero Pin partecipasse ai [...]. E accennando al Pin, osservò: [...] che dispiacere [...] le botti piene». Quando viene, chiuso. Qualunque cosa stai facendo, [...] importante». Ma stare in letto malato [...]. Sorseggiò un altro po' [...] riprese: «E dopo? Ci pensi al dopo? Se io sarò il [...]. A sentire la filosofia del [...] Toni cominciava a di-; [...] e attizzò il fuoco: [...] «Mia nonna mi diceva che [...] volta un morto già sot-. Per-; ché non gli vai [...] gli [...] fai annusare il vino, gli [...] qualcosa. /// [...] /// Ma [...] tentennava: «Ma va là, [...] il vino non gli piace più». Alzò la voce: «Ecco [...] mi fa andare in bestia quando penso [...] più voglie. E pensare che a [...] tanto il vino». Toni gli porse il [...] «Dai, [...]. [...] col bicchiere in mano, [...] attorno al letto, poi avvicinò il bicchiere [...] Pin. Rimase fermo davanti a [...] vicino al naso. E, visto [...] il povero Pin era rimasto [...] lo bevve lui [...] fiato. Posò il bicchiere e [...] Toni, [...] rovesciando la brocca vuota, disse: «Finito». Tutti e due guardarono [...]. Toni indicò il morto: «Se [...] col Pin, vado io». Ma [...] ci ripensò: «Vado io» [...] chiave e la brocca, e uscì dalla, [...]. Nel silenzio della notte [...] rumore della chiave nella serratura della porta [...] i passi del [...] che sparivano in dissolvenza [...] scendeva i trenta gradini. Sollevò con le sue [...] corpo del Pin e lo pose sulla [...] sdraiato, quasi seduto. Gli infilò il suo [...] le gambe con il plaid e lo [...] tosse appisolato. Gli mise in testa [...]. Poi si infilò nel [...] lenzuolo fino al mento [...]. Di lì a poco [...] passi, [...] la chiave nella toppa. Quando [...] entrò, si rivolse verso [...] penombra dove [...] il morto seduto, con [...] Toni. [...] gli tese la brocca: «Senti, Toni, che profumo. Visto che non si [...] il bicchiere e glielo porse «Dai, Toni, [...]. In quel momento il Toni, [...] il lenzuolo alzò un braccio e toccò [...] di dietro e gli [...] contraffatta: «Se non Io vuole lui, Io [...]. Il [...] si voltò, vide la [...] «morto» che cercava il bicchiere, cacciò un [...] il bicchiere e scappò. Sparì per due giorni Non [...] funerale, dicevano; per il dispiacere Quando lo [...] lui, come il povero Pin e il Toni, [...] capelli bianchi. /// [...] /// Sparì per due giorni Non [...] funerale, dicevano; per il dispiacere Quando lo [...] lui, come il povero Pin e il Toni, [...] capelli bianchi. (0)
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