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Dieci mesi vissuti in [...] Rio, [...] dove il 28 agosto [...] Polizia mili-tare coinvolti nel traffico di dro-ga [...] 21 persone innocenti. [...] Ventura è un giornali-sta [...] do [...] il princi-pale quotidiano di Rio. [...] epo-ca della strage, avvenuta [...] della chiesa della [...] dove furono uccisi dalla [...] di stra-da, [...] come molti altri a Rio, [...] che fare. Co-nobbe un giovane sociologo [...] e andò lì col [...] di ca-pire. Le visite sempre più [...] cominciò a scrivere un diario. Lo incontro nella [...] casa di [...] uno sguardo [...] da una parte delle [...] del mondo, per parlare di questo libro [...] una svolta nella coscienza di Rio, forse [...] sincerità e la passione con cui lui [...] una realtà, quel-la delle favelas, troppo poco [...]. [...] in un «altro» mondo, sebbene [...] 30 chilometri dalla [...] casa, uno choc cultura-le, [...] con cui, accompagnato dal suo [...] amico Caio, si dispone [...] con questa realtà. La verità è che [...] Rio, [...] lato di questa guerra tra grup-pi di [...] una popolazione maggioritaria paci-fica [...]. La mia fu una sco-perta [...] un altro universo, di [...] popolazione, di un al-tro stato [...] e altri valori perduti da questo lato della cit-tà, [...] la relazione di vicinato, la solidarietà, [...] quotidia-na, una grande energia vitale. Molto dolore, molta sofferenza [...] nessun disin-canto esistenziale, al contrario. La favela non è affatto [...] di violenza come pensiamo noi da [...] lato della cit-tà». [...] ride ricordando le pri-me [...] la diffiden-za degli amici intellettuali, la simpatia [...] anche dei trafficanti, che si riconoscevano in [...] dei colleghi giornali-sti. Era la prima volta [...] si immergeva nel mon-do della marginalità e [...] un modo totalmente «in-nocente». Alcuni gli dicevano: «Ehi [...] che ti sei messo [...]. Ma il libro fu [...] la rivelazione di una realtà ovvia e [...] tem-po; ovvia perché facile da iden-tificare, nascosta [...] ferita che a nessuno piace tocca-re. La ferita di una separazione [...] ha radici antiche, nella schiavitù e [...] sociale dei neri. La loro «libera-zione» dallo [...] di una aperta se-gregazione razziale, significò ri-trovarsi [...] possibilità di lavoro e di sopravvivenza, espulsi [...] che li spinge-vano verso le colline o [...] di scarso valo-re immobiliare. I carioca infatti amano [...] Rio qua-si come a un modello di integra-zione [...] soprattutto nelle feste, nel samba, nel Car-nevale, [...] cultu-rali, razziali, di classe sembrano annullarsi in [...]. Dove, cosa ancora più [...] (la musica, la danza, i riti) appartiene [...] degli «esclusi», i neri e i poveri. Rio è stata sempre [...] questa immagine di sé che le ha [...] nel corso di un secolo una situa-zione [...] sa-rebbe potuta essere esplosiva. Ma nello stesso tempo [...] saputo di una divi-sione sociale profonda, radicale [...] imposta [...] al-la città quando dalle [...] ad arrivare non più solo le note [...] gli spari dei trafficanti. Alla fine degli anni [...] è esplosa coinvolgendo tutta la città. Le perso-ne sapevano, ma [...] e quando apparve «Città divisa» cominciarono a [...] così». Gli chiedo cosa è [...]. E lui parte dalle [...] protagonisti: quelle di Caio, il giovane leader [...] sociale e culturale della favela, e di Flavio [...] amici [...] i cui de-stini sono [...] dia-metralmente opposte ma da una comune, quotidiana [...] violenza, la morte, la di-sperata volontà di [...]. Flavio è morto in [...] la polizia a 26 anni, poco dopo [...] a conferma di quello [...] scritto nel libro sulle traiettorie di vita [...] «In questi dieci mesi ho avuto la quasi [...] ve-ro controllo del traffico de dro-ga a Rio [...] nelle mani dei questi ragazzi che non [...] fino a 30 anni». Caio in-vece è dovuto [...] Stati Uniti con [...] di [...] in seguito a ri-petute [...] dalla polizia corrotta, si pensa). Significa allora che a Rio [...] niente da fare? Che nonostan-te [...] di intellettuali o di [...] Viva Rio (da cui il titolo italiano [...] città non riesce ad uscire dalla morsa [...] del traffi-co?. A livello di governo [...] militare vuole sconfiggere la violenza [...] con i traffi-canti. E ha conseguito alcune [...] risvolti [...] chi uccide di più [...] paga-to di più. Questo piano finora non [...] il traffico né la vio-lenza, al contrario [...] una situazione peggiore perché la nuova generazione [...] molto più violenta e irresponsabile [...] che per lo meno [...] legame con la comunità della favela (che [...] descrive con al-cuni esempi, [...] Flavio [...] preoccupa di far aggiustare tutti i lampioni [...] dalla polizia durante la strage, o quando [...] vorrebbe farne asfal-tare le strade). Questa politica non vuol [...] consumo mag-giore di droga sta da [...] anche la testa del [...]. [...] lato [...] la politica del governo cittadino, [...] punta invece su un progetto interessante di inte-grazione partendo [...] principio che bisogna estendere alle favelas servizi [...] piani di [...] civili addestrati per questo. Oggi anche alcuni imprenditori [...] sono consapevoli del fat-to che bisogna trovare [...] diritti di cittadinanza. È il primo passo per [...] non può più avvenire [...]. Anche la fantasia [...] dei bar-bari», [...] non è possibile [...] sono quasi 600 con una [...] che [...] la città. Rispetto a questa coscienza [...] enorme ritardo il fatto che non ci [...] di sicu-rezza accoppiata a una politica di [...]. Ma il traffico a Rio [...] domi-na completamente la vita delle favelas, no-nostante coinvolga solo [...] dei giovani come lei afferma; [...] si vive sotto la minac-cia [...] di una minoranza prepoten-te e crudele, quasi una nuova [...] di ditta-tura, mentre [...] città sembra [...] ri-trovato una certa pa-ce. Dunque la violen-za confinata [...] il controllo del traffico; tutto ciò non [...] mantenere inalterata la divisione della città? E [...] questo con la proclamata modernizzazione brasiliana? «Il [...] a Rio è peculiare. [...] non [...] nessuna or-ganizzazione, nè un [...] che presuppongono una gerarchia, una [...] una successione. È molto diverso dalla [...]. Oggi ci sono tante [...] che si ammazzano tra di loro. La grande guerra è [...]. [...] non sono stati ammazzati [...] giornalisti, né candidati alla presi-denza della [...]. Inoltre quando parliamo del [...] che movimenta più de-naro [...]. Non esiste nessun [...]. [...] che fa parte della [...] va affrontata a livello planetario. A Rio ci sono [...] primo che la popola-zione delle favelas non [...] ma essenzialmen-te pacifica, secondo che i giovani [...] nel traffico nono-stante le condizioni in cui [...]. [...] oggi in questo quadro eco-nomico [...] come se fosse un paese [...] i problemi già risolti. La strategia del neoliberismo, della [...] escludente. /// [...] /// Se tu non ce la [...] vai via, muori. [...] vincitori. [...] di questa politica. Non si elo-gia tanto [...] si dice che anche [...] in Brasile risolverà tutti [...] E come si vuole combat-tere il traffico se [...] una for-ma di mercato, dipende dal merca-to? Per [...] questione del [...]. [...] «Sì, e che la popolazione [...] fa-velas sia profondamente pacifica. [...] musica, sport , danza, religio-ne, [...] grande forma di canalizza-zione di energie. È [...] etnica legata alla storia dei [...] in Brasile. Questa incredibile capacità di [...] forza di resi-stenza della loro cultura. È interes-sante la storia della [...] negra [...] una storia molto pesante, di [...] sofferenza ma anche di grande espressione culturale. Uno degli [...] schiavista la [...] cultura, e questa [...]. [...] una mera illusione, ma che [...] con-trario può [...] interessante una politi-ca di integrazione [...] a Rio; la sola via [...] possibile, perché [...] «I [...] stanno arrivando, o meglio sono [...] arrivati con le loro [...] nella loro crudeltà. Si sa che è ne-cessario [...] ma [...] riportata in questo libro mostra [...] nessuna operazione di forza [...] da [...] di civismo che in-corpori socialmente [...] massa di esclusi [...] -in questo caso, repubblica. Il pericolo è continuare a [...] agli [...] ciò che è destinato agli [...]. [...] è una metonimia di Rio, [...] come Rio è parte di un [...]. Marcella Punzo Un cronista [...] più emarginate della metropoli e con sorpresa [...] dove la violenza non è tutto [...] 3. [...] faccia delle favelas Reportage [...] Rio [...] pregiudizi) Viva Rio di [...] Ventura Editore Feltrinelli Pagine [...] Lire [...]. Ma soprattutto esprime [...] dei neri. Rio de Janeiro ha [...] milioni di abitanti; là dove i grattacieli [...] asfaltate finiscono, comincia [...]. [...] i giovani delle favelas si [...] molto dif-fuso il funk. Si [...] fine settimana nella Grande Rio [...] più di 700 balli funk con [...] persone ciascuno: un milione [...] adolescenti che si incon-trano nelle favelas e [...]. [...] culturale brasiliano più significa-tivo [...] anche se [...] una certa resistenza a [...] come di un movimento generazio-nale [...] perché si tratta di [...]. Il funk è arrivato a Rio, attraverso varie [...] il [...] la [...]. Ma pur essendo [...] americana [...] è stato [...] in forme molto peculiari. [...] era tutto molto economico: [...] potenti e un giradischi. [...] ha invece dato spazio [...] di organizza-zioni con grandi impianti [...]. Nelle notti di venerdì e [...] dalle 22 alle 4 del mattino nei quartieri accanto [...] 22). [...] grandi sale, con una sequenza [...] uguale, come un rituale. Si co-mincia in uno [...] melodio-so, lo «charm»; dopo circa due ore, [...] è ormai affollato, la musica diventa più [...]. I ballerini formano un [...] allo stesso ritmo; come una danza tribale [...]. Questi momenti sono i [...] la violenza. Bande rivali, a volte [...] gruppi di amici legati ai loro quartieri [...] fa parte della coreografia. Al [...] divisoria di questa battaglia che [...] certi momenti può diventare molta diversa. Lo scontro è control-lato [...] alle vigilan-za, chiamate dagli organizzatori del ballo, [...] mantenere tutto entro le regole del gioco, [...] comportano spesso con una violenza indiscriminata. Ci sono [...] genere legati al narcotraffico), [...]. [...] liti, per [...] si infilano tra i [...] (piccolo treno), un tipo di [...] che fa parte del rituale. Allora ri-comincia il gioco, [...]. Le parole delle canzoni [...] giovani [...] sul modello del [...]. Mote sono scherzose; si [...] canzoni america-ne, ripetendo le parole ad orecchio, [...]. Alcu-ne parlano [...] altre stimola-no lo scontro, [...] vita nei quartieri poveri. Una espri-me chiaramente quello [...] funk per questi giovani, dice: «Abito a S. Gonzalo, mi piace [...] mi godo i balli [...] Fazenda [...] nomi di quartieri e favelas). Vorrei essere facile, vivere [...] dove sono nato e [...] essere orgoglioso, avere la [...] posto». Altre volte invece le favelas [...] nemiche, come se [...] le identificassero con i terri-tori [...] favela diventa [...] (il tedesco) come viene chia-mato [...] linguaggio codice del funk. [...] di vicoli stretti e scale; [...] case costruite una [...] una dentro [...] si inerpicano sulla montagna [...] alle spalle delle baia di [...]. E la favela più [...] Rio, circa 300. Il funk ha rotto [...] le due [...] di classe media che [...] salire sempre più nume-rosi nelle [...] attratti dai «barba-ri» che [...] loro ge-nitori. Sembra ripetersi la storia [...] nelle [...] e poi assun-to a [...] «mistero» di Rio, questa egemonia culturale [...]. [...] è un [...] di [...] un [...] scuro di pelle, [...] niente affatto violenta o aggressiva. Dice che [...] si svolge [...] perché i balli sono fre-quentati [...] diventati di «moda»; così lui [...] divertirsi va con gli amici in altre [...]. Racconta che un giorno non [...] intenzione di litigare: «Mi so-no messo dietro, ma li [...] mol-te ragazze e loro vogliono stare solo [...] non hai coraggio. Poi è arrivato un [...] «Oggi il ballo è [...] senza intervenire», allora pen-sai [...] andai li a vede-re. /// [...] /// Discriminato dalla cultura ufficiale [...] il funk continua ad essere un fenomeno [...] periferia immensa di Rio, sempre considerata un [...] dove si possono scoprire tribù sconosciute come [...] Amazzonia; [...] periferia [...] sono in maggioranza neri [...] che nasconde il suo razzismo dietro il [...]. [...] di questa appartenenza, anzi [...] e sembrano dire: «non [...] che fate finta che non [...]. E poi siamo così». Un movimento di «negritudine» [...] grande impatto sulla società brasi-liana. Il grido dei [...] me-scolandosi agli spari dei [...] scosso la coscienza addormentata della «città meravi-gliosa». In edicola i ritmi [...] «Di chi non ama [...] deve diffidare. O è uno svitato [...] ballare». Recita così «Samba da [...] Caymmi, a conferma del [...] samba resta la colonna sonora regina tanto [...] nella nuova Rio de [...]. E «Brasile -Profumo di [...] il titolo di un cd in edicola [...] del mese, quarto appuntamento con la «Musica [...] di musica etnica realizzata [...] in collaborazione con [...] e con la rivista «Internazionale». /// [...] /// E «Brasile -Profumo di [...] il titolo di un cd in edicola [...] del mese, quarto appuntamento con la «Musica [...] di musica etnica realizzata [...] in collaborazione con [...] e con la rivista «Internazionale». (0)
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