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[...] ottobre [...] morte di [...] . /// [...] /// Nessuno dei Grandi che [...] Storia è un uomo semplice. Willy Brandt non è [...] semplice. Non lo è mai [...] delle quattro fasi in cui la [...] vicenda umana si è [...] vicenda collettiva della Germania moderna. Socialista di sinistra negli [...] di Weimar; emigrato politico [...] durante il dodicennio di Hitler, padre della [...] capo della sinistra al governo nella «Germania [...] la vecchia Repubblica federale; vecchio saggio e [...] quasi per un obbligo volontariamente assunto verso [...] Nazione, [...] nuova Germania unificata: nessuno di questi «quattro Brandt» [...] uno schema e rende facile [...] alla biografia [...] Brandt che li ha [...]. Si ha come [...] che la [...] storia avrebbe potuto prendere, [...] un corso diverso: il giovane socialista avrebbe [...] Germania anziché [...] una notte due mesi [...] Hitler al potere; il cittadino norvegese avrebbe [...] come i molti che non tornarono di [...] la stessa, durissima, scelta [...] oppure tornare solo con [...] ormai straniero alla patria ingrata; il cancelliere [...] avrebbe potuto [...] un calcio alla politica, [...] e ritirarsi [...] della propria estraneità alle [...] Bonn e dintorni; il presidente della [...] avrebbe potuto farsi mettere [...] onori e affetti sinceri, anziché mischiarsi nella [...] le armi in pugno come un politico [...] che la carriera [...] davanti a sé e [...] tutta dietro le spalle. Ogni volta, insomma, e [...] sarebbe potuto aspettare una scelta differente. [...] Brandt è stato imprevedibile, [...] quanto sia normalmente consentito a un normale [...] il quale [...] è un fattore di [...] inconciliabile con i bisogni di sicurezza che [...] nella politica. Anche adesso, forse soprattutto [...] rapporto si è fatto tanto difficile e [...] diventata una merce rara. Eppure Brandt ha rappresentato, come [...] altro forse, anche il contrario [...] e [...] nella Germania di questi ultimi [...]. È morto c risorto, [...] è affondata almeno due volte, da [...] ha cominciato a contare [...] e tutte e due le volte sembrava [...] Ma lui è rimasto sempre là, un [...] paese com'è, un elemento di continuità, una [...] come si dice in Germania, [...] senso più generale, cioè un personaggio capace [...] integrare scelte e culture diverse ma di [...] percettibile a tutto quel che si cela [...] generalissimo concetto che è l «identità» di [...] nazione. Eppure essa è là, [...] rapporto che la Germania ha avuto (continuerà [...] adesso che è morto) con Willy Brandt. [...] è stato molto amato [...] odiato e in fondo, per quanto possa [...] la medesima ragione: perché, in qualche modo, [...] alla luce, distillato, se cosi si può [...] questo paese ha di sé, ciò di [...] e ciò di cui soffre, il bene [...] che si vuole, le lacerazioni che si [...] orrori della [...] propria storia e con [...] sempre a fare i conti, in una [...] arriva mai in porto, neppure adesso che [...] tra le nazioni che [...] «normale». Ed è vero, è [...] ai suoi ultimi giorni. E anche se intorno al Gran Vecchio con [...] degli anni le passioni si [...] sopite, Willy Brandt non é mai diventato un «monumento», [...] qualcosa che si potesse consegnare alle memorie dì una [...] mettere nel novero degli accidenti [...] mondo sui quali non è necessario prendere posizione. Di quanto fosse «presente» [...] la curiosità, un po' morbosa, un po' [...] accompagnato le ultime fasi della [...] malattia. Chi [...] ha conosciuto Brandt come il [...] socialista, il premio Nobel per [...] pace, il grande tessitore [...] politica che ha cambiato le [...] (una stagione lontana, quella [...] e della distensione, ma quanto [...] ancora le sue conseguenze sul mondo confuso di oggi"), [...] costruttore del dialogo [...] il Brandt «internazionale», insomma, può [...] qualche difficoltà a confrontarsi con il Brandt «tedesco», impregnato [...] umori della [...] terra, legato a tutte le [...] contraddizioni. Il Brandt, per esempio, [...] congresso della [...] della caduta del muro [...] Berlino, [...] discorso in cui risuonava la parola «nazione» [...] fuori della Germania poterono apparire strani, perfino [...]. Eppure proprio il rapporto [...] Brandt [...] la [...] Germania e tra la Germania [...] «suo» Brandt è decisivo per capire [...] e [...]. Qualche anno fa un biografo [...] ufficiale dei [...] dì Bonn, per [...] nel curriculum [...] cancelliere, ricorse a una specie [...] analisi freudiana. [...] dei tedeschi verso Willy Brandt [...] simile a quella dei figli verso un [...]. Un padre lo si può [...] oppure lo si può sentire [...] autoritario, prepotente, invadente. /// [...] /// Un po' di verità [...] questa metafora se ancor oggi si parla, [...] dei «nipotini di Brandt». Un solo altro politico, [...] Germania, [...] allevato «nipoti», un solo altro è [...] Konrad [...]. E fra i due [...] patria», cosi diversi e reciprocamente ostili, una [...] in momenti e circostanze diversi, sono stati [...] di una guida politica per la Repubblica [...] due specchi che riflettevano la società tedesca [...] parte uno [...] ma la medesima società) [...] di costruttori dell [...] tedesca», opposte ma speculari, [...]. [...] e Brandt hanno forgiato [...] Germania [...] dopoguerra, che senza di loro sarebbe, oggi, [...]. Certo, sarebbe diversa la Repubblica [...] se non ci fossero state altre guide, Helmut [...] o Helmut Kohl per [...] un altro senso. A nessuno verrebbe in [...] dei «nipotini di [...] e fra qualche anno [...] saranno «nipotini di Kohl». Molto amato o molto odiato, [...] mai indifferente. Verso nessun altro uomo politico [...] tedesca è stata tanto propensa al [...] totalizzante. La [...] vita pubblica è stata misurata [...] vita privata, le sue scelte [...] sulle sue scelte personali. /// [...] /// Socialista di sinistra negli [...] Repubblica di Weimar; emigrato politico e combattente [...] dodicennio di Hitler; padre della patria e [...] sinistra al governo della «Germania incompleta» che [...] Repubblica federale; vecchio saggio e conciliante, «super [...] obbligo volontariamente assunto verso la Nazione, nella [...] Germania [...] nessuno di questi «quattro Brandt» entra in [...] rende facile [...] alla biografia [...] Brandt che li ha [...]. Come tutti i Grandi [...] Storia Willy Brandt non è mai stato [...]. DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PAOLO SOLDINI Chi [...] sognerebbe di giudicare un dirigente politico in [...] che [...] madre fosse o no [...] messo al mondo? Eppure questa «colpa» [...] pubblico Brandt [...] pagata. Dalla bocca dei suoi [...] perfidia [...] cancelliere [...] che le sue origini [...] buttò in faccia, una volta, in pieno [...] che poi se ne sia pentito), dal [...] «popolari», perfino [...] di qualche biografo prude. Che importanza poteva avere [...] privato nel giudizio [...] politico Brandt? Per chiunque [...] avrebbe avuta, per lui ne aveva proprio [...] che un uomo politico, borgomastro di Berlino [...] cancelleria, ministro degli Esteri, cancelliere, presidente di [...] era un simbolo, un pezzo [...] di ogni tedesco. Il suo essere uscito da [...] avuto [...] difficile diventava, allora, per chi [...] lo amava, la testimonianza [...] al potere di un inaccettabile [...] il cancelliere «bastardo» era una ferita al senso [...] e alla rispettabilità del paese. È curioso che pochi, [...] che lo amavano e lo stimavano, quando [...] faceva più velenosa, abbiano pensato di rispondere [...] semplice e naturale, quello di invitare le [...] i fatti propri. In generale no, anche per [...] amici di Brandt le sue origini erano importanti; bastava [...] il segno e [...] una parabola del riscatto degli [...] quella del ragazzo senza il padre, [...] del reietto che impara dal [...] materno la lezione cantata con le parole [...] vecchio inno socialdemocratico: [...] Kaiser noch [...] nur [...] né dio, né imperatore, né [...] lo possiamo fare soltanto da soli. E cioè: [...] è nelle mani del [...]. [...] politica, [...] sociale e anche [...] delle leggi ipocrite della [...]. Più dura ancora è [...] una parte della Germania ha addossato sulle [...] Brandt, quella di essere un «traditore». A diciannove anni e [...] marchi in tasca, Herbert Ernst Karl [...] cosi si chiamava ancora, [...] di notte dal porto di [...] e aveva raggiunto la Danimarca. Aveva compiuto quello che [...] di sentimenti democratici non può che considerare [...] un uomo [...] fuggire la dittatura di Hitler, [...] da due mesi, e [...] in un posto dal [...] potesse combattere. In Norvegia e poi [...] Svezia [...] diventato Willy Brandt, giornalista attivo nella Resistenza, [...] suo nome nuovo e la divisa dell'esercito [...] in Germania, resocontista al processo di Norimberga. Ecco il suo «tradimento». Accusa paradossale, prima ancora [...]. Perché il rimprovero non [...] antifascismo (ci mancherebbe altro! Herbert [...] avrebbe potuto restare nella [...] e non avrebbe rischiato [...] conosciuto come militante della Sap, il partito [...] scissione a sinistra della [...] ma era [...] immagini di Willy Brandt. [...] accanto la storica fotografia [...] nel ghetto ebraico di Varsavia [...] martiri del nazismo. Un momento di riposo [...] un lago (foto di Thomas [...] Magnum/ Contrasto) e, sopra, [...] Kennedy [...] giugno [...] per le vie di Berlino. Nasce a [...] il 18 dicembre, figlio [...] della commessa Martha [...]. /// [...] /// Durante [...] tedesca della Norvegia è [...] viene riconosciuto. Liberato fugge a Stoccolma. Collabora con una gruppo di [...] fra cui Bruno [...] futuro cancelliere austriaco, e Gunnar Myrdal, celebre economista. Corrispondente in Germania per [...]. Segretario della direzione della [...] a Berlino Ovest. Presidente della Camera dei [...] Berlino Ovest. Borgomastro di Berlino Ovest. Nel 1963 riesce ad [...] con la [...] per la concessione di [...] visti ai berlinesi occidentali, che cosi possono [...] a Berlino Est in occasione delle festività [...]. /// [...] /// Candidato socialdemocratico alla Cancelleria, [...]. Eletto presidente [...]. [...] e ministro degli Esteri [...] «grande coalizione» tra [...]. Viene eletto cancelliere. Dà inizio alla [...] politica [...] verso [...]. Si dimette dalla carica [...] il caso di spionaggio Guillaume. Eletto presidente [...] socialista. Subisce un secondo intervento [...]. Perché [...] allora? Perché rifugiarsi presso [...] con i «nemici», con la loro divisa, [...] La Germania non è mai stata tenera [...] e gli emigrati: ha fatto fatica a [...] Marlene Dietrich anche da morta, e ancor oggi [...] che la dicono lunga) non perdona a [...] di preferire Londra alla [...] dov'è nata, [...] quando un idolatrato showman [...] bene a Los Angeles quanto a Colonia, [...] un assessore di Francofone sul Meno dice [...] più a Milano che a [...]. Provincialismo? Riaffacciarsi, pervie traverse, [...] nazionale la cui espressione diretta nei decenni [...] stata soffocata da comprensibile e sacrosanti tabù? Certo, [...] questo, ma nel caso di Brandt, probabilmente, [...] più. Che [...] tedesco» del capo della Germania, [...] cancelliere, mancasse per cosi dire qualcosa, un pezzo della [...] vita, una parte della [...] anima e perfino dei suoi [...] affetti (la prima moglie norvegese, le leggendarie «scappatelle» delle [...] a [...] traccia degli illuminanti interessi della [...] popolare, quel che scandalizzava di più era il loro [...] «cosmopolitico», ora una svedese, ora [...] ora una greca. Straniero, cosmopolita, servo degli [...] Cia, venduto ai russi: [...] di nessun altro uomo [...] stato misurato tanto sulla qualità delle sue [...] resto del mondo, neppure nella Repubblica federale [...] frontiera del mondo diviso, neppure a Berlino [...]. Nessun altro ha dovuto difendersi [...] Brandt [...] di far commercio sul mercato [...] degli «interessi tedeschi». Nemmeno il suo [...] si sottraeva alle critiche [...] nel momento in cui la destra che [...] filoamericana almeno quanto lui. Che tenesse nel suo [...] a Berlino un busto di Àbramo Lincoln [...] bizzarri sospetti, che fosse amico e profondo [...] John Kennedy sollevava incomprensibili fastidi. Figurarsi i suoi contatti [...] per normalizzare, quel [...] si poteva, la situazione [...] Berlino [...] figuriamoci i primi passi della Ostpolitik. Dietro la diffidenza per [...] celava [...] per il «traditore». Il fatto che una [...] non gli perdonasse [...] e la lotta contro [...] essere spiegato, anch'esso, in termini psicologici. La partenza avventurosa del [...] era il segno di [...] alla stragrande maggioranza dei tedeschi non nazisti [...] giorni e negli anni cruciali. [...] nella Resistenza la prova [...] che troppi r. Il ritorno con gli [...] della moralità radicale di chi. Willy Brandt incarnava il [...] della Germania, e non solo di quella [...] nostalgici o della grande rimozione. Era il simbolo vivente [...] Germania «avrebbe potuto essere», e per questo [...] chi veramente avrebbe voluto che la Germania [...] ma era anche consapevole delle pesantezze, dei [...] la testimonianza della [...] vita scaricava sulla Germania [...]. Non si portò mai [...] Brandt, reagiva anzi con un certo fastidio alle [...] giovinezza di esule e di resistente. Non voleva [...] parlare del ragazzo [...] e continuava a ripetere [...] si era riappropriato della cittadinanza tedesca si [...] Brandt [...] cosi, per favore, lo chiamassero gli altri. Non poteva esserci estraneità [...] la massa di chi [...] comportato diversamente, come dire [...] il paese reale di cui reggeva le [...] voleva cambiare. Ci fu un momento [...] identificazione, nel bene e nel male, di [...] e di chi lo odiava, raggiunse una [...]. Fu il giorno in [...] inginocchiò davanti al monumento [...] rivolta del ghetto di Varsavia. È [...] che continua a parlare [...] questo paese ancor oggi, più di vent'anni [...]. Il gesto del pentimento [...] uomo che non aveva niente di cui [...] era là. Quasi nessuno dei tanti [...] non piacque ebbe il coraggio di [...]. Forse perché anche a [...] manifestazione del -traditore», era [...] «tradimento» era tuttavia indispensabile per cominciare a [...] aperte e far ripartire la storia della [...]. E che solo lui. Cominciava la Ostpolitik, cominciava [...] della Repubblica federale verso [...] della [...] «normalità» nel consesso delle [...]. Quasi vent'anni dopo, la [...] caduta del muro, davanti ai municipio di Berlino [...] (il «suo» municipio), una [...] Kohl, applaudiva [...] ma aspettava le sue [...] del vecchio Brandt sul compimento di [...] tappa di quella lunga [...]. E lui seppe [...] le parole giuste: «Toma [...] -disse -quel che ò fatto per stare [...]. [...] di una grande speranza, [...] lascia alla Germania inquieta di questi anni. /// [...] /// [...] di una grande speranza, [...] lascia alla Germania inquieta di questi anni. (0)
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