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[...] filologo, tra i massimi [...] stilistica, fu vittima della battaglia demografica avviata [...] anni Trenta dal regime fascista. Fu il ministro [...] nazionale, Giuseppe Bottai, ad [...] Contini di insegnare alla Scuola Normale di Pisa, [...] Giovanni Gentile, al quale disse chiaramente che il [...] dallo stato civile del professore. Cioè, era celibe. La vicenda, che si [...] è uno dei tanti [...] particolari che [...] tra Luigi Russo e Giovanni Gentile, curato [...] Roberto Pertici e Antonio Resta e pubblicato dalla Scuola Normale [...] Pisa. A scoprire il giovane Contini, [...] della Società Dantesca, fu proprio il celebre [...] Russo, il quale comprese subito che si trattava [...] di «largo avvenire». Grazie alle insistenze presso Gentile, Russo [...] ad affidare al promettente professore un ciclo [...] a Pisa. Dalla città toscana, Gianfranco Contini [...] poi per [...] di [...] dove rimase fino ai primi [...] Cinquanta. E nonostante le insistenze [...] Russo, Contini preferì la cattedra di Filologia romanza presso [...]. Russo, tuttavia, non si [...]. Dopo vari tentativi riuscì [...] Gentile ad istituire appositamente per Contini una cattedra [...] Storia [...] lingua italiana. Quando la pratica arrivò [...] ministro per [...] formale, Bottai la bloccò [...] recenti dettami del regime che invitavano a [...] ai celibi in tutti gli incarichi pubblici. E Gentile fu chiaro [...] Russo, [...] come sarebbe stato possibile ottenere la cattedra [...] Contini fosse convolato a nozze al più presto: [...] ancora da sperare che, [...] la fidanzata che ha». Dopo anni di silenzio, [...] scena) «The [...] la nuova opera dello [...] Saul Bellow e [...] muto che trova la [...] Sullo sfondo di [...] vecchissima la storia di [...] insegue un sogno adolescenzia-le per una compagna [...]. Riflessioni sempre acute che [...] più quelle di una volta. Il nuovo romanzo di Andrea [...] Paesaggio con rovine e [...] padri inetti e figli senza qualità [...] Quattrocento pagine: e nonè [...] ma il racconto di quattro giorni, un [...] Morti» [...] contemporanea. Non è quello che [...] scritto-re nato nel 1962 [...] Andrea [...]. Viene da pensare, piuttosto, [...] Jacques Rivette: «Il cinema contemporaneo ha perso [...]. Frank Capra poteva raccontare [...] un viaggio da New York a [...] quello di Ac-cadde una [...] un regi-sta onesto di oggi ci vorrebbero [...]. Il bello, in ogni [...] Padri di padri ha qualco-sa da raccontare. E [...] addirittura una trama: che, per [...] romanzo di un giovane italiano, è quasi un miracolo. [...] del libro, Claudio Meis, [...] inetti della letteratura del Novecento: ha passato [...] assomigliare agli altri, a fare un lavoro [...] stupido e inutile, e nel giro di [...] trova a cambiare tut-to, per non cambiare [...]. Ha una moglie separata [...] fi-glio che parla in terza persona e [...] padre che non rispon-de al telefono perché [...] fermare il tempo. Claudio è ridicolo e [...] sporca, distribuisce biglietti da [...] ai barboni e prende [...] genitore: è la vittima ideale per il [...] Andrea, un altro fal-lito, figlio di un padre [...]. E Andrea ha bisogno [...] di Troia per avvicinare il genitore ormai [...] da due [...]. Raccontare di più sarebbe [...] libro, che è co-struito con un gioco [...] flashback e flashfor-ward che sarà anche post [...] fiction, ma lascia alli-biti [...] geo-metrica (e [...] salta fuori forse Calvino). Abituati come siamo a [...] intrighi da tinello, scimmiottamenti del noir americano, [...] sappia raggirare il lettore, [...] tanti personaggi credibili e sfaccet-tati. Anche se a in-sistere sui [...] psicologici e sui virtuosismi narrativi si rischia di perdere [...] pri-maria del romanzo: che è [...] essere uno spaccato [...] ultima, [...] del consenso che ha già [...] la fregola moralizzatri-ce, [...] delle [...] e delle promozioni, del business [...] ospizi e degli autogrill. [...] qualche figura un [...] troppo didascalica, come quella [...] che par-la come il [...] Uno a te, uno a me, uno [...] Raffaele, [...] film [...] che Jon [...] gi-rò in Italia nel [...]. Ma succede di rado [...] autori come Fulvio Abbate) di trovare in [...] senso della città così preciso, un paesaggio [...] degradato, ma ipnotico come [...]. Per [...] vivo, [...] non ha bisogno delle armi [...] deforma-zione e della violenza: la [...] scrit-tura, come il suo antieroe, [...] arrendersi di fronte alla realtà, [...] docilmente. Ma tenendo gli occhi [...] lasciar-si sfuggire un particolare, con un senso [...] e del co-mico involontario. Pretendere di cambiare il [...] parlare di letteratura ancora peggio. Ma è un desi-derio [...] a un fal-lito pieno di buone intenzioni [...] Claudio Meis potrebbe venire in mente. Alberto [...] Padri di padri di Andrea [...] Einaudi Pagine 404 Lire [...]. O, se vogliamo, tutto fatto [...] cas-setti retrospettivi, che si aprono con-tinuamente uno dentro [...] para-lizzando [...] della storia e [...] nella memoria. [...] è presto detto, ammesso che [...] intreccio si possa parlare per i [...] romanzi [...] Saul Bellow. [...] io nar-rante Harry [...] trova [...] (alla fine del libro e [...] un cimitero) [...] vita: «the [...] appunto. Nel frattempo, ci racconta della [...] vita. Di quando fu messo [...] vegeti. [...] con Amy e [...] fin dai tempi della scuola. Di Jay, altro com-pagno di [...] (e di una vita), poi marito di Amy e [...] a Amy tradire, non esiterà [...] re-gistrare i suoi altissimi gemiti [...] da far quindi sentire non [...] ai giudici in tribunale ma anche agli amici, Harry [...] primo. [...] fondamentale incontro col miliarda-rio Sigmund [...] (si noti il [...] è il [...] ex machina che lo spin-ge [...] le braccia di Amy. Il tutto sullo sfondo [...] vecchissima: proprio come nei recentissimi «Il giorno [...] Richard Ford, e «Fratel-lo cicala» di Updike. Nel corso del ro-manzo [...] una serie di riflessioni e sentenze sulla [...] spesso, sulla morte) quasi sempre at-tribuite a Harry, [...] ego [...] «il tempo libero non [...]. /// [...] /// Pensieri, intendiamoci, sempre acuminati. Ma non più come una [...]. Pensiamo, ad esempio, alle [...] protagonista di [...] March» (1953) che si [...] storia, la trop-pa cultura, le troppe notizie» [...] «come le cascate del Niagara». Nè sono più come una [...] i personaggi. Tra i quali vanamente [...] uno parago-nabile a quello Herzog che, metafora [...] impazzita [...] spediva folli lettere ai [...]. Né, infine, le immagini [...] di sangue come allora: si pensi [...] ma potente rappre-sentazione, nel «Pianeta [...] dei rosei giovani della [...] «Eloi», vale a dire inetto bestiame umano allevato [...]. Ma, se i ragionamenti non [...] più [...]. Come pietre incastrate nel [...] esse turbano, inter-rompono un corso [...] ri-chiederebbe attenzione e passione [...] invece di freddo raziocinio. /// [...] /// Proprio mentre Harry è [...] un decisivo flusso memoriale che su-scita nel [...] aspettative di risoluzioni emotive, ecco [...] deviazione sul personaggio di [...]. Con annes-sa riflessione sulle [...] una digressione finale sugli amari ultimi anni [...] Winston Churchill (! /// [...] /// Una disastrosa grandinata sul [...]. Una [...] una polmo-nite da cui dovrà [...]. Lo stesso Bellow sem-bra [...] tale inadeguatezza. Tanto da fare, a [...] una specie di obliquo at-to di contrizione [...] mal-trattato la storia. Riferendosi al [...] e alla stanchezza di [...] Amy che vor-rebbe invece semplici, [...] parole [...] ci dice: «cre-do che lei [...] gradisse. Ma, [...] raddrizzare il racconto, il quale [...] è né un vero romanzo di idee, né vero [...]. Comunque, alla fine, sale [...] si riscatta con una memorabile scena al [...]. Ove, [...] di un Jay cui [...] sepol-tura («è riuscito a scappare dalla fossa [...]. /// [...] /// Così proprio quando sta [...] su tutto il canto di morte di [...] uditi continui brani per tutta la storia, [...] scioglie, [...]. /// [...] /// [...] dopo [...] di mez-zo secolo. Il senso vero [...] della storia si spiega [...] quasi settantenne che insegue tutta la vita [...] per la compagna di [...] nuovo, [...] alla mitica «giovinezza [...]. Dunque, amore come paralisi «infantile»: [...] a Jay [...] il cui sodalizio fino alla [...] ri-corda quello di Nick [...] per [...] storia [...] muto americano». Siamo al con-tinuo paradosso di [...] terra di ecces-si verbali, di un fragoroso Grande Paese [...] ama da sempre affidare la [...] voce a inarticolati profeti muti: [...] a Billy [...] a [...] al Malcolm di Purdy, al Chance di [...]. Francesco [...] Opere di [...] alla Galleria di Ascoli Piceno Venticinque [...] di Osvaldo [...] alla Civica Galleria [...] arte contemporanea di Ascoli Piceno. Sono dipinti e disegni [...] indeterminato da Caterina Celi [...] la figlia adottiva [...] che ha messo a [...] anche sette copertine della rivista [...] che furono rielaborate graficamente [...] negli anni Trenta. I quadri datano dal [...] e provengono in gran parte dalla grande [...] Ascoli dedicò nel 1988 al pittore di Monte Vidon Corrado. Sempre provenienti dalla stessa [...] Galleria potrà esporre anche dipinti di Giuseppe [...] Filippo De Pisis, Lucio Fontana, Sebastian Matta, Gino Severini, [...] acquaforte di Giorgio Morandi [...]. The [...] di Saul Bellow [...] Pagine 104 Dollari 17,95 In «Dadaismo. /// [...] /// Da [...] a [...] le opere del movimento [...] Tzara e i suoi eredi «Trasgressivi» in mostra: [...] Dada [...] Esposti a mostra numerosi [...] Novecento. Non solo [...] e Man Ray, ma [...] Fontana, [...] Schifano. Tariffe di abbonamento Italia [...] Semestrale 7 numeri L. Via Bettola 18 -20092 Cinisello Balsamo (MI) -oppure presso le Federazioni del Pds. Tariffe pubblicitarie A [...]. /// [...] /// Direzione Generale: Milano 20124 -Via Giosuè Carducci, 29 -Tel. /// [...] /// Statale dei Giovi, 137 [...] S. Nel 1976 arriva alla Bienna-le [...] Venezia la Porta di Marcel [...]. Gli imbianchini la vedono [...] sporca che provvedono subito a [...]. /// [...] /// Qualche giorno fa si [...] Verona, nella sede del Pa-lazzo Forti, la mostra [...] «Dadaismo. /// [...] /// Da [...] a [...] ricca di trecen-to opere, [...] fino al 9 novembre, ed ecco che [...] che nel catalogo della Electa figura la [...] di [...]. Altro scandalo, per-ché si [...] falso. Se-condo la signora Olga, [...] non ci sono dubbi. Tele-grammi e fax di [...] di azioni legali. Ma la serie dei [...] finita. Sabato, sul Corriere della Sera, [...] il dadaismo [...] svizzero Mario Botta, secondo [...] sarebbe da buttare. Non sono [...]. In questo secolo [...] spazio per tutti, poi [...] gloria saranno i poste-ri a [...]. Lo spirito, peraltro, non [...]. Non è sta-to proprio [...] a mettere i baffi [...] Gioconda? Il movimento, come si sa, nac-que a Zurigo [...]. Nella città svizzera trovarono [...] (ma anche un tale Vladimir [...] che proprio da [...] partì alla volta di Pietroburgo [...] avventura che non è rimasta priva di [...] arti-sti di diversi paesi, fra cui Tristan Tzara, [...] sera [...] febbraio del 1916, aprendo [...] Larous-se puntò il dito sulla parola «Da-da» [...] infan-tile), trovando così il nome del movimento. Seguirono manifesti, una rivista, serate, [...] da sberleffi, stravaganze. Nel [...] ci fu [...] della rivista [...] diretta da Breton, Aragon, Eluard, [...] dopo il movimento si trasferisce a Parigi. Il successo è grande [...] Germania. Nel [...] però, avviene la rottura [...] da Breton, che da-rà vita al surrealismo. Portando al-le estreme conseguenze [...] affermazioni proprie del Futurismo, i dadaisti intende-vano [...] assurdi massacri della guerra e ad ogni [...] della borghesia. Ogni limite, poi, veniva [...]. Uno dei loro manifesti, [...] Sa-lone degli Indipendenti, a Parigi, il 5 febbraio [...] «Basta con i pittori, basta con i [...] musicisti, gli scultori, le reli-gioni, i repubblicani, [...]. Nichilismo, sarca-smo, dissacrazione globale. [...] provocazione fu la loro stella [...]. Era tutto da demolire [...] Marcel [...] altro fondatore del Dadaismo -Si [...] dalla tabula rasa. Al Cabaret Voltaire si cominciava [...] sbalordire il pubblico, a demolire le sue idee [...] ad attaccare il senso comune, [...] pubbli-ca, [...] le istituzioni, i musei, il [...] gusto e insomma tutto [...] costituito». Gli stessi padri fondatori, [...] lo me-no alcuni di essi, capiscono che [...] continuare [...] con lo scandalo per [...]. Lo stesso [...] dopo, parla di una svolta [...] modo di pensare: «La nostra posizione era cambiata. Avevamo superato la prima [...] negativa. Né [...] né [...] Richter, [...] o io era-vamo interessati [...]. È lo spaccato di [...] la mostra intende offri-re alla riflessione. E non solo i [...] figli. Da [...] a [...] per [...] e dunque, dopo [...] Man Ray, anche i [...] ideali. La mostra chiama a [...] i trasgressivi del secolo, da [...] a Fontana, da [...] a [...] da [...] a [...] a Arman, Cesar, Baj, Manzoni, Pisto-letti, Cavaliere, [...] Schifano. Staremmo per dire, tutti [...] ventesimo secolo. Ma non sarebbe una defini-zione [...]. Come ogni percor-so, anche [...] discutibile. Prendiamo Grosz e Dix, [...]. Fa piacere vede-re esposte [...] stu-pende. Ma queste opere non [...] da spartire con il dadaismo. Feroce la loro conte-stazione [...] che fine a se stessa. Il panorama vero-nese, in [...] molto stimo-lante. Benvenuta, comunque, an-che questa mostra, [...] può contri-buire ad approfondire [...] sul grande capitolo [...] del secolo al tramonto. /// [...] /// Benvenuta, comunque, an-che questa mostra, [...] può contri-buire ad approfondire [...] sul grande capitolo [...] del secolo al tramonto. (0)
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