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Era lì con il bisturi [...] lo stomaco a cercare di [...] ma una parte di lui [...] che [...] di 24 anni continuasse a [...] senza una mano, senza le gambe, cieco e con [...] ventre disse-stato. Per sette giorni lo ha [...] giorno [...] non ha retto. Cosa sarebbe stato di [...] lui in uno stato di guerra, sen-za [...] sanitarie, senza pensione, senza servizi? Alberto Nardini, [...] chirurgo spezzino, non sapeva cosa fosse la [...] le mine, dove fosse il Kurdistan, se [...] o una regione e so-prattutto dove cavolo [...]. Il nome aveva il sapore [...] leggenda o di una danza e poteva benissimo situarsi [...] una fiaba ara-ba. [...] letto per la pri-ma volta [...] cronache milanesi di un giornale. Si parlava di un [...] quella città dal nome esoti-co qualcuno andava [...]. /// [...] /// Si chiama [...]. Da un [...] di tempo gli frullava [...] di riaffacciarsi al Terzo Mondo, lui che [...] con la fami-glia in Brasile prima di [...] Italia. [...] era [...] ma qualcosa le fece [...] odori, quel corposo fetore di mercati, [...] zuccherino acido della frutta [...]. A [...] Nardini [...] arrivato per la prima volta [...] settembre [...] e [...] ritornato nel [...] per un soggiorno lavorativo di [...] tre mesi «conqui-stato» con ferie arretrate e aspettati-va. Gino Strada, [...] di [...] lo ha chiamato al [...] ha detto: «Andiamo». Lui ha risposto di [...]. Strada è rimasto sorpreso: «Come? Tutti [...] dicono disposti a venire, poi quando è [...] partire o si sentono male o non [...] o hanno il colesterolo alto o la [...]. Un ospedale in prima [...]. Lui, dal volto scavato [...] parso ancora più pallido sotto il cielo [...] che il suo cuore [...] andava in frantumi. Il «suo» ospedale, infatti, [...] posto in prima linea, la frontiera [...] bellica. Si è alzato di [...] del 31 agosto [...] ascoltando alla radio quel [...]. [...] pronun-ciato con difficoltà dallo speaker. Ha pensato ad un [...] me-tà. Purtroppo era un greve [...]. Ha fatto in tempo [...] Strada prima che i fili fossero tagliati. Quello che è avvenuto [...] storia convulsa della regione: i carri armati [...] alle truppe del [...] di [...] entrano nella capitale [...] e sconfiggono i guerriglieri [...] di [...] i violenti scontri del [...] villaggi di [...] e [...] la conquista di [...] il 7 settembre; [...] a [...] settembre; [...] di [...] la stessa sera alle [...] 20 mila soldati del [...] la mattina del 10 [...]. Quello stesso giorno un [...] Strada annuncia: [...] continua tra molte difficoltà [...] di personale e per la scarsità di [...] di consumo. La sicurezza [...] del Centro viene rispettata». Le righe del fax [...] opa-che: «Pazienti assistiti: 49. Totale as-sistiti dal 31 [...]. Gino Strada è rientrato [...] Italia [...] poi è ripartito per il Kurdistan poiché [...] che [...] di [...] vivrà nonostante i cam-biamenti [...] Nardini già orga-nizza il suo prossimo viaggio con [...]. Quale città lo aspetta? Come [...] Certamente diverso da quando [...] lasciato: fine-stre protette da [...] sacchi di sabbia ovunque, croci rosse im-presse [...] muri, i parenti dei bambini che fanno [...]. Che sarà di [...] e Fatima, le inser-vienti, che [...] di [...] e di [...] il poliziotto? Che sarà dei [...] e degli infermieri curdi? [...] è già nostalgia, è già [...] è già ricordo a guardare dal di dentro la [...] storia e quel-la degli [...] che purtroppo la su-biscono. A [...] ci si arriva con [...] da Milano a Zuri-go, da Zurigo a Istanbul, [...] Istanbul a [...]. Quando credi di essere [...] ancora gran parte del viaggio. Con una macchina si [...] turco, sfioran-do la Siria e [...] tra posti di blocco [...] sino alla citta-dina di [...]. Siamo su quel-lo che le [...] geografiche o le diplo-mazie chiamerebbero confine [...] e che una realistica os-servazione [...]. Ma il territorio che [...] la guerra del Golfo del 1991, potreb-bero [...] Onu è il realtà percorso da una [...] i due maggiori partiti, [...] patriottica curda [...] che controllava sino al [...] quasi totalità della zona meridio-nale, compresa la [...] fatidi-co [...] e il Partito democra-tico [...] insediato nella parte settentrionale, [...] le linee conquistando gran parte del territorio [...]. Una situazione resa intricata [...] di gruppi e gruppuscoli e dagli sconfi-namenti [...] (Partito curdo dei lavoratori), [...] cittadini curdi della Turchia, inseguiti dai sol-dati [...] Ankara. Al confine si scende, [...] in territorio curdo, si [...] macchina e si percorrono stra-de piene di [...] 250 chilo-metri, otto ore ancora di faticoso [...]. [...] 250 mila abitanti registrati, [...] realtà, è il ru-more dei carretti che [...] case basse, è il vociare dei bambini [...] appesa al collo piena di sigarette, è [...] un ven-ditore di ghiaccio, è il lamento [...] è strade in salita [...] cavallette e scarafaggi, un [...] chiassoso, lo strepitio improvviso [...]. Ma [...] è soprattutto un ospe-dale, [...] chirurgica impiantata delle organizzazioni umanitarie che dal [...] in Kurdistan. [...] ospedale funzionante dopo [...] dei [...] del [...] che ha provocato la partenza [...] migliaia di persone. [...] Gino Strada a [...] il primo dei chirurghi «espatriati», [...] lui Da-vid Rowlands, 74 anni, inglese, ane-stesista in pensione [...] Gustave [...] 74 anni, belga, [...] alle spalle che non gli [...] fatto perdere [...] del papil-lon e [...] per Baudelaire. Poi ci sono tre [...] in-fermieri espatriati, altro personale locale e qualche [...] e viene. La struttura è composta da [...] settantina di letti, una terapia in-tensiva di 12 posti, [...] pronto soccor-so, tre sale operatorie, una illumina-ta da cinque [...] di [...] la radiologia, un laboratorio, la [...] la riabilitazione, una mensa e una cucina. Oggi che Nardini è [...] Levanto tra cartellini da timbrare, cartelle cliniche [...] di ernia e [...] sul cel-lulare, gli pare [...] un re-folo di vento gli restituisca il [...] posto lontano e vicino. E, forse, non ha [...] per spie-gare che laggiù, solo laggiù, ha [...] motivo per cui aveva studia-to medicina e [...] il chirur-go. Gli è capitato quando, [...] cesareo, ha tirato fuori [...]. Ma laggiù una mia assenza [...] potuto significare nessuna assistenza. Non si trattava, in quel [...] di una mia cliente o di un uten-te [...] o un vicino di casa. Là, semplicemente, ero al [...] essere umano, uno dei tanti che sof-fre, [...] del mio lavoro». Nardini ha capito [...] la distan-za, [...] che sfugge nella [...] concezione geografica e sociale. Di-stanza di mondi, per [...] destini, ma anche distanze vere di chilometri, [...] possibili-tà di salvezza. Per tre milioni e [...] in Kur-distan ci sono 10 milioni di [...] delle quali di fabbricazione ita-liana, depositate nel [...] conflitto [...] e durante la Guerra [...] Golfo. Mine a forma di [...] anni [...] mine con detonatore tarato [...] chili di peso, fatte ap-posta per i [...] com-poste di 2. Le persone colpite sono [...] e piccoli che vanno al pascolo, a [...] pozzi o la legna nei boschi. Al-meno il [...] dei nostri ricoverati ha [...] città». Da quan-do [...] euro-pea per i progetti umanitari, [...] affi-dato il coordinamento degli inter-venti a [...] si è fatta una polveriera. Una metropoli terzomondista sconvolta [...] guerra, dalle partenze e da-gli addii, dal [...] entrato nelle case, [...] densità abitativa che mette [...] già prova-te strutture sanitarie, dal pericolo di [...] e dal quotidiano affronto tra gente della [...] possiede 150 mila [...]. Quelle stampelle inutili «Se [...] catapul-tato per caso a [...] -spiega Alberto Nardini -rimarrebbe [...] handicappate che si incontrano per strada: bambi-ni [...] privi di una mano, donne senza un [...] camminano su tricicli. Trattandosi di un terreno [...] sono praticamente inutili. [...] soluzione sarebbero gli arti artificiali. Ma siccome è im-possibile [...] e soprat-tutto avere dei pezzi [...] ricambio o semplicemente [...] bisogne-rebbe [...] in loco, nel centro protesi [...] nostro ospedale che, ov-viamente, non può farsi carico di [...] le richieste. Di tanti bambini che [...] solo ha pianto. Po-chi minuti prima [...] in ospe-dale aveva perso un [...] una ma-no e tre dita. Tutti gli altri non hanno [...] una sola lacrima. [...] già nei piccoli, una sorta [...] fatalismo, [...] a vivere nella guerra, un [...] del dolore molto diverso dal nostro». Il Kurdistan iracheno sta [...] Cambogia nel triste primato degli amputati (a Vientiane [...] conta uno ogni 276 abitanti). E noi italiani abbiamo [...] particolare verso la popolazione curda, visto che [...] pro-dotti da ditte italiane come la [...] e la [...]. [...] Lucky Star e Contrasto Un [...] nelle trincee curde Un posto in prima linea, la [...] belli-ca, una struttura per feriti [...] guerra e feriti da mine: Alberto Nardini, 45 anni, [...] chirurgo ligure, racconta la [...] esperienza [...] di [...] a [...] nel Kurdistan iracheno. Distanza di mondi, distanza [...] «Laggiù la mia assenza significa non assistenza». Nella sala operatoria illuminata [...] una [...] ha capito perché aveva [...] il medico. /// [...] /// Nella sala operatoria illuminata [...] una [...] ha capito perché aveva [...] il medico. 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