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Il rattoppatore [...] di buchi, è Filippo [...] che su La Stampa [...] una settantina di righe per raccontare quanto [...] «Capita [...] de [...] informi i suoi lettori [...] a Salò furono perseguitati, inter-nati e deportati [...]. Una bella scoper-ta, ironizza [...]. Insomma una «non notizia», spacciata [...] notizia «bucata» dagli altri giornali, in occasione [...] del libro di [...]. Ma [...] casca il [...]. Perché [...] nel lavorare al secondo [...] libro aveva scoperto questo: [...] di un progetto esecutivo [...] nazionali per ebrei a Salò. Dove internare stabilmente quarantamila [...] dai ses-santa campi provinciali (elencati dalla [...] e dove gli ebrei [...] concentrati. Dunque, i «sette cam-pi» (Fossoli [...] documentati dalle carte trovate da [...] al Ministero [...] sono un nuovo tassello [...]. Certifi-cano, definitivamente, [...] di un piano centrale [...] per gestire gli ebrei [...] dalla Germania. Per far-ne che? Non [...]. Come che sia i [...] piano, e gli ebrei finirono direttamente in [...]. Quindi la «notizietta» [...] eccome. /// [...] /// Parola di Roberto Co-troneo, che [...] alla vigilia [...] libro di Tamaro. E alla fac-cia della Calma Zen! Non male per [...] in fuga dalla cattive-ria dei [...]. Miracoli del silenzio stampa. /// [...] /// Affranto perché Ferrara ha [...] le ragazze discinte dalle copertine di Panorama. Grida, e cita grandi [...] esplosive, il «sogno», la «poesia» [...] la «filosofia». Che cosa [...] tutto questo con la serialità [...] delle [...] di questi anni, non è [...] sa-pere. Ma il buon Giampiero incalza, [...] nei suoi [...] del vivere, del so-gnare. E, citando citan-do, è [...] Nabokov con [...]. Comunque, [...] copertina di Panorama [...] un bel na-tivo che abbranca [...] turista. Coraggio Giam-piero, [...] speranza. /// [...] /// [...] artista, nato a [...] (vicino a Parigi) nel [...] nel 1963, è considerato con Pablo Picasso [...] cubismo ed uno dei maggiori innovatori del [...]. I 45 dipinti riuniti [...] The Late [...] illustrano, secondo il curatore John Golding, [...] continua voglia di sperimentare sotto un profilo [...]. Suddivisa in quattro sale, [...] nature morte alle composizioni pacifiche e surreali [...]. Durante [...] occupazione tedesca, [...] rimase a Parigi: di questo [...] sono esposte opere come [...] Nature [...] crane, che invece riassume le [...] del conflitto: morte e distruzione. [...] ultima sala, dominano dipinti [...] in volo e vedute paesaggistiche con un [...]. Credo che si tratti, [...] della quindicesima traduzione italiana di un libro [...] di un ventennio. Il tema non è [...]. [...] sociologico al rischio e [...] della «società del rischio» [...] sono già stati proposti [...] Ulrich Beck nella prima metà degli anni Ottanta. Ma sono temi che secon-do [...] conservano una forte sug-gestione teorica e una sicura at-tualità [...]. Capire [...] Per questo, anche se [...] più un attento lettore di [...] -né sono più, da [...] «im-portatore» in Italia -mi sono procu-rato una [...] e mi sono inoltrato nella [...] lettura con una sincera [...]. Una filosofia del rischio [...] si oppone radicalmente an-che ai molti surrogati [...] che sono stati prodotti in Europa fra Ottocento [...] Novecento. Sia le filosofie progres-siste [...] le filosofie posi-tivistiche della scienza hanno mini-mizzato [...] e del fallimento. Il «rischio» è strettamente [...] di incertezza in cui costruiamo le nostre [...] loro base formuliamo previsioni, prendiamo decisioni e [...]. Questo vale naturalmen-te anche [...] e le operazioni della «scienza». E una società del rischio [...] una società complessa, altamente [...] e informatizzata, nella qua-le la [...] collettiva dei ri-schi è la principale funzione regola-tiva svolta [...] sistema politico. Nul-la e nessuno ci [...] possibilità che le nostre aspettative individuali, anche [...] vengano frustrate. [...] della catastrofe (ecologica, epide-mica, militare, [...] eco-nomica, etc. Rischiare, e sapere di [...] una condizione psicologi-ca e sociale del tutto [...]. [...] si è spesso misurato, sui [...] del rischio, della sicurezza e della paura. Fra [...] ha elabora-to una suggestiva teoria [...] strut-ture sociali come meccanismi di re-golazione dei rischi e [...] riduzione della paura. E lo ha fatto entro [...] prospettiva sistematica che ha en-fatizzato la radicale contingenza del [...] e [...] del futuro. Che cosa aggiunge [...] libro di [...] alle sue riflessioni ormai note? Purtroppo non sono in grado di rispondere a questa do-manda. Devo confessare che dopo [...] pagine (il volume ne conta 270) mi [...] quanto mi era già succes-so con [...] opera di [...] apparsa in italiano circa [...] Sistemi sociali. Ho chiuso il libro, [...] incapace di andare oltre. Più tar-di ho ripreso [...] non sono andato oltre una rapida in-cursione [...] mi sembravano in qualche modo più avvicinabili. Questa mia ultima fatica esege-tica [...] ha confermato nella ra-gione che a partire dai primi [...] Ottanta mi ha distaccato [...] teorico [...] alla teoria [...]. Circostanza più grave, il [...] si è definiti-vamente trasformato in una vera [...] comunicativa. Oggi non sono più [...] ca-pire. Il punto di svolta [...] di [...] è se-condo me rappresentato [...] agli inizi degli anni Ottanta, al progetto [...] generale intesa come sociologia dei sistemi [...] un progetto liberamente ispirato [...] di Humberto [...] e Franci-sco [...]. Da allora la produzio-ne di [...] ha assunto sem-pre più una [...] che chiame-rei [...] prima ancora che interdisciplinare. Egli si è im-pegnato [...] stesse capa-cità espressive del linguaggio teo-rico e [...] matrici discipli-nari e le cornici epistemologiche di [...]. Concetti [...] Con ciò egli ha prodotto [...] una grande quantità di [...] -autoreferenza, [...] comunicazione di se-condo ordine, chiusura [...] etc. Si tratta di un meccanismo [...] teorica che in [...] opera nello stesso tempo come [...] for-ma di immunizzazione del pen-siero da ogni possibile critica: [...] teoria reagisce agli stimoli esterni [...] selettiva-mente nei propri circuiti, [...] senza apparente con-flitto, [...] in un labirinto senza risposte [...] senza vie di usci-ta perché composto esclusiva-mente di problemi. In questa impresa [...] ha dato prova -e [...] pro-va -della [...] inesauribile e in qualche [...] di costruire un suo [...] repertorio tematico e concet-tuale: [...] mescola le infinite voci del suo schedario, [...]. Ma a mio parere [...] ha finito per ca-ricare [...] riflessione di un groviglio di que-stioni logiche, [...] dialettiche che non è più in grado [...]. [...] di un pensiero Non nego, [...] una retroattività che sarebbe sospetta, [...] che la recezione del pensiero [...] ha avuto per la cultura [...] e giuridica italiana, in particola-re [...] della sinistra [...] a cavallo fra gli anni Set-tanta e Ottanta. E riconosco piena-mente [...] che ha avuto su di [...]. Continuo anzi a pensare [...] di [...] da Illu-minismo sociologico a Legittima-zione [...] a Pia-nificazione politica -sono un con-tributo molto [...] della cultura umanistica [...]. E tuttavia non esito [...] nei suoi aspetti centrali la produzione teorica [...] è uno sconcertante esempio [...]. È co-me se [...] ai limiti della [...] straordinaria capacità di sofisticazione concettuale, [...] ormai opere senza più car-ne né sangue, nelle quali [...] linguistico copre a malapena [...] dei discorso teorico e [...] comunicativa. Nella foto piccola il [...] Niklas [...] Angelo [...] e [...] Caro Niklas, sei confuso Niklas [...] un autore molto di [...] Ot-tanta. Di lui esce oggi [...] Bruno Mondadori, dedi-cato alla «Sociologia del rischio». Una buona occasione malamente [...] la logica [...] che domina il mondo [...]. Le categorie utiliz-zate sono infatti [...] e tautologiche, una continua au-tocitazione. Tramonto di un sociologo? Interviene [...] principali studiosi di [...]. /// [...] /// Da quelli che andavano [...] partito di [...] maglioni e giacche [...]. Ai dirigente del Pci: [...] di Giorgio Amendola, il look familia-re di Palmiro Togliatti [...] di [...] con Nilde Jotti, il [...] Aldo, [...] piccola Marisa. Poi, il migliore che [...] montagne, facendo quattro chiacchiere con i pastori [...]. E che ci fa Pablo Neruda [...] davanti ad una bottiglia di vino a Via [...] Roma? E Pablo Picasso è venuto a Firenze [...] un banco col pesce? Sono solo alcune [...] di Antonello Trom-badori, scattate fra il 1949 [...] esposte da ieri alla Galleria [...] di via del Babbuino. Ritratti di donne e [...] «Amici [...] compagni», animati da una pas-sione politica profonda, [...] «il paradiso in terra». Ma in queste immagini [...] modo di stare insieme, di frequen-tarsi, fatto [...] e di alle-gria, di gesti di tutti [...]. Non ci sono le [...] masse, le lotte. Non [...] della reto-rica. [...] la vita quotidiana vista con [...] occhi di Antonello. Foto bellissime, non scattate [...] ma ugualmente [...] catturate da un artista [...]. Le ha ritrovate il [...] Duccio [...] nel catalogo della mostra raccon-ta così il [...] «Antonello Trom-badori non amava molto le pause di meditazione [...] ha lasciato pagine di di diario come [...] ad altri te-stimoni e protagonisti della [...] generazione. Egli era però un [...] tracce, os-servazioni e segmenti della [...] esperienza personale. Pareva in alcune situazioni [...] catturare tutto il possibile della vita che [...]. E [...] tutte queste scene di vita. Una mattina in Campidoglio [...]. Ci sono Renato Guttuso [...] Dotti, venuti a sposarsi. Lui quarantenne, bruno, pelle [...]. Lei [...] eppure anco-ra bella: bionda, alta, [...] chiari. [...] il 1951 e sono [...] un bel gruppo di amici. Ecco [...] di Antonello che ritrae Carlo Levi, un [...] Lu-chino Visconti, un Mario Alicata [...] doppiopetto e una Elsa Morante [...] un Pablo Neruda, tut-to sciarpa [...] basco. E non manca-no Alberto Moravia, Amerigo Te-renzi, Davide Lajolo. Un anno prima, nel [...] Anto-nello [...] immortalato Palmiro Togliatti, testa fasciata, dopo un [...] che con-versa con un Pietro Ingrao giovane [...]. Cupo e un [...] allam-panato invece il volto [...] Pajetta, [...] il primo piano di un Alfre-do [...] poco più che ragaz-zo, [...] gioia e della fiducia. La macchina foto-grafica ci [...] Venezia, alla Biennale del 1952: scopriamo un [...] Giorgio Morandi, un di-steso Ungaretti, un corrucciato Fernand Lèger. E poi ci sono [...] giornalisti, i registi, altri pittori. Duccio Trombadori ricorda che [...] del massimo isolamento del Pci, dopo [...] dal governo di [...] corti-na di ferro ad Est e della [...] Urss e Usa». [...] vero, eppure, Antonello testimonia [...] foto che quel partito era punto di [...] di [...] e contadini, non solo [...] militanti, ma dei punti più alti della [...] non so-lo italiana. Queste immagini non sono [...] di vita poeticamente catturate, ma an-che la [...] del Pci. E questo è un [...] trat-tò di speranze mal risposte, ci fu-rono [...]. Però in quelle foto [...] profondo deside-rio di riscatto nazionale, democra-tico, sincerità [...]. An-che questo è vero. Poi, su quei diri-genti, [...] abbat-terà il [...]. E quel grido rabbioso di Antonello Trombadori: [...] tutto fi-nito». Il Pci non ruppe [...] la criticò, lasciò che se ne an-dassero [...]. Ma Anto-nello restò nel [...]. E poi ci fu-rono [...]. /// [...] /// Ma perché il filo [...] aspettare il 1989. E non prima del-la [...] Muro, ma dopo. Ep-pure oggi quasi tutta [...] sopravvissuta a tangento-poli, nasce dal ceppo del Pci. [...] foto della mostra è [...] bambino piccolo e molto bello che legge [...] «Noi donne». /// [...] /// A conclusione di questo [...] con amore filiale e con passione civile, [...] che il padre fece di lui: an-cora [...] da pensoso intellettuale. Chissa se anche lui [...] nostra do-manda: queste foto sono una par-te, [...] voglia, del nostro «come eravamo», op-pure per [...] sinistra di oggi sono solo un più [...] Che resta di quelle passio-ni? di quegli [...] bio-grafie? La rottura è stata profonda e [...] ma rispetto sì. /// [...] /// Chissa se anche lui [...] nostra do-manda: queste foto sono una par-te, [...] voglia, del nostro «come eravamo», op-pure per [...] sinistra di oggi sono solo un più [...] Che resta di quelle passio-ni? di quegli [...] bio-grafie? La rottura è stata profonda e [...] ma rispetto sì. (0)
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