È la primavera del [...] Wolf, [...] non ha ancora diciotto anni, ritorna a [...] stato per qualche settimana [...] per iscriversi alla recente ma già celebre Georgia Augusta. Dopo una preliminare visita [...] biografo narra che il giovane Wolf si [...] rito, dal prorettore, il medico [...] per immatricolarsi. La [...] richiesta è di iscriversi come [...]. [...] dapprima solleva obiezioni: una siffatta [...] non è prevista: [...] perfino [...] sarebbe possibile; ma alle insistenze [...] Wolf finisce con [...]. È [...] aprile 1777, una data che [...] ricordata dai filologi; con [...] di Wolf la filologia vede [...] il proprio statuto e la propria dignità di disciplina [...]. Così almeno il racconto [...] intendere, e che ci riesca è dimostrato [...] serie di biografie e di storie della [...] maggiore o minore enfasi, tutte concordemente riferiscono [...]. E significativo esso è, [...] dire, ne è significativo il racconto. Dalla narrazione del suo [...] con quanto minuziosa insistenza Wolf dovette ricordare [...] e familiari, alcune circostanze minori dei propri [...] dovette gravare di forti segni premonitori. Il colloquio burocratico con [...] fu preceduto da un [...] con Christian [...] il filologo che a [...] insegnava e che di Wolf [...] tutte le polemiche e le pretese estraneità, [...]. Il primo incontro con [...] risale [...] precedente, quando Wolf giunse [...] da [...] la cittadina in cui [...] la [...] famiglia dieci anni prima [...] aveva compiuto gli studi. Egli manifesta già allora [...] il proposito di dedicarsi [...] come alla disciplina che assicura la libertà [...] cui [...] era legata e in [...] sottomessa. Pare che [...] avesse allora avuto motivo di [...] esclamando [...] « [...] in [...] vita esse [...] ». A questo aveva aggiunto [...] obiezione: le cattedre di filologia [...] Germania erano assai [...] vedano p. ///
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Più vigile R. ///
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Più vigile R.