ANTEPRIMA MULTIMEDIALI
KosmosDOC: © 2006-2025 IdMiS; contenuti: © gestito da ciascun Ente.
I cookies di kosmosdoc non hanno funzione per terzi, ma soltanto tecnica e di sicurezza (Google Analytics, soltanto come complemento tecnico, è stato utilizzato come assimilato anonimo, ai sensi dei provvedimenti del Garante della Privacy). Guida rapida: i link composti di + non necessitano il ricaricamento della pagina: ove colorati consentono l'esplorazione in sottofinestra Guida rapida: il sottoinsieme selezionato del corpus autorizzato può essere esplorato tramite i link +MAP (mappa di frequenza della trascrizione e della descrizione), e +KWPN(brani delle trascrizioni relative) Guida rapida: i link +BD forniscono i brani dell'intera indistinguibile documentazione di Biblioteca Digitale relativi al nome proprio scelto Per il canale video tutorial cliccare: https://www.youtube.com/channel/UClzGpMauhOImKxIwslRpinA/feed |
Videoguida per la navigazione in KosmosDOC.org
Il brano seguente è un frammento di trascrizione automatica (OCR) della pagina richiesta. Questo sistema di indicizzazione della Biblioteca digitale non liberamente visualizzabile mostra parzialmente ciascuna Entità Multimediale suddividendola in piccoli segmenti separati da «[...]» (medesimo periodo o primo periodo successivo) e da « /// [...] /// » (periodo successivo non adiacente). Per riscontrare nella pagina i termini ricercati suggeriamo l'uso di ctrl+F o analoghi, ove il proprio browser lo consenta.
[...] del giardino pubblico in Europa [...] origini al XX secolo. Lì parla della storia [...] che soggiace ai parchi urbani, siano la [...] quartiere [...] a Rotterdam come, a Parigi, [...] e disorientante [...] des [...]. Intorno alla villetta a [...] abita a Roma, a Monte Sacro, Panzini [...] «non coltiva» un piccolo giar-dino: «Mi piace [...] avviene nel momento in cui la na-tura [...] dove, quando sono arriva-to, [...] aiuole. Il mio sogno è [...] casa un piccolo bosco. Lo vorrei inter-etni-co, perciò lì [...] la palma. Ho pian-tato questi cardi, [...] e delle piante considerate in-festanti, le belle [...] fiori-scono a lungo» mostra. Il giardino [...] È uno spazio concreto [...] però simboli, aspirazioni, desideri, pau-re, insinuarsi nel [...] sogni notturni e fiction: poesie, romanzi, film. Insomma, è un luogo che [...] diventare un «luogo [...]. Carl Gustav [...] sosteneva addirittura che un [...] può «indivi-duarsi» se non ha una casa [...] essendo ormai ricco lui ne coltivava due, [...] e [...] selvaggio ed eremitico, a [...] sulle spon-de opposte del [...] Zurigo. A fine [...] un dot-tore psicologo, [...] lanciò una campagna in nome [...] ritor-no alla naturalità e così nacquero i 15. E propone una teoria [...] di quella di [...] del rapporto tra [...] abbraccia i giar-dini pensili di Babilonia come [...] gerani piantati su un da-vanzale condominiale al [...]. Nelle popolazioni primitive questo rito [...] ricorrente: gli Indiani [...] prima di uccidere un bufalo [...] scusavano, gli aborigeni [...] chiedono perdono [...] prima di [...]. Così, quando trasformiamo e violentia-mo [...] naturale, ci scusia-mo edificando giardini: ideali luo-ghi [...] dove [...] soddi-sfa il proprio bisogno di [...] e dove la natura ha bisogno della mano [...]. Non per caso, aggiunge, [...] cui si ha me-moria sono appunto quelli, [...] greci, di Babilo-nia, [...] della nascita della cit-tà»; [...] il giardino persia-no, che diventa romano antico, [...] continuando a ubbidire alle iden-tiche leggi di [...] di cinta, vialetti a croce, fontana al [...] leggi della «naturalità» nel Settecento in Inghilterra: «Il [...] dove la natura stessa diventa valore estetico, [...] comincia a devastare i luoghi» spiega. Ma è uguale ciò che [...] può suggerire un parco pub-blico [...] di Villa [...] la vellutata cupezza del Bois [...] a Parigi, [...] di Villa Borghese e del [...] Park -e ciò che evoca [...] giardino privato (fossero pure quei due vasetti di gerani [...] davanza-le)? In [...] saggio del 1625, Francesco Bacone [...] «Dio onnipotente piantò dappri-ma un giardino. E in verità esso [...] puro dei piaceri umani. È il più grande [...] spirito uma-no, senza di esso edifici e [...] manufatti grossola-ni, e si vedrà sempre che, [...] civiltà e [...] gli uomini arrivano prima [...] maestosi che a creare bei giardini, come [...] giar-dini fosse la massima perfezione». Fare un giardino domestico, [...] Panzini, [...] a [...] un Eden privato. Però, siccome non siamo Dio, [...] gran fatica: [...] giorno ero a Vignanello, [...] Ruspoli, do-ve cercano di salvare un giardino antico. Con una dedizione che [...] perché pla-smi un ambiente vivente, però il [...] è incontrastato. Le piante, come gli [...] loro affinità e inimicizie e il giardino [...] luogo di lotta disperante» spiega. In Cina e Giappone [...] collettivo non ospita [...] di un Eden originario. E i giardini sono [...] e ri-dotti in simboli. I parchi cinesi giocano [...] di yin, [...] e yang, i monti. Quelli giap-ponesi sono [...] di pie-tre, rocce, spiagge, [...] di [...]. Qual-cosa di analogo affiora [...] Land Art, che [...] ci mostra, estraendo dalla [...] dedicato allo scultore Richard Long: «Anzi-ché considerare [...] luogo in cui esporre opere [...] nei giardini classici, è [...] stesso che diventa arte» spiega, a didascalia [...] di giardini primordiali, chis-sà se neolitici o [...] Long ha «scolpito» terra o covoni. Giardino e inconscio: [...] procedere ancora per associazioni. Generazioni di bambine hanno [...] «Il [...] segreto» di Fran-ces Burnett [...] del «Piccolo Lord»), favola [...] ri-storatrice. Perché parla di una [...] dal ricco tu-tore, che trova in un [...] arrugginita di un giardi-no abbandonato e intanto [...] un altro orfanello: in-sieme, tra quelle mura [...] del parco, ridanno vita a un rifugio [...]. Ed è il sogno [...] bambini: sottrarsi alla fero-cia degli adulti in [...] domestico, però a propria misura. Quando i parchi delle [...] e diventano luoghi mondani dove le famiglie [...] ospiti ed esibiscono le collezioni di statuaria [...] desiderio di uno spazio intimo, recintato e [...] segreto, ap-punto, [...] per esempio, quello minuscolo [...] Villa Medici, a Trinità [...] spiega Panzini. Ricordate al contrario il [...] di [...] il roman-zo di King [...] Kubrick, dove si consuma [...] del piccolo in-seguito da Jack Nicholson [...] da padre, lupo cattivo? Quel la-birinto sembra [...] miste-riosità che alcuni giardini, veri o di [...] per esempio, o il [...] Compton [...] del film di Peter [...]. Ma è [...] tenuta sotto controllo: in giardino [...] si gioca. A fine [...] in Europa uscirono addirittura [...] spiegavano come costruire sce-ne terrificanti: non solo [...] forre, ponti sospesi, go-le, grotte». [...] del tun-nel degli spettri negli [...] Luna Park? «Sì. Tenuto conto che parchi [...] Park oggi sono diventati [...] ve-ra. Sono boschi [...] medioe-vale» commenta Panzini. In molti romanzi gialli [...] una figura non rassicuran-te: stolido ma a [...] mistero. Il prodromo del Peter [...] in «Oltre il giardino», [...] se deficiente o genio. Nella storia del paesaggi-smo [...] e com-mittenti, ma pochi giardinieri. [...] solo André Le Notre, [...] è il creatore di Versailles, finché, da [...] Joseph Paxton a Londra nel 1851 edifica il Crystal [...] grandiosa serra per olmi, [...] rango di architetti. È un bosco o [...] che scatena la follìa dei protagoni-sti del «Sogno [...] notte di mez-za estate»? «È un luogo [...] si allenta il controllo sociale. In alcune epoche nei [...] le leggi della cit-tà, proprio come nelle [...]. La [...] nella Parigi del [...] nasce, appunto, proprio in quei [...] dove la polizia non poteva entrare» commenta Franco Panzini. Ancora oggi sui prati ver-di [...] regolati delle ville pubbliche i ragazzi fanno [...] anche di giorno: si s-regolano. Uno spazio verde, coltivato [...] estetico, fiorito può, se vogliamo, essere il [...] da cogliere o perdute: «Altri echi/ Vi-vono [...]. Li seguiremo?» si chiede, [...] «Quattro [...] Thomas S. /// [...] /// Maria Serena [...] I luoghi [...] Un uomo non è [...] ha un angolo di terra da coltivare, [...] Franco Panzini, paesaggista, ci [...] IL RICORDO Selvatici o domestici anarchici o [...] Proprio [...] noi GIORGIO VAN STRATEN Ci sono molti [...] i tipi di uo-mini. Ci sono giardini disperati, [...] case come inutili ritagli, osservati dagli occhi [...] abita ai piani di sopra. A volte, su un lato, [...] una piccola fontana o una statua di [...]. Sono giardini [...]. Ci sono [...] palazzi, nascosti e preziosi, come [...]. Gli ampi porto-ni sulla [...] a entrare. Ma spesso un [...]. /// [...] /// Ci sono giardini belli [...]. Giardini di aiuole regolari, [...] tappeto, [...] confusione, anar-chici e casuali. Giardini lasciati crescere o [...]. /// [...] /// Ci sono giardini grandi, [...] dove la gente cammina, gioca quando non [...] cartelli, si distende a prendere il sole. E altri giardini grandi, [...]. /// [...] /// Ne ho visti molti [...] in diversi paesi. Quelli giapponesi, per esempio, [...] mi hanno comunicato un senso di irrealtà [...] spiegarmi. Finché non vidi passare [...] racco-glieva le foglie cadute. Tutte le foglie, una per [...] appena cadevano. Per questo mi sembravano [...] come quelli dei plastici dei trenini elettrici, [...] immodificabili. Tutti questi giardini possono [...]. /// [...] /// Poi ci sono i [...]. I giardini sognati. Inseguiti in mezzo alle pagine [...] libri, insieme ai bambini che do-vevano [...] le magie. Giardini molto più af-fascinanti [...] dei laghetti, delle siepi scolpite. Più grandi di quelli [...] Versailles. Sono i giardini della [...]. Bisogna [...] inventare di nuovo. Se provate ad [...] a [...] fuggiranno via. Se inve-ce provate a raccontare [...] storia, quelli, lentamente, ri-torneranno, come bestie verso una sorgente [...] quale la [...]. Il mio giardino della [...] della casa accan-to [...] dei miei genitori. Abbandonato, lasciato crescere senza ostacoli, [...] a formare una selva inestrica-bile. Una barriera fra le [...] villette borghesi dove [...]. Quel giardino [...] cerbottane, in squadre contrapposte, ci [...] in uno scontro di vite e abitudini. Il luogo delle imboscate [...]. Delle avanzate e degli [...]. In mezzo [...] una vasca, grigia di pietra [...] verde di muschio, che era insieme un traguardo e [...] miraggio: spesso, nelle [...] spedizioni, non riuscivo neppure a [...]. Quando la casa fu [...] il giardino venne [...] ordinato [...]. Si persero molti degli [...] abitavano e finì la mia infanzia. Da al-lora le [...] hanno perso di epicità. /// [...] /// Specchiamoci nel giardino E [...] Eliot [...] di rose diventa una macchina del tempo Il [...] e il tempo passato Son forse presenti [...] futuro, E il tempo futuro è contenuto [...] Se tutto il tempo è eternamente presente [...] il tempo è irredimibile. Ciò che poteva essere [...] è stato Tendono a un solo fine, [...] presente. Passi echeggiano nella memoria Lungo [...] che non prendemmo Verso la porta che [...] Sul giardino delle rose. Le [...] parole echeggiano Così, nella vostra [...]. Ma a che scopo Esse [...] polvere su una coppa di foglie di [...] Io [...] lo so. Altri echi Vivono nel [...]. Li seguiremo? Presto, disse [...] Girato [...]. Attraverso il primo cancello Nel [...] mondo, seguiremo noi [...] del tordo? Nel nostro [...]. Là essi erano, dignitosi, invisibili, Si muovevano sulle foglie morte senza [...] Nel caldo autunnale, per [...] che vibrava, E [...] chiamava, rispondendo a La musica [...] udita nascosta nei cespugli, E [...] lo sguardo non visto, perché [...] rose Avevano [...] di fiori che sono guardati. Là essi erano, come [...] e accettanti. Così ci [...] noi e loro, [...] Lungo il vuoto viale, fino [...] rondò di bosso, A [...] giù nel laghetto prosciugato. Secco il laghetto, secco [...] bruno, E il laghetto si riempì [...] alla luce del sole, E [...] si alzarono i fiori del loto, Scintillò [...] cuore della luce, Ed [...] dietro di noi, riflessi [...]. Poi passò una nuvola, e [...] laghetto fu vuoto. Via, disse [...] perché le foglie erano [...] Che si nascondevano, tutti eccitati, sforzandosi di [...]. Via, via, via, disse [...] umano Non può sopportare troppa realtà. Il tempo passato e [...] Ciò che poteva essere e ciò che [...] Tendono a un solo fine, che è sempre [...]. Eliot, tradotta da Filippo Donini) [...] sopra, [...]. Eliot e Peter Sellers [...] «Oltre il giardino». /// [...] /// Eliot e Peter Sellers [...] «Oltre il giardino». (0)
(0)
Nota sulla tutela della privacy. e Nota sulla tutela del copyright.
|
Nonostante i continui tagli che il settore culturale è costretto a subire - biblioteche storico/letterarie ed Archivi storici in particolare -, nell'epoca del Web 2.0 non termovalorizziamoci!La funzione di servizio pubblico sia essa offerta da un Ente pubblico o privato ha un costo; affinché il progetto possa mantenersi e continuare ad essere sviluppato sarebbe necessario un sostanzioso finanziamento pubblico, ma in sua assenza? Sareste disposti ad "adottare" una pagina e renderla fruibile a tutti in una rigorosa logica senza scopo di lucro? |
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
Filtro S.M.O.G+ disabilitato. Indici dal corpus autorizzato |
visualizza mappa Entità, Analitici e Records di catalogo del corpus selezionato/autorizzato (+MAP) |
Interfaccia kSQL
passa a modalità Interfaccia kSQL