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Da Torre del Greco [...] nord MASSA LUBRENSE Ermanno Rea: dai misteri [...] Napoli [...] quelli del Po Giancarlo Ascari: il fumetto [...] «tic» tenuti [...] Ermanno Rea è nato [...] Napoli [...] 1927 e vive tra Milano e Roma. Giornalista, ha lavorato come [...] quotidiani e settimanali, tra cui «Il Giorno» [...]. Di Rea Einaudi ha pubblicato [...] lezione», libro incentrato sulla figura [...] Federico Caffé. Nel [...] sempre Einaudi, ha pubblicato «Mistero [...] presenta uno spaccato di questa città [...] dopoguerra, mettendo in evidenza [...] attraversano il gruppo comunista. Il romanzo, che è [...] cinque finalisti del Premio Strega di [...] è [...] scandita in forma di [...] di una donna, Francesca, giornalista [...] che ha il fascino [...] fragilità di chi vuole essere libero e [...] del mondo. Di Rea uscirà il [...] presso il Saggiatore «Il Po si racconta», [...] paesi, città, incontrati dallo scrittore che ha [...] 650 chilometri [...] maestro del fiume più [...]. Giancarlo Ascari ha 45 [...] a Milano. [...] architetto e nel 1977 [...] pubblicare storie a fumetti e illustrazioni con [...] Elfo, collaborando a testate come Alter Alter, [...] Il Corriere dei Piccoli, Linea [...] Alfabeta, Il Manifesto, il Giorno dei Ragazzi, la Repubblica, [...]. Come pubblicista da molti anni [...] occupato di critica [...] popolare con interventi su riviste [...] Alfabeta, Linea [...] Domus e in particolare su [...] dove ha tenuto per alcuni [...] una rubrica su questo tema dal titolo di Sottocchio. Nel 1979 ha fondato [...] la cooperativa [...] e nel 1989 è [...] del mensile Tic, dedicato [...] cronaca e letteratura. Ha curato, tra [...] varie mostre e pubblicazioni [...] Italia [...] e negli ultimi anni [...] della progettazione di scenografie e allestimenti per [...]. Insegna [...] europeo di design. Vento [...] su Corallina Una volta [...] si chia-mava [...]. Sem-pre e soltanto [...]. Non avrei rinunciato per [...] mondo alle sue bu-ganvillee che accendevano come [...] tanti suoi screpolati muri oppure al suo [...] sembrava prove-nire direttamente dal fondo del ma-re [...] chiamavo). Possedevo un barcone con [...] che, quando veniva aggredito dal primo getto [...] emetteva un rantolo straziante, di grosso animale [...] una volta superata quella specie di accidia [...] a frullare il mare senza mancare più [...]. La mia estate si [...] sopraggiungere di settembre. Gli ultimi giorni di [...] che guardare il mare. Lo fissavo dalla collina [...] dove avevo una casetta im-mersa [...] un piccolo bosco [...] e di carrubi alla quale [...] accede-va attraverso una scalinata di [...] gradini, sospesa sul ciglio di [...] vallone con un forte strapiombo: [...] fenditura geologica che serra Capri [...] dentro a una forbice dischiusa. Alla conclusione delle vacanze [...] condotto a Torre del Greco per il [...]. Questo viaggio per me [...] che pretendevo di compiere ogni volta in [...] di rendere più intenso il cerimoniale del [...]. Quella che sto per raccontare [...] traversata da me com-piuta a [...] di Corallina alla volta di Torre del Greco: rimonta [...] alcuni anni [...] circa una decina (o forse [...] non mi va [...]. Fu [...] traversa-ta perché poi, qualche [...] vidi moralmente costretto a vendere il barcone, [...] con me stesso nel momento in cui [...] quel trasferimento a Tor-re del Greco -la [...] con il mio golfo. Ma torniamo a quella [...]. Mi svegliai prima [...] e quando arrivai alla [...] anima viva; il cielo era ancora oscuro [...] anche se, in fondo da qual-che parte, [...] deboli luci rosate. In principio, su quel [...] pesare tutto il buio [...] ma bastarono pochi mo-menti [...] tempo di sciogliere un paio di ormeggi [...] quel buio mi si mo-strò di colpo [...] su se stesso, quasi genu-flesso davanti alla [...] incipiente. Dopo i soliti gemiti [...] si mise a pulsare [...] del suo vecchio indomito cuore. Sentivo sulla mia faccia [...] e fresca mentre, a poppa, fissavo la [...] distin-guere, sulla terraferma che mi si profilava [...] davanti, il mio probabile punto [...]. /// [...] /// Intorno a me affioravano [...] di vapore, particolar-mente denso e diffuso alla [...] tanto da [...] quasi dappertutto gli abitati. [...] più gli orrori della «grande [...] Niente più orrori. Tut-to inghiottito dalle cromatiche [...] -macchie di turchese, pervinca, cinabro -ca-paci di [...] tutti i peccati del mondo. Il sole si ar-rampicò [...]. Tut-tavia la [...] luce continuava a es-sere [...] una luce in-cipriata, calda ed eccitante come [...] a volte, da un bellissimo volto di [...]. Te-nevo la barra sotto [...] e guardavo diritto davanti a [...]. Decisi che avrei fatto [...] il sole avesse cominciato a scottarmi la [...]. Quando arri-vò il momento, [...] corda intorno alla vita per non perdere [...] la barca e mi tuffai. Nuotai a larghe e [...] mi sentivo giovane e pieno di vita, [...] vita, anche se, di fatto, ero sol-tanto [...] stava scivo-lando verso un abisso: quello gar-batamente [...] età. [...] era cremosa e limpi-da [...] che, nonostante il Grande Massacro, forse sbagliavo [...] nel mio golfo or-mai non ci fosse [...] la felicità. Quando risalii in barca [...] mangiare: non perché avessi fame ma perché [...] a uno stato [...] che mi rendeva irrequieto, [...] a compiere dei gesti, a fare comunque [...]. Rimisi in moto e [...] Corallina ebbe subito un sobbalzo. Allora parlai alla mia [...]. Le dissi: «Io, di [...] ho viste tante, ma come questa. Magari tu ne hai [...] più belle. Per forza, [...] stai sempre a mare, tu. [...] tratto sulla mia sinistra qualcosa [...] la mia attenzione: una massa nera, irre-golare, lucida. Uno scoglio al lar-go [...] Meta? Possibile? Non ne avevo mai sentito parlare. Era una massa abbastanza compatta [...] irregolare, con un paio di gobbe e allungata da [...] parte. Corressi la rotta mettendo [...] direzione della «visione». A una ventina di [...] ancora non ero riuscito a capire di [...] trattasse: sapevo soltanto che emanava un rivol-tante [...]. Mi tappai naso e [...] straccio unto di nafta e continuai ad [...]. A circa cinque metri [...] mi resi con-to: davanti a me galleggiava, [...] il corpo di una vacca che si [...] vacca gigantesca gonfia, con gli arti posteriori [...] verso il cielo e un grande oc-chio [...] al pe-lo [...] che mi fissava come [...] fissare soltanto [...] del demonio. Proveniva con ogni probabilità [...] a Pompei: come i pomo-dori di scarto [...] proprio in quella stagione, arrossavano a intermit-tenza [...]. /// [...] /// In pre-da a un [...] stu-pore quasi di ghiaccio. Ma di questo non [...]. Una vacanza che finisce [...] a molte malin-conie; se [...] in una mattinata fulgida e infame insie-me, [...] sprofon-dare nel più cupo sgomento. Mil-le pensieri attraversavano come [...] mente che si confic-cavano come chiodi da [...] mi facevano toccare con ma-no tutto il [...] che di atroce era accaduto intor-no a [...] dentro di me. Mi rivolsi alla barca [...] con foga: «È finita, Corallina mia. Questa volta è finita [...]. Non scherzo: tra noi [...] fini-to. Corallina non replicò. E io, fissando la [...] che quel mortale silenzio, quel silen-zio così [...] valeva un addio. /// [...] /// Fu [...] traversata e segnò la [...] il mio golfo Quanti amori non declinano [...] o peggio ancora in ostinato esercizio [...] ERMANNO REA NAVIGLI DI MILANO [...] Nani di corte in [...] Quando finisce la giornata a volte esco di [...] al porto. Lì ci sono la [...] che al tramonto calano [...] e un forte odore [...]. Presto, senza [...] comincio a camminare più [...] miei movimenti si fanno più rilassanti. Perchè attorno al porto [...] diverso da quello del resto della città [...] Mi-lano. Probabilmente il fatto che a Mi-lano ci sia un porto può risultare una sorpresa per [...] ma [...] e se ora è inattivo, [...] agli anni [...] era uno dei più importanti [...] per tonnellaggio di merce in tran-sito. Questo porto fantasma è [...] Darsena, [...] si incontrano i navi-gli che entrano ed [...] Mila-no, il Grande e il Pavese; e la [...] transitava era soprattutto sabbia e materiale edilizio. Dai na-vigli, infatti, sono [...] mar-mo con cui è stato costruito il Duo-mo [...] sabbia con la quale è stato impastato [...] boom edilizio di questo dopo-guerra. Oggi i silos [...] che fi-no a una decina [...] fa stavano a testimoniare quel passato sono spariti; e [...] esiste più neanche la Casa del Marinaio, che con [...] nome altisonante ospitava fino agli anni [...] gli uomini che naviga-vano sui [...] carichi di sabbia. Inoltre la città un tempo [...] attra-versata da una miriade di canali, [...] chiusi e coperti con strade, [...] che si è conclusa solo una trentina di anni [...]. È anche per questo [...] alcune vie di Milano, si è colti [...] di spaesamento; come se dal quadro [...] spuntassero delle incongruenze, ricordi [...] un altro tempo, da [...] forma della cit-tà. Questo avviene in particolare [...] ospita la Darse-na, il Ticinese; denominazione che [...] vaga, più un luogo mentale che geografico. Infatti con questo no-me [...] volte un preciso re-ticolo di strade attorno [...] Porta Ti-cinese e altre volte un qualcosa di indefinito [...] lungo i navigli sperdendosi nella campa-gna, [...] alla città in quella [...] Milano. Sul Ticinese, comunque, si [...] secoli un fitta rete di storie, al [...] leggenda, il racconto horror e il romanzo [...]. La più illustre è [...] Magi, le cui magiche reli-quie sarebbero conservate [...] del quartiere, [...] reliquie che possono vantare [...] infatti nel cor-so dei secoli pare siano [...] rapite e poi restituite alla ba-silica. In particolare nel Medio Evo, [...] possesso di santi resti elevava di molto [...] una città, i tedeschi si distinsero in [...] Magi, che si trova-rono così a far [...] e varie località germani-che. Nella stessa chiesa si [...] tomba di Pietro da Vero-na, un famoso [...] che, essendo stato ucciso con una coltellata [...] sicari di un si-gnorotto [...] è divenuto protettore dei [...]. Così, ancora oggi, persone col [...] dolorante sfilano davanti al-la [...] teca [...] con la fron-te e sperando [...] una guarigione. Nel vicolo [...] di fronte a [...] stavano [...] della dominazione spagnola i [...] del governatore. Vi-vevano tutti in una [...] timore e da cui a preso nome [...] lusca, casa losca). Di lì uscivano [...] e, impu-niti grazie al [...] si dedicavano al rapimento delle ra-gazze di [...]. Lì vicino, in Piazza [...] nel Medio Evo la forca. Vi salivano streghe, eretici, [...] e non doveva essere un grande bello [...]. Tornando ai tempi degli Spa-gnoli, [...] Ticinese era noto per i bordelli che stavano [...] al porto; e da ciò de-riva probabilmente [...] di Porta Cicca che, fino a pochi [...] la zona di Porta Ticinese (da chica, [...]. E poi, [...] la malavita, la ligéra: [...] taverna, sbruffona e sentimentale, che conviveva pacificamente [...] storici protagonisti produttivi del quartiere. Ora anche quella è [...] fatto in tempo a figurare nei primi [...] Jan-nacci e Della Mea; mentre per anni gli [...] hanno continuato a vendere a studenti con [...] ma-landrina dei loro locali, [...] con del Barbera terrifi-cante. Grazie a questo clima tra Bo-hème e [...] il Tici-nese [...] era particolarmen-te amato da socialisti [...] anarchi-ci, che [...] si scontrarono dura-mente con le [...] di Bava Beccaris. Gli anarchici ci sono ancora, [...] a loro si sono aggiunti nel corso del tempo [...] e punk; e infine sono [...] i bar alla moda e le [...] con il loro pubblico di [...] da [...] e telefoni-no: Eppure, sarà la [...] pre-senza dei Magi o [...] dei na-vigli che rende poroso [...] assorbire tutto, il quartiere riesce a far convivere le [...] di chi lo frequenta in un cli-ma di tolleranza [...] usuale [...] Milano. Così persi-no i [...] da bar assumono presto [...] un [...] trasandata, specchiandosi nei [...] seduti al tavolo di fronte: [...] i pen-sionati della zona osservano con aria paterna i [...] trafitti da mille anelli che pascolano i loro cani [...]. Solo la stampa cit-tadina [...] lancia, so-prattutto in estate, in campagne moralizzatrici [...] nor-malizzare un quartiere afflitto da terribili flagelli [...] notturni di bongos, i fumatori di cannabis [...] questo sì, terribile. Allora arrivano i blinda-ti carichi [...] poliziotti e carabi-nieri che scendono guardinghi e con [...] truce, ma dopo un [...] inseguire i ragazzini sui prati [...] piazza [...] gli sembra una va-canza; [...] cosa che con-trollare i [...] quartieri periferici, dove si rischia [...] la pelle. Così il ticinese continua a [...] di zona un [...] aliena, persino nello spap-polamento della Milano terziaria e leghista. È un posto in [...] arrivati vengono ancora guardati prima con ironia [...] affetto, siano essi i militanti che partivano [...] «Stalingrado» dalla miriade di sedi politiche del quartiere [...] o i filippini che oggi af-follano a [...] do-menicale nella basilica di San Lorenzo. E su tutto alleggia [...] storie antiche e mo-derne che scorrono in [...] bizzarra e teatrale [...] di tempo, spazio [...]. È per questo che, [...] passeggiate al porto, a volte sbir-cio dentro [...] per vedere se ci [...] del go-vernatore. Sul Ticinese si è depositata [...] secoli una fitta rete di storie, al confine tra [...] leggenda, il racconto horror e il romanzo [...] Si dice che [...] spagnola. /// [...] /// Sul Ticinese si è depositata [...] secoli una fitta rete di storie, al confine tra [...] leggenda, il racconto horror e il romanzo [...] Si dice che [...] spagnola. (0)
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