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Il resto dello slang [...] e andarci dietro è [...] disperata. Parliamo del linguaggio dei [...]. È un linguaggio con [...] da un lato è fortemente «mimetico» della [...] afroamericane, [...] si riallaccia a una [...] scrittori neri che risale almeno fino a Ralph [...] e al suo straordinario «Uomo [...] infine, si lega al linguaggio della musica, [...] ma anche del nuovo [...]. Insomma, i modi in cui [...] neri stanno trasformando [...] sono molteplici, e [...] riusciamo appena a [...]. Alcune grandi lingue letterarie [...] proprio per il loro essere lingue trans-nazionali, [...]. Ciò vale soprattutto per [...] ma anche per [...] per il francese, per il [...] per lo spagnolo. Con [...] entriamo in questo mondo. Ci rimarremo a lungo. Vive a New York, [...] Los Ange-les, ha studiato a Boston: [...] un bel pezzo [...] nella biografia di Paul Beatty, [...] nulla a confronto della biografia del suo [...] Gunnar [...]. Entrambi sono neri, [...] il che, per uno [...] Gunnar (come [...] è davvero singolare. Ma andiamo con ordine. Paul Beatty ha 34 [...] uno dei più importanti gio-vani poeti americani [...] ha pubblicato il suo primo romanzo, White Boy Shuffle, [...] in italiano (la brillante traduzione è di Nicoletta Vallorani) Il blues del ragazzo bianco. Gunnar [...] è il suo eroe: [...] in prima per-sona, narra nel romanzo la [...] quella dei propri antenati. Gunnar, un ragazzino che [...] più fetenti slums di Los Angeles e [...] e psicopatici, scrive poe-sie, è bravo a [...] i pronomi al posto giusto e, pur [...] di famiglia («Che io sappia nessun maschio [...] è mai andato a [...] donna bianca, non per caren-za [...] animalesco né per de-siderio [...] purezza raz-ziale, ma solo per paura»: [...]. [...] tra [...] del dibattito [...] e sulle metamorfosi [...] che Franco La Polla affronta [...] in questa pagina. Paul, una delle cose che [...] più ferocemente, nel tuo libro, è il mito della [...]. Perché? «Credo sia [...] bellissima e ir-realizzabile. È ovvio che dobbiamo [...] stesso rimango convinto che sia [...] cosa, come dire?, innaturale. Il matrimonio di Gunnar [...]. Che, se vuoi, diventa doppia-mente [...] perché [...] Gunnar non [...] ma alla fine [...]. Come definiresti la lingua che [...] «Non è [...]. La verità è che Gunnar [...] sé, un frullato di lingue: per-ché è [...] ghetto ma è colto, quindi sa mescolare [...] strada, quella con cui tutti siamo cresciuti, [...] aulico che deriva dalle sue letture. Io sono nato a Los Angeles e vivo a New York: sono due città in [...] vivi circondato dai linguaggi: lo spagnolo, le sue commistioni [...] il ger-go chiuso del [...] certa-mente. Gunnar parla (e io [...] macedonia di tutti questi ingredienti». [...] differenza [...] gerghi afroa-mericani di New York [...] di Los An-geles? «Sì. New York è più [...]. Il ger-go, lo slang, [...]. Los Angeles è una città [...]. Uno dei capitoli più [...] è quello in cui Gun-nar racconta dei [...]. Quanto [...] in questa parte, di au-tobiografico? «Poco. Io risalgo al massimo [...] e questo vale per molti afroamericani. Le nostre generazio-ni passate [...] dal-lo schiavismo prima, [...] delle famiglie dopo. In que-sto, [...] è un paese ipocrita: si [...] tanto [...] dei va-lori familiari, e poi [...] sa nulla [...]. Un critico [...] il [...] ovvero alla «Forrest [...]. /// [...] /// [...] punto in comune fra [...] e Forrest [...] è che sono narrati [...] e che entrambi [...] o addi-rittura inventano, il [...]. /// [...] /// Alberto Crespi Scriveva più [...] (in The Black [...] a cura di Addison [...] jr. Affermazioni certamente condi-visibili. Solo che [...] di lì a poche [...] volte cri-ticato [...] del dialetto nero, che [...] di vedere doveva essere impiegato «negli idiomi [...] piuttosto che nella spezzettata fonetica del di-scorso». Oggi le cose sono [...] non sono più Richard Wright, [...] Hughes, [...] Cullen, [...] Johnson; non sono più [...] di un linguaggio che smussava le asperità [...] quello che sino a poco tempo fa [...]. In certo senso, la [...] ribaltata: un tempo le varie com-ponenti etniche [...] dando vita al cosiddetto «slang americano», oggi [...] si piega e contribuisce a un linguaggio [...] definito [...] e che sta diventando [...] Usa [...] dei temi più caldi e di-scussi da [...] e linguisti (da tempo, sul sito Internet [...] arrivano una de-cina di [...]. Le costruzioni grammaticali, il modo [...] esprimere il tempo, il si-stema pronominale, le abbrevia-zioni sono [...] territori [...] di un linguaggio non tanto [...] per le strade metropolitane come la [...] (ve la ricorda-te?) e il [...] ma radicato molto più indietro nella storia dei neri [...] un linguaggio che per azioni abituali usa il verbo [...] («essere») senza coniugazione (I [...] sto camminando) e che per [...] causa non poca confu-sione. Ma la causa fra [...] comunque i non neri): talché, mentre per [...] I been [...] significa certamente «sono sposato [...] primo significato che viene alla mente di [...] «un tempo sono stato sposato». Come si vede, nella [...] America [...] persino la lingua nazionale è riuscita a [...] di differenza, superando le semplici diversità di [...] vocabolario. Non più due modi [...] stessa cosa, ma un modo solo per [...]. La cosa, si diceva, [...]. Ancor oggi si discute [...] afroamericano: chi dice che i primi neri [...] subito il dialetto che sentivano parlare dai [...] dice che essi -a causa della separazioni [...] dei padroni -hanno sì raccolto [...] ma passando prima per [...] e poi per quella creola, e naturalmente [...] proprio linguaggio nativo. Come spesso avviene, il [...] anche un ver-sante di creatività, nel senso [...] creativa a una situa-zione di acquisizione linguistica. [...] tuttavia, trova ragione e fondamento [...] in un altro motivo. Gli schiavisti furono sem-pre [...] concentrare i neri nelle piantagioni in modo [...] di lingua diversa non potessero comunicare tra [...]. Ep-pure gli schiavi di un [...] a creare un linguaggio comune [...] da dire: una koi-nè) che permettesse loro [...] un [...] come era successo con gli [...] utilizzati in modo funzionale per avvertire i fuggia-schi di [...] qualche pericolo incom-bente (un canto come Guado [...] ad esempio, veniva subito intonato [...] informare i fuggitivi che stavano arrivando i cani e [...] era, perciò, più sicuro rimanere [...] del fiume). La cosa più sorprendente [...] differenza da quel che si può pensare, [...] oggi par-lato, sia pure in diversa misura, [...] i membri della minoranza nera, compresi quelli [...] ed i pro-fessionisti, che nel lavoro quoti-diano [...] modo re-golare. È questa la [...] forza: avendo giocato un [...] formazione [...] nera e nel creare [...] esso continua ad [...] il più ra-dicato emblema, [...] un medico, o un ingegnere -se ne [...] in famiglia parlando in inglese regolare ver-rebbe [...] e tac-ciato di presunzione. Naturalmente [...] è parlato in maggior [...] classi basse (anche se nessuno si esprime [...] esso), ma non è raro [...] la presenza negli stessi [...] Jesse Jackson. [...] bianco la cosa non piace. Probabilmente perché, nato con la [...] ri-porta alla mente e alla [...] dei vecchi padroni una macchia poco simpatica. Inoltre, esso è [...] prova che gli afroame-ricani sono [...] lontani [...] stati assimilati al [...] statu-nitense. [...] in questo senso, conferma [...] differenza di modelli linguistici. Forse per questo alcune [...] California, si è fatto un gran parlare [...] dal consiglio scolastico della città di [...] -di introdurre [...] (fra i critici più [...] come lo stesso Ja-ckson e Maya [...]. Natural-mente la deliberazione è stata [...] nel quadro di una situazione nazionale molto complessa per [...] riguarda [...] multi-culturale. [...] atmosfera di su-scettibilità coltivata da [...] in ogni gruppo etnico, [...] stato subi-to chi ha visto [...] questo un tenta-tivo di minare la predominanza [...] come materia [...]. È infatti vero che [...] americani sta da tempo premendo la volontà [...] (in realtà, ormai, impro-priamente definite tali) per [...] di spagnolo (la vera pietra della discordia) [...] straniera ma alla stessa stregua della lingua [...]. È anche vero che [...] a uno statuto linguistico istituzio-nale (anche se [...] lo considera non dialetto [...] tutti gli effetti) e che, soprattutto, [...] della pole-mica vige un [...] scolastico di [...] aveva inteso aiutare i [...] impadronirsi di una soddisfacente conoscenza [...] utilizzan-do la loro indiscutibile [...]. Che del resto questo [...] nei fatti una [...] è provato, come sostiene [...] romanziere e polemista afroamericano, Ishmael Reed, [...] non solo di narratori, [...] anche di cantanti blues, folk e pop, [...] come Il colo-re viola di Alice Walker [...] di Elvis Presley. /// [...] /// E quando lo riconoscono, [...] patrigno. Molti ragazzi bianchi credono [...] Bill Haley a inventare il [...]. Apprezzato e imitato [...] (si pensi solo ai vari [...] di [...] nazionale in tutto il mon-do), [...] ha le carte in regola per allinearsi con tutti [...] altri «co-lori» [...] (lo [...] asiatico, il red dei nativi, [...] così via). Un pro-fessore di Berkeley, Bob Tracy, ha persino sostenuto [...] di un green [...] un «inglese verde» parlato dagli [...]. E noi restiamo in [...] risultante finale che pri-ma o poi dovrà [...] mescolanza dei colori sulla tavo-lozza della bottega [...] grande, importante e pericolosa del mondo: gli Stati Uniti [...]. Franco La Polla Lingua nera Roberto Cavallini Non [...] più solo lo «slang» Negli States [...] I clandestini messicani alle porte [...] Los Angeles nel nuovo romanzo di [...]. [...] Boyle [...] contro [...] fagioli, [...] e paura «Ho cercato di [...] due mondi in collisione -dice lo scrittore -e come [...] al di là delle convinzioni [...]. /// [...] /// Provate a immaginare da una [...] una tavola piena di sushi di salmone, [...] Pepsi, granita di pompelmo, ostriche [...]. [...] fagioli du-ri, caffè nei bicchiere [...] polistirene. Da una parte preziosi cani [...] pedi-gree, [...] coyote affamati. Da [...] di varcare la «cortina di [...] la frontiera che divide il loro mondo di miseria [...] dei bianchi. Ecco, [...] sempre un muro da [...] América, il nuovo libro di [...]. [...] Boyle (Einaudi, lire 32. Un muro, e tanta [...] poveracci clandestini, braccati eternamente dalla Migra, la [...] quella dei ricconi che si sentono eterna-mente [...]. Alla fine non crollerà [...] ver-ranno stabiliti contatti. Ci sarà solo qualche conflitto [...] coscien-za in più. [...] Boyle è un [...] trapiantato in California, a Santa Barbara. Ha un passato da hippie [...] un ra-gazzaccio»), una cultura preva-lentemente televisiva («ho co-minciato a [...] a [...] li-bri, ed erano tutti libri [...] una passione per la biologia. È ricco («Vivo in [...] case progettate da Frank Lloyd Wright. Non [...] co-stata due lire»), è un [...] «Ho una posizione duplice nei con-fronti [...] clande-stina: come contribuente mi chiedo [...]. [...] parte sono profondamente antirazzista, an-che [...] non ho soluzioni. Scrivo, forse, per cercare [...]. Impegnato e accattivante, Amé-rica [...] un conflitto fra due vite opposte e [...] Cándido, scalogna-to messicano che varca il confine [...] América. E quella di Delaney e [...] compagna, coppia libe-ral, tollerante, [...] arroccata nel nuovo residence a [...] di coyote e clandestini. Boyle li segue passo passo, [...] primo [...] incontro, pal-leggiando [...] le lo-ro giornate così diverse. Un capi-tolo per uno, [...] trucco da giocoliere -dice lui -che tiene [...] mela e fa volare [...] uno stile flui-do, colorato, [...] di una luce sinistra man mano che [...] rischiano di avvicinarsi, che il rifugio nel [...] fuoco, che la gattina siamese dei bianchi [...] dei disgraziati. E mentre continua il [...] oggetti nei sogni dei clandesti-ni: il bagno [...] ronzanti ed efficien-ti, i picnic, il giardinetto [...]. Un paradiso tanto simile [...] dagli albanesi di fronte alla tv. Voglio perfino che alla [...] ci sarà un incontro fra Cándido e Dela-ney, [...] bianchi. Invece [...] non siamo a Hollywood, sia-mo [...] mezzo a una guerra: e io la voglio far [...] con i colori [...] nero, con una lente satiri-ca». La guerra che si [...] Arroyo Blanco è a colpi di benes-sere: si [...] per stare a contatto con la natura, [...] fuggire «le persone» che rischiano di sciupa-re [...] reti e poi muri [...] non far entrare niente nel giardino con [...] a pensare che questi messicani sì, in [...] troppi. E la paura sale fi-no [...] diventare una pentola in ebollizione. Si comportano come tribù, [...] riconoscer-si fra simili, affibbiano etichette su tutto [...] diverso: [...] i bianchi, [...] i messicani. Non si conoscono, e [...] si temono». /// [...] /// Non si conoscono, e [...] si temono». (0)
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