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E [...] quello che sarebbe [...]. Certo, si potrebbe dire [...]. Ma in [...] quali sono i personaggi [...] storie «migliori» di Carver? Come si fa, [...] sono passati dieci anni dal 2 agosto [...] data in cui Carver morì a soli [...] tumore ai pol-moni? (Sono passati dieci anni: [...] li aveva considerati un regalo, una pacchia: «Non [...] parola. Perché proprio quella è [...]. /// [...] /// Undici anni / fa [...] che aveva solo sei mesi da [...]. Come si fa a [...] personag-gio migliore «Il marito di Sandy che [...] sul di-vano da quando tre mesi prima [...] compleanno, proprio quando la [...] appena ordinato la torta dal fornaio con [...] suo nome, Scotty, viene investito da una [...] E il [...] di Rita, che era [...]. [...] mai visto» è un [...] della vecchietta che ha pas-sato tutta la [...] in con-tinuazione cambiando decine e de-cine di [...] E [...] di quattro amici che trovano un cadavere [...] conti-nuano imperterriti a passare il loro [...] da pescatori in campeggio [...] della cop-pia di sposini che vanno sempre [...] casa dei vicini, fino a [...] perfino i loro vestiti, [...] I mille personaggi di queste storie hanno [...] in comune: [...] che non potrebbe essere [...] «Carver Coun-try», secondo una definizione che prese [...] America quando alla fine degli anni Settanta [...] diffusione («ma non mi [...] supermercato», si scher-miva lui), e dopo che [...] aveva già detto che le storie di Carver [...] crona-ca di [...] (la città dispe-rata). Tess Gallagher, la compagna [...] nel 1989 aveva scritto, a proposito di [...] confini piut-tosto incerti: «Il cosiddetto Carver Country [...] di senti-menti e di realtà [...] umano che esistevano in America, [...] prima che Ray iniziasse a [...]. Ma è stato solo [...] scrittura che noi tutti abbiamo iniziato a [...] quei personaggi e a quei sentimenti». È [...] ragione o per [...] non vengono pagate quasi mai» [...] dove «la sfortu-na della gente è innata e senza [...]. Eppure, quella gente ab-bandonata nella [...] di Carver Country vive sempre con [...] che alla fine sarà in [...] modo ricompensata per la [...] pazienza e sofferenza». E lo stes-so Carver [...] di que-sto: «Prima di leggere le recensioni [...] non mi era mai passato per la [...] gente di cui parlo fosse così mal [...]. Cameriere, garagisti, autisti, piccoli [...]. Ma [...] è piena di gente così. È tutta brava gente. Gente che ce la [...]. È un [...] così realistico (o forse iperrealistico, [...] me-glio ancora [...] per [...] affibbiata alla [...] opera che Carver accettava di [...] grado che non quella di minimalismo), da [...]. Un episodio apparentemente del tutto [...] in un racconto di Carver («Che [...] fatto tutti», in «Voi non [...] che [...] è un rapido scambio di [...] in una telefonata fra un uomo di mezza età [...] una [...] vecchia aman-te di tanti anni [...] che ci sono successe tutte [...] cose? Eravamo tanto della brava gente». Ec-co cosa sono gli [...] donne che po-polano Carver Coun-try: «brava gente», [...] la mette tutta». Persone per lo più [...] familiari ed economici, che hanno un posto [...] sempre che non [...] appena perso. La [...] del [...] degli Stati Uni-ti, che il [...] romanzo ameri-cano» non aveva mai raccontato, abita in questi [...]. E in que-ste poesie. Perché ormai quando diciamo [...] del-la prosa che della poesia di Car-ter, [...] simili nei contenuti e nelle te-matiche, nella [...] nella densità, mentre nella forma sembrano davvero [...] una diversa frequenza degli «a capo». E se questa non è [...] vera novità (il narrative [...] nella letteratura nordamericana del dopoguerra [...] una forma piut-tosto frequentata), dove Carver riesce a dare [...] originale della [...] personalità letteraria è nella sag-gistica. La produzione [...] di [...] non è [...] è quasi esclusivamente autobiogra-fica [...] racchiusa in tre li-bri, se insieme a «Voi [...] che [...] e a «Non [...] (un volume postu-mo che [...] suoi scrit-ti sparsi e che sarà presto [...] ci mettiamo pure la preziosa, imprescindibile intervi-sta [...] «Paris [...]. In questa conversazione con Mona Sim-pson [...] Lewis [...] come negli altri suoi [...] Carver [...] co-stantemente in prima persona della [...] vicenda personale, dei suoi [...] per [...] permettere il lusso della [...] in seghe-ria, ho fatto [...] delle pulizie, il fattorino, [...] una stazione di servizio, ho fatto il [...] magazzino: [...] un altro, io [...] fatto»), della tra-gedia [...] del rapporto burrascoso con [...] Mary Ann e, in generale, della [...] «prima vita» (quella vissuta [...] di bere), di quel giorno che in [...] gettoni si rese conto di come il [...] precipitando addosso e la [...] vita disastrosa non gli [...] tempo alla narrativa; e ancora della morte [...] una mi-sera baracca vicino alla segheria dove [...] doveva lottare per arrivare alla fine del [...] mese, dello squallo-re che avvolse la [...] esistenza fi-no al 2 [...] che considerava il suo secondo com-pleanno perché [...] in cui finalmente abbandonò per sempre la [...]. Insomma sembra che alla fine, [...] sia proprio Raymond Carver il più riuscito dei personaggi [...] il figlio alcolizzato di un operaio e di una [...] che si sposa a 19 anni, che deve fare [...] salti mortali per mantenere la moglie e i due [...] arrivati troppo presto, e che per trovare [...] domestico un [...] di pace e di concentrazio-ne [...] dopo cena è costretto a [...] la mac-china da scrivere in garage. Da quando abbiamo imparato [...] e le interviste -a conoscere la [...] vicenda persona-le, non riusciamo [...] a me-no di scovare in ogni personaggio [...] arte letteraria al-meno un pezzetto della [...] storia vera. E così Carver è [...] San-dy e il ciccione della tavola calda, [...] che trova il cadave-re e il vicino [...] curioso, è il ragazzino in-vestito e la [...]. In ognuno di loro [...] di Carver, nelle loro storie che hanno [...] di Carver Country e girano tutto il [...] dieci anni dopo che la «pacchia» è [...]. Marco Cassini Nei suoi [...] cronaca di una quotidianità fatta di problemi [...] piccoli sogni Robert Altman, nel suo film «America [...] trasformò in un affresco che a Raymond [...] City I cittadini di Carver City E presto [...] sceneggiatura su Fjodor Dostoevskij Garzanti, [...] «Elefanti», ha pubblicato «Di cosa par-liamo quando parliamo [...] «Vuoi [...] zitta per favore» e «Chi ha usato [...] Mondadori, negli Oscar, ha proposto «Cattedrale». Einaudi, nella collana «Stile Libero», «Il [...] di scrittore». La casa editrice minimum [...] «Intervista con Raymond Carver», ha pubblicato la raccolta [...] «Il nuovo sentiero per la cascata» e «Voi [...] (sag-gi, poesie, racconti). Sempre minimum fax ha [...] «Dostoevskij» (sceneggiatura cinematografica scritta a quattro mani con Tess Gallagher), «No [...] le poesie di [...] Water [...] Water» e di «Blu [...] nel [...] da [...] e infine i «Taccuini [...]. Il boom della sostanza [...] i dilemmi del paese asiatico oppresso dalla [...] la Cina pensa di [...] BRUNO [...] Ogni lunedì due pagine [...] e al mondo [...] CRONACHE del [...]. Ormai, una rubrica fissa del [...] globale. In Italia, tra levate [...] diffidenze laiche e testimonianze [...] di sportivi ed anchor-men, [...]. Ma [...] è vero boom della so-stanza. In Russia la vendita [...]. Mentre negli Usa, [...] e il [...] ci sono stati [...] e [...] ordinativi di flaconi. La [...] produttrice del farmaco, ha in-crementato [...] il suo valore, e a [...] si scommette [...] titolo capace di tonificare una [...] depressa. [...] stata la vicenda di Diego [...] infartuato dopo [...] preso il [...]. Chiede 85 milioni di dollari [...] indennizzo per [...] di [...] nel flacone. Ma sono i rischi del [...] selvaggio, non governato. Frat-tanto in Canada è [...] apposita che rimpinza i suoi clienti di [...]. È «La clinica canadese [...] offre [...] chiavi in mano, al [...]. Poi [...] Israele, dove sono stati [...] sponsor della pil-lola. Primo a [...] Ha Co-hen, rabbino capo di Haifa. Che, [...] del biblico «crescete e moltiplicatevi», [...] proclamato: [...] del [...] è in sé una buona [...]. E si capisce: con [...] religione ebraica non ha un rappor-to fobico. Tanto che persino il Tal-mud [...] mangiare aglio prima della copula. Non senza rac-comandare [...] erotico dello [...] con [...] di non trascurare il piacere [...]. No-tizie interessanti anche dalla Cina. Nel paese della bomba [...] partito il mercato nero delle «pillole blù». E le compresse, rivela «Il [...] Pechino», si vendono a 36 dollari al [...]. Importazio-ne tollerata, vendita vietata. E il quotidiano rivela [...] farma-cia di [...] la polizia ha rinvenu-to [...] di trenta pillole con dieci flaconi di [...]. Il farmacista ha detto di [...] venduto una sola pillola. I cine-si però hanno già [...] il [...] ossia «Grande fratel-lo». Il che non ha nulla [...] che fare con Orwell, bensì con [...] di un [...]. [...] che le statistiche ufficiali rivela-no [...] di impotenza nella po-polazione maschile. Dunque, la Ci-na come [...] per la [...] dove le autori-tà si [...] tra tolleranza e divieto. Come mai? Pri-ma (facile) risposta: [...] circuito tra eros potenziato e [...] demografici. Già, ma [...] come si spiega? Chissà, [...] qualcuno ha ragionato al contrario. [...] e se sgan-ciassimo [...] dalla procreazione? /// [...] /// [...] della pillola, pur sempre associata [...]. [...] come [...]. Dunque di controllo culturale [...]. Alleato e «fratello» di [...] erotico. E magari, ragionando così, i [...] potrebbero far centro. Tra-sformando politicamente un virus [...]. /// [...] /// Tra-sformando politicamente un virus [...]. (0)
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