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[...] ora che il suo nome [...] certezza. Circa una decina di [...] alcuni conoscenti guardavamo gli avvisi matrimoniali di [...] un po' per ridere, un po' per [...] non certo per corrispondere. Uno tra gli altri [...] Trentenne, laureata, ruolo scuole [...] desiderosa affetto sicuro [...] adeguatamente, disposta trasferirsi Milano, [...] X [...]. Questa città di X, [...]. Eppure pensavo a Teresa Martino, [...] il suo carattere, le sue manie, la [...] (in realtà Teresa ne aveva più di [...] sa che nelle inserzioni calano). Ne accennai agli altri, [...] si cambiò discorso. Ma più tardi, rimasta [...] faccenda, rivedevo quel tempo passato a X. Era stato quattro anni [...] piena di gentilezza come solo in celta [...]. Non che fossero nobili [...] quella casa, tutt'altro, uno strano misto erano, [...]. Padre, madre e tre [...] e un maschio, il più giovane. Erano stati, erano ancora [...] fatto studiare 1 figli, Teresa era arrivata [...] altri [...] no. [...] un ritorno con ingredienti letterari [...] ridicoli, [...]. Nella casa nuova, moderna, [...] costruiti alla periferia della città, abitavano tutti, [...] di poco sotto i sessanta, la figlia [...] inconcludente, [...] ed e-legante, fard, trucco, [...] mode, brontolamenti salottieri in cui non si [...] la caricatura svitata di qualche personaggio alla Franca Valeri [...] figlia. Teresa: la [...] macchina parcheggiata in cortile, la [...] scuola, la [...] fama di intellettuale, il suo [...] a parole, esibito. E realmente tra loro [...] del tu e si trattavano da sorelle, [...] Rosa [...] dava del lei alle [...] e ne riceveva uno [...]. Logicamente avrei dovuto frater-nizzare [...] Teresa, dovevo eseguire una certa inchiesta giornalistica. Ogniqualvolta cercavo di capire [...] ventinove anni [...] ma forse ne aveva [...] e le faceva terrore contare col tre [...] davanti come una siepe di spini o [...] mi pareva di rigirarmi in uno di [...] di ville venete, tra corridoi verdi resi [...] di abbandono. Era e-lementare e ovvio [...] Teresa [...] una esasperata introversa, caricata di grovigli di [...] soprattutto. Né potevano [...] da minorazioni fisiche: era [...] in realtà, il suo trucco meno accentuato [...] sorella, non urtava. Casomai avrebbe potuto indisporre una [...] eterna espressione di disgusto, di malcontento. Una volta le chiesi (e [...] per fare della psicanalisi da [...] stata in collegio da bambina? [...] al ginnasio, purtroppo. Poiché me lo [...] e rimasto il segno, [...] sola. Era un collegio di [...] Ci hai sofferto [...] e ti creavi umiliazioni. Ma adesso non sei [...] una spallata, di [...] su?No, Teresa non era [...] assolutamente, né su cose del passato e [...]. Non capiva per nulla [...] fraintendeva e si immusoniva. Intelligente per cose libresche [...] totalmente sprovveduta in fatto di humour. Mi dovetti fare [...] misurare attentamente le parole con [...] serio soltanto, io che sono [...] nelle [...] valli cadorine dove una gente [...] civiltà antica lavora sodo, senza discriminazioni, si, ma a [...] scherza, rifà il verso. Gente che si giustifica [...] si ride si è vivi [...] oppure « la vita [...] ridere ci si aiuta [...]. Ma con Teresa niente; [...]. Te-resa guidava male, forzava o [...] picchiare in testa, tutta una violenza di frenate e [...] grattate, un [...] menio al motore che faceva [...]. E rossori improvvisi e [...] automobilista incrociato o sorpassante in cui sospettasse [...] cosa facile) compatimento per la [...] sballata guida femminile. Naturalmente quando provai a [...] qualche difetto, si adirò senza [...] si offese e. In altrettanto silenzi») la [...] che lei si pagasse i danni e [...] tempo. Ma quella volta in [...] quel dosso mi rifiutai di mentire. Il suo paese? Ecco [...] vigneti, uliveti argentei fino ai più alti [...] crinale alta incappucciata da una galoppata di [...]. E fattorie e case [...] sì problemi, ma non povertà. [...] bellissimo il tuo paese, vorrei [...] più tempo per andare a frugare ogni borgo, stradine [...] stra-delle, fare una volta tanto la turista capillare. O meglio la merciaia [...] modo vero per chiacchierare anche con la [...] delle domande di inchiesta. Ma la mia famiglia? Parla [...]. Ma sincera del tutto non [...] essere, [...] brava gente e soprattutto fai [...] a [...] specie i tuoi vecchi. Ogni essere umano è [...] come vuole e di lavorare come vuole, [...] vigne o Emanuele Kant, le vacche di [...] i cosmetici [...] tua sorella. E che vuoi farci? Cosi ancora per giorni [...] non replicare ai vari « che gusto [...] senza scopo [...] ce dopo? Il padre lo conobbi [...] che andai a [...] io, a sera, nella [...] e Teresa era furibonda perché il fratello. La mia silenziosa disapprovazione fini [...] e disse [...] E vacci, vacci tu a [...] giacché li difendi [...]. Corse in camera e [...] singhiozzi isterici su per la scala. Sapevo dove era il [...] di città e si infilava una stradetta [...] dapprima costoni aridi, non era uno dei [...] perfino lo scarico delle [...] un nugolo di avvoltoi enormi e scuri; [...] scendere in quel vallone arido, solitario, brutto. [...] Giovanni [...] si levavano col biro [...]. Ecco il muretto, il [...] dello zio Gabriele e oltre il muro [...] nella pietraia. Discesi a [...] e lo [...] tra i [...]. [...] disossa, si disossa questa terra [...] ce n'é sempre. Tutto era ordinato, pulito. [...] ce la fa a far [...] da solo? [...] grande. /// [...] /// Certe volte si è [...] dolore é peggio, quello stanca. E che farei sempre [...] A muovere la cenere nel focolare? O a [...] che gusto ci trovi, cosa conta? [...]. Loro non vorrebbero che [...] che lei abbia capito, [...]. Teresa [...] definito « rettorica [...] terra [...]. [...] mi [...] su una foglia dei [...] fico, erano fragranti, maturati sul ramo, li [...] staccava adagio. Ma i frutti dolcissimi [...] facevano passare la sofferenza che [...] dentro per lui; quella parve [...] un momento b:eve una gran [...] di vino [...]. Mettemmo canestri e arnesi [...] seppure in silenzio capivo che zio Gabriele [...] e felice, sì sentiva [...] i. Si definiscono progressiste, ma [...] sanno che deve cominciare dal cuore, io [...]. [...] la mente che lo lavora, [...] deve [...] nel cuore dico io. E la cattivella lo [...]. Disse al ponte, prima di [...] in [...] una cosa. Può fermarsi un minuto? Ecco, [...] Teresa parla sempre di [...] a Milano, disprezza tutto [...]. [...] ha onore e buon posto, [...] macchina [...] una casa e una vita [...] mi pare. La lascio fare quel [...]. Ma è scontenta, [...] lei crede che via, là, [...] dissi dura. La metropoli oggi è [...] sicura di sé, gaia e forte, quella [...]. Ma Teresa è chiusa [...]. Le vogliamo bene, ma non [...] sa mai come [...]. Ma io voglio bene [...] le loro ferite sono [...]. Se restasse [...]. Provi a [...] lei sa come sono [...] il nord. Le metropoli sono aride [...]. Ma che resti [...] a risparmiarsi ferite. Naturalmente provai e fu [...] Teresa [...] il dialogo in un monologo di protesta, [...]. Partii, ci scrivemmo per [...] lettere [...] Teresa arrivavano con un [...] cominciavano sempre con fastidiose scuse per tale [...]. E tutto [...] formale, arido. Fu un sollievo per [...] corrispondenza si spezzò e fini. /// [...] /// [...] tirai sui [...] anni, giovanile, ritagliai da un [...] una foto di un mio amico dal bel viso [...] (sposato, con sei figli). E riuscii a [...] con tutta discrezione una frase [...] cui si diceva la bellezza di una unione che [...] necessita di solo affetto, ma anche. Perché ora ero sicura [...] come avevo sempre sospettato [...] che Teresa non affetto cercava, [...] era. Giacché forse il suo [...] a parole, le impediva liberi amori. Naturalmente diedi un recapito [...]. [...] era Teresa Martino, rispose [...] e le righe ben allineate e le [...] rivelavano la [...] chissà quante volte rifatta, [...] «chiarissimo dottore » assolutamente assurdo e seguitava [...]. Specificava il s io stipendio [...] la [...] dote, la [...] famiglia perbene e la [...] citta molto noiosa E proponeva [...] venire a un appuntamento. Rilessi la letterina di Teresa [...] di [...] era cosi squallida [...] non avrebbe invogliato nessuno. Aggiunto questo tassello nella [...] Teresa, non mi restava che far volare [...] carta nella tromba delle immondizie. /// [...] /// Aggiunto questo tassello nella [...] Teresa, non mi restava che far volare [...] carta nella tromba delle immondizie. (0)
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