In questa situazione, il [...] di ogni forma di [...] leninista [...] è ancora quello di [...] cuore dello stato », il mitico centro [...] il sistema con tutte le sue perversità. Credo che anche al [...] risonanza che ha nei media e [...] obiettivo delle sue imprese, [...] dello straordinario impatto che il terrorismo ha [...] è che noi siamo ancora tutti, almeno [...] cioè ancora terrorizzati da antiche repressioni e [...] ancora bisognosi di valori rassicuranti forti, di [...] che, eventualmente, dimostri la [...] potenza anche con il [...] (pretesa) giustizia sommaria delle gambizzazioni, degli omicidi, [...]. La forza rassicurante che [...] padre è dello stesso tipo di quella [...] come soluzione finale, radicale, totale; proprio quei [...] « giustizia proletaria » si attribuisce e [...] possiede nella fantasia di una società incapace [...] del mito della rivoluzione. Il terrorismo; ma anche [...] in una svolta radicale della storia, di [...] come manifestazione decisiva e conclusiva della verità [...] con tutte le conseguenze [...] di intolleranza che questa fiducia comporta [...] tutto questo è il [...] ancora soffriamo e che si può descrivere [...] nichilismo reattivo, nostalgico, risentito. In un bellissimo passo [...] II [...] e la [...] ombra, Nietzsche scrive: « [...] sono state poste molte [...] disimpari a comportarsi come un animale: e [...] divenuto più mite, spirituale, gioioso e assennato [...] animali. Ma ora soffre ancora [...] portato per tanto tempo [...] mancato per tanto tempo [...] e di movimento libero. Solo quando anche la malattia [...] catene sarà superata, la prima grande meta sarà veramente [...] la separazione [...] dagli animali [...]. Certo, prosegue Nietzsche nella [...] di liberazione dalla malattia delle catene, verso [...] vita gioioso, non angosciato, esige prudenza ed [...] compito difficile: proprio perché tutto rischia di [...] comportamenti reattivi, risolvendosi nella pura e semplice [...] schiavitù nuova a quelle vecchie. Noi però, rispetto a Nietzsche, [...] una situazione relativamente più avanzata; questo almeno [...] come si è detto, [...] e sempre più massiccio [...] con la favola (o con il simulacro, [...] e [...] sulla traccia di [...] lettore di Nietzsche), la [...] apre in modo più netto la possibilità [...] malattia delle catene; la possibilità, cioè, di [...] i rapporti con noi stessi e con [...] prospettive più morbide, meno [...] F. Nietzsche, Umano, troppo umano, [...] Sossio Giametta, n, Milano, Adelphi, 1967, p. ///
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Nietzsche, Umano, troppo umano, [...] Sossio Giametta, n, Milano, Adelphi, 1967, p.