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A [...] il consiglio di amministrazione ha [...] Pierre [...] già direttore generale del Centro [...] del cinema. Robert [...] Le Bret si occupò [...] Festival [...] fin dalla nascita della [...] prima in qualità di delegato generale e [...] presidente. Il consiglio di amministrazione [...] presidente onorario. E morto il tenore Jan [...] YORK [...] Lutto nel mondo della [...]. È morto a 80 [...] ospizio di New York, Jan [...] uno dei più celebri [...]. [...] il cui vero nome [...] Jacob [...] fu membro per 27 [...] operistica del [...] e lavorò anche a [...] nella commedia musicale «11 [...]. Aveva continuato a dare [...] due anni [...] quando fu colpito da [...] di polmonite che lo fece cadere in [...]. ROMA [...] -Fine della politica? Identità e [...] nella metropoli». È questo il tema [...] si apre stamane a Roma (ore 9 [...] Gruppi parlamentari, via Campo Marzio 74) organizzato [...] culturale «Laboratorio Politico», dal Comune [...] Roma e dalla Regione Lazio. Moltissime le relazioni e [...] Gian Enrico Rusconi, Alberto Abbruzzese, Bianca [...] Giovanni [...] Angelo [...] Marcello Fedele, [...] Ilardi, Otto [...] Alberto Melucci, Tamar [...] Rossana [...] Luisa Sciolla, Francesco Dal Co, Francesco [...] Manuel [...] Paolo Fabbri, Vittorio [...] De Leonardis; Juliet Mitchell, [...] Secchi, Guglielmo Zambrini, Mario [...] Franco Caz-zola, Giacomo Marramao, Maria Vittoria Balestrerò, Luisa Boccia, Jean [...] Gianni [...] Cristine [...] Gianni De [...] Pietro Ingrao, Alberto Martinelli, Oreste Massari, Stefano [...] Pietrangelo Schiera, Rino Serri. Domani [...] si concluderà (alle 19) [...] rotonda sul -caso Roma». Parteciperanno Alberto Asor Rosa, Renato Nicolini, Achille Occhetto, Paul [...] e Giovanni Berlinguer. Pubblichiamo [...] un intervento di Mario [...] che terrà una delle relazioni [...] tema: -Il destino della politica». Sì [...] n Sa [...] città non è più una [...] politica «naturale». E piuttosto il luogo [...] tutti gli estremi. E per governare questa [...] vecchie categorie non bastano più ACCOSTIAMO queste [...] del nostro tempo: lo stare insieme nella [...] insieme per uno scopo [...]. Metropoli e politica si [...] identica difficoltà di sopravvivenza: due realtà che [...] estremo di una rispettiva lunga storia. Che cosa può rimanere [...] della realtà metropolitana? Che [...] politica dopo questa dissoluzione [...] sociale? Nella metropoli sembra [...] compimento finale la storia di lunga durata [...]. Nello spazio-tempo urbano metropolitano, [...] si amplificano, si moltiplicano, raggiungono una soglia [...] punto di non ritorno. [...] è il luogo [...] dove la circolazione delle [...] è il luogo della [...] dove si consuma in [...] produzione mercantile. Basta entrare in una [...] servizio commerciale per piccoli clienti: [...] violentemente eccessiva di prodotti [...] fine con un limite oggettivo della domanda. Eppure per questa via [...] un rapporto «civile», che è sempre meno [...] uomini e [...] più rapporto verticale con [...]. Si è insistito molto [...] messaggio mass-mediologico, ma il punto decisivo rimane [...] marxiana soggettività creativa della [...] di fronte alla passività [...]. Leggere così la vita [...] subito a condannare, serve prima per capire. Dalla [...] alla [...] e poi di nuovo, [...] un errore però vedere la metropoli come [...] storia economica, come è stato sbagliato [...] solo come emergenza del [...]. Dobbiamo trovare la forza [...] la forma distrutta della [...] di una comunità di uomini retta da [...] quindi di storia politica e di storia [...]. [...] in quanto tale la [...] diventa un crocevia della politica. Non a caso si [...] terreno [...] violento tra postmoderno e [...]. Non solo nelle realtà [...] o asiatiche, ma dentro il cuore [...] nel rapporto tra grande [...] grande povertà. Integrazione ed emarginazione vivono [...] forme quasi perfette di esistenza. Là dove si stava [...] stava male, adesso si sta benissimo o [...]. Sarebbe però un altro [...] a questa dimensione, per cosi dire, quantitativa [...]. In un discorso sul [...] la metropoli la facciamo funzionare come categoria [...]. Siamo con questa categoria, [...] storia [...] e dentro la vicenda [...]. Si tratta anzi di [...] forma critica del capitalismo. [...] come in un precipitato delle [...] contemporanee. E [...] ci sarebbe da sviluppare [...] quello che qualifica e definisce la dimensione [...] spaziale ma il flusso [...]. Accelerazione della vita e [...] costituiscono Io spirito di [...]. E sembrano, queste labili [...] più pertinenti, di quelle altre categorie forti, [...] città, industrializzazione, massificazione. E si verifica per [...] del tempo la stessa cosa che per [...] della ricchezza. Il massimo possibile della [...] finire nel lungo attimo della sosta forzata. La grande città che [...] un mezzo per correre, ferma poi tutti [...]. Di nuovo gli estremi [...] evidenziano. I problemi non danno [...]. I contrasti risultano [...]. Gli interessi non [...] e la coesistenza pacifica [...] impossibile. Ecco perché il tempo [...] un luogo molto sensibile della politica. Si apre [...] il tema delle lotte [...] viene [...] la figura controversa del conflitto [...]. Ci sono delle analisi. La svolta viene fatta [...] anni sessanta, in particolare al [...] quando fuori dei luoghi [...] costituisce un nuovo fronte permanente di lotta. Viene messa in causa [...] gestione dello spazio [...] oggetto di contestazione diventano [...] trasporti, [...] urbanistico. La base sociale di [...] data dal sottoproletariato nazionale, dai lavoratori immigrati, [...] giovani, per lo più studenti, e da [...] intellettuali specializzati e di operatori sociali. Queste sono le forme [...]. Poi c'è [...] della violenza metropolitana. [...] classico rimàne quello del [...]. Poi ci sono gli [...] guerriglia urbana, in margine a manifestazioni di [...]. Ma [...] la metropoli diventa vetrina [...] che luogo della [...] produzione, una sorta di [...] si parla al paese, con il linguaggio [...] esprime domande, bisogni, esclusioni, rifiuti, che stanno [...] oscuro di una società non governata. La città così non [...] politica naturale. Ovvero, è un ritorno dello [...] natura [...]. Non entra in crisi [...] modo di organizzazione della società, quella capitalistica. Entra in crisi la [...] generale, e cioè [...] sociale di [...] politico che è [...]. La spia rossa che [...] è [...] di un individualismo di [...] come particolarismo di massa, espresso cioè non [...] che non esiste ancora, né dal grande [...] esiste più, ma da questo [...] o da questo rapporto [...] di famiglia, e poi di gruppo, di [...]. Non c'è nuovo sociale. C'è la fine del [...]. Di [...] il perìcolo della morte della [...]. Ci sono, è vero, [...]. La forma critica della [...] tempo metropolitano, sono anche una carica di [...]. Le realtà di movimento [...] di nascita e di [...]. Per lo stesso motivo le [...] di organizzazione marcano [...] una difficoltà di sopravvivenza. Punti di vista, immagini [...] tradizionali, bruciano rapidamente su questo terreno. Vengono [...] domande di [...] delle cose, si fa viva una disperata [...] si [...] lettore di Italo Calvino [...] il nuovo ordine che lo scrittore ha [...] universi nel volume intitolato [...] vecchie e nuove [...]. Noi, [...] vorremmo [...] a leggere le nuove e [...] rileggere le vecchie [...] tenendo accanto a sé quel Calvino, che a noi pare molto nuovo, [...] nel recente [...] (Einaudi) e, subito dopo, nel [...] volume dal titolo Collezione di sabbia [...]. Le [...] sono vecchie e nuove, [...] saggi di [...] e di Collezione di [...] saggi, quasi tutti pubblicati su due quotidiani, [...] insieme, sono [...]. Se è vero, ed [...] che la filosofia nasce come letteratura, e [...] devono essere cercate ìe parole del pensiero, [...] si presentano come una summa molto interessante [...] nostre riflessioni: delle nostre angosce, dei nostri [...] nostre brevi occasioni di felicità. Ma per entrare subito [...] discorso, inviteremmo il lettore, che immaginiamo al [...] i tre libri sotto gli occhi, a [...] «racconto deduttivo» che conclude il volume delle [...]. Il titolo proviene da [...] «Il conte di Montecristo». Il prigioniero Edmond [...] eroe caro a più [...] è nel castello, o fortezza, [...]. Edmond riflette su se [...] tentativi di fuga di quel pellegrino delle [...] nome [...] l'abate [...] con la [...] barba lunghissima e I [...]. Il tarlo che rode [...] è anch'esso una vecchia conoscenza di lettori [...] è possibile fuggire dalla fortezza [...] Sul banco degli imputati [...] in corso, compare subito il Progetto. Là dove Dumas si [...] Calvino afferra il testimone e parte per conto [...]. Il progetto di fuga, [...] Dumas, [...] affidato al badile di [...] e al piano [...] di [...]. Come si vede, una sorta [...] divisione del lavoro. Calvino raffredda gli entusiasmi [...]. Un [...] avverte che «esiste una [...] quale non si può evadere»: solo un [...] renderebbe possibile [...]. /// [...] /// [...] smonta la fortezza con il [...] badile, ma più colpi assesta alla pietra più [...] nel castello [...] immaginando il fuori, [...] la rimonta [...] sempre più, [...] sempre più Insidiosa, sempre più [...] di barriere e di ostacoli. I due Itinerari [...] uno va verso un Infinito [...] verso un Infinito esterno. E così anche II [...]. In chiave con II [...] del nostri giorni. Io scrittore ci dice [...] possibile (o evasione) è il passato. Tant'è vero che [...] se pensa al mondo [...] se stesso In catene il giorno [...]. [...] nel frattempo, continua a battere [...] il suo badile, a scandire le ore, l giorni, [...] mesi, gli anni: o eternità che [...] si voglia. C'è o non c'è [...] Pare che il Progetto (i due progetti, [...] e quello di Farla; [...] fortezze [...]. Calvino sfocia nel fantastico. [...] si trova tra le [...] e gli scarabocchi del manoscritto di Dumas, [...] scrittura diventa protagonista del racconto. Il lettore, a questo [...] In pace tutte le [...] quelle vecchie e quelle [...]. Noi, che Intanto le [...] lo aspettiamo sfogliando Collezione di sabbia. Finita la lettura e [...] filo del discorso si riannoda. Cominciamo con due temi [...] 11 collezionismo come ricerca e accumulo, nella [...] memoria, di oggetti, Immagini, linguaggi e lingue [...] ma anche dalla [...] di nature morte) e, [...]. I debiti sono da [...] primo tema, a Walter Benjamin e, per [...] Todorov e a Roger [...]. Altri creditori si fanno [...] bene non affollare troppo la scena. Todorov dice che [...] fantastico, ed ecco 11 [...] In [...] 11 filo si riannoda, proviene [...] (che poi vuol dire [...] tra il naturale e 11 [...] temi del linguaggio e [...] nelle [...] e in «Collezione di [...] In [...] con Calvino Lo scrittore Italo [...] Caillois dice che questo [...] nella inalterabile legalità quotidiana. Calvino, di recente, ha [...] «Sentiamo [...] il fantastico dice cose che ci riguardano [...] dice più cose [...] e sulla simbologia collettiva». Eccoci nel vivo: queste [...] in [...] e in Collezione di [...]. Due immagini, a questo [...] alla mente: una carovana di nomadi che Calvino [...] Iran e gli edifici di legno che [...] un antico giardino di [...] città del Giappone. Egli nota che quelle [...] invisibili, a lui, a noi, e che [...] lungo i secoli, pezzo per pezzo via [...] o quel pezzo si deteriora, rimangono tuttavia [...] . Calvino salva, o cerca [...] e altre forme ideali tentando di [...] alla collezione. Le consegna [...] della redenzione, allo shock, opponendosi [...] gesto istintivo [...] contemporaneo che è, dice, quello [...] via. È un gioco [...] angoscioso, quello dello scrittore: il [...] tenta di redimere, o riacquistare, ciò che crede, ciò [...] crediamo, di avere posseduto e perduto, evitando di [...] alla collezione o, [...] parte, a quel gesto di [...]. [...] si ritrova tra le [...] di Dumas: Calvino si ritrova nella scrittura, [...] già scritte e tra le parole, le [...] tenta di salvare quelle incise nella pietra, [...]. Fatto sta che egli [...] riconsegna alla parola scritta antiche iscrizioni, fogli [...] come quelle narrate per immagini scolpite nella [...] finalmente da vicino in occasione dei restauri, [...] villa romana d; Settefinestre nella Maremma toscana, [...] questi decenni sui muri delle nostre città. O un quadro celebre, La [...] guida il [...] di Delacroix, che Calvino [...] romanzo nel quale non manca il particolare [...] ubicazione di [...] un particolare menzognero che [...] fantastico a un quadro letto solitamente in [...]. Perché, dice, la lettura [...] di recuperare origini dimenticate. Lo shock (ed ecco Freud, [...] Benjamin) strappa [...] e rinverdisce la narrativi-tà, [...]. D'altronde, come potrebbe mettersi [...] se non credesse alla possibilità di narrare, [...] che trasmetta [...] lettore avrà così un [...] di attimi di redenzione; un libro fantastico [...] da Calvino stesso: un libro che ci [...] e della simbologia collettiva. Abbiamo Ietto in questa [...] Collezione [...] sabbia (ma anche [...]. E a pagine chiuse [...] che il libro e il suo effetto [...] cercato da Calvino, nascono da una estrema [...] bisogno di redimere e la saggezza propria [...] (citiamo) «che parlano attraverso di noi, consapevoli [...] che finisce non ritorna». La feconda contraddizione di [...] insieme è proprio questa: si tenta sempre [...] che niente sarà redento; e perché sappiamo [...] cerchiamo, come quei nomadi [...] di riconoscere piste segrete. Invisibili, mal tracciate sulle [...]. Si cerca, ci si Inoltra [...] origini mitiche della parola, per [...] dice Calvino, contro un [...] tutto ciò che vede e ode. Sul finire del libro, [...] consumare. Calvino dà una suggestiva conclusione [...] ricerca. Lo fa con una Immagine [...] può sembrare non nuova ma che Io scrittore rinnova [...] trasfigura esitando (di nuovo il verbo [...] il verbo [...] fantastico) tra ciò che arde [...] si conserva e ciò che si consuma. [...] è la fiamma che, [...]. Ottavio [...] identità, non perdute ma [...] generazione, di sesso, di cultura non libresca, [...] non separata dalla vita. Questo porta a singole [...] mancanza di futuro, ma anche a un [...] rivolta contro il buon senso del passato. Questo è particolarmente evidente [...] che è la condizione metropolitana per eccellenza. La patria di un giovane [...] questo tempo, la [...] famiglia, la [...] dimora, è il villaggio planetario. I giovani di oggi [...] di vivere nella grande città per sentirsi [...]. Nella cittadina di provincia, [...] di campagna, vivono e sperimentano le contraddizioni [...]. Adesso ad esempio c'è [...] si può solo accennare [...] un discorso a parte. Riguarda il tema della [...] complesso di comportamenti più che come insieme [...]. [...] della dimensione metropolitana ha [...] coinciso con il dominio della civiltà [...]. Questa sta immediatamente dietro [...] e ancora davanti a noi. Eppure una mutazione è [...] di nuovo la condizione giovanile metropolitana rende [...]. Si tratta del passaggio dal [...] al tempo [...]. È il primato dèi [...] impone sulla stessa potenza del visivo. Appena assuefatti al bombardamento [...] sottoposti a un bombardamento di suoni, qualcuno [...]. Pensate al cinema, e [...] televisivo: il racconto, questo residuo ottocentesco, viene [...]. Prendete un videorock, tre [...] metropolitano: la musica viene commentata dalle immagini; [...] coerenza logica, appunto perché non si racconta, [...] vede e basta. Anche questo è [...]. È stato infatti un [...] genio [...] di farci rivedere la [...] di Lang con dentro [...] sé non eccellenti, dì [...]. Mi pare che proprio [...] risulti ancora più ridicolo il cattivo contenuto [...] vecchio film. /// [...] /// [...] metropolitana non è immediatamente politica. Non è il vecchio [...] separato, quasi spontaneamente organizzato, [...] dalla presenza di quei [...] attrazione, quelle potenti calamite, che erano le [...]. [...] la complessità, di cui tanto [...] parlato, non è discorso, non [...] categoria interpretativa della? realtà, è la realtà stessa, la [...] naturale struttura di funzionamento. E ogni riduzione disciplinare [...] realtà non funziona, non produce conoscenza, così [...] organizzativa rivolta alle forze in essa presenti, [...] cose, e sicuramente non le cambia. La metropoli è dunque [...] un tempo di decisione sul destino della [...]. A mio parere, per [...] per dominare, per trasformare, il Leviatano metropolitano [...] dire il [...] non ci vuole meno [...]. E comunque ci vuole un [...] stessa di politica. Questa non deve solo [...] rappresentare, parti sociali implicitamente, potenzialmente, politiche. Deve guardare anche al [...] o [...] e imparare a [...] in politica. E questa nuova opera [...] andare oltre la vecchia [...]. Riformulare le domande, non per [...] ma per [...] in un progetto di cambiamento. E produrre risposte di [...] città politica. Così direi che solo una [...] trasformatrice, solo una nuova politica rivoluzionaria, può essere [...] del problema politico della metropoli. È vero che precipitano [...] come in una soluzione chimica, [...] grandi categorie del politico, il consenso, la rappresentanza, la [...]. Ma è vero anche [...] soluzione politica [...] da [...] come da un terreno [...] sorta di società di natura, che non [...] impone il passaggio alla città degli uomini. Vincerà su questo terreno [...] concezione del mondo capace di prendere la [...] quotidiana degli individui concreti. /// [...] /// Migliaia di [...] Arti sono aperte ai cittadini [...] i [...] una città dove ti respiri [...] pulita. Vana delle [...] dipendono dagli [...] non dal potere. C so Monforte [...] sul libro DELITTO IMPERFETTO NANDO DALLA CHIESA Oltre [...] interverranno Giorgio Bocca, Alfredo Galasso, Carlo [...] Davide Maria Turoldo, Giuliano Urbani. Coordinerà la discussione Carla Stampa. /// [...] /// Coordinerà la discussione Carla Stampa. (0)
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