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Poi ha scelto la [...] visto [...] del cambiamento e la [...] progetto anche culturale. Un libro sulle parole [...] Ma Piave non è Manzoni. Ecco come leggere e magari [...] i libretti [...] e persino la tensione, intorno [...] fi-gura di don Giuseppe [...] non è [...] destinata a crescere e a [...] gioco delle parti in-torno alla [...] eredità politica, intel-lettuale, spirituale. Già infatti [...] esigenza di conoscenza [...] desiderio di custodia della [...] ma anche, mi sembra, ambedue evasivi di [...] decisivo per i suoi contem-poranei. Se è vero che, [...] è ricapitolazione della vita, e dunque suo [...] nel tempo e nello spazio ma [...] del mistero, unico e [...] non solo di conoscere e di custodire, [...] compren-dere. [...] nel dato stori-co o [...] affettiva non bastano: occorre comprendere [...] un processo che sarà [...] del dramma che è la [...]. Nel caso di [...] tuttavia [...] da sormontare per una siffatta [...] è particolarmente al-to, a causa di un «mito» attorno [...] figura pubblica nel dopoguerra e, [...] via via figure diverse: il [...] aperto al confronto con laici e comunisti, ma insieme [...] di una visione cattolica dai tratti inte-gralisti; il democristiano [...] in con-trocorrente pensa il partito come [...] di una cultura teologica e [...] religiosa affidata a laici e libera da in-tromissioni gerarchiche; [...] religioso in cerca di una innovativa forma di vita [...] che tuttavia non [...] a [...] quando avverte il pericolo di [...] frattura nello sviluppo [...]. Ora, se si trattasse [...] un mito per ricostruire una vita complessa [...] sfondo politico, culturale e reli-gioso [...] di questo secolo, ci [...] affidare al lavoro analitico degli storici. Ma evi-dentemente così non [...]. Il mito, nella [...] forma autentica, è sempre rivesti-mento [...] verità che si celano allo sguardo, di contraddizioni troppo [...] da sopportare; è rinvio a [...] che solo [...]. [...] di un esercizio propriamente [...] della mente e del cuore. Mi sembra che la [...] richieda un siffatto [...] e la memoria; [...] altrimenti il ri-schio di [...] di [...]. Per quanto mi riguarda, avendo [...] mia vita un poco incrociato la [...] frequentato, a tratti anche intensamente, [...] cri-stiano come pure la riflessione cultu-rale e politica, ciò [...] fin [...] credo di [...] capito di lui porta il [...] di un conflitto interiore lungamente pati-to. Un conflitto che è, verosimilmen-te, [...] stessa della [...] vicenda cristiana. Temo [...] di non riuscire ad essere [...] preciso, ma direi, [...] che in [...] si è scontrata con la [...] di pre-senza al mondo. Ora, che la vocazio-ne [...] sé una quantità irriducibile di conflitto con [...] da sé; il problema è, da sempre [...] come essere presenti al mondo [...] stesso di [...]. In questo è, a cominciare [...] Gesù, la contraddizione essenziale [...] cristiano, e non [...] dubbio che il cri-stiano [...] ne abbia avuta acuta consapevolezza [...] abbia cercato, in [...] riprese, [...] con le scelte della [...] vita. Ma ap-punto, si è [...] più di scelte, di volontà personale di [...] a un certo punto, fino al punto [...] il conflitto si sa-rebbe risolto in pura [...]. La scelta [...] politico, poi della cultura, [...] della Chiesa sono tutte state, mi sem-bra, [...] della volontà di es-serci sostenuta da una [...] una società «malata» attraverso la presenza viva [...] fede cristiana. [...] cosicché egli si è [...] nella necessità di [...] la contraddizione restando «al [...] di fare un passo indie-tro per tentare [...] strategicamente più decisiva. Per molto tempo [...] ha privilegia-to, seppure con [...] la politica, poi scambiare [...] Chiesa [...] la via culturale e, quando si offrì [...] Concilio, [...]. [...] per scelta o per [...] è trovato a non [...] più cambiare; si è [...] monastica, che è precisa-mente accettazione [...] e dunque caduta di [...]. Al termine della [...] vita, [...] era consapevole di questo [...] ha evitato, non so se per pu-dore [...] resistenze, di [...] la discontinuità, e dunque [...]. Ecco un pas-so autobiografico [...] con Giuseppe Trotta del luglio [...] «Quando, nel 1951, ho [...] ero convinto che non si poteva operare [...] condizioni del nostro paese e del mondo [...]. [...] maggiore stava in una certa [...] che [...] in Italia; i motivi [...] fatale venivano da lì. Anche nella Chiesa non [...]. Per la mia professione [...] cosa era la Chiesa e cosa poteva [...] si-tuazioni. Non [...] stata delusione, neanche lì, neanche [...] Chiesa. Ne prendevo atto con [...] mi stupivo di niente. Di fatto non mi sono [...] lamentato con nessuno. La decisione di smettere [...] è venuta dalla convinzione che bisognasse operare [...] monte, in una cultura del tutto nuova [...] vita cristiana coerente. Poi il passaggio è stato [...] è [...]. Ma cosa vuol dire «solo [...] vita cri-stiana», se non che tutto il resto è [...] che una approssima-zione al mistero [...] e proprio [...] cristiano? E certo non perché [...] vita monastica costituisca di per sé la forma per [...] della vocazio-ne [...] mai pensato, ma nel senso [...] lui personalmente ha significato [...] situazione altra rispetto a quelle [...] avevano segnato gran parte della [...] vita. Con questo non penso [...] valore della [...] ricerca di impegno cristiano [...] cultura e nella Chiesa, ma piuttosto rilevare [...] riguardi del mondo un [...] appena al di là della pura testi-monianza [...]. Perché allora il ri-schio [...] mondo, per [...] a misura dei proprio [...] altissimo. Come [...] stesso avvertiva nella conversazione [...] capi-ta di dover agire politicamente, oc-correrebbe agire [...] e senza consapevolezza», e dunque per un [...]. Ora, non direi che [...] propriamente il suo atteggiamento almeno fino al [...] do-po il [...] si è trovato espulso [...] pubblico ed è iniziato quel pro-cesso di [...] avrebbe condotto nel [...] di Gerico. Che in lui abbia lungamente [...] una volontà progettuale mi pare difficilmente contestabile; che, [...] con [...] di agi-re positivamente nella società [...] nella Chiesa, abbia trovato infine il modo [...] dalla [...] sparizione dalla scena pubblica per [...] un venten-nio. [...] ricomparso è stato essen-zialmente per [...] contro la degenerazione della politica italiana e [...] della vita [...] Chiesa, a fronte di una [...] sem-pre più «malata» ma per la quale non [...]. Di lui, mi piace [...] era alla vigilia della [...] ultima [...] di un breve viaggio [...] la laguna di Venezia, e poi la [...] sul messale posato sulle [...] commentava le Scritture del [...] semplice e illustri perso-nalità, credenti e non [...] parrocchia del Polesine. Non una pa-rola disse [...] di pura spie-gazione dei testi. Sapeva certo, di es-sere di [...] sempre limpida, attenzione; ma ora-mai [...] stava nel «suo», viveva senza [...]. Giancarlo Gaeta [...] Che [...] mai detto, anche so-lo [...] la più prestigio-sa collana di grande letteratura, [...] «Meridiani» [...] Mondadori, potesse accogliere un volume di quasi [...] ai libretti per musica ? E invece [...] volu-me curato con maestria da Giovan-na Gronda [...] Paolo Fabbri, quasi a coronamento di un intenso interes-se [...] ormai da un tren-tennio e che ha [...] libretto [...] a occupare un [...] cultura letteraria italiana, specie [...]. Non [...] per-ché il teatro [...] fu [...] feno-meno culturale che [...] riuscì esportare nel mondo, nel [...] seco-lo. Eppure, nonostante [...] importanza, vi rimane appiccicato [...] a un disagio criti-co, che spesso induce [...] di libretti a compiere un atto di [...] come non sia ancora assimila-ta questa presenza [...] musicologici. Ciò avviene , can-didamente, [...] di Gio-vanna Gronda, col porsi domande che [...] implicite richieste di assoluzione. Il che sta a [...] letterariamente, di librettistica la-scia persino in chi [...] qualche perplessità. In verità la questione [...] me-lodramma è per [...] natura [...] indicare sostanze poetiche diverse, [...] diverse. Una cosa è [...] una è Metastasio, una è Piave, una è il [...] assente [...] una è infine Sangui-neti. Disuguale ne è la [...]. [...] che varrebbe la pena [...] costringere sempre il si-gnificato dentro confini storici [...]. [...] si tratta di una costante [...] un genere ricorrente con variazioni di specie, un [...] come [...] aveva [...]. La cosa è legittima, [...] non met-tere sul banco mercanzie distanti di [...] sotto una [...]. [...] modo la curatrice, nella loro [...] proprio questo fanno: [...] la funzione bensì il valore [...] il rapporto con la musica. Poiché il melodramma, [...] un fenomeno composito in cui [...] la parola, la musica, la scenografia, la danza. Ma [...] il peso specifico di ciascun [...] muta profon-damente da tempo a tempo, quan-do [...] a che fare con Montever-di [...] con Donizetti. In fondo aveva ragione Metastasio [...] che i suoi testi si potessero leggere [...] per sé, e fossero rappresentabili an-che senza [...] è il lo-ro valore poetico (e [...]. [...] cosa con la pur [...] Maria de [...] o con il Trovatore. Mentre scrivo mi accorgo di [...] lontano [...] calda, ma [...] calda è ciò [...] di melodramma e di librettistica. In altri termini, [...] si pone [...] questione del rapporto [...] , se non lo [...] volta in volta a un momento storico [...]. Insomma, non [...] santo che [...] e nemmeno un [...] al di fuori di quella [...] funzione. A meno di leggere [...] chiave, [...] come docu-mento e lasciando [...] lirico, che neppure è di loro competenza. Semmai la struttura drammaturgica. Incominciando dalla durata, dalla [...] cantata, che costringe il li-brettista a un [...] e di semplificazione rispetto [...]. Cosa resta o passa, [...] di semplificazione? Passa o resta la poetica [...] mo-mento (potrebbe essere [...]. Si semplifica nella conte-stualità: o [...] più complesso messaggio [...]. I barocchi devono pro-porci le [...] allegorie mitologiche o le [...] pa-radiso burocratico asburgico vien-nese, Piave [...] conflitto tra la libera [...] ecc. Da [...] di centinaia di pagine Cammarano [...] costretto a [...] una trentina, di-stillate, che devono [...] ed esaltare, magari [...] i messaggi della Bride [...]. Perché ciò avvenga il [...] congenita al [...] can-tando, per consegnare al [...] in versi che riassuma tutta la dinamica [...] per condurre lo spettatore, alla fine, a [...] che sembra essere la ragione ultima. Non tanto lontani dalla [...] quella funzionalità «politica» dei grandi tragediografi greci. Ela-borando [...] originali codici, [...] corrispondo-no ad analoghe convenzioni dello specifico linguaggio [...]. Quasi una contraddizione, una estravaganza, [...] il melodramma non si imponesse come luogo cen-trale della [...] due [...]. Le [...] sono [...] accennate, appunti, provocati dalla lettura [...] volu-me della Gronda e di Fabbri. /// [...] /// Primo, è ovvio: è [...] libretto pre-scindendo dalla complementarietà musicale, cioè dal [...] insieme. Secondo: benché in versi, [...] può essere let-to usando gli stessi criteri [...] la poesia (Romano come fos-se Leopardi, Piave [...] Man-zoni) compiremmo una inutile vio-lenza massacrando i librettisti. Ter-zo: se così stanno [...] la più naturale ipotesi per comprendere i [...]. Non è solo questione [...] quello è anche il modo di porsi [...] scrive sia testi che musica. [...] nei melodrammi non si [...] norme trasgredite e da rispettare, di libertà [...] Folco Portinari Il presidente [...] Consiglio Romano Prodi con don Giuseppe [...] Ansa È morta Mariana [...] La scrittrice Mariana [...] è morta ieri mattina [...] Bergamo. Aveva 88 anni ed [...] romanzi soprattutto di argomento storico, tradotti in [...]. Tra le sue opere [...] «Trilogia rinascimentale» di cui fanno parte «Leonardo, [...] «Il condottiero Bartolomeo Colleoni» e «Ludovico il Moro». Tanti riconoscimenti ricevuti per [...] fra questi la Gran croce al merito [...] Repubblica [...] premio della cultura della presidenza del Consiglio. Mariana [...] era stata anche insignita [...] «honoris causa» in letteratura italiana e letteratura [...] Pacific Western University di Los Angeles, [...] di Galati in Romania [...] Bucarest. La biografia Immagini, pensieri [...] un «angelo caduto» La storia di Jack Kerouac [...] libro Steve Turner. Un piatto prelibato per collezionisti, [...] e appassionati [...] di On the [...]. Gli amici [...] le fidanzati-ne, la [...] squadra di football, gli amici [...] gruppo beat, le bevute al bar, flash rubati alla [...] vita privata, fotogrammi di apparizioni televisi-ve, appunti, manoscritti, messaggi. Un vero e proprio [...] la possi-bilità di soddisfare soprattutto il voyeurismo [...]. [...] lo stesso autore, collaboratore di «Rol-ling Stone» e «The [...] dichiara [...] di non [...] rea-lizzato un «racconto esaustivo» e [...] più intimi della vita di Ke-rouac». Per gli studi seri, Turner [...] noi con lui) ai lavori di Ann [...] («Kerouac», 1973), Gerald Nicosia [...] Babe», [...] 1984). Che, vista la vastità [...] del «mito Kerouac», non necessariamente sono interes-sati [...] seri. E non è un [...] Turner, nel primo capitolo del libro, accosti Kerouac [...] James Dean e Elvis Presley, perché tutti e tre [...] ondata di dissenso giovanile che sfidava le [...] razza, il sesso, la famiglia, la religione, [...] il dominio della mente ra-zionale». La «filosofia» di questa biografia [...] tutta in [...] nonostante [...] indichi la tesi che ha [...] di sviscerare nel suo lavoro, ovvero quella di ap-profondire [...] lato spirituale di [...] da «Urlo» di [...] caduto» sia stato coniato da Gin-sberg pensando a Kerouac). Co-munque sia, la biografia per [...] di «On the [...] è [...] collezionisti. /// [...] /// Co-munque sia, la biografia per [...] di «On the [...] è [...] collezionisti. (0)
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